[Critti/Fiffi] Storia d'amore con pan di stelle

Dec 29, 2009 21:59

Titolo: Storia d'amore con pan di stelle
Fandom: ... Fandom?
Pairing: Critti/Fiffi
Rating: NC-17
Conteggio parole: 2967 (W)
Prompt: RPF Fandom, Criticoni/Fiffi, "Facciamo una p0rn challenge insieme? Io mi spoglio e tu mi recensisci." @ P0rn Fest #3 (fanfic_italia)
Note: Sequel ideale e illecito di Storia d'amore con granella di nocciole di sarabakanashimi. Dedicata, in ordine sparso: alla Maour, al Papà, alla Ciamby, alla Zia, alle Zie. Giuro che il vero Critti è molto più figo dell'adorabile nerdoncino di questa fic ♥

Crescendo, Fiffi si è fatta una bella ragazzotta col culetto a mandolino e un davanzale interessante, ma a parte le sue madri nessuno se n’è davvero accorto, e si sa che l’occhio della madre non è attendibile. Con tutte le curve al posto giusto, gli occhi brillanti color Mary Sue e il frustino ben nascosto dietro una pila di DVD limited edition, Fiffi sa che potrebbe avere ai suoi piedi siti e mailing list ben più grandi e importanti di lei solo ancheggiando un po’ così, facendo un occhiolino qui, promettendo un festino cogestito lì, e pimpando in maniera seducente come sa fare lei. Ma la verità è che a Fiffi queste cose non interessano, perché ha troppo da fare per pensare a impuparsi e a lanciare occhiatine ardenti alle altre community. No, Fiffi gira vestita come un camionista e sa già ruttare meglio di Critti, cosa di cui va molto fiera; Fiffi tira su un fest in cinque minuti, scrive un romanzo in quattro parole e fa cento banner in un’ora con una mano sola (con l’altra mangia i pan di stelle), ma a trovarsi uno zerbino non ci pensa proprio. E poi non ha tempo, soprattutto adesso che è Natale.

Natale è il periodo più incasinato dell’anno. Casa è piena di Prompts che vanno e vengono come gli pare, che si listano nei posti sbagliati, che girano come svergognati con gli errori di battitura in bella vista, non sanno l’ordine alfabetico e danno fastidio a tutti: Mamma si sgola gridando loro di andare a morire nell’angolo giusto e quelli ogni tanto si incazzano pure. Sono personcine sgarbate, i Prompts. Fiffi è contenta che quest’anno li abbiano messi a dormire nella vecchia casa di Mamma, perché di notte fanno un sacco di casino. “Socializzano”. Fiffi ricorda ancora l’anno scorso, con tremilacinquecento Prompts che “socializzano” sotto il suo letto, dietro la sua collezione di manga, dentro il lavello della cucina, sopra la credenza coi biscottini avanzati dal Mad Tea Party, nella stanza della Zia, nel ripostiglio con le pinne fucile ed occhiali del TAM-SE. Quella volta hanno dovuto aprire tre stanze nuove per farli entrare tutti. Oh, è così contenta che quest’anno non stiano in casa con loro.

Fest a parte, Fiffi è un po’ seccata. Il Papà di Critti è sempre a casa loro, per ora, ma di Critti neanche l’ombra. Sì, è vero che l’ha nominata in una delle ultime news, ma non è la stessa cosa che venire a trovarla. Per il resto non ha fatto altro che starsene chiuso in casa e recensire recensire recensire per arrivare a cinquecento. Che se ne farà, poi, di cinquecento recensioni? Gli danno un premio? Fiffi ha provato a mandargli un’emaillina zuccherosa con un pan di stelle come esca, ma Critti non ha abboccato. Ha mangiato il biscotto e gliel’ha rispedita con un reply freddino: “Ottimo amalgama degli ingredienti. Originali e gustose le decorazioni a forma di stella. 8,5/10”.

