Dec 29, 2007 00:08
Eh eh eh! Temetemi! Non riesco a fermarmi!
Titolo: I matrimoni più riusciti
Pairing: Rodolphus/Bellatrix
Rating: NC17
Avvertimenti: PWP senza ragione!
Note: La caratterizzazione dei protagonisti è basata su alcune recenti rivelazioni della Rowling in interviste a caso.
La giovane donna era in piedi di fronte a lui, con ancora il vestito da sposa addosso. Un matrimonio lampo il loro, Bellatrix aveva voluto così.
“Visto che ormai siamo fidanzati ufficialmente, che senso ha aspettare?”
Così aveva detto e Rodolphus aveva acconsentito. D’altronde aveva ragione: se la loro unione era stata decisa, tanto valeva coglierne i frutti fin dal primo momento. Bella non era esattamente il suo tipo: una donna indipendente, prepotente, a tratti nevrotica, sicuramente pericolosa. Avrebbe preferito una mogliettina tranquilla, come quella sua sorella minore, Narcissa, che piaceva tanto anche a Lucius Malfoy, o l’altra giovane Black, Andromeda, che le assomigliava tanto ma non aveva mai dato grattacapi. Però era sensuale, Bellatrix, innegabilmente affascinante, e Rodolphus era sicuro che sapesse essere passionale, sotto le lenzuola. Non lo sapeva ancora, non l’aveva mai provata, aveva aspettato quella prima notte di nozze. Chissà perché poi.
“Allora, che vuoi fare?” domandò con aria annoiata Bellatrix, riponendo i guanti nel cassettone che da quel giorno sarebbe stato il loro.
Rodolphus continuò ad osservarla, i suoi movimenti sicuri, il suo passo fermo sui tacchi.
“Spogliati,” le disse, sorridendole per metterla a suo agio. Un ordine gentile, come quelli che preferiva.
Bellatrix non tentennò, non battè neanche ciglio. Con le lunghe dita slacciò velocemente i bottoni bianchi che tenevano fermo il corpetto del vestito sul fianco, e alzando le braccia il vestito le scivolò semplicemente via, come una guaina, lasciandola solo con gli slip bianchi e le calze, rette da provocanti giarrettiere di pizzo bianco e seta.
“Così?” domandò, sogghignando di fronte all’espressione ammirata del marito.
Rodolphus era veramente ammirato. Il corpo di Bellatrix era esattamente come l’aveva immaginato e molto di più. Era magra, ma ben formata. I seni, liberi dagli indumenti, spiccavano rotondi e sodi sul suo petto e la vita sottile sottolineava ancor maggiormente i suoi fianchi procaci.
“Sì, esattamente così…” sussurrò. Fece qualche passo verso di lei e allungò una mano, accarezzandole un seno e scendendo poi sul fianco. “Merlino, che acquisto…”
Bellatrix rise, buttando leggermente indietro la testa.
“Già…” concordò. “Bisogna vedere se sarai in grado di tenertelo, però, l’acquisto.”
Rodolphus la fissò negli occhi, indagando la luce di sfida che li illuminava, poi le passò un braccio attorno alla vita e l’attirò a sé.
“Hai dubbi?”
La sua bocca era a un battito di ciglia da quella della donna, poteva sentire il suo respiro caldo.
“Non lo so ancora,” sussurrò lei, piegando le labbra in una smorfia di scherno deliziosa.
Rodolphus sogghignò, sentendosi invadere dal fuoco dell’eccitazione, e la baciò. Fu subito un bacio appassionato, quasi violento; attaccò le sue labbra con brama, spingendo la propria lingua nella sua bocca con forza. Bellatrix si piegò lievemente indietro di fronte a un tale assalto, ma gli tenne testa, dura, rispondendo al bacio con altrettanta ferina aggressività.
Rodolphus passò una mano tra i suoi lunghi capelli castani, poi la portò sulla sua coscia e da lì risalì fino al sedere. Agguantò con decisione un gluteo e l’attirò a sé, facendo scontrare il suo ventre morbido e la propria erezione. Bellatrix gemette lasciva, staccandosi dalla sua bocca e guardandolo da sotto le palpebre semiabbassate, poi lo sorprese, avvolgendogli una gamba attorno al fianco e dandosi subito lo slancio per saltargli in braccio. Rodolphus fu colto alla sprovvista, ma la afferrò con riflessi pronti, sostenendola con facilità. Bellatrix gli cinse i fianchi con le gambe lunghe e gli si strinse addosso, ricominciando a baciarlo, piegandogli la testa da un lato per rendere più agevole la sua posizione.
Rodolphus ansimò, soffocato dall’impeto della moglie, e succhiò la sua lingua bollente, coprendo per intero la sua bocca con la propria; quindi fece mezzo giro su se stesso e si mosse in avanti di qualche passo, quanto bastava per arrivare al letto. Depose Bellatrix senza troppa grazia, lasciandola cadere. Fissò nella propria mente quella frazione di secondo in cui lei era lì, sdraiata sul copriletto bianco, i capelli scuri sparsi a coronarle il viso su cui si apriva un sorriso voglioso, poi si sdraiò su di lei, tra le sue gambe, andando a catturarne nuovamente le labbra piene e già aperte.
