[Hey!Say!Jump] The memories won't stop shining

Mar 29, 2012 11:19

Titolo: The memories won't stop shining
Fandom: Hey!Say!Jump
Pairing: Yaotome Hikaru x Takaki Yuya
Rating: R
Avvertenze: Slash,
Disclaimer: I personaggi non sono miei, tutti i diritti riservati e i fatti narrati sono frutto della mia fantasia. La storia non è scritta con scopo di lucro.
Riassunto: Avrebbe voluto fare tante cose, ma non era quello il momento. Non era mai il momento quando non erano a casa. Lo sapeva, anche se era difficile doversi trattenere. Non potevano dirlo agli altri.
Note: Scritta per la syllablesoftime con il prompt “Cercherò, proverò ad avere sempre su di me il profumo delle tue mani.” e per la diecielode con il prompt “Caffè.”
WordCount: 1977 fiumidiparole

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Hikaru era innamorato di Yuya. Gli piaceva il suo sorriso, gli piaceva vederlo felice. Quando lo vedeva allegro, gli sembrava di essere contagiato dalla sua allegria. Era coinvolgente. Gli piaceva vederlo arrivare a lavoro, con il cappello calato sugli occhi, gli occhiali scuri per nascondere la sua sonnolenza, il cappotto ancora chiuso perché sì, in fondo era un gran freddoloso Yuya. Teneva la sciarpa sempre stretta intorno al collo, fino a che non dovevano registrare.
Gli piaceva osservare la sua schiena quando si cambiava negli spogliatoi, gli piaceva il profumo della sua pelle e del suo dopobarba, sempre inconfondibile. Era rapito dalla linea morbida dei suoi fianchi, dalla pelle scura che scivolava sotto i pantaloni.
Doveva sempre concentrarsi per evitare di eccitarsi davanti a tutti. Non era poi così raro vedere gli altri nelle sue stesse condizioni, anche se per motivi diversi, ma non voleva che lo vedessero. Si imbarazzava facilmente e non aveva voglia di rispondere a domande inopportune.
Distolse con difficoltà lo sguardo, riprendendo a sistemare la sua maglietta dentro la borsa e prendendo invece la camicia appesa al portabiti. Si sistemò il microfono sopra i pantaloni neri, poi si allacciò i bottoni della camicia, afferrando la giacca e la cravatta.
L'esibizione sarebbe iniziata dopo una manciata di minuti, non c'era tempo da perdere, anche se avrebbe voluto rimanere in quella stanza per delle ore. Avvicinarsi a Yuya, accarezzargli il volto, sentire le sue dita che scivolavano lungo il collo, per perdersi nei suoi capelli.
Avrebbe voluto fare tante cose, ma non era quello il momento. Non era mai il momento quando non erano a casa. Lo sapeva, anche se era difficile doversi trattenere. Non potevano dirlo agli altri.
Hikaru sapeva che i suoi compagni avrebbero capito, ma... a volte non ne era del tutto convinto. Gli sembrava di vedere certi sguardi che lanciavano a Yabu e a Kei quando erano troppo vicini, o quando nei camerini erano seduti sul divanetto e si tenevano per mano, discretamente.
Li vedeva quegli sguardi e non voleva che gli altri lo guardassero nella stessa maniera. Non gli piaceva essere giudicato, tanto meno per i suoi gusti sessuali. Non gli piaceva sentire addosso la sua pelle quegli sguardi pieni di giudizio quindi si sforzava di tenere per sé quei pensieri, di non far capire a nessuno quello che gli passava per il cervello, di tenere sotto controllo il suo stesso corpo che, spesso, reagiva in maniera indipendente quando si trovava troppo vicino a Yuya.
Scosse la testa, dandosi dei leggeri schiaffi sul volto. Yuya si voltò verso di lui, sorridendogli. Hikaru abbozzò un sorriso, sentendo di non riuscire a controllarsi e spostò immediatamente lo sguardo.
Gli passò accanto, dirigendosi verso il palco, limitandosi a sfiorargli la mano.

Si svegliò di soprassalto, con il sudore che gli colava lungo il collo e le tempie, con il cuore che gli batteva ad maniera innaturale e il petto che si alzava e abbassava alla velocità del suo respiro irregolare.
Strizzò gli occhi, asciugandosi il sudore e portandosi indietro i capelli. Faceva caldo quella notte, incredibilmente caldo.
Si alzò, aprendo la finestra della stanza e rinfrescandosi con la lieve brezza notturna. La notte era calma a Tokyo, per lo meno nel suo quartiere. L'unica cosa che sentiva era il silenzio e, di tanto in tanto, in lontananza, qualche macchina che era ancora fuori casa.
Socchiuse gli occhi, cercando di regolarizzare il respiro, si chinò leggermente permettendo al suo corpo di prendere quanta più aria possibile, poi richiuse la finestra.
Tornò a letto, coprendosi con il lenzuolo leggero, fissando il soffitto. Avrebbe voluto chiudere gli occhi e addormentarsi di nuovo, scivolare in un buco nero per non doversi più risvegliare.
Ma non poteva. Non era un vigliacco. Sarebbe andato avanti, come sempre, grazie al supporto di tutti gli altri. Doveva lavorare, doveva divertirsi, doveva vivere e doveva... stare con il fidanzato. E anche se a volte era stanco, stare con lui era l'unica cosa che ancora lo teneva ancorato alla vita.
Se lui lo avesse abbandonato, non avrebbe avuto più nessuna ragione di esistere. Allungò nervosamente il braccio, afferrando la scatola del sonniferi.
Si fece scivolare nella mano tre pasticche, che infilò in gola. Tornò sdraiato e, sempre fissando il soffitto. Sentì subito gli occhi chiudersi e il corpo farsi pesante.
Scivolò addormentato in meno di dieci minuti.

