[Arashi] By my side

Feb 17, 2012 23:08

Nick Autore: yukiko_no_niji
Titolo: By my side.
Numero Parole: 1138 @ fiumidiparole
Pairing/Personaggi: Sakurai Sho/Aiba Masaki, SAKURAIBA.
Raiting: PG.
Genere: Sentimentale, Introspettivo
Avvertimenti: Slash, One-Shot
Intro/Note: Gli Arashi non mi appartengono, ma si appartengono tra di loro interscambiandosi. La storia di cui sotto è tutta mia immaginazione.

Questa storia partecipa al "Carnevale delle Lande" per la community maridichallenge con il prompt "Tentare e fallire" di simph8


By my side.

Erano giorni stressanti per lui, quelli.
Si era accorto di essere diventato intrattabile, ma non sapeva che cosa farci.
Più si sforzava di comportarsi in modo civile e più finiva per rispondere male a chiunque gli capitasse intorno.
Tra lo studio, le registrazioni con il gruppo, i programmi e i lavori extra da solo, Sho non aveva un attimo di libertà.
In più, ogni volta che tornava a casa, lo sguardo severo di suo padre lo seguiva ovunque andasse.
Sapeva che se sarebbe voluto rimanere dentro l’agenzia avrebbe dovuto laurearsi in tempi brevi e con un buon risultato.
Dopotutto in quella famiglia l’istruzione era sempre stata ritenuta la cosa più importante, ma allo stesso tempo Sho aveva compreso che non avrebbe mai potuto lasciare gli Arashi.
Se all’inizio, quando il gruppo era stato formato, aveva avuto qualche dubbio, adesso quei dubbi erano spariti. Si trovava bene con i suoi colleghi ed amici, e soprattutto il lavoro che faceva gli piaceva. Oltre a fare rap e cantare, aveva la possibilità di fare esperienze nuove ogni giorno. Trovava quel lavoro molto stimolante.
Nonostante ciò, c’erano momenti come quello che stava vivendo, in cui vedeva tutto nero e solo la sua buona forza di volontà lo persuadeva a non mollare tutto.
Era rimasto in agenzia dopo aver registrato un pezzo per il nuovo album, perché a casa sua in quei giorni erano arrivati dei parenti, per cui non avrebbe trovato il silenzio che gli era necessario per studiare.
Nella sala d’incisione invece c’era davvero silenzio. Probabilmente a quell’ora erano già rientrati tutti. Fuori era buio e Sho si stiracchiò un po’ la schiena.
Non aveva idea da quante ore fosse su quei libri.
Avrebbe voluto che il suo cervello fosse ancora più elastico di quello che già era, in modo da farci entrare più nozioni possibili.
Stava per alzarsi per andare a prendere un caffè alle macchinette del piano di sotto, quando sentì un lieve bussare alla porta.
Alzò un po’ un sopracciglio, chiedendosi dubbioso chi potesse essere a quell’ora, lì in mezzo a quel silenzio.
“È aperto” esalò un po’ alterato.
Non aveva proprio voglia di perdere del tempo in chiacchiere e non riusciva a comprendere come mai qualcuno fosse ancora lì dentro e sapesse che c’era anche lui.
Quando però la porta si aprì e vide apparire Aiba, si sorprese.
“Sho-chan ti disturbo?” gli chiese l’altro con un sorriso.
Sho scosse automaticamente la testa. Era felice di vederlo lì.
Si accorse che gli era mancato l’altro in quei giorni
“Ho pensato che un po’ di caffè ti avrebbe fatto bene… Immagino che tu voglia studiare ancora.”
Sho gli sorrise. In quegli anni l’altro aveva imparato a conoscerlo bene.
Lo vide avvicinarglisi e poi prese il caffè che gli porse.
Non avrebbe perso tempo per scendere al piano di sotto e gliene fu grato.
Mentre sorseggiava il miscuglio nero, amaro, sentì le braccia di Sho sfiorargli le spalle, abbracciarlo, la testa dell’altro poggiata alla propria.
“Non ti dirò di non studiare troppo… sarebbe inutile” lo sentì sorridere mentre diceva quelle parole. “Ma non strafare, per favore. E se hai bisogno di qualsiasi cosa, sappi che ci sono.”
Sho sorrise a sua volta.
“Non dovresti andare a casa?” gli chiese invece. “Domani anche tu devi svegliarti presto.”
“Ho deciso che resterò qui con te. Non ti darò fastidio, prometto. “
Sho sospirò.
“Non è il caso… non voglio che domani tu abbia le occhiaie per colpa mia.”
“Non preoccuparti. Ho già deciso…”