Le mani di Bellatrix presero a spogliarlo in fretta, tirando e strattonando i vestiti con una frenesia che eccitò Rodolphus ancora di più. Si sollevò sulle ginocchia, liberandosi della veste da cerimonia, e in pochi secondi fece sparire ogni traccia di indumento dal proprio corpo, presentandosi finalmente alla propria moglie nudo e gonfio con fierezza. Rodolphus si godette l’occhiata soddisfatta di Bellatrix che scorreva il suo petto ampio e le spalle muscolose; aveva sempre pensato di essere un uomo di bell’aspetto e a quanto pareva la giovane condivideva tale impressione.
Gli occhi della donna si posarono sulla sua erezione turgida e Rodolphus si sentì scuotere da un brivido di euforia travolgente. Si tuffò sul suo corpo e immerse il viso nella sua pancia piatta, assaggiandone la pelle bianca con una serie di morsi leggeri, scendendo sempre più giù, fino ad arrivare agli slip. Glieli sfilò con un unico gesto fluido del braccio, velocemente, e subito Bellatrix aprì un po’ le gambe, invitandolo a godere di lei. Affondò il volto tra le sue cosce, baciando il suo sesso già umido e gonfio per l’eccitazione. Bellatrix aprì maggiormente le gambe e lui l’espose completamente con le mani, poi abbassò di nuovo la bocca e iniziò a leccarla con voracità.
L’odore forte e inebriante gli invase le narici, facendogli girare la testa. Le mani di Bellatrix si erano spostate sul suo capo e ora gli tiravano i capelli, spingendolo più giù, più dentro, più di quanto la sua lingua e le sue labbra potessero fare. A malincuore abbandonò la sua postazione, quindi, e risalì lungo il corpo desideroso della donna, che gli cinse nuovamente i fianchi con le gambe e lo premette contro di lei, mentre Rodolphus già tornava a baciarla con passione.
Mosse il bacino un paio di volte, scivolando nella giusta posizione, poi si sollevò sui gomiti per darsi lo slancio e, con un colpo secco, penetrò a fondo dentro di lei. Troppo tardi lo sfiorò il pensiero che quella potesse essere la sua prima volta, che avrebbe potuto farle male, e quando gli sovvenne già era palese che la giovane donna avesse ben più che un’esperienza sulle spalle. Meglio, si disse Rodolphus, sarebbe stato anche più divertente.
Bellatrix affondò la testa nel cuscino, scoprendo il collo, e lui si abbassò e lo morse, succhiando fino a lasciare un vistoso segno rosso. I colpi continuarono a susseguirsi forti, veloci, scanditi dai suoi gemiti e dagli ansiti di Rodolphus. Più i loro corpi si strofinavano e ricoprivano di sudore, più l’aria attorno a loro si faceva densa di un profumo avvolgente. Bellatrix gli pareva trasfigurata, quasi, con la bocca aperta e la schiena inarcata, le gambe avvinghiate alla sua schiena con tanta forza da fargli male. Rodolphus non potè resistere a lungo: velocizzò le spinte, mentre il bacino della compagna iniziava a muoversi con sempre minor ritmicità, e quando sentì tutti i muscoli di Bellatrix stringerlo e spremerlo fino allo spasimo capitolò, riversandosi dentro di lei. Bellatrix aveva urlato, e anche lui. Era scombussolato e stravolto, ma quella non sarebbe stata l’unica volta che avrebbero fatto sesso, nel corso della nottata. Aveva una moglie troppo indomita per lasciarla dormire la prima notte di nozze. Avrebbe atteso giusto il tempo di riprendere fiato, poi l’avrebbe sentita urlare di nuovo.
Guardò la giovane, stesa sotto di lui. Aveva i capelli scompigliati e i tratti molli di piacere, ma sembrava euforica. Bellatrix lo fissò maliziosa, quindi scattò in avanti con la testa e gli leccò via il sudore dal labbro superiore, per poi lasciarsi cadere di nuovo sul cuscino e iniziare a ridere sguaiatamente. Rodolphus, suo malgrado, fu trascinato da quella risata e cominciò a ridacchiare a sua volta.
“Bella, Bella…” sospirò, tra un sussulto e l’altro, sinceramente divertito. “Sarà così ogni volta?”
“Se terrai il ritmo…” mormorò divertita lei.
“Mi farai impazzire!”
“Mh-mh,” annuì lei, continuando a ridere.
Rodolphus la guardò incuriosito.
“Bella… Tu mi ami?”
La giovane lo fissò perplessa, poi alzò un sopracciglio con aria superiore.
“No. Ha importanza?”
Rodolphus sogghignò.
“Non credo.”
I migliori matrimoni, in fondo, si basavano su giusti compromessi. Per il momento sarebbe stato meglio rinfocolare la passione.
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