Titolo: Where we are lonely ghosts
Fandom: Doctor Who
Personaggi: Doctor 10/11, Rose Tyler, River Song, Clara Oswald
Rating: PG/SAFE
Avvertimenti: Oneshot, slice of life, generale
Conteggio Parole: 1129
Note: 1. La time line della storia è un po' varia: c'è la prima parte che è da qualche parte nella seconda stagione, la seconda parte che è da qualche parte tra la sesta e la settima, e la terza parte che è ambientata dopo l'episodio "The bells of saint John".
2. Scritta per il casting di X-Fandom @
maridichallenge e con il prompt #111 Il fantasma di una rosa @
500themes_ita Riassunto: Poi però è Rose che trova il Dottore, in un modo che gli fa pensare - anche se ha novecento anni, anche se sa che prima o poi Rose se ne dovrà andare, anche se sa (troppe cose) - che lei l'avrebbe trovato per sempre.
Places that have vanished
Rose ha questa strana idea di scappare, e il Dottore non può fare niente per trattenerla. Scompare nella folla, e la tiene d'occhio finché non viene inondata da tutte le altre persone.
Sono su Deltorius-quattro, il mercato intergalattico più famoso che c'è, alla ricerca di qualche vecchio pezzo di storia che il Dottore possa mostrare a Rose e poi confutare, ricordando di tutte quelle volte che è stato esattamente in quel periodo storico e di come le cose non siano andate per niente come dicono gli archeologi (“Massa di incompetenti!” avrebbe sbottato, e Rose l'avrebbe trascinato in quel bazar prima del chiosco di caffè luminescenti, convincendolo a comprare l'ennesima meraviglia).
Ma Rose, in ogni caso, sembra avere programmi diversi. Il Dottore vaga alla sua ricerca ma non la trova, e si scopre a essere contemporaneamente preoccupato (Se le fosse successo qualcosa? Prima ha visto un abitante del pianeta Xirne decisamente poco amichevole; ed è brutta gente, quella di Xirne, tutti fissati con la dieta delle patate) e irritato (Perché è scomparsa? Perché non l'ha aspettato? Perché non ha voluto rimanere con lui?).
Poi però è Rose che trova il Dottore, in un modo che gli fa pensare - anche se ha novecento anni, anche se sa che prima o poi Rose se ne dovrà andare, anche se sa (troppe cose) - che lei l'avrebbe trovato per sempre. È stupido, così si affida al sorriso dolce e ampio della propria compagna e aspetta che parli; cosa che non fa. Si siede al suo fianco, gli prende una mano e tira fuori un piccolo pacchetto. Il Dottore lo guarda. Rose allarga il sorriso, trepidante, e spiega «Un piccolo regalo» anche se non c'è bisogno di dirlo.
Il Dottore lo apre. Alza un sopracciglio. «È un farfallino» dice perplesso, e Rose annuisce.
«Non indosso farfallini»
Allora lei ride «Lo so, Dottore, ma non trovi che i farfallini siano fighi?» detto questo si alza, lo afferra per un braccio e lo trascina con sé, dicendo di aver visto un negozietto che deve assolutamente vedere.
Il Dottore infila il farfallino in tasca; poi lo mette in un cassetto della T.A.R.D.I.S. e il tempo e le necessità e la vita fanno si che vada perduto.
Plans that fell through
È River a ritrovarlo. Ha convinto il Dottore a mettere via vecchie cose (reliquie di altre vite, pezzi di storia e di tempo che non torneranno mai più). River è curiosa, e segue la sua natura di archeologa: fa uno scavo nelle vecchie stanze della T.A.R.D.I.S., riesuma pezzi che neanche nelle sue più rosee fantasie di studiosa avrebbe mai potuto trovare. Il Dottore tiene tutto quello per sé, dice “Oh, sì, inutile” su una vecchia teiera proveniente da una galassia che ha ormai cessato di esistere; poi liquida le scritture più vecchie del mondo, ride su reperti che in qualsiasi altra parte dell’universo varrebbero milioni in qualsiasi valuta.
