Titolo: Ankh's desire
Fandom: Kamen Rider OOO
Pairing: Hino Eiji x Ankh
Rating: G
Avvertenze: Slash
Disclaimer: I personaggi non sono miei, tutti i diritti riservati e i fatti narrati sono frutto della mia fantasia. La storia non è scritta con scopo di lucro.
Riassunto: « Eiji, dobbiamo recuperare le mie Core Medal e trovare chi è che si spaccia per me! » abbaiò il Greeed fuori di sé dalla rabbia, osservando l'umano in piedi di fronte a lui.
Note: Scritta per la
500themes-ita con il prompt “12. Potere centrale”
WordCount: 2454
fiumidiparole **
« Eiji, dobbiamo recuperare le mie Core Medal e trovare chi è che si spaccia per me! » abbaiò il Greeed fuori di sé dalla rabbia, osservando l'umano in piedi di fronte a lui.
Ankh si aspettava qualunque risposta da Eiji. Una qualunque, che gli dimostrasse che per il più piccolo lui contasse davvero qualcosa.
E il Greeed avrebbe dovuto saperlo che sarebbe finito in quella maniera, esattamente come era finita ottocento anni.
In fondo, Eiji non era altro che l'impersonificazione dell'Originale OOO. Del primo Kamen Rider che si era lasciato trascinare dai propri istinti e dai propri desideri.
Che lo aveva ingannato e tradito e condannato ad un lungo sonno in cui non aveva fatto altro che alimentare la sua vendetta.
Avrebbe dovuto saperlo che, in fondo, Eiji non era diverso dagli altri essermi umani. Invece aveva riposto le sue ultime briciole di speranza in lui e, di nuovo, Ankh si era visto pugnalare al cuore, il coltello ben spinto dentro di lui.
« La vita di una persona è molto più importante delle tue Medal. » aveva urlato Eiji, pieno di rabbia.
E ancora e ancora Ankh non riuscì ad impedire a sé stesso di provare stupide emozioni umane. Era irritato, arrabbiato e soprattutto deluso. Deluso da sé stesso, dalla sua stupida ingenuità e deluso da Eiji. Deluso da quell'insulso potere che Eiji si trovava fra le mani, che non riusciva più a comandare, a domare. Deluso dalla vista dell'ennesima persona che non riusciva a controllare il potere di OOO, un potere centrale che dava alla testa, senza sosta.
Perché sì, doveva ammetterlo. Ci aveva creduto. Aveva creduto a quelle belle parole mentre anche a lui non interessava altro che scoparlo.
Di nuovo la ruota del tempo girava a suo sfavore. Di nuovo si era fidato, di nuovo si era concesso e di nuovo era stato tradito.
« Immagino allora che appena la tua stupida amica richiederà il corpo di suo fratello, tu penserai ad un modo per cacciarmi, vero? » aveva ringhiato, senza nemmeno più contenere il proprio tono frustrato.
« Cos... Cosa c'entra questo adesso? Qua stiamo parlando di altro, di... »
« Di priorità Eiji. Ecco di che cosa stiamo parlando. E se tu dici che la vita di una persona è più importante delle mie Core Medal, che cosa mi dice che tu non mi scaricherai appena Hina te lo ordina? Se tu non te ne fossi accorto Eiji, le Medal sono la mia vita. E qua si parla di scegliere. La mia vita o quella di uno sconosciuto? »
Di nuovo Ankh si maledisse. Odiava esporsi, odiava aggrapparsi a quegli ultimi appigli di speranza che probabilmente lo avrebbe solo deluso, ancora.
Eppure era più forte di lui.
Desiderava Eiji, come mai aveva desiderato altro. Lo voleva, così intensamente da sentire ogni cellula del proprio corpo sanguinare.
E quando il silenzio di Eiji riempì la distanza che c'era fra loro, ebbe la risposta.
E, come sempre, era una risposta che non gli piaceva.
Schioccò la lingua, dandogli le spalle.
« Direi che questa è la tua risposta, no? » accennò una risata amara « Avrei dovuto aspettarmelo. Di certo non immaginavo di contare qualcosa per te. » concluse incamminandosi via.
Voleva andarsene via. Lontano da quella città, lontano da Eiji, lontano dall'altro Ankh e anche dalle sue Core Medal scomparse.
