[Takachii] Futarikkiri France Juudan Kakueki Teisha no Tabi

Dec 23, 2012 15:11

Titolo: Futarikkiri France Juudan Kakueki Teisha no Tabi
Fandom: RPF - Hey! Say! JUMP
Personaggi: Takaki Yuya, Chinen Yuri
Pairing: Takachii
Rating: PG
Genere: fluff, romantico
Warning: slash
Wordcount: 1.345 fiumidiparole
Note: la storia è scritta per la Maritombola indetta da maridichallenge con il prompt 07. “Cartolina”, per la community diecielode per la tabella Phase Liquid con il prompt ‘Inchiostro’ e per la 500themes_ita con il prompt ‘sotto il cielo’.
Il titolo della storia è omonimo del programma e i fatti descritti si ispirano alla stessa prima puntata.
Disclaimer: I protagonisti di questa storia non mi appartengono, non li conoscono personalmente e i fatti di seguito descritti non hanno fondamento di verità. La storia non è scritta a scopo di lucro.
Tabella: Maritombola
Tabella: Phase Liquid
Tabella: 500themes

Erano arrivati sotto il cielo di Parigi da poche ore e dopo aver cambiato i soldi e girovagato per la capitale facendo i turisti e visitando i posti tipici, scattando foto davanti alla Torre Eiffel e all’Arco di Trionfo, avevano deciso di fare un giro per negozi.
“Perché non compriamo qualcosa da portare a casa?” aveva proposto Yuya guardando Chinen speranzoso, attratto da tutte quelle vetrine, ma l’altro non era stato così entusiasta come il più grande.
“Yuuyan, siamo appena arrivati. I soldi ci servono per mangiare e per la notte, non abbiamo idea di quanto costino le camere e i ristoranti, forse possiamo aspettare e prendere qualcosa prima di andare via” aveva giustamente fatto notare Yuri.
Yuya però l’aveva guardato con occhi un po’ delusi: “Ma Yu, questa è Parigi e noi non ripasseremo più di qua!” gli fece notare, guardandolo con espressione speranzosa, cercando di convincerlo. “E poi, non dobbiamo fare spese pazze!” tentò ancora, “solo un piccolo pensierino, davvero, in ricordo di questa giornata! Siamo stati bene, no?” gli disse, posandogli distrattamente una mano sulle spalle, scivolando sulla schiena e fermandosi davanti a lui aprendo le braccia e portando le mani giunte sopra la testa.
“Ti prego, ti prego, Yuri!” gli chiese e Chinen, stringendosi nelle spalle come se non avesse altra scelta, fu costretto ad accontentarlo, sospirando.
“E va bene, ma una cosa piccola Yuya!” lo avvisò, vedendo il più grande annuire e poi guardarsi attorno alla ricerca di qualcosa che attirasse la sua attenzione, puntando un negozio di oggettistica.
“Ehi, entriamo qui” gli disse, indicandogli un piccola bottega di souvenir che esponeva fuori delle cartoline di Parigi e paesaggi francesi e altri gadget come cappellini, ombrelli e maglie con varie scritte in francese.
“Yuri, guarda che belle!” lo chiamò poi, attratto da delle sciarpe colorate e con svariate stampe di Parigi o scritte con il nome della capitale.
“Queste?” aveva domandato Yuri scettico, prendendo un lembo di un foulard colorato, squadrandolo. “Non è molto caratteristico, non trovi?” gli fece notare, vedendo che Yuya aveva già indossato una sciarpa viola e ne stava prendendo una azzurra, provando il contrasto di colore con la pelle di Yuri.
“Ti sta bene però” aveva mormorato guardandolo con un sorriso e Yuri storse il naso osservando il cartellino con il prezzo.
“A me però sembrano un po’ care” mormorò, ma il sorriso fiero sul volto di Yuya lo fece desistere dal dovergli negare qualcosa.
“Ok, va bene, prendiamole!” concesse.
“Grazie, Yu! E poi così abbiamo qualcosa uguale l’uno all’altro e che ci ricorderà di questo viaggio, mi piace!”
Yuri annuì, sotto sotto felice per le parole che Yuya aveva detto, avvicinandosi alla cassa.
“Yuri, che c’è?” chiese Yuya vedendo il più piccolo fermarsi davanti all’espositore delle cartoline, pensieroso, si sistemò alle sue spalle, posandogli discretamente le mani in vita, dal momento che nessuno sembrava fare caso a loro e chinandosi per parlare a bassa voce vicino al suo orecchio. “A che pensi?” gli chiese.
“Mh, non sarebbe carino se mandassimo qualche cartolina ai nostri amici?” propose il più piccolo.
“Sì, perché no! Posso aiutarti a sceglierle?” si offrì e Yuri annuì.
Passarono diversi minuti davanti all’espositore girevole, passando in rassegna ogni paesaggio, ogni monumento, scegliendo qualche immagine classica con la Torre Eiffel o della cattedrale di Notre Dame, prendendo anche qualche paesaggio.
“Possiamo compilarle stasera in albergo con calma, che dici?” gli chiese Yuri, voltandosi verso di lui, contando le cartoline che avevano deciso di acquistare e spostandosi finalmente alla cassa per pagare le carte e i biglietti, ricordandosi di comprare i francobolli.

