[Yu-gi-oh] Seth, Athem (Yami Yuugi) - Nanny-Seth

Feb 10, 2010 21:20

Titolo: Nanny-Seth
Fandom: Yu-gi-oh
Personaggi: Seth, Athem (Yami Yuugi)
Wordcount: 965
Rating: verde
Genere: Crack
Riassunto: Lui è stato addestrato a far fronte a qualsiasi situazione, ma non ad un piagnucolone principino malato.
Note: Per il Meme di San Valentino di michiru_kaiou7 <3 In questi giorni molti prompt mi fanno pensare a questi due XD Il mio spirito di prideshipper e di ancientshipper ne esce rinvigorito ed ho voglia di riguardarmi tutto yugioh XD sì, tutti e 224 gli episodi. Ah, sì, per chi non lo sapesse: il protagonista, da piccolo, era un frignone. Su 3/4 dei flashback in cui lo vediamo da bambino piange o è spaventato, nel restante quarto è lì che fissa Seth °^°


Lui è stato addestrato ad affrontare ogni tipo di situazione, non si è mai risparmiato da quando il suo villaggio è stato bruciato, ed ora è il gran sacerdote nonché braccio destro del principe, ma nessuno l’ha mai preparato per affrontare la situazione che si è ritrovato a dover gestire.
"Non la voglio la medicina…"
Se avesse avuto anche il più vago sentore di quanto fosse difficile il compito che gli era stato assegnato non avrebbe ringraziato il faraone con tanto entusiasmo alla sua nomina: il futuro sovrano è, infatti, una vera e propria piaga.
Piange quando ha paura di qualcosa, in pratica sempre, e si va ad infilare sotto la sua veste in cerca di protezione, nemmeno fosse sua madre.
Piange quando qualcuno si fa male: tempo addietro Seth si era tagliato un dito di fronte a lui, e dinnanzi allo scoppio di pianto tanto improvviso quanto violento dell’altro aveva seriamente creduto che fosse successo qualcosa al principe. Aveva arrancato quasi un quarto d’ora chiedendogli dove gli facesse male, cosa fosse successo, chi lo avesse offeso, se avesse avuto una brutta visione, scuotendolo per cercare di calmarlo, il tutto mentre la gente del palazzo osservava la scena fissandolo come se avesse cercato di uccidere il piccolo Athem; quando aveva compreso il motivo di tale dramma, aveva sfoderato il miglior sorriso di circostanza che era riuscito a fare, e lo aveva tranquillizzato, accarezzandolo e spiegandogli che non era niente.
Piange quando si fa buio e la sua stanza viene riempita di torce, lampade e candele, perché il buio gli fa paura. Seth allora gli si deve sedere affianco finché non si addormenta, raccontandogli per filo e per segno tutto ciò che ha fatto durante il giorno, ed anche raccontandogli ciò che ha in programma di fare il giorno dopo, rassicurandolo infinite volte sul suo non avere intenzione di andarsene, che sarà sempre il suo Gran Sacerdote.
Piange quando bagna il letto, ed allora Seth si spoglia di tutte le decorazioni, si trasforma in una mammina apprensiva e pulisce il tutto cercando di non ascoltare le sue lagne, prima, ovviamente, di accompagnarlo a fare il bagno. Tutto di nascosto, ovviamente, il principe si vergogna.
Piange quando lo chiama Principe perché è troppo formale, ma allo stesso modo certi giorni, quando ha la luna particolarmente storta, piange quando lo chiama Athem perché gli manca di rispett, allora Seth si mette le mani tra i capelli e piangerebbe volentieri a sua volta.
Piange, piange, piange sempre, in compenso ha riso quando Mahad ha detto "Seth, un giorno sarai veramente una buona moglie." Dannato faraone.
"Prendila con filosofia." Gli dicono.
"Prendete voi il mio posto." risponde.
Anche ora Athem sta piagnucolando, guardandolo male, mentre Seth cerca di convincerlo a prendere la medicina: ha la febbre, non è una cosa da poco e le malattie non sono semplici da gestire, mai, ed il grande sacerdote, dopo che il principino ha praticamente cacciato via tutti, è ora seduto a fianco del bambino con una ciotola in una mano ed un enorme cucchiaio nell'altra.
"La medicina va presa, mio principe..."
E' la ventesima volta che lo ripete, ma non riesce a scalfire minimamente il muro che il piccolo ha eretto davanti a sé ed intanto non smette di chiedersi per quale motivo Ra ce l'abbia con lui: il principino sembra aver abbandonato il suo orgoglio e la sua regalità in un posto ben lontano da quello, prima di nascere, probabilmente se l'è scordato sul sole prima di diventarne l'incarnazione.
Santa pazienza, se quello è il futuro faraone già vede l'Egitto in declino.
"Forza, dica aahm..."
Quanto è umiliante, troppo per la terza carica più importante dell'intero Egitto, e mentre già dispera finalmente un'idea gli passa per la mente.
"Principe, ricordate che vi ho promesso di accompagnarvi di nascosto a vedere i cavalli?"
Gli occhi violacei e lucidi del bambino si posano su di lui, quasi come a chiedergli se veramente osa sfidarlo rimangiandosi la parola data.
"E' un vero peccato... tra un po' di giorni le stalle saranno svuotate e se non state bene non posso portarvi a vederli prima che li portino via..."
Il bambino fa una smorfia, ma sembra crederci; la tentazione di andare a vedere quelle bestie è troppo forte, la bocca del principe si apre, seppur con riluttanza, e finalmente riesce a fargli ingoiare la mistura marroncina che, a sentir Shimon, ha del miracoloso. Mah, secondo lui è solo limo raccolto fresco fresco, la consistenza è quella.
Il piccolo fa una smorfia, sembra che anche il sapore sia quello del limo a giudicare dalla faccia che fa, ma perlomeno ora è giù. Vittoria.
 Vorrebbe dirglielo, un bel 'solo un credulone come voi può credere che vogliano svuotare la stalla reale', ma preferisce tacere anche perché, nonostante sembri perdonargli sempre tutto, si tratta pur sempre del principe.
"Bene, siete stato bravo, principe."
"Mi hai avvelenato!" Piagnucola questi con il labbro che già si sposta minacciosamente in avanti.
Il sacerdote non riesce a trattenere una risata, è contento, quasi, che quella cosa fosse tanto disgustosa, almeno non è stato l'unico a patire quel giorno; Athem lo osserva in un modo in cui non l'ha mai guardato prima, ma dura solo un attimo prima che il ragazzo si ricomponga, quindi il bambino si ricorda che è suo dovere fare l'offeso e mette su il miglior broncio del suo repertorio.
"Tu non hai un cuore, Seth..." brontola Athem tirandosi le coperte di lino fin sopra la testa, credendo di creare chissà quale protezione contro il mondo esterno o forse, chissà, illudendosi di scomparire alla vista del gran sacerdote.
"Come dite voi, principe..." mormora in risposta, sapendo di aver compiuto un'impresa quasi eroica ed appoggiando silenziosamente un dolcetto sul cuscino del bambino prima di alzarsi in piedi ed uscire dalla stanza.
Quando la smetterà di nascondersi, lo sa, troverà il piccolo regalo da parte sua e, sì, troverà una nuova scusa per piangere, di felicità stavolta.
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