Cavalcando un lupo

May 07, 2016 21:13

Titolo: Cavalcando un lupo
Rating: Rosso
Genere: Erotico, Generale
Personaggi: Jaina Proudmoore, Snowsong, Thrall
Wordcount: 3329 (fiumidiparole)
Prompt: Set Monochrome / #2. Thrall & Jaina @ mmom_italia + Preliminari per la Foreplay Week #1 @ maridichallenge
Timeline: ambientata tra le espansioni "Wrath of the Lich King" e "Cataclysm".
Note: Handjob, Het, Lemon, What if?
All'improvviso Snowsong latrò rivolgendo il muso al cielo, facendo sobbalzare non solo l'Umana ma anche il suo padrone.
«Snowsong, cosa c'è che non...?» fece per chiedere Thrall, incuriosito dallo strano comportamento della sua compagna, ma si bloccò vedendo che la lupa adesso aveva il muso premuto contro il cavallo dei pantaloni della maga. Stava annusando qualcosa e non sembrava intenzionata a rivolgere altrove le sue attenzioni.

Thrall aveva dato disposizioni affinché il suo sciamano si occupasse delle mansioni burocratiche nelle ore in cui si sarebbe allontanato da Orgrimmar per andare a fare una cavalcata nelle Savane Settentrionali con Snowsong. Aveva respinto tutte le repliche opposte dai suoi consiglieri con fervore, a cominciare dalla richiesta che andasse con i Kor'kron al seguito.
Voleva passare un po' di tempo da solo con la sua lupa e lontano dalle faccende da Capoguerra, che negli ultimi giorni si erano fatte decisamente asfissianti.
Si era infilato nell'armatura di Orgrim ed aveva allacciato sulla schiena il martello da guerra che il precedente Capoguerra gli aveva donato, quindi era uscito dal Mastio Grommash insieme al suo sciamano per essere investito appena oltre la soglia da una massa di pelo bianco e muscoli.
Snowsong sembrava felice e ansiosa per la passeggiata che avevano in programma per la restante parte della giornata.
Thrall incassò l'assalto spostandosi indietro solo di un paio di passi. Il peso del metallo che lo ricopriva, unito al suo, era più che sufficiente per resistere all'entusiasmo della sua lupa. Se fosse caduto il difficile sarebbe stato rialzarsi in piedi dato l'ingombro dell'armatura.
Accarezzò il suo destriero e lo riportò in basso, gentilmente, coccolandolo con carezze sul collo.
A quel punto gli salì in groppa. Nonostante l'armatura, il movimento fu piuttosto agile. Era avvezzo a fare quel gesto e in battaglia aveva cavalcato Snowsong molte più volte di quante riuscisse a ricordarne probabilmente.
La lupa lo lasciò salire, per niente contrariata dal grosso peso di cui si era appena fatta carico.
Thrall si aggrappò al suo pelo folto senza stringere troppo.
«Stai attento» l'ammonì bonariamente lo sciamano.
«Lo farò» rispose il Capoguerra; dopodiché incitò Snowsong a partire.
La lupa partì rapida per l'ingresso sud di Orgrimmar e in poco tempo i due si ritrovarono immersi nell'arido e inospitale terreno brullo di Durotar. Il terreno rosso si levava in nuvole di polvere secca e calda sotto le zampe della sua compagna e Thrall socchiuse gli occhi per evitare di esserne accecato.
L'Orco si sentì libero. Era una sensazione che sarebbe stata solo temporanea ma che aveva la capacità di risollevargli l'umore come poche altre cose.
Percorse Durotar fino ad un villaggio non troppo lontano; lo attraversò e si diresse verso il fiume appena oltre i suoi confini.
Per Snowsong guadarlo fu un estremamente facile: grossa com'era, arrivava a toccare con le zampe il fondo e la testa sporgeva fuori dall'acqua, permettendole di respirare senza problemi. Thrall finì col bagnarsi solo fino poco sopra le ginocchia.
