[Ariyama] A place like a secret

Apr 12, 2014 11:51

Titolo: A place like a secret [Black Pearl -EXO-]
Fandom: RPF - Hey! Say! JUMP
Personaggi: Arioka Daiki, Yamada Ryosuke
Pairing: Ariyama
Rating/Genere: PG/ fluff, romantico
Warning: slash
Wordcount 1.551 fiumidiparole
Note: la storia è scritta per la 500themes_ita con il prompt ‘Ricerca disperata’.
Della serie: Love at first sight
Disclaimer: I protagonisti di questa storia non mi appartengono, non li conoscono personalmente e i fatti di seguito descritti non hanno fondamento di verità. La storia non è scritta a scopo di lucro.
Tabella: 500themes_ita

Non appena sentì il campanello suonare, Yamada sorrise, saltando giù dal letto e andando ad aprire.
“Tempismo perfetto!” esclamò vedendo Daiki sulla soglia. “Entra, via libera!” gli disse il più piccolo tirandolo per un polso: gli saltò in braccio quando l’altro entrò in casa e Daiki lo sorresse da sotto le cosce, poggiando la schiena al muro per reggersi in equilibrio.
“Tutto questo non sarebbe necessario se ti decidessi a dire a Kei la verità!” lo riprese il fidanzato dandogli una pacca sul sedere, chiedendogli di scendere.
Yamada tornò con piedi per terra e si portò le mani dietro la testa, dirigendosi nella propria stanza.
“Lo so, lo so! E glielo dirò presto, sto solo aspettando il momento giusto.”
Daiki rise: “E quando sarebbe il momento giusto?” lo citò.
Ryosuke si volse, sedendosi sul letto e sdraiandosi di traverso.
“Non lo so! Ma mi sembra presto!”
Daiki scosse il capo e allargò le gambe, sedendosi in grembo al più piccolo, sdraiandosi su di lui, tendendosi per baciarlo sulle labbra.
Ryosuke si abbandonò al calore di quella bocca, ma non ne fu così distratto tanto da non accorgersi che il suo programma post-prandiale preferito stava cominciando.
“Oh, inizia!” disse, separandosi da Daiki, facendolo rotolare via da sé per recuperare il telecomando, sdraiandosi a pancia in giù, fissando il televisore.
“Ehi!” Daiki si indignò, sospirando, tirandosi a sedere con le spalle al muro guardando di traverso il fidanzato. “Ryo, io sono venuto per dirti una cosa importante!” esclamò, prendendogli la caviglia e cercando si fargli il solletico.
Yamada si contorse appena, cambiando posizione e, gattonando vicino al fidanzato, prese posto tra le sue gambe: allargò le braccia per fare in modo che Daiki lo stringesse e lo guardò sornione quando il più grande lo strinse a sé.
“Possiamo parlare dopo, ti spiace?” domandò, consapevole di conoscere già la risposta, scoppiando a ridere nel vedere la buffa espressione sul viso di Daiki. “Eddai! Poi devo fare il resoconto a Kei-chan! Ormai siamo appassionatissimi” disse, mentre non si perdeva le prime scene.
Daiki buttò uno sguardo allo schermo leggendo nomi di interpreti e personaggi, sbarrando gli occhi quando lesse il numero dell’episodio che stava andando in onda.
“Ryo! Seimilatrecentoottantacinque?” esclamò sconvolto.
“Ma è un cult!” spiegò Yamada.
“Come fai a guardare queste cose io davvero non me lo spiego!” Daiki proprio non riusciva a comprendere come il ragazzo riuscisse a restare così tanto coinvolto da una simile opera di finzione.
Lo osservò, mentre l’altro era perso dietro le complesse vicende amorose dei due protagonisti e scosse la testa.
“Posso almeno sapere quanto dura?” gli chiese, volendo essere consapevole di quanto tempo avrebbe dovuto attendere prima di avere tutta per sé l’attenzione del fidanzato, ma Yamada lo tacitò svelto.
