[Takachii] Turn a different corner and we never would have met

Jun 02, 2013 12:36

Titolo: Turn a different corner and we never would have met
Fandom: RPF - Hey! Say! JUMP
Personaggi: Takaki Yuya, Chinen Yuri
Pairing: Takachii
Rating/Genere: nc-17 /fluff, romantico, erotico
Warning: slash
Wordcount 4.852 fiumidiparole
Note: la storia è scritta per la diecielode per la tabella 12 Storie - Canzoni B con il prompt ‘A different corner’, per la think_fluff per la tabella Inverno con il prompt ‘Onsen’ e per la 500themes_ita con il prompt ‘tramonto liquido’.
Disclaimer: I protagonisti di questa storia non mi appartengono, non li conoscono personalmente e i fatti di seguito descritti non hanno fondamento di verità. La storia non è scritta a scopo di lucro.
Tabella: 500themes_ita
Tabella: 12 Storie - Canzoni B
Tabella: Inverno

“Allora?”
Yuya scese dalla macchina, appoggiandosi alla carrozzeria, guardando Yuri divertito: una volta arrivati davanti al ryokan in cui aveva prenotato, e che aveva tenuto segreto al più piccolo, era rimasto a osservare la sua reazione.
“Che te ne pare?” gli chiese, chiudendo lo sportello e avvicinandosi al fidanzato.
“Yuya è… è…” Yuri era decisamente incredulo. Tra tutti i posti in cui si sarebbe aspettato Yuya lo portasse per festeggiare il loro anniversario, a quello proprio non aveva pensato.
“Credo che ti piaccia, sì” mormorò Yuya, chinandosi a parlare nel suo orecchio e abbracciandolo da dietro.
“Mi piace moltissimo è…” Yuri si fermò un attimo, spostando il capo all’indietro per guardare il più grande, poggiandosi in quel modo contro di lui, cercando di non apparire troppo imbarazzato. “È romantico!”
“Lo so!” annuì Yuya, baciandogli una tempia e scostandosi. “L’ho scelto apposta!” affermò, aprendo il portabagagli e prendendo le loro borse. “In fondo” gli disse tendendogli la tracolla, “dobbiamo festeggiare un avvenimento molto importante!” concluse con un sorriso, abbassando il portellone e scortando l’altro all’ingresso.
“Permesso!” chiamò a voce alta per attirare l’attenzione del signore alla reception, sorridendogli.
“Benvenuti!”
“Salve, ho prenotato una stanza. Takaki Yuya” precisò, vedendo l’uomo controllare nel registro elettronico e poi sorridere.
“Certo, ecco la sua prenotazione. Stanza trenta, prego da questa parte, Takaki-san” disse il padrone del ryokan rivolgendosi a Yuri, il quale a quell’appellativo sentì il proprio cuore mancare un battito. Yuya si volse verso di lui sorridendogli esortandolo a seguire l’uomo verso la loro stanza, prendendogli discretamente due dita con le sue e stringendole appena.
“Ecco a voi” esordì il proprietario, scostando di lato lo shoji mostrando loro l’arredamento minimalista della camera. “Buona permanenza e per qualsiasi cosa non esitate a chiedere” si offrì educatamente, lasciandoli da soli dopo aver consegnato al più grande la chiave.
I due ragazzi annuirono con il capo e Yuya entrò per primo, guardandosi intorno, ammirato dallo stile semplice e tradizionale che riusciva a infondergli un senso di pace difficilmente esprimibile: pensare che per i prossimi due giorni quello sarebbe stato un piccolo nido di mondo per sé e per Yuri lo emozionava ancora di più. Camminò fermandosi al centro della stanza e posando a terra la propria valigia, vicino ai due futon, voltandosi poi a guardare Yuri.
“Allora cosa te ne… Yu?” domandò, interrompendosi, vedendo che l’altro era rimasto fermo vicino alla porta e non sembrava affatto interessato, come invece lo era lui, a osservare la sistemazione. “Che hai, piccolo?” gli chiese raggiungendolo e chiudendo la porta, prendendogli una mano.
Yuri si riscosse e accennò un sorriso, abbassando poi lo sguardo.
“Mi ha chiamato Takaki-san” riuscì a dirgli, ancora emozionato.
“Sì?” domandò Yuya dolcemente, prendendogli entrambe le mani e facendolo camminare con sé, indietreggiando a sua volta.