È quasi gennaio quando Fiffi decide che ne ha avuto abbastanza, e fa un solenne giuramento sulla collezione di DVD del Takarazuka di Mamma: non permetterà a nessuno stupido sito di recensioni di continuare a ignorarla, non finché il sole brillerà nel cielo e Frank la Capra brucherà beato i pascoli celesti. Si toglie perciò la felpa trucida I ♥ LIVEJOURNAL, si infila risoluta nella doccia e si sgrassa da capo a piedi, si unge, si impomata e si profuma, si pettina perfino, mette su un vestitino secsi e lo nasconde sotto un vecchio cappottone sdrucito di Mamma (o forse è di Mamma). Infila le scarpe alte in una busta di plastica omaggio del Pimp Fest e mette ai piedi le solite cosacce grigio-lorde che sono sempre comode.

In cucina, le Mamme stanno prendendo il tè con la Zia e la Ciambellana. Fiffi distribuisce un bacio a ciascuna, volando sulle scarpette così consumate che scivolano sul pavimento come pattini, e prima che qualcuna possa rendersi conto che ha le scarpe da ginnastica sulle calze a rete lei è già uscita, con la busta di plastica che sbatacchia sulle gambe.

All’isolato prima di casa di Critti, Fiffi si toglie le scarpacce comode e si rassegna ai trampoli, ondeggiando come un equilibrista poco pratico sospeso su un fossato pieno di coccodrilli. Il Papà di Critti apre prima che abbia il tempo di suonare: ha la giacca addosso ed è voltato indietro.

“… uscendo, non cercare di entrare nel mio LJ quando non ci sono perché ti affogo nel tè, chiaro?” sta gridando, e poi la vede sulla soglia. “Fiffi! ♥” esclama. “Stavo proprio venendo da voi. Le Mamme sono in casa? Tanto conosco la strada.”

Sta nascondendo una busta dietro la schiena esattamente come Fiffi, e per un po’ si girano attorno cercando di nascondersele a vicenda, finché Fiffi finisce mezza dentro la casa e il Papà di Critti è ormai nel vialetto innevato. (Chissà perché, si chiede Fiffi, il quartiere di Critti è freddo e nevoso mentre a casa loro splende il sole.) Ma a Fiffi non interessa sapere cosa nasconde il Papà di Critti, e quando coglie un luccichio di pelame rosa intorno a una manetta decide che ne vuole sapere ancora meno.

“Ho portato, uhm, i biscotti a Critti” dice Fiffi, indicando vagamente la propria busta ma in modo che non se ne intraveda il fetido contenuto.

“Brava, brava. Vai, Critti è di sopra. Stava facendo una news, credo. Sìsì.”

“Oh, bene. Bello. Vado. Ciao ciao, eh.”

Si defilano ognuno nella propria direzione con aria furtiva. Appena entrata in casa, Fiffi molla il pacco sotto un tavolino, il cappotto sull’attaccapanni, e contempla sconfortata la lunghissima scala prima di decidere che la farà a piedi scalzi, sì, solo per non far rumore, e si rimetterà le scarpe una volta arrivata in cima. Poi raggiungerà Critti curvo sulla tastiera, le spalle voltate alla porta, e gli allungherà le braccia intorno al collo e gli dirà con voce suadente all’orecchio: “Scommetto che non mi stavi aspettando”, e a quel punto Critti non potrà più ignorarla.

Ma non puoi diventare una community di successo senza prima imparare una o due lezioni dalla vita, e una di queste è che un piano, sia esso un Fest, un Prompt Estemporaneo o una svendita di banner usati, non sempre va come vorresti.

“Fiffi? Che ci fai qui?”

Beccata con le scarpe in mano come una ladra, Fiffi lo guarda da sotto in su da metà della scala, avvampando. “Avevo… uhm… bisogno di… di aiuto con… con uno… con uno… script, ecco! Perché tu sei più bravo di me col java e il php e… cose, no” farfuglia. “Allora mi sono detta…”

“Uno script per cosa?” chiede Critti, e già le ha voltato le spalle e sta tornando nella sua stanza, lo stronzo, la cosaccia fitusa, e Fiffi arriccia il naso ma non dice niente: è figlia delle sue madri, e non si è scomodata tanto per scomporsi alla prima difficoltà.

