Titolo: Di gelosia, rabbia e daifuku
Fandom: Hey!Say!Jump
Pairing: Yabu Kota x Inoo Kei ; Arioka Daiki
Rating: G
Avvertenze: Slash, Jr. Era
Disclaimer: I personaggi non sono miei, tutti i diritti riservati e i fatti narrati sono frutto della mia fantasia. La storia non è scritta con scopo di lucro.
Riassunto: Kota non è esattamente geloso del rapporto di Daiki e Kei. Semplicemente detesta il più piccolo con tutto il suo cuore.
Note: Scritta per la
think-fluff con il prompt “Daifuku”
WordCount: 1170
fiumidiparole **
Kota poteva usare molti aggettivi per descriversi e di sicuro non avrebbe usato la parola “geloso”. Era abituato a prendere le cose come venivano, sia nel lavoro che nella vita privata, non gli piaceva attaccarsi a cose o persone quindi all’inizio il suo rapporto con Kei lo aveva un po’ spaventato.
Con lui le cose erano state diverse fin dal principio, si era sentito vulnerabile e non comprendeva il perché.
Gli piaceva la sua compagnia, stava bene con lui, riusciva ad aprirsi più di quanto avesse mai fatto in vita sua e quando erano separati si sentiva come svuotato.
Kei invece aveva mantenuto il suo solito atteggiamento svagato e non sembrava aver minimamente compreso ciò che Kota provava per lui.
Ma la cosa che lo infastidiva di più era l’attaccamento morboso che il più piccolo aveva nei confronti di Daiki.
Yabu non si era mai avvicinato a lui oltre il minimo indispensabile per lavoro. E apparentemente nemmeno Arioka sembrava aver capito quale era il suo posto, continuando a comportarsi in maniera eccessivamente premurosa e protettiva con Kei.
Quel pomeriggio nei camerini Kota era più nervoso del solito. Kei si avvicinò a lui con quel suo sorriso che principessa che adorava e pregò che non si vedesse il suo imbarazzo.
« Ko-chan, dopo il lavoro andiamo a prendere un daifuku insieme? » domandò il più piccolo.
« Umh. » borbottò Kota tentando di darsi un certo tono « Dopo non posso. Puoi farti accompagnare da Arioka però no? Tanto mi pare che facciate tutto insieme, come dei fidanzati. » sibilò nervoso scoccando un’occhiata al diretto interessato, poco distante da loro.
Kota non attesa risposta e scappò via, senza nemmeno voltarsi indietro.
Mai registrazione gli era sembrata più lunga e pesante. Continuava a sentire lo sguardo di Kei sulla schiena e avrebbe voluto voltarsi e chiedergli di perdonarlo ma per questioni di orgoglio e di telecamere si trattenne dal farlo.
All’uscita, raggiunta alla velocità della luce, fu fermato da Arioka. Yabu non aveva una particolare voglia di vederlo o parlargli, ma si voltò a guardarlo ugualmente, accennando un “Ottimo lavoro oggi” sibilato fra i denti.
« Hai fretta? » domandò il più piccolo.
« Ho il treno fra un po’. » mentì Kota distogliendo lo sguardo.
« Io volevo parlarti di Kei-chan, speravo avessi qualche minuto per me. »
Kota sentì un tic fargli muovere in maniera convulsa parte del volto a quel nomigliolo così affettuoso e intimo, ma accennò un sorriso.
« Certo. Possiamo fermarsi a quel bar, che ne dici? » propose indicando l’incrocio poco distante da loro.
« Ottimo. »
Si avviarono in silenzio e mai Kota aveva desiderato così intensamente gettare qualcuno oltre il marciapiede, ma riuscì lo stesso a fingere che andasse tutto bene. Si sedettero, ordinando due succhi di frutta.
« Io penso che tu abbia frainteso il rapporto che c’è fra me e Kei. »
Kota rimase in silenzio, girando la cannuccia dentro al bicchiere, torvo.
« Fra di noi c’è solo una sincera amicizia e non mi sognerei mai di portarti via Kei e… »
« E allora perché fai così? » lo interruppe Kota guardandolo « Sei sempre pronto a soddisfare qualunque sua richiesta, sempre pronto a portarlo in giro, ad accarezzarlo e a stringerlo, sempre pronto ad approfittare della sua ingenuità e la cosa che mi da più fastidio è che Kei non sembra farsene un problema. »
Daiki quasi soffocò bevendo il suo succo e cercò senza riuscirci di trattenere una risata.