“Suona bene” mormorò Chinen e Yuya sorrise, abbracciandolo in vita e posando la fronte contro quella del più piccolo costringendolo in quel modo a guardarlo negli occhi.
“Takaki Yuri” provò il più grande, sentendo il respiro di Chinen fermarsi e rise piano. “Hai ragione, si sposano benissimo insieme” disse, usando intenzionalmente quel verbo, stringendo poi Yuri tra le braccia.
Chinen gli circondò il collo, sollevandosi sulle punte dei piedi, aderendo con il petto a quello di Yuya, separandosi poi da lui, ma senza lasciare le sue mani.
“Vieni, vediamo che vista abbiamo” lo incentivò Yuya, uscendo con lui nel giardino interno, prendendo un lungo respiro, riempiendosi i polmoni di quell’aria pulita di montagna. “È davvero bello!” affermò, voltandosi, prendendo Chinen, il quale era rimasto vicino all’entrata, in braccio, facendolo scendere con lui sul prato.
“Non pensavo avresti scelto un posto così particolare, mi hai stupito, Yuuyan!” ammise Chinen, passandogli le mani tra i capelli e guardandosi attorno con fare curioso. “Da quella parte c’è il bagno termale, ci possiamo andare, Yuuyan?” gli chiese e Takaki lo rimise a terra, guardando dietro di sé.
“Perché no!” concordò con lui Yuya. “Ma prima…”
“Prima?” Yuri lo guardò e lo vide sorridergli. “Ho una sorpresa per te!” lo incuriosì.
“Cosa? Ma Yuya! Hai già fatto tutto questo!”
“E allora? E poi è una cosa che ha a che fare con tutto questo. Non è un extra!” precisò, vedendo Yuri guardarlo un po’ dubbioso, scoppiando poi a ridere.
“Malfidato!” lo riprese, prendendogli la mano e riaccompagnandolo in stanza dove Yuri osservò, stavolta con maggiore attenzione, l’arredamento.
“Ah, non fare caso ai futon” disse Yuya, inginocchiandosi davanti alla valigia e aprendola, “ho intenzione di unirli insieme, non intendo di certo dormire separati!” appuntò. “Oh, eccolo!” esclamò prendendo un involto di carta bianca e Yuri si chinò accanto a lui, prendendo l’incarto morbido che l’altro gli tese.
“Per me?”
Yuya annuì e si sedette a terra, incrociando le gambe all’indiana, aspettando che l’altro allentasse il fiocco di spago e sorrise quando vide Yuri guardarlo con espressione sorpresa.
“Yuya!” esclamò il più piccolo, prendendo la cintura gialla e svolgendola sulla mano, sentendone la morbidezza della stoffa, concentrandosi poi sul kimono, accarezzandone la fantasia a scacchi bianchi e neri.
“Sai, ho pensato che visto che stavamo venendo in un posto del genere sarebbe stato carino se ci fossimo vestiti anche in modo appropriato” spiegò. “Spero solo che la misura ti vada, non ero molto sicuro ma non potevo chiederti nulla perché non dovevi sospettare assolutamente niente sulle mie intenzioni!” rivelò, ridendo poi.
“Yuu, è bellissimo, davvero!” lo ringraziò, Yuri, guardandolo e cercando di sbirciare nella valigia.
“Ce l’ho anche io, ma il mio è molto più semplice e meno bello, ma ho scelto una fantasia che mi facesse apparire più adulto!”
“Ma cosa dici? E poi allora così io sembro ancora più piccolo!”
Yuya si avvicinò a lui per baciarlo piano sulle labbra e Yuri allungò una mano a poggiare il kimono sulla valigia, di modo da non sgualcirlo, lasciando che Yuya lo facesse stendere sotto di sé, mentre posava le labbra sulle sue.
“In realtà” confessò Yuya, sfiorandogli una guancia con il dorso della mano e accarezzandogli con l’altra una gamba che Yuri piegò permettendo a Yuya di sistemarsi meglio su di lui, “volevo darmi un certo tono. Ho pensato che se mi avessi visto con l’abito tradizionale potessi sentirti fiero di stare insieme a me. Volevo sembrare più uomo” ammise e Yuri lo guardò incantato, rendendosi conto di quanto, ora più di prima, amasse Yuya. Di quanto i propri sentimenti verso il più grande crescessero ogni giorno più del precedente, tanto che il proprio cuore, a volte credeva che non avrebbe retto per tutto il tumulto di bellissime sensazioni che riusciva a provare.
