Titolo: Un matrimonio combinato
Fandom: X (AU Rancori)
Coppia: Fuma/Kamui
Prompt: [Lista due: Matrimonio] 11. Genitori @ Meme di Maggio di
michiru-kaiou7 + 027. Genitori della mia BDT (è bello quando i prompt sono BDT friendly)
Rating: PG
Conteggio Parole: 2304
Riassunto: [...] [...] sapete che l’altro giorno la principessa consorte ha partorito una bambina… è mio desiderio darla in sposa a vostro figlio Kaido-kun fin da subito, così si realizzerà il sogno dei nostri padri di tenere le nostre famiglie unite.
Note: side story di “Rancori”, un sequel per l’esattezza, per chi non avesse letto l’intera storia non so se riuscirà a capire del tutto di cosa si parla qui. Tutti i personaggi appartengono alle Clamp, Kaido Sakurazuka a me.
Era festa grande a palazzo imperiale: il matrimonio del principe Kamui aveva dato i suoi frutti e, anche se la principessa consorte aveva dato alla luce solo una femmina, Yuto-sama aveva organizzato lo stesso le cose in grande per il lieto evento e i due Sakurazuka, padre e figlio, erano presissimi dal gestire la cerimonia e le misure di sicurezza. Ormai viaggiavano come un’unica testa su due corpi, sempre all’unisono e in perfetta sincronia; eppure, alla prima occasione libera, Fuma spariva dalla vista del genitore per ricomparire solo molto dopo, adducendo scuse vaghe sul dove fosse stato; in realtà non era sempre colpa del giovane Sakurazuka, anzi, il più delle volte era costretto ad allontanarsi per volontà di Kamui-sama. Così, anche quell’ultima volta, Fuma, approfittando di una distrazione paterna, sgattaiolò fuori dalle stanze del gran ciambellano di corte e sparì nel dedalo delle stanze private della famiglia imperiale.
- Beh, che mi dovevate dire di così urgente da non poter aspettare stasera?- esordì spalancando gli shoji della stanza di Kamui.
- Buongiorno, Fuma-san!- rispose divertito il figlio dell’imperatore: adorava dar fastidio al suo miglior amico con le più banali scuse proprio quando stava lavorando- Sono lieto di vedervi così di buon umore-
- Tagliate corto- rispose imbestialito Sakurazuka.
- Sedete e state calmo- ribatté l’altro in tono più conciliante- Devo farvi un annuncio-
- Vi chiudete in convento e mi liberate della vostra petulante presenza?- adesso anche Fuma stava al gioco. Kamui si limitò a sorridere e chiamò un servo per far portare del tè.
- Allora?- chiese di nuovo Fuma quando furono soli.
- Allora, sapete che l’altro giorno la principessa consorte ha partorito una bambina… è mio desiderio darla in sposa a vostro figlio Kaido-kun fin da subito, così si realizzerà il sogno dei nostri padri di tenere le nostre famiglie unite-
Fuma annuì piano sorseggiando il tè- D’accordo- disse dopo un attimo di riflessione- Non appena la principessa sarà in età da marito, Kaido-kun la chiederà in sposa, avete la mia parola d’onore-
- Diventate sempre serio quando si parla di vostro figlio- commentò Kamui contemplando il liquido verdastro nella tazza che teneva in mano: non osava guardare il suo interlocutore negli occhi, si sentiva terribilmente inadeguato rispetto a lui in quel momento
- Mi chiedete di decidere della futura felicità di Kaido-kun così su due piedi, è il mimino che io sia serio… spero solo che Ichihime-sama (1) non venga lagnosa come il padre!-
- Sempre gentile!- commentò piccato l’interessato, poi cambiò argomento come riprendendo il filo di un discorso interrotto tempo addietro- Sapete, mio padre non mi avrebbe perdonato se non avessi chiesto la mano di Dama Setsuka-
- Che c’entra ora questa vecchia storia? Siete sposati da un anno, ormai!- sbraitò Fuma colmo di stizza.
