[DC Comics] There's secrets in this darkness (there's a light that I can't find)

Feb 20, 2011 12:11

Titolo: There's secrets in this darkness (there's a light that I can't find)
Fandom: DC Comics
Beta: cialy_girl (♥♥♥♥♥)
Personaggi: Eddie Bloomberg, Neron (♥_♥), apparizione dei Teen Titans di Cassandra Sandsmack, Rose Wilson, Raven, Zachary Zatara, zia Marla, Blue Devil
Ship: Eddie/Rose; Neron/Raven; Eddie/Zach; Eddie/Marla; Neron/Eddie (non è vero!! Ma sarebbe stato figo ._.)
Rating: Pg13
Parole: 4.687 (W)
Note: REGALO IN RITARDISSIMO PER talpy XDDD io arrivo, prima o poi arrivo XDD davvero. Spero tanto che ti garbi lovvina! ♥
- Titolo da When I'm Gone - 3 Doors Down.
- Che poi non avete LA MINIMA IDEA di quanto mi sia divertita a scrivere dell'Inferno ♥ e dei demoni e di come non muoiono e di tutto. Tra l'altro la presenza di Raven è giustificabile solo ed esclusivamente dalla megacotta che ancora ho per questo personaggio XD per fortuna a talpy piace Rae, quindi va bene XD
- Cmnq è proprio dalla storia di Rae e del suo babbo se mi sono presa la libertà di descrivere la nonmorte dei demoni ♥ li amo ♥ tanto ♥
- Ho scritto tutto ciò poco dopo aver letto Baricco. E si sente XDDD infatti la citazione iniziale è un po' alla cazzo, ma chissene XD
- I demoni come personaggi di finzione sono il meglio del meglio e non li batte nessuno, punto XDD
- Ci sono svariatissimi riferimenti ai numeri di Teen Titans, precisamente quelli in cui: si racconta la storia di Eddie/Eddie che crepa/Rose lo vede come miraggio randomico. Dato che gioca tanto sul nonsense (è colpa di Baricco XD) se non sapete cos'è successo magari vi confondete un attimo ç_ç
- Tra l'altro non so quanti di quei numeri siano spoiler per le uscite italiane dei TT .__.
- E non mi sono curata di leggerli attentamente, gli ultimi, quindi potrebbero esserci dei fail evidenti in questa fanfic XDDD ew
- Ci sono tanti cuori in queste note perché sono felice di postare e perché ci sono i demoniiii ♥
Disclaimer: Non mi appartengono, perché se mi appartenessero non avrebbero mai fatto questa fine schifosa, li amo ma non mi fanno guadagnare una cippa, in compenso mi diverto tantooo ♥

Demoni. Angeli andati a male. Però bellissimi.
Alessandro Baricco - Castelli di rabbia.

L’Inferno non odora solo di zolfo. C’è una puzza di cose marce, di sangue, ed è talmente forte da lasciarti un sapore amaro in bocca, sul palato. E c’è tanto buio. Ti dimentichi che esistono le cose belle.
Ti dimentichi del sole.

Tra la nebbia densa e offuscata dei propri pensieri, dei propri ricordi, a volte Eddie riesce a intravedere la figura di una ragazza che ha i capelli bianchi e un sorriso un po’ triste e un po’ scherzoso, come se si prendesse gioco del mondo perché stanca del mondo che si prende gioco di lei. Deve essere una ragazza bellissima. Quando l’oscurità diventa troppo opprimente ed è sul punto di schiacciarlo, cerca di immaginarsela, si aggrappa alla sua figura sfocata con tutte le proprie forze. Tenta di ricordare che voce abbia.
Gli manca tanto la sua voce, per qualche strana ragione.
Ma quando lei non sorride, sbuffa fumo di sigarette e lo guarda un po’ storto, come indispettita.
Una volta sola è riuscito a ricordare la sua voce.
Aveva detto questo: “Vieni via con me.” E lo aveva detto mentre c’era vento.

Ci sono due voci che ricorda alla perfezione. È la voce dolce della zia Marla, che sa di abbracci, di carezze, di attenzioni, che sa di cose belle ora lontanissime. È una voce che diventa triste e strascicata quando viene a trovarlo, è la stessa di quel fantasma che gli ha chiesto scusa mille volte, è la voce di una donna che pensava di averlo salvato e invece non c’è riuscita.
È una voce così triste che gli fa più male delle fiamme sulla pelle.