“Ma io sono orgoglioso di te, Yuya. Sempre. Penso che tu sia la persona migliore che abbia mai incontrato nella mia vita” gli parlò sinceramente. “E anche se a volte forse faccio trasparire il contrario, tu per me sei l’uomo perfetto. Perfetto per me” affermò, guardandolo negli occhi, passandogli le mani tra i capelli e, anche se avesse voluto, non avrebbe più potuto aggiungere nient’altro perché Yuya si chinò per rubargli un bacio, aderendo con il petto al suo, lasciando che le mani andassero in esplorazione della sua pelle sotto i vestiti.
“Yuya” lo riprese Chinen, trattenendo un gemito quando il più grande gli morse piano il collo. “Non ti sembra presto? Siamo appena arrivati” constatò divertito, abbassando il capo per cercare di guardarlo negli occhi, mentre l’altro, incurante, scivolava con le labbra sul suo petto.
“E allora? Io ho sempre voglia di te, Yuri” mormorò semplicemente, arrotolandogli la maglia verso l’alto e poi guardandolo con un sorriso, in attesa che sollevasse le braccia per potergliela sfilare.
Yuri si morse il labbro inferiore, alzando le braccia e sollevando appena la schiena, lasciando che Yuya lo spogliasse, circondandogli le spalle, chiedendolo di nuovo in un bacio, mentre Takaki si preoccupava di sfilargli anche i jeans, lasciandolo ben presto completamente nudo, fermandosi a osservarlo.
“Yuu” lo riprese Chinen a disagio, cercando di muoversi, ma Yuya gli fermò i polsi, portandoglieli in alto sopra la testa, passando il dorso della mano sul suo corpo con leggerezza, sentendolo sospirare e la pelle sotto le proprie dita rabbrividire.
Apparentemente indifferente a nient’altro che non fossero i brividi che riusciva a strappargli, Yuya continuò a vezzeggiare il corpo di Yuri in quel modo, fino a che il più piccolo non ne ebbe abbastanza e si mosse sotto di lui, cercando di divincolarsi, chiamandolo ancora.
Yuya allora sorrise, chinandosi a baciarlo sulla bocca e percorrendo la mascella, il mento e poi lungo la gola, scendendo sul petto, sfiorandolo con le labbra e con la lingua, mentre iniziava a spogliarsi, levandosi la camicia, portando indietro le braccia, sentendo le mani di Yuri cercare di accarezzargli la schiena e le scapole. Takaki si tolse anche i pantaloni e i boxer, senza mai fermare il percorso della bocca sul corpo del più piccolo, continuando a scendere sulla pancia, giocando con la lingua, infilandola nell’ombelico, baciandone il contorno, mordendolo piano con i denti, stringendogli con le mani i fianchi, portando una mano attorno alla sua erezione, iniziando a muoverla avanti e indietro, mentre con la testa si spostava verso il basso.
“Yuya!” Yuri lo chiamò, comprendendo cosa l’altro volesse fare, ma dubitando di riuscire a mantenere il controllo delle proprie sensazioni ancora per molto.
Takaki lo comprese e sorrise pur senza fermarsi; al contrario, con un’interminabile lentezza, scese ancora, aiutandosi con una mano a sorreggere il più piccolo da sotto il sedere e posando le labbra contro la sua apertura, spingendo in avanti la lingua per riuscire a penetrarlo, unendo a quel gioco di bocca anche le proprie dita, che iforzò ad entrare, sentendo Chinen inarcarsi e aggrapparsi ai suoi capelli, mentre allargava le gambe, piegando le ginocchia, cercando di andargli incontro con il bacino, diviso da quella duplice stimolazione.
Yuri continuò a gemere e sospirare pesantemente, stringendo i capelli di Yuya, muovendo i fianchi incontro alla sua mano e verso quella bocca calda e la lingua che invadente stava portando la sua eccitazione a livelli ultimi, facendosi poi forza lui per primo per riuscire a scostarsi da Yuya per non venire in quel modo.
