venerdì mattina scazzato e sbilenco che nemmeno a diciassette anni.

ché poi a diciassette anni avevo i capelli e stavo su fino alle tre di mattina senza battere di ciglio. il che lascia quanto meno aperta la domanda su che diamine avessi da essere scazzato a diciassette anni.

martedì, dieci di mattina, e ho già capito che anche oggi non si combinerà una mazza ( Read more... )

aggiornamenti, che siamo nel duemilaventuno ed è già primavera (che fretta c'era, eccetera).

la scarsità di luce pomeridiana nel mio sottotetto si è fatta insopportabile. e dire che a ventitré anni sogghignavo come perfetto imbecille dei puntigli di Patrizia circa l'orientamento ideale delle finestre, quell'estate che cercava casa a Bologna ( Read more... )

Ho riletto un po' delle vecchie poesie, quelle degli anni liceali. Ciarpame, per la maggior parte ( Read more... )

intanto il mondo continua a girare, e chissà che spettacolo dev'essere, visto da su, oltre le mura fiammanti del cosmo ( Read more... )

primi di novembre, duemilaventi ( Read more... )

scoramenti di settembre. Pensavo ieri a come, in quasi vent'anni di pensiero più o meno aperto, non sia riuscito a lasciare davvero un segno nelle cose a cui tengo-non ho creato arte, né storia, né azione. Ora questi saranno anche giri di blues da lunedì mattina, però resta un fatto che dei meravigliosi anni bolognesi non resta che impressioni ( Read more... )

rientrato da poco: e mi atterrisce settembre col suo ronzio vieto, di giorni già visti ( Read more... )

«Bisogna abituare le persone al bello, perchè altrimenti la gente vive di brutture».

(amica di c.)

«Noi siamo convinti che il mondo, anche questo terribile intricato mondo di oggi, può essere conosciuto, interpretato, trasformato e messo al servizio dell'uomo, del suo benessere, della sua felicità. La lotta per questo obiettivo è una prova che può riempire degnamente una vita».

(e.b.)