L’altra voce è quella di un ragazzo che la sa lunga, anche quando non è vero.
Appartiene a qualcuno che si crede superiore ma solo per finta, a qualcuno che ha provato a portarlo via due volte da due posti diversi e non ce l’ha fatta.
È la voce di un ragazzo che gli ha detto che c’era un’uscita da qualche parte, una cazzo di uscita, che potevano andare via e restare salvi per sempre.
È la voce di un ragazzo che lo guardava con un accenno di rabbia, furioso per tutte le occasioni in cui non si è lasciato aiutare.

Ricorda altri visi e altre voci, ricorda dei profumi che a volte lo fanno sorridere e a volte arrabbiare.
Più di tutto ricorda il fuoco.

***

Eddie non ha ancora capito se le sue visite siano regolari o casuali, ma quando lui si avvicina lo sente sempre.
Lo sente nell’aria pesta che si raffredda, lo sente nel gelo che gli scuote i pensieri in modo strano, che li rende più neri e più distanti, come se fosse la vita di un altro, quella che ricorda.
È un’idea così terrificante e confortante, quella: la vita di un altro, gli errori di un altro, gli amici di un altro. A volte è bello rifugiarsi in questo, credere che sia proprio così, che Neron arrivi e ogni parola pronunciata sia vera.
Ma Neron è il principe delle menzogne, deve tenerlo a mente se vuole salvarsi, se vuole salvare la propria anima-
La tua anima è già mia.
L’anima che ha già perso perché…
Pensavi che bastasse uno schiavetto di Trigon per sciogliere il nostro patto?
C’è un motivo preciso, per quell’anima distrutta, si tratta di…
Non hai nessuna ragione per ribellarti, Edward.
Lasciati andare.
A volte lo desidera davvero.
A volte è l’unica cosa a sembrargli sensata.
Ma c’è quel sorriso sghembo e quei capelli bianchi, così lunghi e così belli…
“Vieni via con me, Eddie.”

C’è un motivo per tutto questo, una cosa fondamentale, la ragione prima della sua permanenza all’Inferno; è qualcosa che non c’entra con belle ragazze dai capelli bianchi, o con ragazzi troppo emotivamente goffi per riuscire a salvarlo, o con zie che fanno da mamma.
È diverso. È completamente diverso.
Ombre. Ombra. Il desiderio di essere un’ombra.
Genitori assenti, fantasmi rumorosi che urlano e litigano e scappano via lontanissimo. E poi-

C’era un uomo, che ora non è più uomo.
Lui stava per diventare il motivo.
Lui era simpatico e perfetto anche quando non lo voleva in mezzo ai piedi, era un-
Un-
Una carezza sui capelli? Un sorriso di orgoglio? Un qualcosa a cui aggrapparsi? Un “Voglio essere come te, da grande”?
Era tutte queste cose, ma lo era in maniera strana, incostante, lontana. A volte sembrava talmente preso dai propri problemi, dalle proprie responsabilità. Forse ora anche lui è andato in crociera insieme ai fantasmi.
Anche prima che si colorasse tutto di blu era instabile, ma questo riesce a vederlo solo adesso. Era troppo piccolo, era troppo sciocco, credeva di potersi fidar-
Oh. Certo. Sta tutto nella fiducia.
È proprio questo. È sempre stato questo.
Perché di lui si fida, no?
“Scusami, Zat.”
Scusami tanto…
“Scusami, Zat.”
Ma se devo fidarmi di qualcuno…
Preferisco una centrale elettrica distrutta piuttosto che un amico fedele, no?

Una centrale elettrica? Non capisce da dove salti fuori una centrale elettrica.
Non dovrebbe pensare al blu, in momenti come questo. Neron si avvicina sempre quando pensa al blu delle cose.
Ride, di quella risata così cattiva, e gli dice che dovrebbe ricordare, ma Neron è il principe delle menzogne.
Qualunque cosa dica, è certamente falsa.

Però quanto gli piacerebbe poter ricordare tutto quello che può sulla ragazza dal sorriso triste.