Udì Eiji esalare il suo nome, ma non si fermò. Non si sarebbe fidato. Mai più.
Avrebbe cercato da solo la parte di sé che mancava, anche se quello avrebbe significato combattere contro Eiji.
Erano passati già un paio di giorni da quella discussione con Eiji e del più piccolo nessuna traccia lontano chilometri.
Non che Ankh ci sperasse, ovvio. Lui non era una femminuccia. Lui poteva tranquillamente combattere da solo. E che gliene fregava se il corpo non era il proprio?
Avrebbe raggiunto il suo obiettivo e una volta ritornato in possesso della propria identità, avrebbe abbandonato quell'inutile involucro umano una volta per tutte.
Era stanco di essere vincolato ad un inutile pezzo di carne pieno di problemi.
Desiderava il proprio corpo, di nuovo. Desiderava essere intero, smettendo di essere difettoso, come era sempre stato.
Una volta rientrato in possesso di tutte le sue Core Medal, sarebbe tornare invincibile, esattamente come ottocento anni prima.
E allora sì che sarebbe stato tutto diverso, tutto più semplice, tutto più naturale.
Starnutì, interrompendo i propri pensieri. Si passò le mani sulle braccia, cercando di farsi caldo e dovette ammettere che mangiare gelati rubati nel cuore delle notti d'inverno, non era esattamente una delle mosse più intelligenti, ma non sarebbe mai tornato al Cous Coussier.
Ne andava della sua poca dignità rimasta ed Ankh era deciso a difenderla fino all'ultimo, costi quel che costi.
Si appoggiò al muro dell'argine su cui si era rifugiato, chiedendosi ormai a chi o a che cosa avrebbe potuto rubare un ghiacciolo.
Effettivamente poco prima era passato un gruppetto di studentesse appena uscite dalla gelateria notturna. Avrebbe potuto spaventarle e rubargli tutti i gelati.
Non sembrava un'idea così sbagliata in fondo. Era un Greeed, mica un santo. Quelle stronzate da bravi bambini le aveva sempre lasciate sbrigare ad Eiji.
Schioccò la lingua, ripensando a lui.
E proprio perché Eiji si occupava sempre e solo di quelle “stronzate da bravo bambino” che si ritrovava di nuovo con un pugno di mosche in mano.
Si lasciò ricadere seduto a terra, la voglia del gelato improvvisamente scomparsa e si passò le mani sul volto, chiedendosi quando, esattamente, aveva iniziato a risultare così incredibilmente patetico.
Era sicuro di aver mantenuto la propria dignità la prima volta che, ubriaco marcio, Eiji aveva ben deciso di scoparselo contro le scale che portavano alla soffitta del Cous Coussier. Certo, lui glielo aveva permesso, ma quale essere, umano e non, sano di mente avrebbe detto di “no” ad una scopata nemmeno richiesto ma un po' desiderata?
Sì. Su quello era convinto. Era ancora sé stesso. Il sesso mica cambia le persone. Al limite, le migliora.
Tentò di ripensare a che altro era successo dopo. Eiji aveva iniziato a trascinarlo giù dal suo comodo posticino sul mobile per chiedergli di dormire con lui. Ed Ankh, dopo le risate e gli insulti delle prime richieste, aveva accettato di rimanere là, accanto a lui, dopo aver fatto sesso.
In fondo, si disse, dov'era il problema? Era caldo il materasso, le lenzuola ed anche il corpo di Eiji, che probabilmente emanava più testosterone di tanti altri, era un buon argomento per rimanere a dormire con lui.
Anche là, non c'era nessun problema. Rimani dopo aver fatto sesso. Nulla di più. Mica si era messo un anello al dito e poi, che ansia, mica lo amava a quello schifoso umano!
Lui era un Greeed. Una razza superiore, anche se un po' imperfetta nel suo specifico caso, ma sempre superiore ad un umano qualunque.
Certo, Eiji non era esattamente un umano qualunque, ma sempre di carne e di ossa si trattava.
Era stato dignitoso anche accettare quella sua incomprensibile richiesta. Non intaccava il suo orgoglio in nessun modo.
Continuò ad arrovellarsi, ancora e ancora.