*

“Sono esausto!”
Chinen si sedette sul letto, lasciandosi andare ancora completamente vestito sopra le coperte chiudendo gli occhi stanco: come prima giornata non era stata decisamente rilassante, avevano preso forse la cosa un po’ sottogamba, rilassandosi troppo senza pensare alle conseguenze.
Si erano distratti e questo era costato loro la perdita della coincidenza e si erano dovuti trattenere a Parigi, rallentando la tabella di marcia.
Riaprì gli occhi e sospirò non potendo però fare a meno di sorridere: era felice, nonostante tutto, era felice di essere lì con Yuya e per quanto si sentisse stanco stava bene, si sollevò con il busto portando indietro i gomiti e osservando Yuya compilare il diario di viaggio che avevano dato loro. Si tolse la giacca di pelle e si avvicinò alle spalle del più grande, circondandogli il collo con le braccia, scivolando con le mani sul suo petto poggiando il mento sulla sua spalla.
“Cosa hai scritto?” gli chiese divertito baciandogli una guancia, fregandola poi contro la propria.
“Aaah, no, non leggere mi vergogno!” gli aveva chiesto incrociando le braccia sulla pagina per evitare che sbirciasse.
“Tanto poi quando toccherà a me leggerò!” gli aveva fatto notare il più piccolo, allontanandosi però, lasciandogli modo di finire di scrivere e prendendo dalla borsa la busta con le cartoline, iniziando ad attaccare su ognuna un francobollo, tornando vicino a Yuya quando lo vide chiudere il diario e lasciarlo sulla scrivania.
“Posso?” aveva detto raggiungendolo. “Le scriviamo?” propose e Yuya gli sorrise, allungando un braccio e facendoglielo passare dietro la schiena, attirandolo sulle proprie gambe.
“Sì, hai qualche idea?” chiese Takaki, poggiando lui stavolta il mento sulla spalla del più piccolo, tendendogli la penna per scrivere.
“Mmh” Chinen si portò le dita con la biro al mento, pensieroso.
“Pensavo che potremo mandarne una comune a tutti, una la mandiamo a casa nostra, per averla come ricordo, una ai tuoi a Osaka e una a mia madre e, infine, una a Yamada!”
“Eh? Perché una a Yama-chan?” volle sapere Yuya, guardandolo dubbioso.
Chinen sollevò gli occhi al cielo.
“Perché è fissato! Mi ha chiesto svariate volte di spedirgliene una, così almeno al mio ritorno non avrà di che annoiarmi recriminando che non ho mantenuto la parola!” si strinse nelle spalle, iniziando a scrivere poche righe di saluti con le formule più classiche di chi è in vacanza, sotto lo sguardo attento di Yuya che lo osservava con un sorriso.
“Ecco, firma!” gli disse Chinen, porgendogli la penna, lasciando che fosse lui a scrivere su ognuna gli indirizzi, rileggendo le parole che lui stesso aveva scritto, vedendo poi Yuya voltarsi a guardarlo una volta che ebbe finito, mettendosi poi a ridere.
“Che c’è?” domandò Yuri confuso.
“Ti sei sporcato d’inchiostro” gli fece notare Yuya passandogli il pollice sul labbro inferiore e vicino all’angolo della bocca, scivolando poi sul mento, prendendolo con due dita, attirandolo verso di sé. “Come i bambini” mormorò piano, sollevando il viso verso di lui e solo quando lo vide sorridergli e scuotere il capo, si decise a baciarlo dolcemente.
Quando si separarono, Yuya lo abbracciò meglio, sentendo le dita di Yuri infilarsi tra i suoi capelli e accarezzarlo.
“Sono contento che siamo qui insieme” affermò il più grande.
“Anche io” annuì Yuri, poggiando la fronte contro la sua, sorridendogli, godendo di quel piccolo momento di pace.
“Prometto comunque di non fare più i capricci, ma volevo ringraziarti per aver acconsentito a prendere le sciarpe” gli disse, lasciando scivolare le mani sulla sua schiena e Yuri si adagiò contro il suo petto, incastrando il volto tra il collo e la spalla.
“Sì, non mi freghi più Yuuyan, dobbiamo stare attenti alle spese o rischiamo di non ritornare a casa.”
Yuya rise, stringendolo a sé e alzandosi in piedi, portandolo in braccio fino al letto, coricandosi insieme a lui.
“Impossibile, il biglietto di ritorno è già pronto, anche se ti confesso che non sarebbe poi una così cattiva idea se dovessimo restare bloccati qui” disse, chinando il viso per guardare quello di Yuri, il quale gli sorrideva.
“Vero? Penso anche io, questa è la città dell’amore, lo sapevi Yuuyan?” lo informò il più piccolo, passandogli una mano tra i capelli e stringendosi meglio contro di lui, chiudendo gli occhi, sentendo la stanchezza aumentare e il sonno farsi più forte.
Yuya prese il lenzuolo, scoprendo il letto e coprendo entrambi, tornando poi a stringerlo.
“Certo che lo so, Yu” sussurrò, "ma per me ogni città è la città dell’amore se tu sei con me” confessò, baciandogli una tempia e sorridendo, osservando Yuri addormentarsi tra le sue braccia.

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