C’era anche una ragazza bionda con un peso troppo grande da portarsi addosso. Lo ricorda bene perché questo è stato prima del fuoco, del fuoco vero, lo ricorda perché lei è una delle ragioni per cui il fuoco lo ha trovato.
No. Non trovato.
Lei era una delle ragioni per cui lui è andato incontro al fuoco.
Ecco, è stata sua l’idea, loro non ne hanno colpa, loro erano lontani. Si allarma, perché qualcuno dovrà dirlo alla ragazza dai capelli bianchi, qualcuno dovrà spiegarlo al ragazzo che finge di sapere, altrimenti si arrabbieranno. Altrimenti faranno cose stupide.
Loro fanno sempre cose stupide, loro sono sempre così persi.
Sicuro?
La voce di Neron rimbomba più forte del solito nell’oscurità assoluta.
Eppure Eddie è certo che il sole esista davvero, non può essersi immaginato qualcosa di così bello.
Sicuro che a loro importi di te?
Neron scompare inghiottito nell’Inferno, ma il gelo che gli lascia addosso gli penetra dentro e Eddie non sa proprio come scrollarlo via.
Prova a riportare alla memoria quei due, che sono importantissimi, ma la loro immagine si sfoca lentamente.
Forse si è semplicemente confuso. Forse non esiste il sole.

Ai suoi genitori non piaceva.
Non riesce a capire cosa abbia fatto di male, in passato, perché loro non lo amassero, ha provato a trovare quel dettaglio, quell’errore che ai loro occhi doveva essere così palese, pensando che forse quello gli avrebbe aggiustato l’anima, ma non ce l’ha fatta.
Lo intuisce che sta tutto nel blu e in una centrale elettrica distrutta, però preferisce cercare altrove l’origine del problema. Scandagliare con cura tutta quella vita disadattata, prima di immergersi nel blu. Neron vuole che lui ci affoghi, per questo ne ha paura.
Ne ha paura anche perché è tutta una questione di fiducia, nonostante non capisca cosa voglia dire.
Ma le certezze non vanno più in là di una torre a forma di T, di un branco troppo variegato di ragazzi giovani che per ragioni superflue ha chiamato famiglia quando era in vita. Non sa perché quella torre avesse l’odore di casa, era piena di paura e pericolo. Si sentiva messo da parte, in panchina, sempre sull’orlo delle cose, alla torre. Quella non era casa.
Forse il tetto?
Sul tetto c’era un bel vento, ecco. Quello sì.
Sul tetto respiravi aria pulita e vera, e c’era una ragazza dai capelli bianchi.
“Vieni via con me, Eddie.”
Eddie chiude gli occhi, e ricorda.
Ricorda di aver speso tutta la vita a rimpiangere quel no.

Mentore. La parola per il blu è mentore.
Ha anche un nome preciso, ovviamente, un nome che lui ha osannato da sempre, un nome che se ne stava appollaiato sulla sua scrivania sopra ad una foto sorridente.
Il sorriso falso di un attore quando è felice.
I demoni bruciano in chiesa.
La pelle, la pelle dei demoni brucia in chiesa, lui lo sa perché-

Non è mai stato un tipo particolarmente religioso, ma era uno che covava delle speranze. Cercava di non arrendersi ad un patto finito male, quindi in chiesa ci andava nonostante il fuoco sottopelle.
La prima volta era notte. Non c’era messa o parrochi che promettessero la salvezza di ogni anima, no. C’era solo tanto blu, talmente tanto blu da affogarci.
“Ma esiste almeno la luna?” domanda piano, all’oscurità attorno a sé e a quella latente dentro di sé.
No, gli risponde l’Inferno, e per qualche ragione pensa che questo sia vero.

L’Inferno non è la sua destinazione. Non proprio. Neron lo vuole portare via da qui e vorrebbe farlo in tempi brevi. Eppure Eddie sa che quello è assolutamente da evitare, che non deve andarsene via, perché se lo facesse non sarebbe più lui ma qualcos’altro. Qualcosa di rosso ed imponente, qualcosa che potrebbe far male alla ragazza dai capelli bianchi.
Ovviamente non può permetterlo.
Ovviamente.
Perché no?
Lui stringe gli occhi e pensa a quel “Vieni via con me.”
Neron si allontana, ma tornerà.
Lui torna sempre.

La ragazza dai capelli bianchi, invece, non è più tornata.