- Anche se avessi voluto, e confido di averci riflettuto a lungo, non potevo annunciare all’imperatore che rinunciavo alla mano della più bella dama di Heian, per non dare un dispiacere a “Fu-chan”?-
- Non mi chiamate “Fu-chan”!- tuonò l’altro rosso in viso- Qualche servo potrebbe sentire-
Kamui si limitò a ridere coprendosi la bocca con la manica del kimono - Darò la notizia stasera alla festa- concluse tornando serio e poggiando la tazza sul kotatsu. Fuma annuì e fece per alzarsi, ma il suo ospite lo trattenne per un polso e, alzando gli occhi viola verso di lui, quasi singhiozzò- Non sono nato per fare il padre, Fuma-san! Non ho la vostra indole autoritaria né la vostra passione per i bambini. Quando ieri ho visto la piccola, ho avuto paura persino a toccarla!-
- E’ normale che abbiate paura- gli sorrise Fuma inginocchiandosi davanti al principe- E’ umano! Vedrete che con il tempo imparerete a volerle bene e sarete un buon padre- si concesse una rara carezza che l’erede al trono accolse stringendo la grande mano tra le sue.
- Ma Fuma-san, non faceva che piangere e strillare… come può un esserino così piccolo avere tanto fiato?- Fuma scoppiò a ridere- No, non ridete, io non sono come voi, io non voglio fare il padre- piagnucolò di nuovo Kamui.
- Non siate sciocco! Il più è fatto, ora godetevi la gioia delle sue risate innocenti, e, ad ogni modo, in quanto futuro imperatore, nessuno vi chiede di essere onnipresente nella vita dei vostri figli, ma solo di voler loro bene; anzi no, volergli bene non è un obbligo, ma vi verrà naturale, non oggi magari, ma finirete per innamoravi della vostra bambina, ne sono certo: non siete certo un cuore di pietra, Kamui-sama!-
Kamui sospirò poco convinto e lasciò andare la mano calda di Fuma che sfiorava la sua guancia gelata e questi gli stampò un bacio sulla fronte per poi accomiatarsi con un profondo inchino: tipico di Fuma continuare a trattarlo con tutti gli onori dovuti anche nelle occasioni più private. Rimasto solo nella stanza, il principe fissò pensieroso le due tazze ormai vuote dinnanzi a sé, poi sorrise e decise che sì, Fuma-san aveva ragione: sarebbe andato tutto per il meglio e con il tempo avrebbe imparato a fare il genitore.
Quella sera, dopo un frugale pasto a base di zuppa di miso e pesce, durante il quale suo padre non aveva fatto altro che lamentarsi del cattivo gusto del suo consuocero, il Ministro della Sinistra, padre di Dama Yuzuriha, in fatto di musicisti e danzatrici, Fuma Sakurazuka si ritirò nelle stanze di sua moglie, lasciando così la casa libera e silenziosa per i due amanti clandestini. Non che amasse particolarmente stare in compagnia di sua moglie ascoltandola cianciare di come le serve avevano rovinato un prezioso kimono o di come avesse trascorso il pomeriggio leggendo il futuro nei fondi del tè, ma passare la notte negli appartamenti femminili gli permetteva di non incrociare mai suo zio e di poter passare tutto il tempo possibile con Kaido-kun e Kazuki-chan.
Anche quella sera, come molte volte già in passato, le grida dei bambini lo accolsero ancora prima che varcasse gli shoji.
- Padre, padre, sgridate Kaido-chan, è cattivo con me!- si lagnò Kazuki gettandogli le braccia al collo, non appena suo padre si chinò per salutarla. Era una bambina vivace e solare, Kazuki-chan, dolce come sua madre, ma terribilmente gelosa di suo fratello minore, a cui erano riservate maggiori premure da parte delle donne, essendo lui il legittimo erede maschio. Fuma osservò i boccoli scomposti di sua figlia e il livido che troneggiava sulla fronte della bambina, poi alzò lo sguardo verso la balia.
- Kaido-sama l’ha colpita con la shinai, padrone-
- Padre, non è giusto!- piagnucolò ancora la bambina.
