[Hey!Say!Jump] School Days [02/03]
Titolo: School days - Me and you at the cafetteria
Fandom: Hey!Say!Jump
Pairing: Arioka Daiki x Inoo Kei
Rating: G
Avvertenze: Slash, AU!
Disclaimer: I personaggi non sono miei, tutti i diritti riservati e i fatti narrati sono frutto della mia fantasia. La storia non è scritta con scopo di lucro.
Riassunto: E non seppe mai dire con esattezza, perché si fosse alzato dal suo tavolo e si fosse seduto sulla sedia accanto alla sua.
Note: Scritta per la mezza_tabella con il prompt “Dolce”, per la Zodiaco!Challenge difiumidiparole con il prompt “Raccolte” e per la think_fluff con il prompt “Caffetteria/Bar”.
WordCount: 450fiumidiparole
**
A Daiki piaceva il complesso scolastico dove lui e Kei studiavano. Non gli piacevano parte degli insegnanti e non gli piaceva studiare, ma tutto il resto gli andava a genio. Era solo per la struttura che aveva tentato l’esame d’ammissione a quell’istituto superiore.
Il resto delle cose, come il pregio della scuola o l’elite che la frequentavano, lo irritavano, ma doveva ammettere che da tutto quello, ne era uscita una cosa buona.
Aveva incontrato Kei. Per caso, proprio in quella caffetteria, proprio mentre pensava che, alla fin fine, poteva anche fare a meno di una bella biblioteca e di un bar immerso nel verde se tanto poi alla fine non studiare.
Era seduto ad un tavolino, in piena estate e si guardava intorno. E poi lo aveva visto, pochi tavoli più in là del suo, mentre mangiava un dolce e aveva il naso e la bocca sporca di zucchero a velo.
La prima impressione era stata quella di un ragazzo poco normale. Come era possibile che a sedici anni non riuscisse a mangiare quella torta?
Poi lo aveva osservato meglio. Aveva visto la sua linea degli occhi, il suo sopracciglio perennemente alzato, le lunghe dita dalla linea gentile e quella pelle che sembrava decisamente morbida.
Il ragazzo aveva alzato gli occhi dal suo dolce e lo aveva fissato, accennando un sorriso e un inchino con la testa, prima di tornare a leggere il suo libro di testo. Stava studiando. E non seppe mai dire con esattezza, perché si fosse alzato dal suo tavolo e si fosse seduto sulla sedia accanto alla sua.
Non sapeva ricordare cosa lo aveva spinto a gettare uno sguardo sul libro. E poi, con una faccia tosta che decisamente non gli apparteneva, gli aveva fatto una domanda completamente cretina su trigonometria, la materia che stava studiando.
Kei allora lo aveva guardato un po’ perplesso, ma poi aveva ridacchiato e aveva voltato il libro verso di lui, iniziando a spiegare ciò che diceva di non aver capito.
E Daiki non aveva capito una sola parola di quello che lui gli aveva detto, anche perché lui e la matematica erano a due mondi completamente opposti. E poi, il suono della sua voce e le dita che stringevano la matita, mentre gli spiegava l’esercizio, erano cose decisamente più interessanti.
Daiki si sentì scuotere, piuttosto energicamente e voltò lo sguardo verso Kei, appena tornato dal bancone del bar con la solita fetta di torta che mangiava tutti i giorni.
« Dai-chan a che pensavi? » gli chiese con la sua voce squillante.
Il più piccolo alzò lo sguardo verso di lui. Stava per dire una cosa che sembrava incredibilmente finta, abusata e smielata, ma che riassumeva tutti i suoi pensieri fino a quel momento,
« Pensavo a te. » sussurrò piano prima di togliergli lo zucchero a velo dal naso.
Fine.
Fandom: Hey!Say!Jump
Pairing: Arioka Daiki x Inoo Kei
Rating: G
Avvertenze: Slash, AU!
Disclaimer: I personaggi non sono miei, tutti i diritti riservati e i fatti narrati sono frutto della mia fantasia. La storia non è scritta con scopo di lucro.
Riassunto: E non seppe mai dire con esattezza, perché si fosse alzato dal suo tavolo e si fosse seduto sulla sedia accanto alla sua.
Note: Scritta per la mezza_tabella con il prompt “Dolce”, per la Zodiaco!Challenge difiumidiparole con il prompt “Raccolte” e per la think_fluff con il prompt “Caffetteria/Bar”.
WordCount: 450fiumidiparole
**
A Daiki piaceva il complesso scolastico dove lui e Kei studiavano. Non gli piacevano parte degli insegnanti e non gli piaceva studiare, ma tutto il resto gli andava a genio. Era solo per la struttura che aveva tentato l’esame d’ammissione a quell’istituto superiore.
Il resto delle cose, come il pregio della scuola o l’elite che la frequentavano, lo irritavano, ma doveva ammettere che da tutto quello, ne era uscita una cosa buona.
Aveva incontrato Kei. Per caso, proprio in quella caffetteria, proprio mentre pensava che, alla fin fine, poteva anche fare a meno di una bella biblioteca e di un bar immerso nel verde se tanto poi alla fine non studiare.
Era seduto ad un tavolino, in piena estate e si guardava intorno. E poi lo aveva visto, pochi tavoli più in là del suo, mentre mangiava un dolce e aveva il naso e la bocca sporca di zucchero a velo.
La prima impressione era stata quella di un ragazzo poco normale. Come era possibile che a sedici anni non riuscisse a mangiare quella torta?
Poi lo aveva osservato meglio. Aveva visto la sua linea degli occhi, il suo sopracciglio perennemente alzato, le lunghe dita dalla linea gentile e quella pelle che sembrava decisamente morbida.
Il ragazzo aveva alzato gli occhi dal suo dolce e lo aveva fissato, accennando un sorriso e un inchino con la testa, prima di tornare a leggere il suo libro di testo. Stava studiando. E non seppe mai dire con esattezza, perché si fosse alzato dal suo tavolo e si fosse seduto sulla sedia accanto alla sua.
Non sapeva ricordare cosa lo aveva spinto a gettare uno sguardo sul libro. E poi, con una faccia tosta che decisamente non gli apparteneva, gli aveva fatto una domanda completamente cretina su trigonometria, la materia che stava studiando.
Kei allora lo aveva guardato un po’ perplesso, ma poi aveva ridacchiato e aveva voltato il libro verso di lui, iniziando a spiegare ciò che diceva di non aver capito.
E Daiki non aveva capito una sola parola di quello che lui gli aveva detto, anche perché lui e la matematica erano a due mondi completamente opposti. E poi, il suono della sua voce e le dita che stringevano la matita, mentre gli spiegava l’esercizio, erano cose decisamente più interessanti.
Daiki si sentì scuotere, piuttosto energicamente e voltò lo sguardo verso Kei, appena tornato dal bancone del bar con la solita fetta di torta che mangiava tutti i giorni.
« Dai-chan a che pensavi? » gli chiese con la sua voce squillante.
Il più piccolo alzò lo sguardo verso di lui. Stava per dire una cosa che sembrava incredibilmente finta, abusata e smielata, ma che riassumeva tutti i suoi pensieri fino a quel momento,
« Pensavo a te. » sussurrò piano prima di togliergli lo zucchero a velo dal naso.
Fine.