Titolo: Lonely is the hunter
Fandom: “Supernatural”
Personaggio: John Winchester
Prompt: 030. Vano. - 034. Mare. - 078. Bronzo. - 091. Forse. - 066. Dubbio.
Rating: G
Note: Lonely is the hunter (si ringraziano i Kiss per aver fornito - a loro insaputa - il titolo della fic) nasce come racconto della vita di John Winchester, dalla nascita di Sam (001. Nascita) alla sua morte nel primo episodio della seconda stagione (003. Morte), soffermandosi su momenti e situazioni che non sono comparsi nella serie. Le drabble sono scritte in prima persona e seguono l’ordine cronologico. Scritte per
100per100Dedica: Alle tre persone che mi hanno fatto venire la voglia di scrivere su “Supernatural”:
androgena82,
babycin,
ecstaticagony. Grazie ♥
Disclaimer: I personaggi citati appartengono a Kripke, io mi sono solo divertita a giocarci.
Tabella:
qui Capitoli precedenti:
1 -
2 -
3 -
4 -
5 -
6 -
7 -
8 -
9 -
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16 -
17 030. Vano.
2004
Un anno senza Sam, un anno intero senza sue notizie. Io non voglio scendere a patti, non ho intenzione di chiamarlo. Anche perché so che sarebbe uno sforzo vano. Lui non mi risponderebbe. Noi siamo fatti della stessa pasta, siamo troppo simili per non sapere cosa faremmo. Dean è lontano da me, lo abbiamo voluto entrambi. Non sopportavo più il suo silenzio accusatorio, dietro ogni suo gesto c'era la sua rabbia per non aver fermato Sam. Senza suo fratello, si sente vuoto, senza uno scopo. Non stiamo però tanto tempo separati: dopo anni, nessuno di noi due sopporta la solitudine.
034. Mare.
Adesso sono seduto sulla riva del mare a bermi una birra dopo l'altra fissando il tramonto. Bobby è accanto a me, malgrado questo posto non gli piaccia. Non ha mai avuto una particolare passione per le spiagge, ma è un mio amico e vuole starmi vicino. Non parla e si limita ad ascoltare. Anche se in questo momento non sto parlando, lui sa che prima o poi lo farò e si tiene pronto.
Le onde mi arrivano ai piedi ed io non mi sposto. “Volevo portare Dean e Sam al mare, ma non ho mai trovato il tempo” mormoro d'un tratto.
078. Bronzo.
“Certo che hai una bella faccia di bronzo, John!” esclama Bobby, facendomi sussultare. “Perché non ti sei mai comportato con loro come un padre?”
Mi rabbuio, non sono queste le parole che vorrei sentire dal mio amico. “Non giudicarmi, so come occuparmi di loro.”
“Vuoi dire addestrandoli come soldati? Negando loro anche una carezza o una parola gentile di tanto in tanto?”
Chiudo gli occhi e sospiro. “Tu non puoi capire, Bobby. Vorrei che le cose fossero più semplici, ma non lo sono. E dubito che lo saranno mai.”
“Queste stronzate puoi usarle con loro, John. Con me non attaccano. Sei solo un codardo.”
091. Forse.
Quella parola mi brucia come se fosse fatta di fuoco. Mi volto verso Bobby, trattenendomi a stento dal prenderlo per il collo. “Come osi chiamarmi così? Dopo tutto quello...”
“John, ascoltami” rispose Bobby con voce ferma. “Sei un uomo coraggioso e forte, lo so. Ma con i tuoi figli hai sbagliato, hai nascosto loro la verità su quello che è successo. Sam non può stare da solo, sai che quel demone lo sta cercando.”
“Forse lontano da me non lo troverà.”
“Oppure lo troverà e non potrà difendersi neanche da solo perché tu non hai avuto il coraggio di dirgli la verità.”
066. Dubbio.
Mi volto di nuovo verso il mare, bevendo quello che rimane della mia birra. Un dubbio mi martella la mente: il pensiero che Bobby possa avere ragione, che tutto quello che ho fatto per i miei figli non sia servito a niente.
Ma come potevo dire a Sam, al piccolo e delicato Sammy, che nelle sue vene scorre il sangue din un demone? Come posso dire ora a Dean che, se non riuscirà a salvarlo, dovrà uccidere il suo adorato fratellino?
“Non ci riesco” mormoro all'infinito davanti a me. L'unica risposta che ricevo è la mano che Bobby mi posa sulla spalla.