[Glee] Rain and Jacket

Feb 20, 2011 02:38

Titolo: Rain and Jacket
Fandom: Glee
Autore: queenseptienna 
Pairing: Dave Karofsky/Kurt Hummel
Rating: NC17
Genere: romantico, erotico, introspettivo
Avvertimenti: slash, sesso descrittivo, non betata, what if?
Info: dedicata alla povera vanryo  che si è guardata il festival di San Scemo e che necessita di un risollevamento urgente di morale xD
Info2: prende in considerazione solo la 2x06 “Mai stato baciato”
Disclaimer: Glee non è mio, non mi appartiene, mai successo, mai accaduto, ciao ciao è stato bello.

Pioveva.

Era una settimana che Dave aveva baciato Kurt Hummel e pioveva.

A dirotto.

La coach Beiste non credeva di aver bisogno proprio di lui, ma il loro kicker ufficiale si era fatto male durante una partita e lei aveva dovuto ripiegare in qualche maniera. Finn Hudson l’aveva aiutata a convincere Hummel a tornare in squadra, ma il brutto tempo non aiutava affatto.

“Ragazzi!” la donna batté forte le mani, per far calare il silenzio nello spogliatoio. “Sapete tutti che Matt è infortunato, per cui Hudson ha convinto Hummel ad essere ancora dei nostri in questa stagione.”

Un brusio scontento si diffuse nell’aria fino a che Azimio non esplose. “Coach! Non vogliamo quella checca! Dave, non è così?”

Una gomitata nelle costole all’amico, che borbottò un assenso poco chiaro.

“Se non ci fosse stato Hummel l’anno scorso, avreste perso.” Gli fece notare Beiste, decisamente irritata. “Quindi avete poco da recriminare. Vista però la vostra ostilità nei suoi confronti, Hummel si allenerà da solo, tanto non ha certo bisogno di gente come voi intorno.”

E con quelle parole, chiuse il discorso.

Di tutte le persone, Dave non aveva mai creduto che la coach scegliesse lui. Finn si era offerto per seguire gli allenamenti del fratellastro, ma l’allenatrice, spinta da qualche non ben definito sentimento, aveva scelto Karofsky. Così il ragazzo si avviò verso il centro del campo.

Pioveva.

Kurt era là in mezzo, lo stesso Kurt che aveva baciato una settimana prima e che aveva ripreso a tormentare con ancora più ferocia, che si era intensificata da quando aveva iniziato a portarsi dietro quel nano per fare coming out.

Cercò di accantonare il pensiero, relegandolo in un angolino minuscolo della sua testa, mentre teneva l’ombrello e si avvicinava a Hummel, che faceva stretching sotto la pioggia leggera, già bagnato fradicio. Non si rivolsero la parola quando furono fianco a fianco, ma Dave si limitò a sciorinare alcune tecniche e poi si mise a guardare i calci dell’altro, che erano sempre ed assolutamente perfetti.

“Ho freddo.”

Due semplici parole per ricordargli che l’allenamento era finito e con quel tempo era davvero assurdo pensare di fare qualcosa troppo a lungo.

Dave annuì e iniziò ad incamminarsi verso lo spogliatoio. Perché non riusciva ad affrontare la questione con Kurt? Perché non era in grado di urlare “Ehi! Sono qui stronzo, guardami! Sto impazzendo per te!” ma sapeva che non ne sarebbe mai stato in grado. Così come non fu nemmeno in grado di snocciolare qualche battuta sarcastica mentre Kurt si spogliava per farsi la doccia, anche se avrebbe infinitamente preferito farla a casa (ma indossare quei vestiti puzzolenti e fradici nella sua macchina era fuori questione). Si vedeva che era a disagio, ma alla fine Dave sbottò.

“Guarda che se ti svesti non ti violento mica.”

Kurt rimase con la bocca schiusa per la sorpresa, le sue guance si imporporarono istantaneamente e un lieve tremito gli scosse le spalle. A disagio iniziò a spogliarsi davanti a Karofsky, che fece lo stesso e quando furono nudi, entrambi si fissarono con imbarazzo.

Per fortuna il soprano si rifugiò nella propria doccia appena in tempo prima di notare la furibonda erezione fra le gambe del bullo, che lo seguì nella doccia di fianco.

Di nuovo fu il silenzio e il rumore dell’acqua, che cadeva in terra come la pioggia fuori da lì. E Dave non poté non posare lo sguardo sulle mani di Hummel che scorticavano quasi la pelle a furia di passarci sopra la spugna e levare la puzza e il fango.

Era bellissimo e Dave era terribilmente eccitato, ma sapeva che non avrebbe potuto sfogare la sua frustrazione, per cui continuò a lavarsi.

Hummel finì per primo e l’altro lo ringraziò mentalmente, perché non appena se ne andò ad asciugarsi, lui poté interamente dedicarsi alla sua erezione.

