Titolo: Lonely is the hunter
Fandom: “Supernatural”
Personaggio: John Winchester
Prompt: 095. Incerto. - 049. Fiocchi. - 068. Sussurro. - 097. Presa. - 096. Cammino.
Rating: PG13
Note: Lonely is the hunter (si ringraziano i Kiss per aver fornito - a loro insaputa - il titolo della fic) nasce come racconto della vita di John Winchester, dalla nascita di Sam (001. Nascita) alla sua morte nel primo episodio della seconda stagione (003. Morte), soffermandosi su momenti e situazioni che non sono comparsi nella serie. Le drabble sono scritte in prima persona e seguono l’ordine cronologico. Scritte per
100per100Dedica: Alle tre persone che mi hanno fatto venire la voglia di scrivere su “Supernatural”:
androgena82,
babycin,
ecstaticagony. Grazie ♥
Disclaimer: I personaggi citati appartengono a Kripke, io mi sono solo divertita a giocarci.
Tabella:
qui Capitoli precedenti:
1 -
2 -
3 -
4 -
5 -
6 -
7 -
8 -
9 -
10 -
11 -
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13 -
14 -
15 095. Incerto.
2002
Incerto cammino nella notte, lasciando che il vento gelido dell'inverno mi accarezzi la pelle e magari mi svegli dal torpore indotto dall'alcool. No, sto mentendo. Non voglio svegliarmi, non ho motivo di aprire gli occhi e di affrontare la realtà. La temo, ne ho paura. Per questo ogni sera i bicchieri di whisky diventano sempre di più. Ne bevo fino a quando non riesco più a ricordarmi come si chiamano i miei figli, fino al punto da mettere in dubbio la loro esistenza. In questo stato di incoscienza, posso assaporare una parvenza di serenità. Posso sorridere al mondo, sentirmi vivo.
049. Fiocchi.
Alzo gli occhi al cielo, alcuni fiocchi di neve mi cadono sulla pelle, sciogliendosi e lasciandomi una leggera traccia di acqua gelata sul volto. Penso ai miei figli, a loro la neve è sempre piaciuta; ed ecco che il mio cuore si stringe di nuovo nella morsa della disperazione.
Mi fermo all'angolo della strada respirando affannosamente. Non posso dimenticare neanche per una sera, per un'ora. I fantasmi sono sempre lì, a volte nascosti, ma continuamente in attesa.
È allora che la vedo, mi sta guardando. Si muove, la seguo. Mai come adesso ho bisogno dell'abbraccio di un'estranea per affogare le mie sofferenze.
068. Sussurro.
La sua voce è un sussurro in un orecchio, neanche mi interessa quello che mi dice. Da anni il sesso è solo una valvola di sfogo. Ci sono state alcune donne che hanno quasi fatto breccia nel mio cuore, ma per la maggior parte sono soltanto scopate salutari per annientarmi nel piacere dell'amplesso. La spingo contro il muro del palazzo mentre mi muovo dentro di lei. Le afferro i fianchi, lasciandole strisce rosse sulla sua carne delicata. Non voglio vederla in volto, è solo un corpo senza nome che tra poco meno di un'ora non significherà più niente per me.
097. Presa.
Aumento la presa sui suoi fianchi quando, con una spinta più forte delle altre, raggiungo l'orgasmo. Rimango lì, ansimante, incurante delle necessità di quella compagnia occasionale. Sono davvero diventato così insensibile? Un simile mostro?
Esco da lei e mi sfilò il preservativo, gettandolo in un bidone della spazzatura lì vicino. Mi risistemo i pantaloni mentre con la cosa dell'occhio la spio e un moto di vergogna si fa strada nel mio cuore. Le chiedo se le serve qualcosa, ma lei non mi risponde a parole. Si limita a protendermi il palmo della mano aperta; annuisco e prendo dal portafoglio qualche banconota.
096. Cammino.
La osservo nascondere quei soldi nella tasca del soprabito prima di allontanarsi da me, senza mai guardarmi. Ho trovato quello che volevo, eppure mi sento ancora più vuoto di prima. Ho comprato del sesso da una donna disperata, così adesso anche io disprezzo me stesso. Come se non bastasse quello di Sam.
Torno sulla via e riprendo il cammino verso il motel, gettando di tanto in tanto un'occhiata al cielo scuro che promette altra neve. Ricorco che Sam e Dean uscivano di soppiatto la mattina presto per fare un pupazzo per me. Penso a questo e in silenzio comincio a piangere.