River sbuffa e pensa che se il Dottore non fosse così probabilmente non sarebbe il suo Dottore, ma un altro, e allora non andrebbe più bene. Scuote la testa con un sorriso e lancia via una sciabola risalente alla rivoluzione francese (non capisce se sia della rivoluzione francese umana o di quella Jolitiana. C’è un simbolo, ai margini del manico, che non la convince del tutto).
Poi, in mezzo a tesori e polvere, la trova. Una piccola scatola, che all'apertura rivela un farfallino - uno scuro, vecchio, che sembra avere secoli dietro; è stropicciato, sfilacciato, strappato. Forse appartiene a un’altra rigenerazione, pensa, una tanto passata da appartenere a qualcosa come vite fa.
«Ho trovato qualcosa di tuo» dice, sventolando la scatola.
Il Dottore sbuca da un lato, affacciandosi con il fez in testa (oh, ne ha un altro? River era sicura di averli eliminati tutti, ma probabilmente si sbagliava) e gli lancia il farfallino.
Lui lo guarda come se non lo riconoscesse. Inclina la testa, lo accarezza con due dita e infine lo chiude.
«Si tratta di qualcosa di importante?»
Il Dottore agita una mano «Solo una vecchia cosa smarrita» e lo infila nella tasca della giacca.
River annuisce, anche se con il Dottore non si tratta mai solo di una vecchia cosa smarrita.
Where we are lonely ghosts
Deltorius-quattro è esattamente il tipo di pianeta che può piacere a una come Clara. Il Dottore lo sceglie con un sorriso furbo sul volto - imposta il tremilatrentatrè, perché è l'anno migliore per prendere un buon frappè di mandorle e sceglie di atterrare in un giovedì, perché i giovedì sono sempre la via di mezzo tra il calmo e il movimentato. Abbassa una leva e via, la T.A.R.D.I.S. si lancia nel vortice con uno sbuffo irritato che urla ho il freno a mano inserito, Dottore ma che il Dottore interpreterà come un cenno di assenso da parte della sua signora.
Quando sbarcano, sono invasi dai colori. Il mercato è in festa (sapeva di aver scelto il giorno giusto) e Clara spalanca gli occhi, apre la bocca, e lo guarda con quell'espressione - oh, il Dottore ama quell'espressione! Quella di sorpresa e gioia che è comunque di più della sola sorpresa è gioia - è scoperta del nuovo. La hanno tutti i suoi compagni ogni volta che decide di mostrare loro qualcosa che non conoscono.
Clara lo guarda, saltella, emette un verso simile a uno strillo, e dice «Posso?» indicando la folla. Il Dottore allarga un sorriso, e prima che possa rispondere Clara è già sparita. La segue con lo sguardo, ma la sua testa si confonde in fretta con alte mille teste, quindi il signore del tempo sospira e pensa di cercare il chiosco dei frappè, anche se non è sicuro di ricordare dove sia. Gira prima a destra, poi a sinistra, poi si immerge in un mercato di frutti provenienti dalla galassia Venson e si fa distrarre da una bottega di ricordi in scatola.
Alla fine, è lui a perdersi e Clara a trovarlo. Lo afferra per la giacca e lo tira fuori da uno strambo posto tutto verde, scuotendo tra le mani una scatola che il Dottore riconosce, anche se non ricorda dove l’ha già vista. «Per te» dice, dondolandosi sulla punta dei piedi e congiungendo le mani dietro la schiena.
Il Dottore prende la scatola, la ispeziona con un cipiglio, alza gli occhi verso la compagna e poi la apre - ciò che c’è dentro è il ricordo di un’altra persona e di un altro se stesso. «È un farfallino» commenta, sfiorando quello che ha al collo - vecchio, consunto, strappato - con due dita.
Clara annuisce. «Ho pensato che - beh, sì, quello che hai addosso è così rovinato. Quindi forse te ne serviva uno nuovo» detto questo, lo afferra di nuovo, e lo trascina in mezzo al mercato, per fargli vedere ciò che ha trovato senza di lui.
Il Dottore mette il farfallino in tasca. Questa volta lo indosserà, pensa, e lo tratterà bene, fino a che non sarà solo il ricordo di un altro fantasma.