Quando rientrò nello spogliatoio, l’unico rumore degno di nota era quello della pioggia sul tetto, ma se avesse ascoltato bene, Dave ne avrebbe avvertito un altro, quel genere di suono che ti mandava gli ormoni in botta, soprattutto se eri un giovane ragazzo gay represso.

Fu la vista che però gli fece quell’effetto.

Kurt mandò un gemito acuto quando venne colto con le mani in mezzo alle gambe, completamente nudo e con solo indosso la giacca dei Titans di Karofsky, che viste le dimensioni gli faceva quasi da vestito, finendo giusto sotto il suo sedere, per coprirlo.

Era la cosa più bella su cui il difensore avesse mai messo gli occhi.

Hummel nudo.

Con indosso la sua giacca Letterman.

E si stava masturbando.

“Se stai per uccidermi, almeno fammi finire.” Balbettò Kurt, rannicchiandosi sulla panchina, dove Dave lo raggiunse, senza più riuscire a connettere un solo neurone. Non ce la faceva proprio.

La parte irrazionale del suo cervello aveva ormai preso il sopravvento, il desiderio che provava per Hummel era diventata più forte del salvare le apparenze. Così si avventò su di lui, stendendolo sopra la panca e avvertendo il fiato di entrambi farsi corto mentre si studiavano vicendevolmente.

Dio, era così fottutamente sexy.

“Perché?” chiese, tirando giù la cerniera e perdendosi nella meravigliosa visuale del corpo di Kurt nudo.

“Perché da quando mi hai baciato, non faccio altro che pensare a questo.” Rispose il gleek, arrossendo in maniera semplicemente deliziosa. “Quindi, se tu ora lo facessi di nuovo, sarei felice.”

Il suono della pioggia non era l’unico suono nello spogliatoio.

Le grida e i gemiti di entrambi riuscivano a coprire abbastanza il rumore, tanto ne facevano abbastanza di loro.

Kurt si sentiva dannatamente bene su quella panca, le gambe spalancate e Karofsky su di sé, la bocca incollata alla propria e i loro corpi conficcati saldamente l’uno nell’altro. Sapeva che sarebbe andata a finire così.

Gli aveva preso il primo bacio e gli avrebbe preso anche la sua prima volta, chiuso dentro la sua giacca in una giornata uggiosa e sdraiato su una panca nello spogliatoio del club di football. E per quanto squallido potesse essere, Kurt non riusciva a non esserne eccitato, Karofsky che spingeva lento dentro di lui, piano, cercando si studiare ogni sua reazione, quello lo faceva impazzire. Non aveva mai notato quanto chiari fossero i suoi occhi o quanto espressivo fosse il suo viso e visto da quella angolazione, lo trovava bellissimo.

Era grande, grosso e se si aggrappava a lui si sentiva protetto.

Che ironia della sorte.

Ridotto a mendicare le attenzioni della persona che aveva reso un inferno la sua vita scolastica, ma quella stessa persona in quel momento era ancora più confusa di lui, perché stava facendo qualcosa di inaccettabile, qualcosa che se fosse stato scoperto gli avrebbe causato problemi a non finire.

E lo avrebbe obbligato a mostrarsi per ciò che era realmente e ciò che voleva davvero essere.

“Karofsky…” gemette Kurt, quando spinse troppo forte e trovò la sua prostata. Aveva visto il paradiso in un istante.

“Dave. Mi chiamo Dave.” Gli rispose, baciandolo ancora e ancora, continuando a spingere fino a che un “Dave!” esplose dalle labbra di Kurt, segnando il traguardo per entrambi.

Le loro grida si spensero con il rumore della pioggia.

Quando uscirono, Kurt indossava ancora la giacca Letterman di Karofsky, lo proteggeva dall’aria fresca che si era alzata dopo che era cessata la pioggia, nonostante ci fosse qualche barlume di sole. Dave era andato via per primo, spaventato per ciò che aveva fatto, ma non prima che Kurt riuscisse a strappargli la promessa di vedersi di nuovo. Certo che sì, aveva risposto, lui amava Kurt, che sciocchezze.

Solo che il difficile gli venne quando a casa dovette giustificare quella giacca con Finn che, nonostante di norma fosse decisamente poco sveglio, si rese subito conto che quella cosa over-size che gli pendeva addosso non fosse affatto sua.

Ma Kurt non rispose. Si limitò ad andar a dormire nudo, con solo quella felpa indosso, pensando che fosse il suo portafortuna.

Aveva smesso di piovere e Dave Karofsky era diventato a tutti gli effetti il suo primo ragazzo, battendo anche il terzo record.

FINE

genere: erotico, genere: introspettivo, avvertimenti: slash, personaggio: kurt hummel, avvertimenti: what if, avvertimenti: hurt/comfort, personaggio: dave karofsky, genere: romantico, fandom: glee, avvertimenti: sesso descrittivo, rating: nc17

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