Se i tuoi genitori se ne vanno in crociera e poi non tornano, la cosa ti fa male. Soprattutto se sono ancora vivi e vegeti.
Se i tuoi genitori ti abbandonano alle cure di una zia premurosa, forse sei salvo. Ma se la zia muore sei quasi fottuto.
Se trovi un mentore, qualcuno da ammirare, qualcuno da imitare, dopo che tua zia è morta, magari riesci a cavartela.
Ma se quel mentore è un attore trasformato in un demone blu per un patto andato a male, allora...
Allora, della vita, non hai capito un cazzo.

Due patti, due anime, una zia morta, una centrale distrutta nel deserto della California, un demone blu.
Queste sono le cose essenziali, che gli impediscono di allontanare l’oscurità.
Sono pezzi di un puzzle semplicissimo che Eddie potrebbe completare in pochi secondi, se solo lo volesse. Però è una cosa troppo pericolosa. Basta un’occhiata per capire quanto sia pericoloso mettere insieme quella roba. Dare un senso al tutto.
Meglio sprofondare lentamente che buttarsi giù da una rupe, no?
Meglio sprofondare lentamente e rubare un aereo e schiantarsi contro un nemico per salvare delle persone, no?
Meglio crepare da eroe, no?
No?
No, gli risponde l’Inferno, e anche questa volta Eddie pensa che abbia ragione.

La ragazza dai capelli bianchi aveva un corpo mozzafiato e sorrideva spesso ad uomini che non erano lui. Adesso che è più lontano capisce che forse lo stava prendendo in giro, o che forse aveva paura, ma non l’ha mai fatto per cattiveria.
La ragazza dai capelli bianchi si chiama Rose, e se hai un nome così bello non puoi essere cattiva per davvero.

La ragione per cui tutti fanno finta è che non sanno dove sbattere la testa, nessuno lo sa, nessuno ne ha la minima idea, quindi cercano di darsi un contegno e dare un senso alla propria vita.
Falliscono. Falliscono così facilmente.
Quel gruppo, quella torre, stava in piedi per una ragione stupida. Sorridevano tutti ma nessuno era felice. C’era una ragazza bionda che aveva seppellito troppi amici e non era stata in grado di tenersi stretti quelli in vita, c’erano tanti ragazzi nuovi che tentavano di essere simpatici e giocavano ai videogiochi con lui, ma a volte lo irritavano per forza di cose. E sorridevano. Sorridevano tutti ma nessuno era felice.

Lui sorrideva, ma non era felice.
Prova a riportare alla memoria l’ultima volta in cui lo è stato. Ricorda il ragazzo con il cappello a cilindro, nella torre: l’ipotesi che sarebbe rimasto in quella squadra lo aveva reso felice.
“Io me ne vado. E se vuoi un consiglio, Eddie, vattene via da qui anche tu.”
Ovviamente non era rimasto, perché nessuno rimane.

Vanno via tutti, e non tornano mai.

A parte Neron.

***

Un’anima fatta a pezzi ragiona male ed è perfettamente inutile. Neron lo vuole intero, perché possa utilizzarlo, non se ne fa niente di un’anima mozza. Per questo sta cercando di annerire anche quella minima parte di lui sfuggita al patto.
Eddie sa di doversi aggrappare alla luce, a qualcosa di luminoso, ma è davvero difficile se non esistono né il sole né la luna.

Quella volta in cui Neron si avvicina troppo gli sembra di essere intatto, ben distaccato dall’oscurità, anche se il puzzo di marcio gli è rimasto dentro. Questo per sempre, forse.
Ti mancano davvero così tanto, Edward?
Gli mancano il sole e dei capelli bianchi che non ha mai toccato.
Gli manca la voce di uno che se la tira per nascondere affetto e preoccupazione, per nascondere le tante debolezze.
Gli manca il vento e poter dire di sì.
Posso portarti alla torre. Posso farteli rivedere, se me lo permetti.
Neron è il principe delle menzogne, eppure può fare qualunque cosa. Può mandare gente a distruggere centrali elettriche. Può riportargli l’odore di Rose. Può rendere il mondo rosso, ma solo se il blu tradisce qualcosa (che è bene non ricordare).
“Senza inganni?” chiede al buio assoluto.
La risata di Neron arriva fioca, non malvagia. È la risata di uno che deve rispondere alla domanda sciocca di un bimbo di cinque anni.
Senza inganni.
Eppure.
Eddie si lascia trasportare e l’odore di zolfo sovrasta tutto il resto, la nube nera che avvolge quell’anima maciullata per un attimo sembra soffocarlo, ma lui ricorda come funziona e smette di opporre resistenza.

