Titolo: Andate in pace
Serie: Tsubasa Reservoir Chronicle
Personaggi: AU Fuuma, TRC Seishirou
Wordcount: 727
Beta: Nessuno
Riassunto: strano, non pensava che sua sorella avesse qualche motivo per vestirsi da suora.
Note: AU dai generi inversi (solo Fuuma) e TRC normale. Nata per mancanza di fantasia dell’autrice e perché manca tempo libero. Per il meme di pasqua di Michiru-kaiou
Fuuma doveva ammetterlo, suo fratello era davvero un gran bell’uomo e, da dietro l’altare, faceva veramente la sua gran bella figura come prete o presunto tale.
La donna accavallò le gambe e si mise in bocca una manciata di pop corn, sistemandosi comodamente come nel più economico dei cinema e suscitando lo sdegno dei fedeli raggruppati nonché una preoccupante occhiataccia da parte del fratello.
Doveva ammetterlo, non aveva mai preso molto sul serio il pensiero di poter incontrare una versione maschile di sua sorella, ma l’aveva riconosciuto a pelle e, così com’era una tra le poche persone in grado di comprendere Seishirou nel suo mondo, allo stesso modo poteva intuire quale sentimento albergasse dietro il pacato sorriso dell’uomo che continuava con la sua predica: suo ‘fratello’ era incazzato nero.
Non centrava molto il fatto che lei fosse una donna ed osasse appoggiare gli stivali sporchi di fango sui banconi in un paese in cui le femmine sembravano essere controllate a bacchetta (Fuuma detestava quei periodi storici), né il fatto che stesse tranquillamente mangiando in modo rumoroso mentre lui predicava quanto il digiuno fosse importante nel periodo pre-pasquale (Fuuma avrebbe voluto mettersi a raccontare delle sue ultime ‘conquiste’ quando il fratello aveva anche bacchettati i poveri ‘peccati carnali’. ), probabilmente nemmeno il fatto che stesse mettendosi a ridacchiare ogni volta che sentiva dalla bocca dell’uomo le parole ‘pace’ ed ‘amore’… il vero problema è che Seishirou doveva avere un motivo per rendersi ridicolo a quel modo, un motivo veramente serio se nemmeno con lei che lo infastidiva osava infilarsi quei dannati occhiali sul naso e passare alla modalità offensiva, e sembrava essere perfettamente conscio di avere di fronte una persona in grado di comprendere ciò che gli passava per la zucca e di quanto ciò potesse essere pericoloso se Fuuma avesse deciso di fare qualche cazzata.
Che cosa strana, se non avesse visto Seishirou la cacciatrice non si sarebbe probabilmente comportata in un modo tanto rozzo in una chiesa.
“Niichan è un vero signore…” commentò osservando con quanta eleganza si muoveva da un lato all'altro del 'palco'.
Allungò una mano per offrire patatine ad una signora che già da un pezzo, da sotto il suo lungo velo nero, la osservava in malo modo e ciò sembrò convincerla a spostarsi dall’altra parte della chiesa con un ‘mon dieu’ : peggio per lei, se erano in età precolombiana non le sarebbe capitata mai più un’occasione simile e di certo lei non sarebbe tornata in quel buco di mondo solo per farle scoprire la pizza.
Notò con la coda dell’occhio una sottospecie di armadio a tre ante dalle spalle immense e dai capelli neri muoversi verso la sacrestia, ma, sfortunamente, non riconobbe se stessa. Riconobbe comunque Kamui che identificò come maschio solo per la tonaca da sacerdote, era straordinariamente più femminile della sua controparte donna nonostante sembrasse un controsenso, ed intravide una suorina dai capelli castano chiaro che le ricordò qualcuno di familiare, ma niente Subari in giro.
…
Uhm, chissà com’era la sorella della pulce in versione uomo, non che a lei interessasse particolarmente.
Seishirou aggrottò le sopracciglia in modo minaccioso quando lei aspirò rumorosamente con la cannuccia il fondo del bicchierone di coca cola che si era fatta spedire da Yuuko. Mah… era così bello poterlo infastidire, le sarebbe piaciuto farlo conoscere alla sua adorata sorellina maggiore e vedere la sua reazione.
“Mi domando come ciò possa, eventualmente, collegarsi alla caccia di un Subaru.” Borbottò tra se e sé chiedendosi dove la dignità di Seishirou fosse finita: insomma, lei lo vedeva chiaramente che l’uomo fingeva di essere così buono ed affabile.
Quando giunse il momento di ‘scambiarsi il segno di pace’ notò con estremo disappunto che nessuno voleva stringere la sua mano, ma fece spallucce e rimase ad osservare Seishirou che, dopo aver borbottato ancora qualcosa, iniziava a distribuire l’ostia dopo averle lanciato una chiara occhiata da ‘se provi ad unirti alla comunione e fare casino giuro che ti salto al collo’.
“Mah…”
Niente Subarigli ed un fratello che, in latino maccheronico, celebrava messa: una barzelletta di dimensione dal suo punto di vista.
“La messa è finita, andate in pace.”
Fuuma si alzò in piedi di scatto, urlando ed applaudendo, ma al secondo ‘Bravo, bis’ si ritrovò a schivare al volo un calice sacro lanciato dal ‘sacerdote stesso’ e, intuendo dallo sguardo dei paesani che presto alle loro occhiatacce si sarebbero uniti torce e forconi, comprese che era veramente ora di andare.