- No, non è giusto, Kazuki-chan- ammise Fuma meditabondo: suo figlio era un oni (2), combinava danni peggio degli tsunami e non aveva che quattro anni, il che faceva tremare il padre per gli sviluppi futuri di tanta vivacità- Kaido-kun, vieni da tuo padre- tuonò con il tono più serio di cui era capace, coscio che, non appena il musino fintamente contrito di quel demonietto si fosse manifestato, tutte le sue velleità di essere un padre autoritario sarebbero state spazzate via.
Kaido Sakurazuka apparve da dietro la porta scorrevole decorata con scene di ninfee che immetteva nelle stanze private di sua Dama Yuzuriha, dove si era nascosto tra i soffici strati di seta del kimono materno, con la testolina mora china e i piccoli piedi avvolti nei tabi bianchi per strisciavano lungo il tatami come se fosse un condannato a morte.
- Kaido-kun, cosa hai fatto a tua sorella maggiore?-
- Nulla, padre- rispose l’interessato sollevando il visino: come si aspettava, suo figlio era un ottimo commediante, ma Fuma certi trucchetti li conosceva fin troppo bene giusto a Palazzo imperiale aveva salutato da poco un altro eccellente attore- Questa sciocca di Kazuki-chan non si è spostata mentre mi allenavo con la spada-
- Cosa?- Kazuki-chan era tanto buona, ma diventava una piccola iena quando era punta nel vivo- Padre, non è vero, è stato lui, lo ha fatto apposta!-
- No, padre, lo giuro, è lei che non si è spostata!- ora i due piccini facevano a gara per conquistarsi l’attenzione dell’uomo, strattonandolo chi da un lato e chi dall’altro.
- Kaido-kun la spada non si maneggia quando sei in casa, non è un giocattolo, e, ad ogni modo, non osare mai più brandirne una quando tua sorella è nelle vicinanze, e se si fosse fatta male sul serio?- Kaido abbassò lo sguardo e lasciò andare la stoffa dello yutaka blu scuro di suo padre- E tu Kazuki-chan, non disturbare tuo fratello mentre si allena, ti assicuro che imparare ad usare la katana è un’impresa tutt’altro che semplice- Anche Kazuki, che si era sentita per un attim la vincitrice dello scontro, lasciò la presa e si morse un labbro- Adesso fate la pace e promettetemi che andrete d’accordo come due bravi fratelli- concluse Fuma cercando di ricreare un minimo di tranquillità nel ménage famigliare.
- Sì, padre- annuirono i due poco convinti: sapevano tutti e tre che alla prima occasione avrebbero ripreso a farsi i dispetti.
In quella si aprì uno shoji sulla sinistra, dal lato che dava verso il cuore della casa, e Dama Kotori si prostrò ai piedi del padrone di casa.
- Chiedo scusa per il disturbo, danna-sama (3), ma essendo stanca e desiderosa di andare a coricarmi, volevo dare la buonanotte a nostra figlia- disse senza neanche alzare il viso dal pavimento: sapeva che Dama Yuzuriha ascoltava da dietro lo shoji sulla destra, quelli che aprivano verso le sale rivolte al giardino. Era desiderio di Sakurazuka essere lasciato solo con i suoi figli la sera, prima che questi andassero a dormire; solo la balia restava nella stanza, le altre donne si ritiravano nei loro salotti privati, con l’orecchio teso per potersi presentare al giovane signore appena fosse stato il momento più opportuno. Kotori aveva due stanze per sé e una cameriera al suo servizio, mentre la bambina divideva la balia e la cameriera con il fratello, sotto il giudizio e la responsabilità di Dama Kanoe, che era la vera padrona di casa. Dama Yuzuriha aveva tre stanze per sé, di cui una era destinata esclusivamente al marito, cinque dame di compagnia nel suo seguito, varie serve e il diritto di portare il titolo di “prima moglie”; nella gerarchia della casa, doveva ubbidienza solo alla suocera, la quale la bistrattava quel tanto che bastava per farla stare al suo posto.
Kazuki lasciò il suo posto e scomparve dietro la porta, prontamente richiusa, assieme alla madre.