Le voci. Sente le loro voci distintamente. Sono risate. Ridevano sempre ma non erano felici, si chiede se ora lo siano. È disturbato dall’idea che siano felici, stranamente.
Poi gli odori: il profumo di una casa è ben diverso dal puzzo dell’Inferno, anche se non completamente. Apre gli occhi. Neron è al suo fianco, sorride come se avesse già vinto una battaglia, e Eddie realizza che tutto quel pensare al blu non gli ha fatto bene, proprio per niente.
Ma tutto viene cancellato quando nota i capelli bianchi.

Sono lunghi e lisci e belli, Rose li porta sciolti sulle spalle e quelli ricadano sulla schiena. Rose sta bene. Rose è alla Torre. Rose è tornata.

Rose è tornata.

Sta facendo qualcosa in cucina e ride, di quella risata sempre un po’ amara, dando una gomitata a.
A.
Superboy. Un veloce flash rosso e giallo gli passa davanti e sulla poltrona vicino a Beast Boy compare un ragazzo. Eddie li guarda attentamente. Assottiglia agli occhi per capire meglio.
“Loro erano morti.” Dice ad alta voce.
Sente la furia dargli alla testa. “Loro erano morti! Sono stato ai loro funerali! Ho visto le loro maledette statue!” si volta di scatto verso Neron: “Avevi promesso! Nessun inganno!”
Ma lui sorride, ed è il sorriso di chi ti mostra una realtà schifosa e se ne compiace.
Torna a guardare i ragazzi morti con un nodo alla gola. I pesi sulle spalle di Cassandra sono quasi leggeri, ora, se li porta addosso come se fosse un suo compito. C’è un Robin minuscolo che non sa chi sia, che risponde male, che tratta i morti come dovrebbero essere trattati. Zach non è mai tornato, mentre Rose ridacchia. Guarda uno dei ragazzi morti con occhi dolci e gli fa l’occhiolino.
Rose.

Rose è sempre stata un particolare importante. Si avvicina al tavolo dove alcuni sono riuniti, continuando a fissare lei. Non capisce come sia possibile una cosa del genere, ma è abbastanza sicuro che il proprio cuore si stia sgretolando.
Sorridono tutti quanti.
Non uno che non sorrida.
Sorridono tutti quanti e sembrano così schifosamente felici.