“Lascia stare, non mi serve più. Senti…” dice seguendolo nella stanza. Butta le scarpe sul letto e non ci pensa più, è tanto meglio stare a piedi scalzi, dopotutto. “Ti va se andiamo a mangiare qualcosa alla rosticceria qua sotto? Fanno gli arancini alla nutella.”

Critti spinge gli occhiali sul naso e la guarda perplesso. Sullo schermo c’è una pagina bianca e rossa, e un form con qualche riga di testo inserita.

“Ora non posso” dice lui, indicando dietro di sé. Poi si illumina tutto, all’improvviso, come un albero di Natale quando attacchi la spina. “Te l’ho detto che siamo arrivati a cinquecentonove recensioni? E mancano ancora quattro giorni! Se tutto va bene potremmo arrivare a cinquecentoventi prima della fine dell’anno!”

“Ah” risponde lei, sgonfiandosi. “Bello.”

“Stavo facendo la news. Devo pure aggiornare la home. Per ora mio Papà e le Zie sono sempre a casa vostra e devo fare tutto da solo.”

Fiffi agguanta la sedia con le rotelle e ci si lascia cadere sopra con un tonfo, accavallando distrattamente le gambe. Fallimento su tutta la linea: quando Critti comincia a parlare di news e di homepage, non c’è più niente da fare. Si gratta un ginocchio, perché le calze prudono.

“E quindi ora ti metti a girare con un bollino CINQUECENTO attaccato in fronte?”

Critti corruga la fronte. “Non ci avevo pensato. Dici che dovrei?”

Fiffi scuote la testa. “Le mie Mamme mi hanno appiccicato una cosa qui per il Fest.” Si tocca il petto, sulla destra, con lentezza pigra più che maliziosa, ma il gesto sembra catalizzare l’attenzione di Critti per un secondo e perciò lo prolunga di qualche istante. Forse forse non è tutto perduto, si dice cautamente. “Prude un sacco, ma per ora non la posso levare, ed è una gran seccatura. Quindi non te lo consiglio.”

Critti va per un po’ con lo sguardo da lei allo schermo. Forse sta pensando di tornare alla sua news, ma la sedia è stata rapita e non ce ne sono altre nella stanza, e battere alla tastiera piegato in avanti è una cosa da cretino. Alla fine si appoggia indietro contro il piano del tavolo, con aria imbarazzata.

“E così” dice, di quelle cose che si dicono tanto per dire.

“Eh già” gli fa eco Fiffi. Libera l’alluce dalla stretta feroce di una maglia delle calze e fa scivolare una gamba sull’altra in un lento fruscio di pelle su pelle. Col piede a terra muove avanti e indietro la sedia, in piccoli rollii controllati.

“Vuoi vedere la cosa che mi ha appiccicato mia Mamma?” chiede Fiffi, giocherellando con la scollatura ricamata dell’abitino.

“Sì? Ah, sì. Perché no” fa Critti.

“Ti devi avvicinare, è piccolo.”

Critti si scolla con qualche esitazione dal bordo del tavolo, e intanto Fiffi ha afferrato una spalla dell’abito con l’altra mano e l’ha tirata giù di un bel pezzo, scoprendo la rotondità pienotta sostenuta dal reggiseno. Critti deglutisce.

“Qui, vedi?” dice Fiffi, indicando un quadratino non molto grande proprio sopra il seno, come un tatuaggio. Si distinguono un piccolo banner bianco e rosa, quattro link e una barra dei progressi colorata in rosso per un terzo. 35% done!, dice gioiosamente l’iscrizione sottostante.

Per un po’ Critti la guarda senza parlare, poi si lecca le labbra. “Sono cliccabili?” chiede piano.

“Ohhh, sì” risponde Fiffi. “Per questo prude.”

“Ah.”

“Già.”

Critti sembra esitare per un attimo, solleva una mano come per toccarla ma in ultimo non lo fa, e torna indietro al solito, amico bordo del tavolo. Fiffi sbuffa interiormente, ma non si dà per vinta. Senza dare nell’occhio, fa scorrere la sedia un po’ più avanti, lasciando la scollatura esattamente dov’è - anzi, se possibile, aprendola ancora un pochino.

“L’hai visto il mio nuovo script in php?”

“Ah, sì. Molto carino.”

“Comodo, no?”