« Scusa? Kei ingenuo? Davvero Yabu, credo proprio che tu non abbia ben compreso la vera natura di Kei. » lo prese in giro « Di ingenuo quel ragazzo ha veramente poco. Si diverte a giocare con me in quel modo davanti a te proprio per farti scattare in questa maniera. Gli piace sapere che è sempre nei tuoi pensieri e che la sola idea che qualcun altro lo possa accarezzare così come fai tu riesca a farti impazzire di gelosia. »
Daiki appoggiò il mento sulle mani, sorridendo.
« Credo proprio che lui sia riuscito nel suo intento, no, Yabu? » lo sbeffeggiò il più piccolo senza perdere il proprio buon’umore « Kei sa perfettamente ciò che provi per lui e la cosa di cui puoi stare certo è che ricambi questi sentimenti. Non fa altro che parlare di te, di come tu sia carino con lui, di come passate insieme tutti i pomeriggi e di come lo vizi e di come sei bello e intelligente. Seriamente, quasi quasi potrei diventare geloso anche io, che ne pensi? »
Yabu boccheggiò per qualche secondo, rosso in volto come un gambero e si alzò di scatto dal tavolo.
« Penso che… penso che tu stia oltrepassando il limite. » esclamò poi afferrando il suo zaino, ancora imbarazzato prima di lasciare a grandi passi il bar.
Per tutto il tragitto verso casa, Yabu sentì la risatina di Arioka rimbombargli nel cervello.
Il giorno dopo Kota raggiunse ancora nervoso il luogo del suo incontro con Kei. Il ragazzo era già arrivato e leggeva un manga seduto su una panchina. Yabu si fermò davanti a lui, inghiottendo rumorosamente per il nervosismo.
« Ciao Kei. » lo salutò.
L’altro distolse l’attenzione dal manga, prima di sorridergli con un sorriso malizioso che non gli aveva mai rivolto prima d’ora e Kota lo trovò semplicemente irresistibile.
« Ciao Ko-chan. » ricambiò il più piccolo alzandosi in piedi « Mi devo scusare con te. Ieri Dai-chan mi ha parlato della vostra chiacchierata. »
« Cos… ma… perché? »
« Perché volevo sapere tutto della tua gelosia. Mi dispiace, davvero, aver tirato troppo la corda. Mi piace sapere che sono solo tuo e che al minimo cenno tu ti faccia avanti per proteggere la nostra relazione. »
« Q-Quindi tu… insomma, non ero solo io a pensarlo? » borbottò ancora imbarazzato Kota senza guardarlo.
« Che io e te stiamo insieme? Ko-chan, sei veramente carino quando fai te l’ingenuo lo sai? »
« Smetti di dire queste cose, sono imbarazzanti. »
Kei sorrise e coprendo i loro volti con il manga ancora aperto gli diede un delicato bacio sulle labbra.
« Sono perdonato allora? » chiese sorridendogli.
Kota si portò una mano sulla bocca, guardandosi intorno con fare nervoso.
« Certo. Ma sappi che io non ero minimamente preoccupato. » gli afferrò con forza la mano, stringendola nella sua.
« Ovviamente Ko-chan. Lo so bene che tu non hai questi dubbi e che non faresti mai nessuna scenata di gelosia. »
Kota sospirò, guardando altrove.
« Non faccio queste cose da femmina, io. » borbottò ancora.
« Lo so, lo so. » lo prese in giro Kei prima di posare il manga e di afferrarlo per entrambe le mani « Adesso che abbiamo risolto la questione te lo posso chiedere. Mi porti a prendere un daifuku? Me ne devi almeno due visto che ieri mi hai maltrattato tantissimo. » si lamentò poi iniziando a trascinarlo.
Kota non rispose subito, ma si fece trasportare. Effettivamente, quel lato di Kei che non conosceva era veramente affascinante.
Forse avrebbe dovuto scusarsi con Arioka.
Forse.
Decisamente, ancora non si sentiva pronto per confrontarsi con lui.
Intanto si sarebbe goduto il suo appuntamento con Kei, adesso che aveva chiarito con tutti che il più piccolo era solo e soltanto suo.