Tirò indietro il bacino, gemendo per l’improvvisa mancanza di contatto con la lingua e le dita di Yuya, invertendo le loro posizioni, facendo stendere Yuya di traverso sul futon e sedendosi su di lui. Impaziente scese a cercargli le labbra, volendole sentire di nuovo contro le proprie, rialzandosi poi, decidendo che era arrivato il proprio turno di giocare e sorrise in modo maliziosamente sensuale a Yuya, mentre stringeva le ginocchia attorno ai suoi fianchi, lasciando che lo osservasse: portò una mano dietro la schiena, racchiudendo il sesso di Yuya alla base, accarezzandolo per alcuni istanti, prima di abbassarsi su di lui, conducendo la punta contro la sua apertura, permettendogli di penetrarlo piano, secondo i propri ritmi, facendosi sentire, osservando estasiato il modo in cui Yuya si mordeva le labbra, la presa salda che aveva sulla sua vita, non volendo cedere, non volendo dargliela vinta e implorarlo.
Così Yuri continuò in modo incredibilmente lento a scendere su di lui, fermandosi a volte più per torturare il ragazzo sotto di sé che non per reale bisogno di prendere fiato, scendendo ancora, fino a che non lo sentì completamente dentro di sé e allora a sua volta rilasciò un ansimo di puro piacere, perché il modo in cui si sentiva ogni volta che Yuya era dentro di lui non sarebbe mai riuscito a esprimerlo. Lo faceva sentire completo, lo faceva sentire vivo ed era come se solo in quei momenti riuscisse ad avare lui per primo coscienza del proprio corpo, di avere un cuore che batte e quei battiti forsennati e veloci erano tutto merito di Yuya.
Attese alcuni secondi, fermo su di lui, chiudendo gli occhi, prima di riaprirli e fissarli in quelli di Yuya scorgendovi la passione in quello sguardo.
Si chinò appena, muovendosi impercettibilmente, sentendo comunque Yuya scivolare meglio dentro di lui e gemette, posando le mani sullo stomaco del più grande e piegando le dita, risalendo in una carezza, graffiando la sua pelle, chinandosi su di lui a torturarlo anche con la bocca, mentre la mano di Yuya si posava sulla sua schiena, massaggiandogli i lombi e l’altra cercava il suo sesso tornando a stringerlo, aumentando la frizione quando Yuri iniziò a muoversi, ondeggiando i fianchi.
Allora Yuya decise di fare a sua volta qualcosa, muovendosi con lui, andando incontro con il bacino a quello di Yuri, spingendo i fianchi verso l’alto, cercando di angolare meglio le spinte, volendo far gridare Yuri ancora di più, volendo sentirlo, fino a diventare sordo a causa di quella voce.
Yuri si sistemò meglio su di lui, facendo presa sulle sue spalle, stringendolo, mentre si lasciava andare a quella sensuale danza insieme al fidanzato, inebriandosi del calore dentro di sé, della stretta attorno al suo corpo, delle carezze di Yuya sulla schiena e le gambe, arrovesciando poi il capo all’indietro quando si sentì vicinissimo al limite e trattenendo un lungo ansimo venne poi sullo stomaco del più grande, sporcandogli la mano.
Si lasciò andare contro il corpo di Yuya, esausto, facendo dei lunghi sospiri, mentre lo sentiva ancora muoversi in lui, prenderlo per i fianchi, stringendolo, mentre ansimava e lo teneva contro di sé, fino a raggiungere l’orgasmo nel suo corpo.

~♥~

“Aaah, ci voleva proprio un bel bagno caldo” sospirò Yuri, immergendosi nella vasca di pietra e posando la testa sulle rocce.
Yuya lo osservò, entrando a sua volta e sedendosi accanto al più piccolo, mugolando soddisfatto: gli erano sempre piaciute le terme, ma in quel momento sentiva di stare veramente bene, perché poteva dividere quell’intimo momento con Yuri.
Sul fondo della vasca, sfiorò le dita del più piccolo con le sue, sentendo l’altro intrecciarle insieme, ma senza muovere la testa o cambiare posizione: erano queste le cose che piacevano a Yuya, la naturalezza di questi gesti, la sensazione di pace e completezza che provava nello stare accanto al più piccolo e più ripensava a cosa significasse quel giorno per loro a quando tutto era cambiato quello stesso giorno di un anno prima, non poteva fare altro che ringraziare chiunque e qualunque cosa avesse deciso di far incrociare la sua strada e quella di Yuri.
“Ehi piccolo?” lo chiamò.
“Mh?” Yuri tenne sempre gli occhi chiusi, abbandonato all’abbraccio gentile dell’acqua calda sul proprio corpo.