“Sssh, ssh, aspetta!” Yamada piegò un braccio all’indietro per prendere il mento di Daiki nella mano di modo che tornasse anche lui a concentrarsi sullo schermo.
“Vedi? Ha scoperto tutto! Lei ha visto il video!” lo ragguagliò.
“Video?” si ritrovò suo malgrado a chiedere Daiki. “Che video?”
“Quello che è stato registrato per sbaglio e che è finito nel pc della madre che lei ora ha visto!” gli disse Ryosuke, con tono di chi non si capacitava che gli potesse essere sfuggito un dettaglio così importante.
“Ah, beh, allora…” lo assecondò Daiki, sollevando gli occhi verso l’alto, continuando a non capire assolutamente niente di quello che accadeva.
“Praticamente loro due si dovevano sposare, ma lei non si è presentata in tempo in chiesa, perché distratta dall’arrivo a sorpresa del padre che non vedeva da tempo. Quest’uomo le ha lasciato un biglietto d’addio, ma lui, lo sposo, era convinto fosse da parte di lei e allora si è arrabbiato e ha lanciato il tablet che ha registrato un video in cui lui e la sua ex progettavano di fuggire insieme e si sbaciucchiavano” riassunse in modo spicciolo e Daiki lo guardava a bocca aperta, non propriamente certo di aver capito proprio tutto il riassunto fattogli da Ryosuke, il quale gli aveva esposto per filo e per segno quegli avvenimenti senza mai staccare gli occhi dallo schermo.
“Tu cosa avresti fatto?” chiese poi il più piccolo voltandosi e guardandolo, approfittando della pausa pubblicitaria.
“Sei serio?” domandò a sua volta Daiki.
“Sì!” Ryosuke annuì. “Se nel giorno delle nostre nozze tu avessi trovato un biglietto in cui ti dicevo di amarti ma che per il tuo bene sarei sparito, cosa avresti fatto? Ti saresti subito consolato tra le braccia di una tua vecchia fiamma o saresti uscito per intraprendere una disperata ricerca per trovarmi e riprendermi?” chiese.
Daiki lo guardò diversi istanti e decise che non era proprio il caso di mettersi al suo livello, ignorando quella sua domanda, chinando la testa: gli posò una mano sulla guancia cercando di baciarlo, ma sentendo il più piccolo sempre sfuggente.
“Ricomincia!” esclamò Yamada tornando a rivolgere la sua attenzione allo schermo.
Daiki sospirò arreso, decidendo a sua volta di provare a seguire la vicenda, ma trovando più interessante intrattenersi a suo modo: strinse meglio tra le braccia il più piccolo e iniziò pigramente a baciargli il collo, tirando lo scollo della maglietta per riuscire meglio nel suo intento.
In un primo momento, Ryosuke pareva non aver minimamente risentito delle attenzioni del fidanzato, ma quando Daiki premette maggiormente le labbra su di lui, risucchiando la pelle morbida tra i denti, rabbrividì e reclinò il capo.
“Daiki…” ansimò piano.
“Mh?” domandò l’altro interrogativo, senza staccare la bocca dal suo collo, anzi suggendo con maggiore convinzione.
“Ah, dai! Sto cercando di…” Yamada si tese quando il fidanzato premette appena un po’ più forte i denti su di lui di modo da lasciargli il segno. “… seguire” concluse Yamada, dandogli un colpo al dorso della mano.
“E segui… chi ti sta dicendo niente? Non ti sto certo mettendo una mano davanti agli occhi!” obbiettò Daiki con fare divertito, continuando a baciargli il collo, infilando le mani oltre la maglietta, solleticandogli il torace.
Ryosuke fece un profondo respiro, abbassando le palpebre e voltandosi per intercettare le labbra del più grande con le proprie.
Daiki sorrise per quella sua vittoria, prendendolo per i fianchi, facendolo voltare completamente verso di sé.
Ryosuke lo ammonì con lo sguardo, scoccandogli una serie di piccoli baci a fior di labbra, rimproverandolo: “Sei contento adesso?” chiese sarcastico.
