Titolo: “O-obiezione!” “Respinta.”
Fandom: Phoenix Wright Ace Attorney
Autore:
queenseptienna Pairing: Phoenix/Miles
Rating: NC17
Genere: erotico
Avvertimenti: yaoi, PWP, scene di sesso descrittivo, BDSM (leggero)
Info: scritta per il prompt PHOENIX WRIGHT ACE ATTORNEY Miles Edgeworth/Phoenix Wright, "O-Obiezione!" "Respinta." Del
#4 p0rn Fest di
fanfic_italia e per il prompt “Manette” (vabbé, dettagli) del
bingo_italia .
Dediche: a
darkayesha e
narcissa63 , con tanti auguri di Buon Natale!
Disclaimer: Phoenix Wright e compagnia bella è di proprietà della Capcom e non è roba mia.
- O..obiezione! -
- Respinta. -
- Ma come? - Phoenix Wright strattonò il laccio di seta con cui quel diavolo di procuratore che rispondeva al nome di Miles Edgewort lo aveva assicurato alla testata del letto, inchiodandolo lì senza nessuna possibilità di darsela a gambe.
- Silenzio, Wright. Potrei cambiare idea da un momento all’altro e finirla subito, questa pagliacciata. - rispose l’altro, sciogliendo la vaporosa ruches del fiocco al collo e sfilandosi la camicia.
Solo che l’idea di Miles che se ne andava, lasciandolo lì con un’erezione furibonda, non era proprio il massimo delle aspettative… per cui Phoenix preferì saggiamente deglutire nervosamente e rimanere in religioso silenzio.
Edgey quel giorno era piuttosto arrabbiato. Di nuovo si erano sfidati in tribunale e di nuovo Phoenix lo aveva sconfitto, facendo salire a pericolosi livelli di guardia la sua ulcera. L’avvocato sapeva che non l’avrebbe passata liscia quella sera. Persino il giudice gli aveva ammiccato in maniera maliziosa (al solo pensiero gli venne un conato di vomito) quando il procuratore, furioso, lo aveva afferrato per un braccio e aveva sibilato - Stasera a casa mia, testa di porcospino. Ti faccio vedere io dove ti ficco tutte le tue obiezioni. -
Così si era ritrovato nudo, legato ad un letto, con un Miles sopra altrettanto svestito che non brillava cero per buone intenzioni. In ogni caso, qualunque cosa il procuratore volesse fare, non gli importò più nell’arco di un secondo, perché il maledetto aveva iniziato a baciarlo dietro all’orecchio, in quel punto dove era sensibile. Si ritrovò a tuffare il naso in una massa di capelli argentei, ansimando e allargando le gambe senza ritegno.
Bastardo, sapeva sempre da che parte iniziare per farlo cedere.
- Wright, è sempre un dispiacere vedere la tua faccia, ma confesso che dal collo in giù sei “quasi” piacevole. - Edgeworth scese con la lingua in una scia umida fino a succhiare dolcemente uno dei capezzoli di Phoenix, che si inturgidì all’istante al contatto con il calore della sua bocca.
L’avvocato spense definitivamente il cervello quando le labbra dell’altro andarono ancora più in basso, a lambirgli con indecenza il sesso. Quello era uno dei momenti in cui amava avere le mani libere, piazzarne una sulla testa di Miles e obbligarlo a prenderlo fino in gola. Peccato che invece i suoi polsi erano saldamente legati al letto, limitandolo a muovere a scatti il bacino in avanti.
- Fammi venire… - rantolò, socchiudendo gli occhi alla vista del procuratore con il suo uccello in bocca.
- No. -
- Come no? - esclamò allarmato. - Obiezione! -
- Respinta. -
Miles lo lasciò andare e si mise cavalcioni su di lui, storpiando il viso con una smorfia concentrata, mentre si calava sull’erezione di Phoenix con una certa difficoltà.
- Tu sei pazzo… - rantolò quest’ultimo, inarcandosi all’indietro e facendosi avvolgere dal calore bruciante di quel culo sempre dannatamente stretto. Gli faceva perdere la bussola, soprattutto con quella faccia incazzosa che lentamente si scioglieva a malincuore in mille espressioni di piacere.
Edgeworth arrivò a far combaciare i loro bacini, risalendo piano e riabbassandosi di colpo, lasciandosi sfuggire lamenti di natura facilmente identificabili.
Voleva toccarlo.
Voleva afferrargli i fianchi, ribaltare le posizioni e spingergli dentro fino a dimenticarsi persino il proprio nome.
Invece no, si ritrovò a venire con un urlo, stretto da muscoli d’acciaio, mentre con un gemito avvertì un calore umido sul proprio torace e sul mento, seguito da un Miles che gli crollava addosso, sfinito.
- Ho sonno. - mugugnò, strofinandosi sulla mascella un po’ ispida dell’avvocato, allungando giusto un braccio per sciogliere il nodo di seta che lo teneva legato.
Phoenix gli sorrise, accarezzandogli la schiena e riprendendo il circolo del sangue. - Obiezione. Vorrei fermarmi qui stasera… se per te non è un problema. -
Il procuratore socchiuse gli occhi, tirandoselo meglio addosso. - Obiezione accolta. Sta zitto e dormi, testa da porcospino. -
FINE