“Ci pensi mai a cosa sarebbe successo se non ci fossimo mai incontrati? Se non fossimo entrati a far parte della stessa agenzia? Se avessimo preso strade diverse?” chiese, lasciandosi guidare da quei pensieri.
Yuri non si scompose per quel quesito, aprì gli occhi e si sedette meglio contro la parete di roccia dietro di sé e guardò il fidanzato.
“Penso che ci saremmo incontrati comunque… in un modo o nell’altro. Magari tu saresti stato un ragazzo comune che si sarebbe innamorato comunque di me e sarebbe venuto a vedere un mio concerto. Io ti avrei visto dal palco e ti avrei salutato. Oppure avresti potuto scrivere una letterina allo Shounen per dirmi quanto fossi bravo e kakkoii e…”
“Ehi, ehi!” lo interruppe Yuya. “Frena un secondo! Perché dovrei essere io quello che non è nessuno e si innamora della superstar?” gli chiese.
“Beh… perché sì!” rispose deciso Chinen.
“Perché invece non potrebbe essere che io sono il super bellissimo idol con una schiera infinita di fan e tu il ragazzo comune, un po’ imbarazzato che si innamora di me e la sua più grande aspirazione è incontrarmi?” chiese.
“Yuya” parlò calmo Yuri, guardandolo seriamente. “Va bene parlare per ipotesi, ma anche i sogni hanno dei limiti” lo prese in giro, scoppiando poi a ridere dell’espressione sconcertata sul volto del fidanzato, avvicinandosi a lui per abbracciarlo. “Sto scherzando…” concesse.
“Non è vero” borbottò l’altro, conosceva fin troppo bene Yuri.
“Mi diverte prenderti in giro e tu puntualmente mi rendi le cose incredibilmente facili, Yuuyan” gli disse ridendo, tornando a sedersi, baciandogli una spalla bagnata, tornando a rilassarsi.
“Beh, almeno sono utile a qualcosa, vedi?”
“Già” concordò con lui il più piccolo, battendogli una mano sul petto con fare condiscendente.
C’era una pace davvero distensiva in quel piccolo angolo di mondo, tanto che Yuri si appisolò nella vasca e Yuya rimase a osservarlo, beandosi del suo profilo delicato; era stato tentato più volte di allungare una mano per segnarne i lineamenti, ma si era dovuto trattenere per non disturbarlo, azzardando solo a sfiorargli le labbra con le proprie, non all'altezza di resistere alla tentazione, restando poi seduto al suo fianco, voltandosi però a guardare il suggestivo panorama che aveva davanti.
E dovette essersi lasciato andare anche lui a quella sensazione di intenso benessere, perché quando riaprì gli occhi, sentendo un paio di labbra calde sulla spalla, si rese conto di essersi a sua volta addormentato.
“Certo che siamo proprio una bella coppia, non c’è che dire” ridacchiò Yuri, sistemandosi meglio sulla sua schiena aderendo con il torace e passando le mani sul petto di Yuya, pigramente, perdendosi a osservare a sua volta quel liquido tramonto che tingeva di caldi colori il cielo.
“Pensi che siamo stati abbastanza a mollo?” gli domandò Yuya, voltando il viso e prendendogli le mani, facendosi passare le braccia del più piccolo sopra la testa in modo da girarsi completamente e trovarsi uno di fronte all’altro.
“È quasi sera e io inizio ad avere un po’ di fame, Yuu” gli rivelò, passandogli le mani sul collo e sulle guance.
“Andiamo allora” decise Yuya, alzandosi e tirando in piedi con sé anche il più piccolo. “E poi…”
“Poi?”
Yuya sorrise, chinandosi a mormorare al suo orecchio: “Non vedo l’ora di vedere come ti sta il kimono, anche se sono certo che sarai bellissimo” affermò, baciandolo dietro il padiglione e precedendolo nello spogliatoio.
“Allora, Yuri, posso entrare adesso?” domandò il più grande, che era stato lasciato fuori dalla stanza dal più piccolo.
“Un attimo solo, non riesco a sistemare l’obi” gli disse, cercando di annodare la cinta di lato.
“Se mi fai entrare, ti aiuto. Sono bravo, sai? Perché non hai fiducia in me?” gli chiese, divertito, bussando con le nocche contro lo shoji.
“Mi fido, ma solo che volevo fare da solo!”