Una volta dall'altro lato il paesaggio cambiò, anche se non eccessivamente: la terra non era più rossa e ciuffetti d'erba spuntavano qua e là.
Le Savane Settentrionali erano un posto simile a Durotar sotto molti aspetti.
Le guardie all'ingresso lo salutarono con classico fare marziale riservato a chi ricopriva un ruolo importante come il suo.
Thrall ricambiò mentre spronava Snowsong ad accelerare: non era lontano dalla sua destinazione.
Prese la strada che conduceva al Crocevia, uno dei centri nevralgici del commercio attraverso le Savane.
Poteva sentire la gioia di Snowsong nel correre libera per le distese attraverso il semplice contatto fisico tra di loro.
Arrivati in prossimità del Crocevia, l'Orco impose alla sua cavalcatura un andamento più lento e cominciò a guardarsi intorno: vicino al villaggio si trovava una zona in cui l'erba era più alta e poteva facilmente funzionare da nascondiglio. Dalla sua postazione poteva scorgere diverse Zevre intente a pascolare l'erba inaridita e alcuni Zampalesta glabri. Probabilmente là in mezzo c'erano anche dei predatori, più bassi e quindi meglio mimetizzati.
All'improvviso dall'erba si erse una figura minuta avvolta in un mantello di pelle marrone.
Snowsong si fermò di colpo, voltandosi a ringhiare verso lo sconosciuto. Thrall rischiò di scivolarle sul collo, ma si tenne stretto al pelo e riuscì all'ultimo a mantenere la posizione.
«Buona, Snowsong. Non è cattiva...» cercò di rassicurarla l'Orco, accarezzandole il capo «Ciao, Jaina» disse poi, rivolto alla persona avvolta nel mantello.
Questa calò il cappuccio, rivelando una chioma bionda, pelle rosata e occhi verdi che brillavano divertiti.
«Salve, Thrall. Non pensavo di riuscire a spaventare la tua lupa» ammise l'Umana, accostandosi di poco: l'animale aveva smesso di ringhiare ma continuava a rivolgerle un gelido cipiglio diffidente.
«Non preoccuparti, non l'hai spaventata. È solo abituata a percepire l'odore degli Umani come una minaccia» rispose Thrall.
«Spero tu l'abbia informata che non voglio farvi del male» disse Jaina.
L'Orco abbozzò un'espressione di scuse mentre rispondeva: «In realtà non ne ho avuto il tempo».
Thrall si spostò più indietro sul dorso di Snowsong per lasciarle spazio sufficiente a salirle in groppa e le porse la mano per aiutarla.
L'Umana sospirò mentre accettava il suo aiuto e si avvicinava lentamente.
«Cercherò di fare piano» promise.
La lupa non si trovava molto a suo agio vicina a Jaina e si agitava sotto il suo padrone, il quale per contro cercava di tranquillizzarla mentre la maga superava la distanza residua.
Thrall la issò dinanzi a sé una volta che fu sotto di lui, ponendola seduta a cavallo della schiena della lupa.
Jaina era abituata a cavalcare all'amazzone sul dorso dei cavalli e pertanto pensava che avrebbe cavalcato così anche la lupa di Thrall; tuttavia, scoprì con sorpresa che Snowsong era molto più comoda di un cavallo. Lo strato di pelo era morbido anche attraverso i vestiti.
Prima che la cavalcatura avesse di che ridire riguardo l'inconsueto fardello sulla sua schiena, Thrall la spronò a ripartire.
Jaina, colta di sorpresa, finì contro il largo petto corazzato dell'Orco.
«Devi aggrapparti al pelo. Non le farai male» le spiegò il Capoguerra con tono paziente, come se stesse spiegando una cosa elementare ad un bambino.
L'Umana soppesò il suggerimento per qualche istante, poi si appoggiò meglio contro il suo torace.
«Preferisco stare così. È molto più comodo» ammise, un sorrisetto ad incresparle le labbra.
Thrall grugnì leggermente, un po' a disagio, ma non la allontanò da sé. Le sollevò solamente il cappuccio per mascherare la sua identità mentre costeggiavano il Crocevia.