“Dovresti essere contento per loro.” La voce di Neron è un miscuglio di oscurità e di risate cattive mal trattenute.
“Invece li stai odiando.”
Eddie tenta immediatamente di reprimere quella parte di sé, pensando che non potrebbe mai odiare la ragazza dai capelli bianchi: “Non è vero.”
“Non è vero?”
“No.”
Rose accarezza il braccio del ragazzo morto e Cassandra le lancia un’occhiataccia. Rose le mostra la lingua. Perché sembra così felice?
Ne ha passate tante. Magari ce l’ha fatta. Magari si è scrollata tutta la tristezza di dosso. Non riesce più a capire se nel suo sorriso ci sia o meno quella nota di disperazione.
“Un segreto sulla morte è questo, Edward.” Dice Neron, cominciando a rifilargli un lungo elenco di bugie. Eddie, però, ascolta attentamente: “Molti umani riescono a sfuggirle, ma i demoni non muoiono mai.”
Continua ad osservare quei capelli bianchi che non potrà mai accarezzare.
“Noi siamo morte e immortali, non abbiamo nulla di che spartire con la vita umana. I nostri corpi possono essere distrutti, le nostre essenze rinchiuse in qualche dimensione lontana.”
E si domanda-
“Ma un demone non muore.”
Per quale ragione-
“L’anima di un demone resta a vagare per sempre tra Terra e Inferno.”
Abbia tenuto duro fin’ora.
La voce di Neron si avvicina al suo orecchio e sussurra.
“Guarda la tua simile.”
Gli occhi vagano fino a Raven. È seduta davanti a quel tavolo, sta ascoltando una spiegazione di Cassandra.
Demone. Stai lontano da me. Questo ha detto la prima volta che l’ha incontrato.
Demone.
“Hai la minima idea di quante volte si sia trascinata in questa farsa?”
La demone si volta verso di loro e Edward indietreggia. Ha lo sguardo preoccupato e attento, come se avesse notato qualcosa, come se riuscisse a vederli. Neron però rimane immobile e continua: “Quante volte abbia cercato di emulare gli umani per poi ribellarsi a loro? Per poi tentare di ucciderli? Davvero vuoi diventare come lei, Edward?”
Demone. Stai lontano da me.
“Davvero vuoi diventare come lei?”
Demone. Stai lontano da me. Stai lontana da me.
“Ignorare ciò che sei per qualcosa di falso come gli umani?”
Vieni via con me, Eddie.
Te ne devi andare da lì.
Il fuoco sulla pelle. Nemmeno le fiamme dell’Inferno fanno tanto male come il fuoco che esplode nel blu.
“Davvero vuoi perdere per sempre?”
No.
Raven si alza di scatto, facendo sobbalzare tutti. Neron comincia a guardarla attentamente e Eddie si volta verso di lui, preoccupato, cercando di capire se abbia tutto sotto controllo. Raven continua a fissarli. Se si muovessero, Eddie è certo che li seguirebbe con lo sguardo.
“Raven?” uno dei ragazzi morti la guarda come se fosse pazza.
“È successo qualcosa?” domanda Beast Boy.
Sì, è successo qualcosa, la gente anche se muore torna, ma mai da lui, e lui non muore perché è un demone, e i demoni se ne stanno a vagare nel nulla tra Terra e Inferno.
Raven fa qualche passo avanti e questa volta Neron posa le mani sulle sue spalle perché non scappi via lontano. Continua ad osservarli, dio, ed è uno sguardo talmente penetrante.
“Non dovevi parlare male di lei.” Commenta Eddie, per smorzare l’atmosfera, per tenere sotto controllo la paura.
Ma Neron sorride: “Un demone che crede di poter essere altro non merita di meglio.”
Gli occhi azzurri si puntano su Neron, nemmeno lo avesse sentito. Si immobilizza, lo guarda male, malissimo, Eddie è sicuro che stia per attaccare. Dietro di lei cominciano ad agitarsi, qualcuno le passa una mano davanti agli occhi, ma lei lo scaccia via, continua a fissare Neron.
Poi abbassa lo sguardo.

Gli artigli di Neron lo tengono ben stretto al suo posto mentre Raven ricomincia ad avvicinarsi. Sono gli occhi, sono proprio gli occhi che sta osservando, lei. Forse sta cercando un pezzo di anima che non sia andato a male.
Deglutisce.
“Andiamo via.”
“Non può farti nulla.”
Ad un passo da loro, Raven sventola la mano davanti a sé, dove si trova Neron, come infastidita dal troppo fumo. Eddie lo sente svanire, lentamente, come se l’Inferno lo avesse trascinato via. Libero da Neron per qualche istante, percepisce con chiarezza il calore del sole. Poi lei fa scivolare la mano dove si trova la guancia di Eddie.
Stanno tutti osservando in silenzio.
Eddie ricambia lo sguardo di Raven e questa volta non ha paura, perché lei non gli farebbe mai del male. È solo un istante, ma percepisce la propria anima schiarirsi un po’.
Poi torna l’oscurità ad inghiottirlo e lui è già lontanissimo.

Rose ha osservato la scena con la pacata indifferenza di chi è abituato alle cose strane. Quando Raven si è alzata in quel modo, ha deciso di sfoderare le spade in previsione di un pericolo imminente - forse Raven ha percepito qualcosa, o è impazzita di nuovo.

Un’anima infernale che si schiarisce è una specie di miracolo, e Rose è una che i miracoli non se li fa scappare.