Yuya si avvicinò ad Hikaru subito dopo la riprese dello Shounen. Era sudato, ma felice. In fondo, Yuya era quasi sempre felice. O almeno lui tendeva a vederlo così. Gli piaceva il suo sorriso. Gli trasmetteva felicità, allegria, voglia di andare avanti. E vedere come Yuya gli sorrideva, in quella maniera spontanea, gli faceva solo avere ancora più voglia di stare con lui.
« Hikka, oggi ho il pomeriggio libero. Vuoi venire a prendere un caffè da me? »
Hikaru sentiva la gola secca, tremendamente secca. Ricambiò il sorriso, annuendo.
« Certamente. Lo sai che ho sempre tempo per te Yuyan. »
Il più piccolo si nutrì ancora di più della gioia sul volto del fidanzato. Gli sembrava che tutto andasse esattamente come doveva andare. Una volta dimenticato Yabu, aveva deciso che non si sarebbe mai più innamorato di nessuno. Non voleva soffrire ancora, non voleva di nuovo ripercorrere quella strada piena di difficoltà, per correre poi il rischio di dover vedere qualcun'altro che ti ruba ciò che ti appartiene.
Ma quando si era accorto di Yuya, qualcosa dentro di lui era scattato. Aveva chiaramente sentito gli ingranaggi del suo cervello muoversi, sempre più velocemente e nel giro di poco tempo aveva capito che la sua vita non poteva continuare senza Yuya.
E in quel momento era suo, solo suo. Nessuno glielo avrebbe rubato, nessuno lo avrebbe portato via, nessuno lo avrebbe lasciato di nuovo da solo, ad affogare in quella oscurità e sofferenza che conosceva troppo bene.
Osservò Yuya afferrare la borsa, dirigendosi verso le docce, quando Chinen lo afferrò per un braccio, trascinandolo lontano dagli altri. Hikaru rimase ad osservarli, il più piccolo sembrava contrariato da qualcosa e gli lanciava frequentemente delle occhiate nervose.
Hikaru avrebbe voluto avvicinarsi e allontanare Yuya da Chinen. Non sapeva perché ma lo innervosiva saperli vicino, anche perché il più grande aveva smesso di sorridere quando i loro occhi si erano incrociati.
E Hikaru non sopportava non vederlo sorridere. Eppure non fece nulla. Si limitò a prendere la sua roba, dirigendosi a sua volta dentro le docce.

Sentiva le dita di Yuya che lo sfioravano. Hikaru socchiuse gli occhi. Gli piaceva, gli era sempre piaciuto avere quelle grandi mani che lo toccavano. L'odore della pelle di Yuya si mischiava con il proprio, rendendolo così inconfondibile.
Si mosse sopra di lui, sentendo il suo corpo bollente tremare sotto il suo. Le mani di Yuya si spostarono sulla sua schiena, alternando carezze a graffi leggeri e Hikaru non poteva fare a meno di ansimare sotto quel tocco incredibilmente leggero.
Lo adorava. Adorava sentire i suoi gemiti, adorava sentire che lo stava facendo godere, mentre spingeva dentro di lui, mentre sentiva i propri respiri che si mischiavano, mentre sentiva le sue labbra, quelle labbra che amava, che lo divoravano.
Non sapeva che avrebbero finito con il fare sesso. Era entrato in casa sua, avevano preso un caffè insieme, come al solito.
Poi Yuya aveva incominciato a parlare e Hikaru, semplicemente, non si era più trattenuto oltre. Lo aveva baciato, spogliato, toccato, leccato. Erano finiti nella sua camera da letto, ad arrotolarsi fra le lenzuola, mentre il loro sudore scivolava fra i loro corpi.
E Hikaru non riusciva a fare a meno di spingere. Spingere con tutte le sue forze, come faceva sempre. Perché amava Yuya e avrebbe fatto qualunque cosa pur di stare con lui.
Avrebbe fatto qualunque cosa per continuare a sentire il profumo di quelle mani sul suo corpo.