Una volta superato quello, Thrall lanciò in corsa Snowsong verso la parte più interna e selvaggia delle Savane Settentrionali.
A quel punto per Jaina la vicinanza del massiccio corpo dell'Orco divenne decisamente problematica, dato che il movimento della cavalcatura non faceva che sbatterla contro la pettiera di ferro scuro. Il mantello e i suoi indumenti leggeri non erano adatti ad attutire un simile impatto, per cui presto si raddrizzò e si mantenne in posizione stringendo il pelo della bestia bianca.
Thrall pensò che fosse colpa sua per l'improvviso cambiamento di posizione. Forse sporgersi indietro su una lupa in corsa non era poi il massimo della comodità; tuttavia gli piaceva averla vicina a sé. Si portò leggermente in avanti, fino a cingere con le cosce i suoi glutei e le sue gambe. Tenne fermamente dritto il busto, offrendo così un solido appoggio alla sua compagna che sperava fosse migliore del precedente.
Jaina dal canto suo aveva altre problematiche di cui avvedersi: il movimento della lupa sotto di lei le stava provocando effetti che definire solo imbarazzanti era eufemistico. Era probabilmente colpa anche del possente corpo dell'Orco seduto proprio dietro di lei, che riusciva ad emanare un certo grado di calore anche attraverso la spessa corazza; ciononostante, non poteva semplicemente dirgli di allontanarsi perché si sentiva umida. Di certo non sarebbe stata una cosa normale.
«Uhm... Thrall? Dove stiamo andando?» chiese ad un certo punto, desiderosa di sapere se avevano una meta o se prima o poi avrebbe dovuto ingegnarsi nel trovare una scusa per fermarsi.
«Siamo quasi arrivati... guarda laggiù» le rispose l'Orco, chinandosi su di lei perché lo sentisse bene e allo stesso tempo indicandole con un braccio un punto preciso.
Jaina seguì la direzione indicata e vide che in lontananza, poco distante dal sentiero che stavano seguendo, si intravedeva una macchia di vegetazione.
Alla maga non occorrevano spiegazioni in merito a cosa fosse: sapeva delle Oasi sparse per le Savane.
Assentì col capo e rimase in attesa del raggiungimento della loro destinazione. Il suo disagio cresceva ma lei non ne fece parola con Thrall. Voleva scendere al più presto e l'unico modo che aveva per farlo era arrivare quanto prima all'Oasi.
In prossimità di essa, l'Orco fece uscire Snowsong dal sentiero. A quel punto fu questione di pochi altri minuti per arrivare.
Thrall fece arrestare la lupa e con un moto di sollievo Jaina scese a terra.
Il Capoguerra ebbe appena il tempo di fare altrettanto prima che Snowsong puntasse verso la maga. Le annusò il viso e il corpo, scendendo sempre più in basso. Jaina non osò muoversi per timore che la bestia potesse reagire in maniera aggressiva.
All'improvviso Snowsong latrò rivolgendo il muso al cielo, facendo sobbalzare non solo l'Umana ma anche il suo padrone.
«Snowsong, cosa c'è che non...?» fece per chiedere Thrall, incuriosito dallo strano comportamento della sua compagna, ma si bloccò vedendo che la lupa adesso aveva il muso premuto contro il cavallo dei pantaloni della maga. Stava annusando qualcosa e non sembrava intenzionata a rivolgere altrove le sue attenzioni.
Jaina arrossì nel sentire il muso dell'animale premerle nel piccolo buco tra le sue cosce e d'istinto si portò là una mano per precludere l'accesso. La lupa reagì leccandole il dorso della mano - spingendo la proprietaria a toglierla - e poi continuando ad infilarle il muso tra le cosce.
Thrall non sapeva se ridere o meno: Snowsong non si era mai comportata così con le femmine di Orco. Era la prima volta che manifestava un simile perverso interesse.
Decise di intervenire prima che la situazione divenisse ancor più delicata e imbarazzante.
Si inginocchiò vicino alla sua lupa e la strattonò a sé, distogliendola con la forza dal corpo di Jaina.