L’anima di Eddie si è schiarita e lei lo ha visto.
Si è materializzato in maniera talmente sfocata da sembrare un fantasma, un miraggio, come quando era la donna più sola del mondo e solo il ricordo di lui, della sua voce, sembrava farla star bene e ucciderla.
Lo ha visto, aveva gli occhi fissi su Raven e sembrava così perso.
È durato meno di un secondo e in quel lasso di tempo ha urlato il suo nome: “EDDIE!”, ma lui è già scomparso.
Si è lanciata al di là del tavolino, in sala, correndo verso Raven: “DOV’È?!”, mentre gli altri guardavano allibiti, senza capire. Ha puntato una spada verso Raven. “DOVE CAZZO È?!” si è avvicinata, il respiro di Raven che le colpisce il viso, i suoi occhi che la guardano senza paura o preoccupazione.
In colpa.
Si sente in colpa.
“DOVE-“
Cassie l’ha presa, e così Conner, di scatto, è riuscita a muovere appena la spada lasciando una scia di sangue sulla guancia di Raven, che non si è mossa.
“Eddie è morto, Rose, smettila.” Rose dà una gomitata a Cassandra, fregandosene se così facendo rischia di rompersi tutto il braccio: “Anche Conner, razza di puttana! E anche Bart! Dio, persino la tua stupida amichetta era morta ed è tornata! Qui c’era Eddie!”
Si volta verso la demone, disperata.
“L’HAI VISTO ANCHE TU, MALEDETTA!”
Raven abbassa lo sguardo.
Le domande cretine dei Titans cessano quando lei comincia a parlare.
“Era qui.”
Rose ha voglia di piangere e di ucciderla. Vuole una risposta completa, non dichiarazioni a metà. Non riesce a dirlo, non riesce a far uscire né parole né minacce, lascia che le proprie emozioni la raggiungano, spera che la facciano star male.
“Era qui, ed era Edward, ma non era solo. La sua anima… la sua anima è corrotta. È un demone, adesso. C’è una minima parte di lui umana, ma è troppo… è troppo poco perché riesca a resistere.” La voce di un demone sa di zolfo e peccati orrendi: “Lui-“ la voce di un demone sa di battaglie perse.
“Possiamo salvarlo. Abbiamo salvato tutti. Possiamo farlo tornare in vita.”
Ma poi Raven la guarda e capisce che non c’è speranza.
“I demoni non muoiono, Rose.”
“Dimmi dov’è.”
“… vagano tra la Terra… e…”
Rose scoppia a piangere.

La centrale elettrica è stata distrutta e questo ha causato qualcosa di grave, gravissimo.
La domanda non è tanto cosa sia successo, cosa abbia provocato, come sia possibile, no.
È facile capirlo quando il puzzle è così semplice.
L’aria pesta dell’Inferno diventa ancora più pesante e l’oscurità si tinge di una nuova tonalità di nero che Eddie non credeva possibile, non pensava esistesse tutto quel nero.
Le domande sono:
Perché è successo?
E
Chi è stato?

Questo potrebbe ucciderlo. Questo potrebbe fargli a pezzi l’anima.

Le tenebre si diradano piano piano, con una lentezza fastidiosa, il Male se la prende comoda quando deve abbandonare un ospite a se stesso. Non ha fretta, il Male.
L’anima rischiarita si ritrova davanti ad una strada soleggiata, il che è assurdo perché non esiste sole, dove Blue Devil sta parlando con alcuni membri della propria squadra.
Eddie osserva le spalle larghe, il modo in cui ride e sperpera pacche a chiunque gli si avvicini, il modo in cui lascia trasparire la propria felicità e la propria serenità.
Questo… questo non è giusto.
“Cosa ci ha fatto Raven?” domanda, per distrarsi, all’onnipresente Neron.
“Ha tentato di mandarmi via, di indebolire il nostro legame. Cosa vedi, Edward?”
“Ci è riuscita?”
“No. Cosa vedi, Edward?”
Concentrati sul blu. Crepaci.
“È felice.” Ammette: “Lo sono tutti.”
Nemmeno una statua? Andiamo, nemmeno una fottuta statua commemorativa? Poi ci si sorprende se la gente torna dalla morte incazzata coma una biscia, eh.
“Cosa vedi, Edward?”

Il problema di quando distruggi una centrale elettrica nel bel mezzo di un deserto della California è questo:

“Cosa vedi?”
“Un uomo felice.”
Neron sorride: “Non mentirmi.”

Il problema quando distruggi una centrale elettrica nel bel mezzo di un deserto della California è questo: potresti causare un’interruzione di corrente fra alcune torrette elettriche.

“Le riconosco sempre, le menzogne.”
“Perché nei sei il principe.”
“Cosa vedi, Edward?”

