[Takachii] Kimi ga ireba nani mo iranai

Dec 23, 2012 15:15

Titolo: Kimi ga ireba nani mo iranai (Finché sei qui con me non ho bisogno di nient’altro) [One Love -Arashi-]
Fandom: RPF - Hey! Say! JUMP
Personaggi: Takaki Yuya, Chinen Yuri
Pairing: Takachii
Rating: PG-13
Genere: generale
Warning: slash
Wordcount: 1.354 fiumidiparole
Note: la storia è scritta per la Maritombola indetta da maridichallenge con il prompt 51. “Nessuno può farvi sentire inferiori senza il vostro consenso”, per la community diecielode per la tabella Liquid Phase con il prompt ‘Sangue’ e per la 500themes_ita con il prompt ‘vivere un incubo’.
Disclaimer: I protagonisti di questa storia non mi appartengono, non li conoscono personalmente e i fatti di seguito descritti non hanno fondamento di verità. La storia non è scritta a scopo di lucro.
Tabella: Maritombola
Tabella: Phase Liquid
Tabella: 500themes

“… ok quindi manca solo il caffè?” Yuri spingeva il carrello con la spesa controllando che i propri acquisti coincidessero con la lista che aveva fatto, passando di nuovo davanti al reparto per la prima colazione, trovando il caffè e mettendolo insieme agli altri prodotti. “Sì, ok, l’ho preso. Ah, ti ho comprato quei cereali che ti piacciono tanto!” esclamò prendendo meglio il cellulare, spostandolo da un orecchio all’altro sorridendo quando sentì Yuya ringraziarlo felice e poi chiuse la telefonata, mettendo il cellulare in tasca e aspettando il proprio turno quando qualcosa urtò le sue gambe.
“Scusi” si volse e vide dietro di sé un ragazzo che aveva le braccia piene di sacchetti.
“Ah, prego, vuoi passare?” si offrì di scambiare il proprio turno dal momento che l’altro sembrava in evidente difficoltà e questi poggiò le cose sul rullo alla cassa, ringraziandolo.
“Oh… Chinen” lo chiamò il ragazzo perplesso, riconoscendolo.
“Hikaru…”
Il più piccolo guardò l’altro con fare stranito, abbassando lo sguardo a disagio, l’ultima volta che avevano parlato non era stata una conversazione affatto piacevole e da quel giorno Chinen non l’aveva più visto, né si erano sentiti. Non che anche prima di quel giorno parlassero chissà quanto, ma si frequentavano perché Hikaru era il migliore amico del suo fidanzato e adesso neanche con Yuya Hikaru aveva più nulla a che fare.
Iniziò a depositare le proprie cose sul nastro quando Hikaru fece spazio, dividendo i propri acquisti dai suoi quando Yuri sentì di nuovo il telefono squillare.
Era ancora Yuya.
Aprì la conversazione un po’ a disagio, parlando sottovoce.
“Pronto? Sì… ho quasi finito. Sì, Yuya, no, non sono carico, ce la faccio. Cosa? I cereali sono la tua sorpresa, non erano nella lista, quindi… beh… ah e va bene, ti prenderò qualcos’altro che non ti aspetti, ma quanti anni hai?” disse divertito, allungando una mano verso l’espositore con i cioccolatini trovando quelli preferiti dal fidanzato, ridacchiando. “Va bene, sì… dovresti essere tu a viziare me comunque, non il contrario. Ok a dopo, Yuuyan” chiuse di nuovo il telefono e annuì alla commessa quando questa gli domandò se gli occorressero dei sacchetti.
“State ancora insieme? Le cose vanno bene con Yuya” si sentì dire da Hikaru, intento a imbustare le proprie cose mentre la cassiera già passava la sua spesa lasciandola scivolare dalla parte opposta rispetto a quella del più grande.
“Bene grazie, così come le hai lasciate” rispose, stando sulla difensiva, lasciando quell’affermazione nell’aria, forse non doveva mettere in quel modo le mani avanti, ma quello che era successo, quello che Hikaru aveva detto a lui e Yuya, le parole con cui li aveva feriti e aveva sporcato quello che li legava con parole orribili gli era tornato subito alla mente facendolo sentire a disagio. E per quanto Yuya l’avesse rassicurato di non dargli importanza, per quanto gli avesse ripetuto milioni di volte che il giudizio degli altri non fosse importante abbastanza, Yuri non riusciva a lasciare correre, era più forte di lui. E trovarsi lì adesso con Hikaru al fianco che gli poneva quella domanda, lo faceva sentire inadeguato, gli dava fastidio, perché sentiva come se in qualche modo Hikaru ancora facesse parte delle loro vite, anche se non fisicamente.
Sapere che Hikaru non aveva dimenticato, accorgersi che neanche lui era riuscito a superare quel giorno in cui Hikaru gli aveva sbattuto in faccia tutto quello che pensava di loro e della loro relazione, lo spaventava.
Finì di imbustare le sue cose e dopo aver pagato era quasi scappato via dal supermercato, mettendo quanta più distanza possibile tra sé e il più grande, sperando di non doverlo rivedere mai più.