“Non ancora” pretese Daiki, sollevandogli la maglietta e sfilandogliela, tornando a baciarlo, facendolo stendere sul materasso. “Ora sì!” mormorò, scendendo a baciargli la gola.
Il più piccolo sospirò, reclinando il capo, abbracciandolo in collo, assecondando i suoi movimenti su di sé.
Daiki sollevò lo sguardo e quando vide Ryosuke distrarsi di nuovo più interessato a quanto accadeva sullo schermo che non a lui, cercò a tentoni il telecomando sul letto spegnendo il televisore.
Yamada rise, tornando a guardare il fidanzato, baciandogli il mento: “E adesso che hai la mia completa attenzione cosa mi proponi?” gli chiese con fare malizioso, passandogli le mani tra i capelli. “Se non sbaglio dovevi dirmi una cosa?” gli ricordò, come se trovasse poco interessante l’alternativa che Daiki aveva già scelto per passare il tempo con lui.
“Parliamo dopo” gli rispose il fidanzato a sua volta, guardandolo con fare esaustivo, abbassandosi di nuovo su di lui, passandogli la lingua alla base del collo, facendolo sospirare, muovendo le mani sul suo petto in una maliziosa carezza. Schiuse le labbra, spostandosi sulla gola, suggendo ancora la sua pelle, inebriato dai gemiti di apprezzamento del più piccolo.
“Ti piace?” parlò piano, sfiorandolo con le labbra e portando le mani alla cinta dei suoi pantaloni.
“Daiki! Daiki!” lo rimproverò deciso Yamada quando l’altro lo morse. “Dai-chan, fai piano, non lasciarmi segni!” si lamentò, muovendo comunque il bacino incontro alla mano del fidanzato che lo sfiorava dispettosa senza però accontentarlo.
“Mi spiace, ma sei irresistibile, Ryosuke” affermò l’altro, affatto preoccupato dal rimprovero. “E poi il fatto che questa sia una relazione clandestina mi eccita incredibilmente!” affermò serio.
Yamada lo prese per le spalle, guardandolo di traverso, cogliendo il fidanzato di sorpresa quando ribaltò le loro posizioni.
“Adesso tocca a me” mormorò con fare sensuale sollevandogli a sua volta la maglietta, chinandosi a baciargli lo stomaco, fermandosi quasi subito quando sentì un rumore sospetto. “Cos’era?” disse, sollevando la testa.
“Mh?”
“L’hai sentito anche tu?” domandò di nuovo il più piccolo.
“Ryo…” mugolò Daiki con fare quasi implorante, troppo preso dalla situazione, ma l’altro gli mise una mano sulla bocca, tendendo le orecchie avvertendo di nuovo il medesimo suono. Guardò Daiki e spalancò gli occhi, nervoso.
“È il campanello!” affermò. “È Kei! È tornato!” disse, andando nel panico più totale, scendendo dal letto e agitandosi per la stanza.
“Oh cavolo! Oh cavolo! Oh cavolo!”
“Ohi, chibi, calmati!” si mantenne lucido Daiki, poggiandogli le mani sulle spalle. “Calmati, ok? Non è la prima volta che Kei torna a casa prima. Faccio come al solito, io starò qui in perfetto silenzio. Poi al tuo segnale esco, ok?” tentò di tranquillizzarlo e il più piccolo annuì.
“Sì, sì hai ragione!” disse, prendendo la maglia dal pavimento, indossandola velocemente.
“Bravo!” Daiki gli scompigliò i capelli indicandogli la porta con il capo.
Ryosuke fece per uscire, ma si volse un istante abbassando la testa colpevole: “Dai-chan, scusa...” disse. “Ti prometto che glielo dirò presto e non ci sarà più bisogno di tutto questo” promise, mordendosi le labbra.
Daiki sorrise e annuì.
“Ehi, Ryo?”
“Sì?”
“Dopo continuiamo da dove siamo stati interrotti” appunto, maliziosamente divertito.
“Non vedo l’ora!” rispose di rimando Yamada uscendo poi dalla stanza.

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