Si svegliò di nuovo di soprassalto. Odiava gl'incubi. Li odiava perché vanificavano tutto il suo lavoro.
Scosse di nuovo la testa, gemendo mentre il dolore lancinante lo penetrava da tempia a tempia. Avrebbe voluto aprirsi la testa, estirpare qualunque ricordo doloroso, qualunque sofferenza, qualunque cosa che lo facesse ancora soffrire, dopo tutto quel tempo.
Ma non poteva.
Rivide i flash, i lampi, le urla, le persone che lo circondavano. Erano là, proprio davanti ai suoi occhi, proprio davanti a lui, invadenti come lo erano sempre.
Gemette leggermente nel non riuscire a fermare quei ricordi. Il freddo, i piedi scalzi sull'asfalto, la coperta leggera sulle sue spalle.
I suoi singhiozzi, che non riusciva a trattenere perché era sempre stato un debole sentimentale, il suo corpo che tremava, dolorosamente. La testa gli girava, sempre più pesantemente, mentre il ritmo dei suoi singhiozzi era sempre più forte.
Spalancò gli occhi quando sentì qualcuno che gli stringeva la mano. Si voltò e lo vide accanto. Si rilassò quasi immediatamente. Gli sorrideva. Ed era l'unica cosa, in quel momenti, che lo tiravano su di morale.
Perché quei sorrisi racchiudevano tutto. Tutto l'amore che provavano, tutto il coraggio, tutta la pazienza, tutto.
E lui era felice di avere un simile alleato accanto a lui. Perché, ne era convinto, senza di lui nulla sarebbe lo stesso.

Hikaru odiava prendere le medicine. Non le sopportava. Lo facevano sentire male, lo facevano stare peggio.
Non ricordava quando in realtà l'unica cosa che voleva era proprio ricordare. Ricordare Yuya esattamente così come lo aveva visto la prima volta, quando si era innamorato. Ricordare i suoi sorrisi, i suoi abbracci, il suo profumo. Ricordare quando bevevano il caffè insieme, ricordare come lo amava.
Ma non poteva perché quelle medicine glielo impedivano. E lui che cosa era senza il sorriso di Yuya?
Nulla, come lo era prima di conoscerlo, come lo era prima di innamorarsi.
E nulla valeva una vita senza il sorriso di Yuya. Preferiva la morte.
Quando si addormentò, sapeva perfettamente che non si sarebbe più risvegliato. Ma non gli importava.
Non aveva preso le medicine, quindi ricordava qualunque cosa. Ricordava come si amavano, ricordava come andavano in giro insieme quando avevano tempo, ricordava le loro cene romantiche, ricordava il primo appuntamento, quando si era dichiarato.
Ricordava tutto.
Ma la cosa più importante, in fondo, era il suo sorriso. E quello lo ricordava bene.

Si alzò dal letto che era mattina tardi. Il fidanzato stava leggendo il giornale e lo chiuse immediatamente quando lo vide entrare in cucina.
Alzò un sopracciglio, avvicinandosi.
« Dammi il giornale. »
« Prima fai colazione. Hai impiegato tempo per tornare ai tuoi ritmi e non voglio che... »
« Yuri, dammi quel giornale. » esplose Yuya tremando, la voce incerta e la mano tesa verso di lui « Per favore. » aggiunse poi socchiudendo gli occhi.
Il più piccolo lo fissò, imbronciato e con i denti che si mordeva un labbro. Gli lanciò il giornale, nervoso.
Fu tentato di andarsene, ma vide la mano di Yuya tremare quando aprì il giornale. Si avvicinò di nuovo a lui, accarezzandogli la spalla nuda.
Hikaru aveva completamente spezzato Yuya e questo Chinen non glielo aveva mai perdonato. Lo aveva visto superare mesi di depressione, di pianti, di silenzi e di solitudine.
Hikaru era entrato nella sua vita come un tornado, stuprandolo ripetutamente, costringendolo a farsi dire cose che per qualche giorno avevano traviato la sua mente, del tutto sottomessa ai voleri del più piccolo.
Per chissà quanto tempo la follia di Hikaru lo aveva spinto ad immaginare che Yuya fosse il suo fidanzato. Per chissà quanto tempo ha pensato che lui lo amasse.
E Chinen lo odiava. Lo odiava con tutto sé stesso, lo odiava con ogni fibra del suo corpo, aveva sempre desiderato sentire le proprie dita stringersi intorno alla gola di Hikaru e di vedere la vita che abbandonava il suo corpo.
Ma Yuya aveva bisogno di lui e non poteva permettersi il lusso di sognare ad occhi aperti.
Vide le lacrime del più grande bagnare il giornale e inumidire la testata principale che annunciava il suicidio di Yaotome Hikaru nella stanza dell'ospedale psichiatrico dove era rinchiuso.
Chinen non provò nulla. Scivolò accanto al corpo di Yuya, che piangeva. Lo strinse a sé.
L'unica cosa che doveva fare, da quel momento in poi, era stringere Yuya e farlo sentire amato.
Per sempre.

Fine

challenge: syllables of time, fandom: hey!say!jump, pairing: takaki x chinen, challenge: diecielode {misc mosaic}, pairing: yaotome x takaki

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