Quando arrivò a casa, poi Chinen sperò che Yuya non fosse lì, che fosse uscito ricordandosi di un impegno improvviso, così da avere il tempo per riprendersi ma non era stato così fortunato.
“Yuri, bentornato!” era andato infatti ad accoglierlo il più grande e Chinen si era sforzato di sorridere, per non farlo preoccupare, non voleva raccontargli di quell’incontro: lo salutò come sempre faceva dandogli un bacio sulle labbra, passandogli le buste della spesa, lasciandosi aiutare.
“Posso vedere la mia sorpresa!” chiese Yuya sbirciando nelle buste e trovando il cioccolato che Yuri aveva comprato per lui, sorridendo entusiasta.
“Che buono, Yu, è proprio il mio preferito! Grazie!” esultò, andando verso il più piccolo e stringendolo da dietro, facendolo sobbalzare quando lo attirò verso di sé tanto che Yuri lasciò andare il bicchiere nel lavello che si ruppe.
“Yuri!”
Yuya gli prese le mani, vedendo che si era tagliato il palmo della mano e aveva iniziato a sanguinare. Aprì l’acqua facendola scorrere, bagnando la ferita e poi avvolgendo il taglio con un panno.
“Yuuyan, non è niente, è solo un graffio!” disse Yuri, sorridendo.
“È uscito del sangue, dobbiamo disinfettarlo e fasciarlo!” si preoccupò, prendendo la cassetta del pronto soccorso e tornando da Yuri, ripulendo il taglio e avvolgendolo meglio con della garza.
Yuri lasciò che l’altro si prendesse cura di lui e poi rimase in silenzio, prendendo una mano di Yuya, accarezzandola piano.
“Piccolo che hai? Sei strano, mi sembravi così contento prima al telefono, è successo qualcosa?”
“Ho incontrato Hikaru al supermercato.”
“Hikka? Ti ha detto qualcosa?”
“No, no, non mi ha detto nulla, ci siamo incontrati alla cassa, io l’ho fatto passare avanti e non lo so cosa mi sia preso… non me l’aspettavo, tutto qui. Mi ha solo chiesto se stessimo ancora insieme e io me ne sono andato. Sono scappato come un codardo, ma avevo paura che potesse di nuovo dirmi che non è giusto che io stia con te. Non volevo sentirmi di nuovo dire che la nostra relazione è sbagliata. Non volevo di nuovo sentirmi nessuno di fronte a lui” ammise, stringendo le mani di Yuya, vergognandosi un po’ per quei suoi pensieri, ma non volendo mentirgli.
“Yuri” lo chiamò Yuya dolcemente, accarezzandogli una guancia. “Nessuno può farti sentire inferiore senza il tuo consenso” gli ripeté facendo in modo che lo guardasse in viso.
“Lo so, lo so, Yuu me l’hai ripetuto tante volte e so che non dovrei dargli troppo peso, ma mi sono rivenute in mente tante cose e io mi sono sentito un po’ triste, ecco” ammise. “Perché anche se ci siamo l’uno per l’altro, noi non potremo mai stare insieme come le altre persone. Per loro non va bene quello che provo per te, loro pensano che non sia giusto che io ti ami e che tu ami me. È come vivere un incubo continuo, ancora adesso ogni tanto mi torna in mente quel giorno e penso che se chi ci dovrebbe essere amico ci volta le spalle, come possiamo sopravvivere a quello che dirà la gente?” gli chiese, guardandolo e vedendo Yuya sorridere.
“Non è importante, Yuri… quello che pensa la gente non importa. Non mi interessa. Io ti amo e questo è quello che conta davvero. Io ho scelto te, voglio stare con te. Non voglio nessun altro. Te l’ho detto, Hikaru è geloso perché non conosce cosa sia la felicità, non sa cosa significhi essere amato e, credimi, mi dispiace molto per lui, ma io non voglio che la mia felicità, la nostra felicità” specificò, “venga minata solo per questo. Non sarebbe giusto” spiegò. “Tu mi ami Yuri?”
“Ma certo che ti amo, io…”
Yuya gli posò un dito sulle labbra, tacitandolo, sorridendogli.
“E allora basta, questo mi è sufficiente e se anche tu dovessi decidere un giorno di non amarmi più… che qualcun altro sia meglio di me per te…”
“Questo non accadrà mai” fu Chinen stavolta a interromperlo.
“… ma se in un altro universo tu non dovessi amarmi, io ti amerei comunque e farei di tutto per riuscire a conquistarti” promise.
Yuri sentì il proprio cuore iniziare a battere forte nel petto dopo quell’ennesima e accorata dichiarazione di amore da parte di Yuya e annuì.
“Mi dispiace, Yuuyan” si scusò, sedendosi sulle sue gambe per abbracciarlo meglio e stargli vicino, sentendo il braccio di Yuya circondarlo e la mano passare sulla sua schiena.
“Non è nulla, piccolo, io sono qui per sostenerti e non ti lascerò mai. Ti amo, Yuri” confessò di nuovo.
“Ti amo, Yuya” confermò il più piccolo, baciandolo dolcemente.

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