Titolo: Would you leave me, if I told you what I’ve done?
Fandom: Supernatural
Personaggi: Dean Winchester, Castiel
Rating: PG/SAFE
Avvertimenti: Flashfic, Generale, Slice-of-life.
Conteggio Parole: 479
Note: Quel momento in cui scrivi qualcosa, arrivi a metà, fai il conteggio e quando leggi "508" parole ti chiedi dove diavolo se ne vada la tua memoriabile grafostitichezza quando serve (per poi entrare nel panico, tagliare, aggiustare, finire). Ambientata durante la sesta stagione (scegliete voi esattamente dove). Scritta @
maridichallenge per la prima puntata di X-Fandom * inserire musichina figa qui*.
But would you leave me,
If I told you what I’ve done?
And would you leave me,
If I’ve found what I’ve become?
- No light, no light (Florence + The Machine)
“Dannazione”
Dean sterza, la macchina che perde il controllo giusto quel secondo necessario a Castiel per aggrottare la fronte verso il parabrezza semi appannato dell'Impala. “Dio” sbuffa tra i denti. L'Impala torna in rettilineo, mentre Dean abbassa il volume della musica e lancia un'occhiata verso l'angelo. Castiel continua a guardare il niente, come se non si rendesse conto di essere lì, veramente lì, ed - Dean lo pensa e se ne pente, lo pensa e si maledice perché si tratta di Cas, andiamo - è come vedere un'altra persona, una che non conosce, una che non vorrebbe conoscere. Forse è la guerra, pensa, perché anche se non ne ha mai vista una, Dean sa esattamente cosa è e come ti riduce.
“Ciao Dean” dice. Si ricompone. È di nuovo Castiel.
Dean sente la tensione sulle spalle alleggerirsi. Gli sorride e torna a guardare la strada. Lascia passare qualche secondo, in attesa. Poi si ricorda con chi ha a che fare e sospira “Quindi - qual buon vento ti porta?”.
Castiel lo osserva solo di sfuggita, gli occhi accesi di un nuovo stupore “Non credo di capire” dichiara “Non sono stato portato dal vento” si acciglia e si guarda attorno, come per accertarsene. “In realtà non so come sono arrivato” continua, e Dean inizia a pensare che Castiel sia ubriaco o qualcosa del genere. E se ne preoccupa perché, andiamo, gli angeli sono problematici già da sobri.
“Okay” alza un sopracciglio, in tono accondiscendente. “Allora: perché sei qui?”
Sembra pensarci per qualche istante. Alza gli occhi, gli abbassa, e infine dice “Perché mi andava” con tutta la semplicità del mondo, come se avesse appena scoperto di poter fare una cosa solo perché gli va.
Castiel vorrebbe davvero che Dean non sorridesse in modo così sfacciato alle sue risposte: gli causa un formicolio fastidioso, perché quello è lo sguardo che riserva al buon vecchio Cas, e anche se non sa per quale motivo fa male. Non dovrebbe. Fare male, intende, perché non si sente il male quando si è nel giusto.
Abbassa gli occhi, le mani congiunge in grembo. Castiel non è sicuro di come funzionino certe cose. Gli basterebbe stare zitto, lì, solo per rimanere ancora un po'.
“Perfetto, allora” Dean lo richiama, indicando con un cenno del mento una scatola di audiocassette. “Da qui a dove sta Sam ci sono un paio di ore. Scegli la musica”.
Questa volta è Castiel a sorride “Credevo che fosse l'autista a scegliere la musica”
Dean fa una smorfia “È un'eccezione” annuisce, per poi aggiungere, serio “Ma non dirlo a Sam, o mi costringerà ad ascoltare qualcosa come Bruno Mars e potrei morire”
Castiel annuisce e vorrebbe dire che non potrebbe morire, perché lui non lo permetterebbe, ma non lo fa, e si mette a frugare tra titoli che non conosce di musica che non ha mai sentito, e Dean canticchia e Castiel continua a sentirsi male, anche se non dovrebbe.