«Su, Snowsong... da brava vai a caccia...» la esortò, voltandola verso un punto al margine tra la rigogliosa vegetazione e l'arido terreno delle Savane. Là si vedeva quello che a tutti gli effetti era un Centauro che passeggiava tranquillo scrutando l'ostile paesaggio circostante con in mano una lancia. Era chiaro che stesse facendo la guardia.
Thrall sapeva che nei dintorni delle Oasi si erano radunati accampamenti di Centauri ed era quello uno dei motivi per cui era uscito armato - oltre alle pressanti insistenze dei suoi consiglieri e del suo sciamano, evidentemente non soddisfatti dall'aggressività della sua cavalcatura.
Quest'ultima puntò la preda ed assunse una posa aggressiva prima che Thrall la lasciasse andare liberamente incontro al suo nemico.
I Centauri erano bravi ad usare le lance, ma le loro armi erano rudimentali e gli strumenti di cui la Natura aveva dotato Snowsong erano perfettamente in grado di tenerla al sicuro.
Non appena la lupa si fu allontanata, l'Orco si accostò a Jaina e disse: «Mi dispiace per il suo comportamento. Non è mai stata così curiosa... non so cosa le sia preso».
La maga gli rivolse un sorriso imbarazzato mentre allungava una mano verso la sua.
«Andiamo a sederci?» chiese.
L'altro le strinse debolmente la mano in un muto cenno d'assenso e la condusse sul prato, attraverso ciuffi d'erba troppo cresciuti e funghi tanto grossi da poter essere usati come panchine fino ad un paio di palme che creavano una zona d'ombra piuttosto appartata.
Jaina si slacciò il mantello e lo distese sull'erba, così da non macchiarsi gli abiti - bianchi e viola - di verde. Thrall si tolse il martello dalla schiena e lo appoggiò non troppo lontano, quindi si sedette di fianco all'Umana, cingendole il busto con un braccio e sistemandosi in maniera tale che potesse appoggiarsi sul suo petto se l'avesse desiderato.
La maga rimase ad una certa distanza, ancora un po' a disagio.
«Spero che ti piaccia il posto...» disse Thrall, rompendo il silenzio che si era insinuato tra di loro.
Jaina trovò tenero il suo tentativo di distrarla dall'imbarazzante incidente, però lei non riusciva a farlo. L'Orco non sapeva che cosa le era capitato e molto probabilmente non lo immaginava nemmeno. Per quanto le sarebbe piaciuto fingere che fosse tutto normale, non sarebbe riuscita a rimanere in quelle condizioni fino al termine dell'appuntamento.
Doveva chiedere l'aiuto di Thrall. Lui sarebbe stato senz'altro felice di darle una mano col suo problema.
Un po' esitante si appoggiò contro il suo petto e disse: «Riguardo quello che è accaduto poco fa con Snowsong...».
«Non dobbiamo parlarne per forza, è stato di sicuro un incidente» rispose il Capoguerra precipitosamente, ansioso di rassicurarla in merito. Non voleva che l'episodio pregiudicasse l'esito del loro appuntamento.
L'altra scosse il capo e riprese: «La tua lupa ha sentito... ehm... l'odore».
L'Orco assunse un cipiglio inizialmente stranito che poi si tramutò in uno di consapevolezza.
«Sei eccitata? Vuoi...?»
«Sì» tagliò corto Jaina, inginocchiandosi e sporgendosi verso il suo viso.
Il suo bacio nascondeva una richiesta che Thrall comprese fin troppo bene. L'Orco la guidò di nuovo seduta vicino a lui senza staccare la bocca dalla sua. Le sue mani andarono subito alla cintura della sua partner, slacciandola con disinvoltura. Era un gesto che era avvezzo a fare.
Jaina si sollevò leggermente aggrappandosi al suo robusto collo per permettergli di abbassarle i pantaloni quel tanto necessario a dargli accesso alle sue zone più intime.