Il problema quando distruggi una centrale elettrica nel bel mezzo di un deserto della California è questo: potresti provocare un’interruzione di corrente fra alcune torrette elettriche. Inclusa una, una sola, in particolare, che causa un incidente specifico.

Se ne vanno tutti, sempre, e anche se tornano non tornano da lui.

L’incidente nello specifico ammazza l’unica persona al mondo che si sia presa cura di lui, l’unica che l’abbia protetto dalla bastardaggine dei suoi genitori, l’unica a volergli bene davvero, l’unica che è rimasta fino alla fine della propria vita, e se n’è andata non di sua scelta.

Sarebbe una bella sfiga se tutto fosse casuale, ma, ehi, l’ironia della sorte. La fregatura.
Vendere l’anima per diventare una star. In cambio, distruggi una centrale elettrica.
La centrale elettrica, e i fili, e l’elicottero.
L’elicottero che cade ed esplode.
La fiducia.

Di Blue Devil si fidava, ci ha scommesso l’anima su questo. E poi si scoprì che Blue Devil gli aveva ammazzato la zia. Ironia del cazzo.

Prova a serrare gli occhi ancora una volta, prova a ricordare quel “Vieni via con me.”, e vede solo Rose fare l’oca con qualcuno che non è lui.
Tenta di ricordare Danny, di ricordare una sua pacca sulla spalla o un suo complimento, e vede solo espressioni scure e vagamente infastidite dalla sua presenza.
Tenta di ricordare Zachary, e vede solo un ragazzino che gli ha voltato le spalle perché lo spettacolo deve continuare punto e basta.
La voragine infernale che lo attende, questo lo ricorda, il dolore delle fiamme e dell’oscurità che ti massacra, delle torture inflitte, dell’eterno dolore.
Eterno dolore per salvare loro, per tenerli al sicuro.

“Vedo uno che non se lo merita.”

Tenta di ricordare il vento e realizza che probabilmente non esiste nemmeno quello.

“Vedo uno che dovrebbe morire.”

Un’anima infernale che si rischiara è un miracolo, ma non è un miracolo che dura.

Quella cocciuta parte di lui resta accesa per un po’, più per testardaggine che per motivi reali.
“Posso cancellare tutto, Edward. Posso farti star bene.”
“Sei il principe delle menzogne.”
“Sono quello che le svela.”
Eddie apre gli occhi.
“Che ne sarà di me?”
“Diventerai il mio protetto. Sarai la mia arma in questo mondo, Edward.”
“Farò del male alle persone.”
“Sì. Ma non ti importerà.”
Pensa alla ragazza dai capelli bianchi. Si concentra su di lei.
E non gli interessa se soffrirà.
“Lasciati andare, Edward.”

Sorridono tutti. Sono tutti felici.
E allora perché non posso esserlo anch’io?

“Sì.”

Il nero lo avvolge, lo cattura, lo cambia e gli entra dentro in modo strano. Sente la forza aumentare, sente la propria percezione aumentare, sente il fuoco alimentato dall’odio e gli piace.
Sente una parte di sé morire lentamente, ma non importa.
Sente l’Inferno che lo accoglie non come condannato ma come proprio figlio.
Sente di farne parte, sente che nulla potrà cambiare questo.

Risorge sul tetto dello stesso edificio da cui hanno spiato Danny.
“Bene, Edward.”
Red Devil è un demone rosso dagli occhi furenti, senza la traccia di umanità negli occhi - si è semplicemente dissolta, l’umanità, come le lacrime.
Trema appena per lo spostamento secco dall’Inferno alla Terra, ma ci si abituerà.
“Hai fatto la scelta giusta.”
E realizza che Neron è il principe delle verità, perché non gliene frega più niente del vento.
Quindi, semplicemente, sorride.

Note a perdere:
- Mia moglie ha seguito la fanfic passo per passo, a quando le ho mandato la versione completa ci è rimasta ♥ si aspettava il lieto fine ♥ due anni di matrimonio e ancora ci spera!!! Non è bellissima questa donna?

!regalo, ♥ talpy, pg dc: eddie bloomberg, pg dc: rose wilson, pg dc: zachary zatara, pg dc: daniel cassidy, pg dc: marla bloom, pg dc: neron, fandom: dc comics, pg dc: rachel roth (raven)

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