Non era successo nulla di che nemmeno quando Eiji gli aveva imposto un limite di gelato e, soprattutto, di non rubarlo, di contenersi, promettendogli che avrebbe provveduto lui stesso a rifornirlo quando voleva. Nemmeno quando si era ritrovato con quella squilibrata della sorella del detective ed Eiji si era preoccupato più di lei che di lui aveva dato peso ai propri pensieri.
Forse il primo e unico momento in cui aveva perso la propria dignità, il proprio orgoglio, era stato esattamente quando avevano discusso.
Si era aperto troppo Ankh sperando incondizionatamente che Eiji avrebbe scelto lui. Si era fidato e si era ritrovato in trappola, le spalle contro il muro, la propria anima presa e lacerata.
Soffiò sulle proprie mani, tentando di riscaldarsi. Se solo avesse guardato Eiji una delle mille volte che faceva un falò sulla riva del fiume, magari non sarebbe morto assiderato. I primi tempi campeggiavano sempre come due disperati.
Eiji lavorava saltuariamente e di certo non avevano soldi per andare a dormire al chiuso e spesso di erano ritrovati al mare o al fiume a lavare i vestiti sporchi nell'acqua, riscaldandosi con il fuoco di un falò improvvisato.
Se doveva essere sincero, era da quando la bara di OOO era stata aperta che le cose avevano iniziato a precipitare. Il suo braccio si era staccato dal proprio corpo per tentare di recuperare le proprie Core Medal rubate con l'inganno e si era ritrovato imprigionato nella tomba di OOO, il Re che gli aveva promesso tutto per poi distruggerlo.
Esattamente come aveva fatto Eiji. Gli aveva promesso di essere qualcosa di più e poi, alla prima occasione utile, gli aveva voltato le spalle.
In fondo, non per niente, la cintura di OOO aveva funzionato al primo colpo, senza nessun problema, come se dentro di lui scorresse il sangue del Re. E nel corso dei mesi Ankh aveva scoperto delle agghiaccianti somiglianze fra di loro.
Sospirò, osservando il cielo stellato e stava quasi per addormentarsi con lo stomaco che iniziava a brontolare, alla ricerca di cibo normale, quando udì dei passi vicino a lui.
Si alzò subito in piedi, guardandosi intorno e si rilassò un attimo solo quando vide Eiji avvicinarsi a lui. Schioccò la lingua, seccato dalla sua sola vista.
Eiji non disse nulla. Si avvicinò senza parlare, sedendosi accanto alle sue gambe e, anche se contro voglia, il più grande decise di imitarlo. Stare in piedi non lo avrebbe portato da nessuna parte e poi stava morendo di freddo e di fame.
Rimasero in silenzio per un po', poi Ankh lo udì sospirare e lo vide iniziare ad arrabattare un fuoco di fortuna. Nel giro di una manciata di minuti il Greeed si ritrovò a riscaldarsi le mani davanti alle fiamme, anche se i morsi allo stomaco non erano ancora spariti.
« Tieni, immaginavo che tu potessi avere fame. » dalla borsa che aveva mollato all'arrivo, Eiji tirò fuori una scatola di ghiaccioli, su cui Ankh si avventò immediatamente, divorandoli uno dopo l'altro.
Dopo il quinto ghiacciolo, consumato rapidamente e sempre in rigoroso silenzio, Ankh si lasciò ricadere con le spalle sull'erba, osservando ancora il cielo.
Perché le cose non potevano rimanere come prima? Senza impegni, senza problemi, senza preoccupazioni. Andava tutto bene prima dell'arrivo di quell'impostore, prima dei ricordi del Re, prima di perdere tutte le Core Medal.
Prima che Hina facesse richieste fuori dal mondo e prima che Eiji gli rispondesse con una sincerità disarmante.
« Puoi anche andartene se rimanere qua ti dà fastidio. » ringhiò il Greeed dandogli le spalle.
« Non mi dà fastidio stare con te. »
« Strano. Da come parli di me avrei detto tutto il contrario. Vuoi anche portare a Kazari le mie Core Medal, già che ci siamo? » sputò.
Eiji sospirò, avvicinandosi a lui.
« Ho semplicemente fatto una promessa. Avrei comunque recuperare le tue Medal e fatto in modo che tu potessi ottenere il tuo corpo intero. Non voglio abbandonarti. » sentì la sua mano calda passargli sul braccio nudo e lo scacciò, irritato.