“Sì, ma…” abbassò la voce. “Amore, qui tutti mi guardano male, penseranno che sono rimasto chiuso fuori e qui in kimono sembro un deficiente” gli fece notare.
“Yuya!” lo riprese Yuri con tono di voce perentorio. “Non lasciarti guardare. Non farti abbordare da nessuno!”
Yuya rise, guardandosi attorno e accostando la bocca contro la parete di carta sottile, parlando con voce ilare.
“Piccolo, non lo so, sai? Qui c’è una fila di ragazze e ragazzi…” lo prese in giro e poco dopo sentì la porta scorrere e Yuri affacciarsi con la testa.
“Scherzavo!” lo prese in giro Yuya, baciandogli le labbra e guardarlo con un sorriso. “Hai finito?”
“Sì. Ma non sei divertente!” lo riprese, scostandosi per lasciarlo entrare.
“E tu sei carino quando sei gelo…” si interruppe quando dopo essersi richiuso la porta alle spalle, il proprio sguardo si posò sulla figura del più piccolo.
“Allora?” lo spronò Yuri, allargando le braccia, distendendo la fantasia a quadri bianchi e neri del kimono, lasciandosi osservare. “Non sono riuscito a legarlo, per cui l’ho annodato cos-” Yuri non riuscì a concludere perché irruente le labbra di Yuya si posarono sulle sue e il più piccolo schiuse la bocca, abbracciando Yuya in collo, inginocchiato davanti a lui per trovarsi alla sua altezza.
Quando si separarono, Yuri sorrise, giocherellando con le dita tra i capelli del più grande e guardandolo negli occhi.
“Deduco che ti piaccio!” scherzò, cercando di allontanare l’imbarazzo provocatogli dal modo in cui Yuya lo guardava, incorniciandogli poi il volto con le mani, posandogli i palmi sulle guance.
“Non mi piaci, Yu, ti trovo assolutamente meraviglioso!”
“Ma dai!” sminuì il più piccolo, prendendolo per le spalle, chiedendogli di alzarsi, sollevando il capo per continuare a guardarlo. “Anche tu non sei niente male. Ti sta bene, ci credo che là fuori c’era la fila” continuò a stare al gioco, prendendogli le mani, lasciando che Yuya continuasse a stringerlo in vita.
“Beh, ma mi spiace per loro, io sono già impegnato” appuntò Takaki.
“Sì, sei solo mio!”
“Tuo!” ribadì, chinandosi di nuovo a baciarlo, sollevandolo da terra, stringendolo tra le proprie braccia e girando su se stesso insieme al più piccolo.
“Yuya!” rise Yuri quando si separarono, accarezzandogli il collo con le mani.
“Sono felice, piccolo. E ti amo!”
“Ti amo anche io, Yuuyan” sussurrò Chinen, posando le labbra su quelle del fidanzato, posando di nuovo i piedi per terra.
“E adesso facciamo qualcosa per questi futon” disse il più grande, lasciandolo andare e chinandosi a spingere con le mani un materasso contro l’altro.
Yuri lo guardò divertito e saltò sulla sua schiena, sbilanciando Yuya che piegò le ginocchia e cadde in avanti.
“Yuri, sei impazzito?” lo rimbeccò, voltandosi e prendendolo per i fianchi. “Potevo farmi male!”
“Ma non è vero, sei caduto sul morbido e poi io sono leggero! O vorresti forse insinuare qualcosa?” lo provocò, alzandosi in ginocchio, aspettando che l’altro lo imitasse, passandogli le mani sullo scollo del kimono che gli scopriva il petto con fare vago.
“Io non insinuo proprio niente” mormorò piano Yuya cercandogli le labbra, impaziente, schiudendo le proprie, aspettando che Yuri lo assecondasse in quel bacio, sentendo la lingua del più piccolo cercare la sua.
Yuri lo accontentò concedendosi a quel contatto e lasciando che Yuya iniziasse a esplorare il suo corpo con le mani e con la bocca, mentre scioglieva il nodo che l’altro aveva fatto in vita.
“Un po’ mi dispiace però levartelo” rise, mentre lasciava andare la fascia accanto a loro e il kimono si apriva, rivelandogli il corpo di Yuri. “Mh, no, forse no” si corresse subito, abbassandosi a baciargli il collo e accarezzandogli i fianchi, sentendo Yuri sospirare e non ribattere.