La mano del Capoguerra scivolò tra le sue cosce e i grossi polpastrelli verdi dell'indice e del medio l'accarezzarono tra i lembi cutanei, dove sapeva essere più sensibile. Era davvero eccitata.
Jaina si inarcò leggermente all'indietro, appoggiando il capo contro uno degli alberi per non cadere.
Un mugolio le sfuggì senza che lei potesse far niente per trattenersi. D'altro canto, non aveva niente da temere là: erano talmente lontani da tutto e tutti che nessuno avrebbe potuto vederli o sentirla. Niente rischio di essere scoperti e nessuno scandalo.
«Jaina...» le sussurrò l'Orco all'orecchio «Ti piace così?» chiese, soffermando l'indice sul suo clitoride.
La maga ansimò pesantemente e si sollevò di scatto, come se volesse raddrizzarsi.
«Ah! S-sì...» gemette, abbandonandosi di nuovo contro l'albero, allargando ancora un po' le gambe.
Thrall infilò l'altra mano da sotto le sue gambe e lasciò scivolare l'indice dentro di lei approfittando dell'abbondante lubrificazione.
Jaina ansimò di nuovo, più forte. Le stava piacendo e finalmente l'umidità che tanto le dava fastidio si stava rivelando utile a qualcosa.
Le occorsero pochi altri minuti prima di venire. Thrall sentì i suoi umori riversarsi copiosi sulle sue mani e non riuscì ad esimersi dal portarsene una alle labbra e leccarne un po', assaporandoli con piacere.
Adesso si sentiva su di giri anche lui, senz'altro per merito delle sue manifestazioni sonore di piacere oltre che per quell'assaggio. Voleva darle ancora soddisfazioni ed averne un po' in cambio. Di certo Jaina non sarebbe stata contraria.
«Puoi darmi una mano a togliere l'armatura...?» chiese a mezza voce, rimuovendo l'indice da dentro di lei.
Un grugnito di insoddisfazione si levò dalla sua compagna, che si rimise seduta con un movimento stizzito.
«Potevi mettere qualcosa di meno impegnativo da rimuovere» commentò «Su, vieni qui...».
Thrall le si avvicinò abbastanza da permetterle di slacciare le cinghie che gli fermavano la corazza sul corpo.
«Quello che nasconde ti ripagherà di questa logorante attesa...» le promise l'Orco mentre posava da parte l'ampia pettiera, rivelando agli occhi dell'Umana il robusto torace verde solcato dalle strie dei muscoli tonici e allenati.
Jaina abbozzò un sorriso.
«Immagino...».
Con mani svelte gli slacciò le altre cinghie, depositando un pezzo dopo l'altro sul prato d'intorno a loro, quindi fu il suo turno di togliersi le vesti.
Thrall fu ben felice di aiutarla e lei rimosse le costrizioni con un moto di sollievo. Aveva bisogno di più libertà, non solo nei movimenti.
Una volta che furono ambedue nudi, Jaina fece la prima mossa e balzò rapida a cavallo dell'Orco, issandosi sulle sue cosce. Il suo pene duro svettava ben dritto dinanzi a lei, appoggiato lievemente contro il suo corpo.
Con una mano la maga lo accarezzò affettuosamente, sfiorandolo appena con i polpastrelli.
Thrall sospirò pesantemente a quel contatto, socchiudendo le palpebre.
Dopo la sua compagna si mosse lentamente, posizionandosi proprio sopra il pene dell'Orco e sfregandovi contro le sue pieghe cutanee ricoperte di umori.
«La vuoi?» domandò smaliziata la maga, gli occhi accesi di lussuria.
Thrall si ritrovò ad ansimare per il desiderio, riuscendo solo a grugnire e annuire con il capo.
L'Umana desiderava al pari di lui la penetrazione. La sua erezione era così accattivante in quel frangente.
Si costrinse a contenere l'entusiasmo e si spostò più su, bagnando il bassoventre del suo compagno.
Doveva agire con calma e gustarsi il momento sino in fondo.