“Molto.”

“Aha.”

“Sì.”

“Senti…” ricomincia Fiffi, alzando gli occhi al cielo e disperando per un istante. “Ci pensavo oggi, con il casino del Fest e tutto…”

“Sì?” la incita Critti, contemplando con vaga perplessità il piedino di Fiffi che si inerpica lento sulla sua caviglia.

“Perché non facciamo una p0rn challenge insieme?” miagola Fiffi, risalendo fino al ginocchio. “Io mi spoglio” mormora, accarezzando la rotula con le dita del piede, “e tu mi recensisci."

“B-be’” ribatte Critti. Cerca di arretrare ma non c’è spazio, e intanto Fiffi ha tirato la sedia sempre più vicina, cosicché adesso può agevolmente appoggiargli la pianta sulla coscia e accarezzargli il cavallo dei pantaloni con le dita del piede, lasciandolo scorrere dolcemente su e giù.

“Si potrebbe fare…” dice Critti, spingendo su gli occhiali che pencolano dalla punta del naso. “Pensavi a un… periodo in particolare?”

“Oh, non lo so…” risponde Fiffi, facendo le fusa. Disegna con l’alluce la cerniera del jeans, una perfetta linea retta, e poi quella meno perfetta e più corposa al di sotto, soffermandosi a chiudere le dita del piedino come il bocciolo di un fiore intorno all’estremità intuibile sotto la stoffa. “Magari facciamo una prova…? Adesso…? Così abbiamo un’idea di quanto tempo ci vuole.”

“Adesso? Ma…” Critti si volta un istante verso lo schermo, al lavoro lasciato a metà, ma Fiffi si sfila con destrezza la calza e gliela lancia sulla spalla, recuperando la sua piena attenzione. Butta l’altra gamba al di là del bracciolo della sedia, e il vestito si arriccia docilmente intorno alle anche, lasciando scoperto il biancore delle cosce e quello più fitto delle mutandine.

“Non vuoi mai giocare con me” borbotta Fiffi, imbronciata. “È da quella volta al Bridge che non mi cerchi più.”

“Ma no…” si giustifica Critti, prendendo il piede di Fiffi tra le mani per fermarne il movimento. “È che…”

“Non è che ti sei messo con quella puttana di DLQ? Quello lo dà a tutti, basta che siano un pochino famosi.”

“Ma che dici! DLQ è praticamente mio fratello” mormora Critti, imbarazzato.

“Fratellastro” precisa Fiffi.

“Sì, comunque.”

“O forse è SIP?”

A dispetto delle parole taglienti, Fiffi non sembra per niente arrabbiata. Ha lasciato scivolare due dita contro la stoffa delle mutandine e si accarezza pigra, in piccoli circoli, allargando pian piano la macchiolina di umidità.

“SIP è la sorella di DLQ” ribatte Critti, con logica.

“Sorellastra, quindi.”

Forse per tenere le mani impegnate, forse perché il gioco è diventato interessante, Critti ha preso a massaggiare lentamente il piedino di Fiffi, e a Fiffi non dispiace affatto, unito al calore crescente tra le gambe e alle costanti vampate che le vengono dal Fest. Una parte di lei sa sempre cosa sta accadendo, lo avverte con un formicolio alla pancia. L’ultima che hanno postato, poi, era proprio… Sospira, cedendo alla tentazione di spostare di lato la stoffa con la punta del dito e andare direttamente alla fonte del calore.

“Questo Fest è una cosa tremenda” confessa, tutta rossa in viso. “Mi vengono in mente cose…”

“Forse dovrei prendere appunti” medita Critti. “Per la recensione.”

“A mente, fai a mente.” Fiffi tira giù il piede e si alza di scatto dalla sedia, sfilandosi le mutandine in mezzo alla stanza e gettandole sul pavimento. Il vestito è calato fino a metà della coscia, potere della gravità, ma Fiffi trascina la zip dall’ascella al fianco in un lungo, risoluto ronzio e ne esce fuori col solo reggiseno rosso fiammante, come il ripieno dalla pancia di un calzone pomodoro e mozzarella.