“Yuya” lo chiamò semplicemente, infilandogli una mano tra i capelli e accarezzandolo, seguendolo nei movimenti su di sé, piegandosi appena all’indietro, sollevandogli il volto verso il proprio, mentre Takaki lo spogliava completamente, passandogli poi una mano sulla schiena.
Yuri pose fine al bacio e guardò Yuya, allontanandolo e portando una mano alla sua cintura, arrotolandola alle proprie mani, giocando con la stoffa, prima di lanciarla via e chiedere al compagno di sollevarsi in piedi, mentre lui restava in ginocchio davanti a lui.
“Yuri…” ansimò il più grande, quando il più piccolo gli aprì il kimono e iniziò a baciargli il torace e la pancia, seguendo con la lingua e con le labbra la linea dell’inguine, accarezzandogli con le dita la leggera peluria che segnava la strada alla scoperta della sua eccitazione quando gli abbassò l’elastico della biancheria.
Quella reazione era esattamente ciò che Yuri voleva e per il più piccolo fu un incentivo a continuare, concentrandosi maggiormente nel vezzeggiare il corpo che aveva tra le mani per portarlo verso la follia. Sentì la mano di Yuya posarsi sulla sua testa e carezzarlo piano, senza bisogno di forzarne i movimenti né il ritmo, lasciando che fosse Yuri a procedere come meglio desiderava sul suo corpo.
E Chinen aveva tutta l’intenzione di godersi quel momento e fare in modo che anche a Yuya piacesse e che ne desiderasse ancora. Con lentezza calcolata iniziò a far scivolare la dita su di lui, mentre univa a questo massaggio il percorso della propria lingua, vagando su quella pelle tesa quasi distrattamente, sfuggendo quando risaliva quasi alla punta, dedicandole poche attenzioni poi, fino a che Yuya, impaziente, non iniziò a spingere i fianchi in avanti, rincorrendola, necessitando di un contatto maggiore.
Solo quando lo sentì fremere e non riuscire più a trattenere i gemiti, Yuri decise di cedere al suo volere: si sistemò meglio sulle ginocchia davanti a lui e accarezzandogli con una mano una coscia, con l’altra strinse il suo sesso e posò le labbra sulla punta, scivolando verso il basso di poco, prima di risollevarsi e muovere la lingua in circolo, sentendo Yuya gridare e chiamare il suo nome.
“Yuri! Yuri!” ripeté impaziente, guardandolo e Chinen sollevò lo sguardo su di lui, soddisfatto, schiudendo maggiormente la bocca e iniziando a scivolare, sentendo la punta del sesso di Yuya contro la propria gola, stando bene attento a quella stimolazione, giocando anche con le dita, conducendolo verso il piacere, obbligandolo a venire nella sua bocca, nonostante le proteste e l’indecisione di Yuya di volersi tirare indietro.
Si allontanò da lui solo quando ebbe mandato giù e si passò poi un dito all’angolo della bocca, vedendo Yuya spalancare gli occhi, sorpreso.
“Yu…” mormorò Yuya con voce arrochita, lasciandosi andare in ginocchio davanti a lui. “Déi, Yu, perché hai… io… déi” ripeté non riuscendo ad articolare alcuna frase che riuscisse a esprimere esattamente e in modo opportuno quello che sentiva in quel momento e ciò che Yuri con quelle sue idee gli faceva provare.
“Ti amo” gli rispose Yuri, come se quella potesse essere l’unica risposta possibile a quell’improbabile pensiero e Yuya lo baciò con trasporto, cingendogli la schiena con le braccia, attirandolo contro di sé.
Yuri lo baciò a sua volta, posandogli le mani sulle spalle e scivolando indietro, volendo spogliarlo completamente e solo quando lo fece, si allontanò da lui; gli accarezzò le labbra con le dita, avvicinandosi di nuovo per baciarlo, suggendo piano quello superiore, ma non concedendogli di più: si spostò, indietreggiando e chinandosi ancora, riprendendo ad accarezzare il suo sesso, tornando a eccitarlo anche con la bocca e quando di nuovo Yuya fu pronto, si voltò, piegandosi con il busto in avanti, voltando il viso per guardarlo.