- Ora che siamo tra maschietti, Kaido-kun, ti devo dire una cosa bella- esclamò Fuma sorridendo al figlio.
- Cosa, padre?- chiese Kaido battendo le mani per la contentezza.
- Kamui-sama, il figlio dell’imperatore, ha deciso di darti in sposa la sua bambina, che è appena nata-
- Davvero?- Dama Yuzuriha fece scivolare la sottile parete di carta di riso dipinta e osservò il marito stupita e, allo stesso tempo, Dama Kanoe fece scorrere lo shoji del suo salottino privato e si degnò di mostrarsi al figlio senza il filtro del paravento che la nascondeva dagli sguardi di uomini. Era una notizia davvero eccezionale per le due donne, perché in nessun altro caso avrebbero violato la regola imposta da Fuma di non mostrarsi mentre trascorreva la sera con i suoi figli.
- Oh, Kaido-kun, che gran notizia!- esclamò la nonna scoppiando in uno dei suoi celebri pianti teatrali, mentre la madre al colmo della gioia baciava le piccole gote rosse del bambino.
- Danna-sama, voi siete davvero un abile stratega, la principessa è nata che da pochi giorni e voi già si siete assicurato la sua mano- esclamò Dama Yuzuriha nascondendo le lacrime nella manica del kimono. Fuma alzò gli occhi al cielo: le donne non le capiva proprio, che c’era da stupirsi tanto? Lui era il braccio destro di Kamui-sama, non lo aveva mai sfiorato il pensiero che i loro rispettivi figli non sarebbe stati promessi fin da subito l’uno all’altra. Perché le donne facevano il melodramma per ogni inezia? Non lo capiva.
Anche Kaido era alquanto perplesso e fissava il padre cercando di non soffocare nell’abbraccio fin troppo sollecito di sua nonna.
- Che vuol dire che Kamui-sama mi dà la sua bambina in sposa? Che ci faccio?-
Fuma scoppiò a ridere tanto forte che dovette asciugarsi le lacrime.
- Vuol dire che quando sarai grande ti sposerai con la principessa, come io ho sposato tua madre- rispose Fuma scuotendo forte i capelli mossi: i bambini erano così carini nella loro ingenuità.
- E la principessa è una femmina come Kazuki-chan?- chiese Kaido ad un tratto, alquanto pensieroso.
- Beh, certo-
- Allora rispondi al principe Kamui che non la voglio, le femmine non mi piacciono!- Fuma fissò il figlio preda di un’ansia crescente, poi si ricordò che in fondo Kaido aveva quattro anni e che Kazuki non faceva che fargli dispetti (anche lei era un’attrice consumata), era ovvio che avesse una pessima opinione delle “femmine”.
- Vedrai che cambierai idea- ripose sollecita sua madre accarezzandoli i capelli scuri- Tutte le dame di corte cadranno ai tuoi piedi, figlio mio, proprio come è stato con tuo padre… perfino oggi che è sposato, il suo fascino non è diminuito di una virgola!- Era una delle tante battutine velenose che la sposa lasciava cadere qua e là nei loro discorsi: era intima convinzione di Dama Yuzuriha che il marito, non contento di averle messo la concubina che le aveva rubato la primogenitura sotto lo stesso tetto, a corte intrattenesse una relazione abbastanza seria con una dama di cui, chissà perché, non era ancora riuscita a carpire l’identità.
- No, no, non cambierò mai idea, io odio le femmine!- sentenziò con la massima certezza il piccolo Sakurazuka e suo padre si trattenne dal rispondergli che non aveva la minima importanza, tanto in famiglia non c’era un solo maschio a cui piacessero le donne!
Note:
(1) Ichihime-sama: è il nome della figlia di Kamui. Letteralmente significa “prima principessa”, più il titolo onorifico.
(2) Oni: demone
(3) Danna-sama: letteralmente “overevole marito”. Anche se rilegata al ruolo subalterno di concubina, Kotori utilizza lo stesso appellativo di Yuzuriha, che è invece la legittima moglie, per rivolgersi a Fuma.