Tornò a muoversi verso il basso, sollevandosi leggermente dal corpo dell'Orco per poter levare la sua erezione e guidarla dentro di lei. Farlo alla cieca non era così facile ma lo faceva spesso abbastanza da averci preso un po' la mano. Non faticò così tanto.
Thrall si godette il momento gemendo con voce roca, muovendosi di quando in quando.
Avvertì la cima della sua erezione che si faceva strada, circondata dal tiepido abbraccio delle carni lubrificate della sua partner. Cercò di aiutarla a farlo entrare tutto ma Jaina dopo poco si irrigidì e lanciò un grido di dolore ed allarme insieme.
Thrall la guardò, scoprendo sul suo volto una smorfia di sofferenza, poi la piacevole sensazione bassoventrale cessò e Jaina tornò a sedersi sul mantello. Pareva provata.
L'Orco si mise seduto subito, passandole gentilmente una mano sul braccio.
«Non sei ancora pronta?» chiese.
«Credevo di esserlo» ammise lei a disagio.
L'altro le sorrise, cercando così di consolarla.
«Lascia che ti prepari io» esclamò l'Orco, guidandola di nuovo verso l'albero.
La maga si lasciò condurre senza rispondere, acconsentendo tacitamente alla sua richiesta.
Si sedette, abbandonandosi contro il tronco, allargando un poco le gambe. L'Orco si mise accanto a lei e fece scivolare la mano di nuovo sul suo clitoride per poi scendere più in basso. Con l'indice la penetrò abbastanza agilmente, senza causarle dolore.
Jaina si aggrappò al suo braccio con ambedue le mani mentre il suo partner iniziava a muovere il dito, dentro e fuori, allargandola pian piano.
Le piaceva da matti quando si occupava lui dei suoi preliminari, specialmente con le mani. Era vero che con la lingua riusciva a spingersi più in profondità, però i due metodi le regalavano sensazioni diverse.
Thrall si prese il tempo necessario e quando la reputò larga a sufficienza aggiunse un secondo dito. Lo fece con calma, osservando il viso di Jaina per verificare eventuali cambiamenti nella sua espressione che manifestassero un dolore di qualche tipo. Solo una leggera smorfia seguì l'ingresso della seconda falange, segno che era stato bravo.
Quando il medio fu completamente entrato - cosa che richiese un po' - Jaina inarcò la schiena e allargò un poco di più le gambe. Si sentiva riempita in maniera dannatamente piacevole, eppure sapeva che poteva dare di più.
L'Orco riprese ad estrarre ed inserire parzialmente le falangi, stavolta ancora più lentamente, accompagnando il movimento con saltuari allargamenti delle dita per testare se lo stratagemma stava funzionando o meno.
A Jaina piaceva sempre di più, come sottolineavano i suoi gemiti in crescendo.
La sua presa si fece improvvisamente molto salda attorno al braccio di Thrall e sospirò pesantemente, irrigidendo i muscoli.
Venne di nuovo, aggiungendo altri umori a quelli già presenti sulla sua mano, facilitandogli ulteriormente i movimenti delle due dita che aveva in lei.
La morsa sul suo braccio si allentò sensibilmente e l'Orco sorrise.
«Va meglio?» domandò piano, con voce roca.
Lei mugolò con voce stridula e annuì col capo mentre tornava a rilassarsi con spasmi muscolari occasionali a scuoterla.
Thrall a quel punto provò a metterle dentro un altro dito.
A differenza del secondo, quello neanche lo sentì fino a che non fu completamente dentro.
Continuò a lavorare con solerzia, scatenando in Jaina reazioni che aumentavano sempre di più. L'Umana venne un'altra volta prima che iniziasse a dare cenni d'insofferenza.
«Thrall, andiamo... ora sono pronta...» borbottò, l'espressione quasi implorante.
L'Orco non obiettò. Semplicemente, la liberò dalle sue dita - strappandole altri gemiti - e si appoggiò all'albero adiacente al suo, lasciandole campo libero.
«Allora prego, accomodati...» disse, scoccandole un'occhiata lasciva.

fandom: warcraft, pairing: thrall/jaina, rating: nsfw

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