Yuya deglutì, affascinato da quell’aspetto di Yuri così privo di vergogna e di freni inibitori, sentendo il proprio cuore battere impazzito nel petto: gli si avvicinò, posandogli le mani sulla schiena, accarezzandolo e scendendo sul sedere, dove cercò la sua apertura, abbassandosi con il volto per prepararlo con la lingua, muovendosi dal basso verso l’alto, infilando le dita dentro di lui, muovendole insieme a lungo. Quando sentì Yuri gemere e lo vide tendersi incontro a quel movimento, lo liberò, sostituendo alle dita il proprio sesso, sentendo Yuri spingere indietro il sedere e aiutarlo ad avanzare.
Chinen emise un lungo lamento quando sentì il corpo del più grande completamente parte del proprio e non attese che pochi istanti, prima di chiedergli di muoversi.
Yuya si chinò su di lui, lasciando che il torace aderisse alla schiena dal più piccolo, baciandogli le spalle, attirandolo verso di sé, facendo in modo che allargasse le gambe, sedendosi su di lui e si muovesse: Yuri con le ginocchia puntate contro il materasso iniziò a muoversi, sentendo Yuya scivolare fuori da lui, lasciandosi andare di nuovo, mentre la mano di Takaki sul torace lo accarezzava e una sul suo sesso che lo stringeva, eccitandolo, facendogli provare ancora più piacere.
Yuri reclinò appena la testa, poggiandola contro quella di Yuya che si volse a rintanarsi con il volto contro il suo collo, mordendo piano la sua pelle, continuando ad accarezzarlo, stringendolo.
“Yuya…” lo chiamò Yuri quando sentì l’eccitazione salire ancora di più. Piegò un braccio all’indietro, infilando le dita tra i capelli del più grande stringendoglieli e mordendosi in labbro quando raggiunse l’orgasmo.
Takaki continuò a stringerlo tra le braccia, muovendo il pugno su di lui, rallentando il ritmo e allentando poi la presa, poggiandogli la mano sulla guancia, in modo da farlo voltare meglio verso di sé e baciargli le labbra, cercando la sua lingua, assaporandolo con lentezza, mentre continuava a muoversi in lui.
Quando poi Yuri si allontanò, guardandolo con occhi vogliosi e ancora lucidi di piacere, gli sorrise. Il più piccolo ricambiò, sollevandosi e poggiando le mani in avanti, facendo perno sul futon, spingendo indietro il sedere. Yuya lo guardò e si passò la lingua sulle labbra, sentendo la gola improvvisamente secca, sistemandosi dietro di lui e prendendogli i fianchi, attirandolo contro di sé e spingendo i fianchi con un movimento secco dentro di lui, riprendendo a muoversi veloce. Gli accarezzò le gambe, incentivandolo ad allargarle, continuando a sfilarsi e penetrandolo con decisione, sentendo il corpo di Yuri aprirsi per lui e accoglierlo come ogni volta, permettendogli di raggiungere dopo altri movimenti decisi, di raggiungere nuovamente l’orgasmo.
Yuri inarcò la schiena, rabbrividendo nel sentire Yuya venire dentro di lui, scivolando con le braccia sul futon e distendendosi a pancia in giù.
Yuya lo osservò riprendere fiato, coricandosi di fianco a lui, poggiandogli una mano sulla schiena accarezzandolo lentamente, con fare quasi pigro, attirandolo poi su di sé, lasciando che poggiasse la testa sul suo petto, cullandolo, accarezzandogli i capelli.
“Yuri? Amore mio?” lo chiamò dolcemente e Chinen schiuse gli occhi, guardandolo con le guance rosse e l’espressione del volto stanca ma felice. “Piccolo, tutto bene?” gli chiese, spostandosi e sistemandosi meglio sotto le coperte, stando bene attento a che Yuri fosse comodo.
“Sì…” mormorò in risposta, strusciando il volto contro il braccio del più grande, posando una gamba su quelle di Yuya, abbracciandolo meglio. “È stato… è stato bellissimo” disse, imbarazzandosi per quella confessione che era così poco da lui, ma sentiva di doverlo esternare.
“È sempre bellissimo, Yuri. Perché sei tu e io ti amo. Ti amo così tanto” confessò, prendendogli il mento con due dita e attirandolo verso di sé.
Yuri sollevò un braccio, circondandogli il collo, unendo le loro fronti: “Ti amo anche io, Yuya” rispose di rimando, tendendosi verso le sue labbra e sfiorandogliele appena. “Felice anniversario, amore” lo chiamò per la prima volta in modo così intimo.
“Felice anniversario, piccolo.”

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