“Lo facciamo questo NC-17?” gli mugola all’orecchio, strofinandosi contro il jeans gonfio che lesta allenta di un bottone, e subito dopo tira giù la cerniera.

“E se viene solo R?” domanda Critti, prendendo nelle mani i due mandolini gemelli.

“Ci vorrà un secondo round” risponde lei. “Dobbiamo dare il buon esempio.”

In un secondo sono sul letto, le scarpe col tacco calciate via senza grazia, gli occhiali di Critti persi per sempre, e i jeans prendono il volo come una coppia di gabbiani siamesi dal piumaggio innaturale. “Toccami qui” dice Fiffi, aggrappata con passione alle sue spalle, “la pagina delle Tags.” Appoggia la mano sopra la sua, facendosi massaggiare un seno. “E l’Help” continua, ripetendo il movimento dall’altra parte. “Mmmmsì, mi piace così…”

“E la Masterlist?” domanda Critti, svincolando una mano dalla presa morbida di Fiffi, e intanto le mordicchia il lobo dell’orecchio, bisbigliandole dolci oscenità in HTML.

“Più giù” sospira Fiffi, seguendo a occhi chiusi lo scivolare delle dita tra i suoi seni (Festival del Cocomero)… sul suo stomaco (Chocolate Trilogy)… sull’ombelico (Original Fest)… sul monte di Venere (Fluffathlon, nella morbidezza), e sentendole infine approdare sulla pagina delle Regole del Fest, piccola e dura per le continue carezze e i commenti, vicina, vicinissima alla…

Fiffi mugola e si contrae attorno alle dita di Critti, che sembra aver messo da parte qualsiasi pensiero che non la riguardi, lei e la sua Masterlist nel rigoglio di umori caldi che lo risucchiano verso l’interno, che lo invitano a farsi strada con facilità tra i caratteri grondanti e i link già ordinati, una minoranza rispetto a tutto quello che lo circonda e lo assalta col suo calore.

Fiffi sa che adesso Critti ha un’idea molto più precisa di come si senta lei, di come si senta ogni anno, e forse sa anche che questo è il peggiore di tutti, o lo intuisce, perché lei gli mette fretta in una maniera che non le è solita, calmi e pacati come sono di solito entrambi, dotati della buona pazienza dei lettori. Ma ormai è quasi gennaio e Fiffi non ne può più di aspettare, non mentre infiniti personaggi si accoppiano infinitamente nella sua pancia, ed è con un mugolio di piacere a lungo trattenuto che lo accoglie dentro di sé, nel cuore palpitante di tutte le sensazioni.

*
Più tardi si accoccolano soddisfatti l’uno contro l’altra, sgranocchiando i pan di stelle superstiti che Critti ha recuperato dalla cucina, dono di Fiffi per le trecentomila visite. È l’unico vizio che hanno: nessuno dei due fuma, perché ingrigirebbe i loro bei layout bianco brillante. Sbriciolano tutto sul letto ma non gli importa, tanto a pulire ci pensa Papà.

“È mia cugina Fiff100?”

“Fiffi, per l’ultima volta” sbotta Critti, la bocca piena di biscotto masticato. “Non mi sono visto con nessuno. Ho avuto un sacco di lavoro da fare. Ho fatto Autunno, e la Combola, e c’è la Scalata, e Papà mi ha chiesto di dargli una mano per dare la pappa a Effedippì e non ho avuto un momento.”

Fiffi ci pensa un secondo. “Figli di puttana?”

“… gliel’avevo detto che non era un bel nome” sospira Critti, ributtandosi sul cuscino.

“Però potevi mandarmi un PM piccino piccino” brontola Fiffi, punzecchiandogli una guancia con un dito sporco di briciole al cioccolato. “Anche un tivvibbì.”

Critti le accarezza i capelli e la cosciotta tornita, tirandola più vicina. “Te lo mando appena torni a casa. Promesso. Non senti freddo?”

La abbraccia tutta con la scusa di coprirla col piumone, e finiscono con lo scambiarsi un bacio al sapore di burro e cioccolato, tra i granellini morbidi che si sciolgono sulla lingua.

fic, fic: fiffi, language: italian, challenge: p0rn fest, pairing: critti/fiffi

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