Non voleva guardarlo e sapeva che tutto sarebbe andato a rotoli. La sua determinazione sarebbe venuta meno e lui non voleva più fidarsi di lui. Ne aveva abbastanza di persone del genere.
« Ankh, devi credermi. »
« E adesso perché sei qua? Ti manca qualcuno da scoparti? C'è Gotou che piange la disastrosa perdita del fidanzato d'America, potresti portarti a letto lui. Dopotutto, ha sempre avuto un debole per te, no? »
Lo udì sospirare ancora e quanta volta le mani di Eiji si strinsero intorno alle sue braccia, voltandolo con la forza, spingendolo con le spalle contro il muro.
« A me non interessa Gotou-san, né interessa Hina-chan, né desidero fare sesso con altre persone solo perché tu non sei con me. Se faccio sesso con te è perché è te che voglio, altrimenti non lo avrei fatto. Sapevo che eri ottuso, ma non così tanto. »
« Cosa... »
« Significa che tu mi piaci Ankh. Mi piace Ankh, non Izumi Shingo. E non intendo permetterti di andare da nessuna parte, neanche quando dico che ti avrei costretto con la forza a lasciare il corpo del detective. Io ti considero comunque mio, perché è te che mi piace, non il tuo corpo. »
Ankh lo fissò negli occhi, senza sapere esattamente che cosa dire. Sentiva la testa vuota e si sentiva come se galleggiasse completamente sommerso dall'acqua.
Le parole di Eiji gli arrivavano distanti alle orecchie, come se ne diffidasse. Eppure Eiji non mentiva. Non glielo aveva mai visto fare e poi, mica aveva negato di aver detto che avrebbe restituito ad Hina il fratello. Aveva semplicemente detto che poi gli avrebbe ridato un corpo proprio.
« Tu... che hai detto? » esalò in un respiro.
No, era sicuramente frutto della sua mente malata. Un conto era scoparsi un Greeed, un altro era dire di esserne innamorato, anzi, che ti piace il che è già diverso.
Sapeva che Eiji doveva aver battuto forte la testa mentre andava in giro per l'Africa a salvare i bambini poveri, ma non credeva che la botta ricevuta fosse così forte.
Lo vide accennare un sorriso.
« Ho detto che mi piace Ankh e non Izumi Shingo. E che anche se tu dovessi lasciare questo corpo, farei di tutto per farti avere di nuovo il tuo. Ah, e ho anche detto che vorrei che tu tornassi a casa. »
« No, questo non lo hai detto. » replicò Ankh alzando un sopracciglio.
« Allora mi stavi ascoltando. » rise il più piccolo e il Greeed dovette ammettere, contro la propria volontà e solo nella propria testa perché lui aveva ancora un po' di orgoglio da salvare, che quel sorriso era veramente carino.
Ankh non rispose, ma non lo respinse quando Eiji si avvicinò a lui, appoggiandosi contro la sua spalla.
« Vorrei davvero che tu tornassi a casa Ankh, non so scherzando. Quando te ne sei andato non ho avuto nemmeno il tempo di replicare e farti capire che cosa volevo dire. »
Ankh lo vide allungare una mano verso la sua e il Greeed fu tentato di scostare la propria, più per paura di quello che avrebbe significato, che per reale irritazione nei confronti nell'umano, però rimase fermo.
Essere amati semplicemente per quello che si è, in fondo, non era una sensazione così brutta. Si lasciò stringere la mano e con fatica ricambiò quella stessa, osservando di nuovo il suo sorriso.
« E con questo che vuoi dire? » mormorò piano, distogliendo lo sguardo dalle loro dita intrecciate.
« Voglio dire che qualunque cosa accada, io troverò un modo per farti rimanere con me. »
Ankh annuì, ingoiando un sorriso.
« Ho fame. » replicò.
« C'è un chiosco di oden e ramen proprio qua vicino. Andiamo, ti offro la cena, che ne dici? »
« Mpf. Solo perché stai insistendo, intensi? »
L'altro scoppiò a ridere, chinandosi verso di lui e baciandolo.
« Ovviamente. »
Si incamminarono in silenzio, senza dirsi nulla, senza nemmeno lasciare andare le loro mani.
In fondo, stare con Eiji non era proprio una totale perdita di orgoglio. Diciamo che era più il raggiungimento di un livello successivo.