Sho comprese che sarebbe stato inutile stare a discutere con lui.
Quando Aiba si metteva in testa qualcosa, nessuno gli avrebbe fatto cambiare idea.
Però, nonostante tutto, nonostante il fatto che fino a qualche momento prima si fosse sentito irritato quando aveva sentito quel bussare alla porta, comprese di essere felice che l’altro fosse lì.
Si volse a guardarlo, per poi allungarsi un po’ verso di lui, raggiungendo le sue labbra con le proprie, unendole in un dolce bacio.
“Aiba-chan… grazie.”
Gli era mancato davvero in quei giorni.
Non aveva neanche avuto il tempo di mandargli delle mail, ed il tempo che avevano trascorso insieme per le registrazioni dei programmi non gli avevano dato tempo di parlare tra di loro.
Gli era mancato.
Si alzò e abbracciò l’altro.
Sentì Aiba fremere per la sorpresa di quel gesto.
Sho sapeva che non si comportava mai in quel modo con lui, ma negli ultimi tempi si era reso conto di quanto l’altro fosse importante per lui.
Non riusciva più a pensare di non poterlo avere vicino.
Era diventato indispensabile per la sua sanità mentale, per il suo cuore.
“Sho-chan… tutto bene?”
Annuì, continuando ad abbracciarlo.
“Aiba-chan?” lo chiamò piano.
“Mmmh?”
Si scostò un po’, per guardarlo in viso.
Quegli occhi sorridenti, attendevano pieni di aspettative.
“Io… grazie, davvero.”
“Non ho fatto niente Sho-chan” ribattè l’altro.
“Non è vero… hai fatto molto invece.”
Faceva sempre tanto per lui, ma lui era sempre così impegnato che lo degnava mai di un grazie.
“Io…” riprese. “Io ti…” si bloccò, non riuscendo ad andare avanti.
Decise di riprovarci.
“Aiba… Io ti…” ma non ci riusciva. Non riusciva a dirglielo.
Quel sentimento che sentiva di provare da del tempo, ormai, non era capace ad esternarlo.
Non riusciva a pronunciare quelle maledette parole.
“Lo so” soffiò in un suo orecchio l’altro.
“Ma…” si lamentò pieno di avvilimento.
“Non importa” gli disse Aiba di rimando. “Lo so.”
Sentì le labbra dell’altro stringersi un po’ di più in quell’abbraccio, avvolgendolo completamente.
Lo amava. Lo amava davvero tanto.
Aveva tentato, aveva provato a diglielo, ed aveva fallito.
Si sentiva frustrato, terribilmente frustrato. Perché sapeva che provava quei sentimenti e perché voleva che anche l’altro ne avesse la totale certezza.
Ma sapeva che prima o poi ci sarebbe riuscito.
Sapeva che prima o poi avrebbe pronunciato quelle parole. Perché lo voleva.
Tentare, fallire e di nuovo tentare.
Era cresciuto con la convinzione di non dover mai dire di no di fronte a qualcosa che gli faceva paura, a qualcosa che non riusciva a fare subito.
E sapeva che Aiba avrebbe aspettato.
Si amavano in due modi diversi… ma il loro amore era forte e reciproco.
Lo ringraziò di nuovo nella sua mente.
Averlo lì, in quel momento, lo aveva rasserenato, nonostante fosse stato del tutto incapace di pronunciare quelle parole.
Era il semplice fatto di saperlo vicino che lo spingeva a dare il meglio di sé.
La sua felicità e i suoi sorrisi gli davano la forza di andare avanti, sempre, anche quando tutto intorno a lui faceva schifo.
Lo baciò di nuovo, delicatamente.
Adorava le sue labbra.
Quando si staccarono AIba gli sorrise.
“Adesso me ne vado, ti ho distratto anche troppo. Se hai bisogno non esitare a svegliarmi. Mi metto a pisolare un po’ sul divano dello spogliatoio.”
Sho gli sorrise di rimando.
“Ok” esalò solamente.
Lo vide uscire dalla stanza e lui tornò a sedersi.
Finì il caffè, che ormai era diventato tiepido.
Poi buttò fuori tutta l’aria che aveva nei polmoni e impugnò nuovamente la penna.
Ce la farai Sho, si disse.
Riprese a scrivere, con un lieve sorriso sulle labbra, conscio del fatto che la persona che amava era lì con lui, sempre, pronto a sostenerlo in ogni situazione.
Era felice e sapeva che nonostante alcune volte continuasse a fallire, prima o poi sarebbe stato in grado di superare qualsiasi ostacolo.

r: pg, gnr: slash, arashi, arashi: aiba masaki, gnr: sentimentale, arashi: sakurai sho, pairing: sakuraiba

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