Titolo: Lust and war
Fandom: Mitologia Greca
Personaggio/Coppia: Afrodite/Ares
Prompt: "Pensavi sul serio di poter vincere?"
Rating: NC17
Conteggio Parole: 636 (W)
Riassunto:Ares aveva raggiunto Afrodite nelle sue stanze,approfittando dell'assenza di Efesto,e l'aveva trovata lascivamente adagiata tra le candide lenzuola.
Note:
1.Scritta su richiesta di
kiki_dissonance @ “All you need is love f-list”.
2.All'inizio avevo usato i nomi latini come mi aveva chiesto,Kiki,ma poi li ho cambiati con quelli greci...spero non sia un problema,tesoro!
Disclaimer: Il pantheon greco purtroppo non mi appartiene...Spero solo che gli dei abbiano pietà di me.
Ares aveva raggiunto Afrodite nelle sue stanze,approfittando dell'assenza di Efesto,e l'aveva trovata lascivamente adagiata tra le candide lenzuola. I lunghi capelli che le incorniciavano il viso perfetto e si spargevano come onde del mare sui guanciali. Le aveva sorriso sicuro di sé e lentamente aveva adagiato lo scudo ai piedi del talamo,poi si era sfilato l'elmo,lasciando libera la chioma corvina. L'aveva posato accanto allo scudo e,slacciatosi i calzari,l'aveva raggiunta. Postosi sopra di lei,l'aveva baciata con irruenza senza che lei opponesse nessuna resistenza,anzi,si era abbandonata tra le sue braccia possenti.
“Ti attendevo...”,la voce vellutata di Afrodite si propagò nell'aria,provocando un brivido di piacere che solcò la schiena rude di Ares.
“Ora sono al tuo cospetto. Puoi disporre di me come più ti aggrada...”,Ares le sussurrò all'orecchio,mordendole il lobo e lasciando che la sua mano andasse a stringerle con forza un seno,per poi sfiorarle delicatamente ma con decisione un capezzolo. Afrodite sussultò a quel tocco e con un gesto deciso invertì le loro posizioni,ponendosi a cavalcioni su di lui.
La situazione iniziava a eccitarlo,poiché inconsciamente Afrodite era l'unica alla quale Ares permettesse di sottometterlo,soprattutto perché era incapace di resistere al suo fascino sensuale. In fin dei conti anche l'amore è una lotta e lui,signore della guerra,non avrebbe mai abbandonato il campo di battaglia senza riportare la vittoria su tutti i fronti.
“Osiamo...”,alla voce,Afrodite accompagnò un gesto inaspettato. Si strappò due ciocche di capelli e le posò sulla pelle di Ares. Il loro tocco fu delicato come seta. Prese una mano del dio e,sollevandogli il braccio,gliela portò al di sopra della testa,per poi legarla con una delle ciocche di capelli. Una risata profonda di Ares vibrò nell'aria,mentre Afrodite gli legava anche l'altra mano.
“Non si può sconfiggere il dio della guerra,mia cara...”,Ares si sollevò sulla schiena,per quanto le mani legate glielo permettessero,e la baciò nuovamente.
Afrodite sorrise maliziosamente e iniziò a baciargli il torace arso dal sole fino a giungere a mordergli un capezzolo. Improvvisamente sentì il membro di Ares inturgidirsi contro la propria pelle,così continuò a scendere con le labbra fino a giungere all'ombelico. Disegnò piccoli cerchi concentrici con la punta della lingua attorno alla piccola cavità addominale,mentre Ares fremeva immobile sotto di lei. Il suo membro si inturgidì ancora e iniziò a pulsare contro la pelle diafana della coscia di Afrodite. Bramava possederla in quell'istante. L'amore non l'avrebbe sconfitto. L'avrebbe fatta urlare di godimento al solo contatto con la sua intimità. Non avrebbe saputo resistergli e si sarebbe abbandonata alla lussuria.
Con lo sguardo velato dall'eccitazione,Ares la vide distesa su di lui. La sua schiena arcuata e liscia lo dominava,mentre stava per raggiungere l'apice di un piacere divino.
Un piacere divino che gli venne negato,perché Afrodite improvvisamente si sollevò e lo guardò negli occhi con uno strano sorriso sulle labbra. Lentamente si alzò dal talamo e Ares la vide risplendere. Eterea e carnale. Calda e sicura di sé.
“Dove stai andando?”,la voce impastata e roca a causa del piacere.
"Pensavi sul serio di poter vincere?",Afrodite si ravvivò pigramente i capelli.
“Vincere?!Non era una gara!”,Ares tentò di negare anche a se stesso l'evidenza della situazione.
“Tutto è una gara,mio caro Ares. Tutto è una guerra. La vita stessa,anche per noi divinità immortali. Gareggiamo per ogni piccolo dettaglio di cielo. Gareggiamo perché è nella nostra natura. Vinciamo e perdiamo come accade ai mortali. E questa volta tu hai perso...”
Ares non riuscì a ribattere nulla,si limitò a urlare con quanto fiato aveva in corpo. Le sue urla risuonarono e rimbombarono come squilli di tromba. La sconfitta bruciante gli impediva di ragionare. Strattonò i legami che lo immobilizzavano,ma questi non cedettero,anzi si fecero più serrati intorno ai suoi polsi. Restò lì immobile,legato al suo desiderio inesaudito,e la vide allontanarsi.
Era stato sconfitto e umiliato ed era stata una donna a fare tutto questo.