Titolo: Itsudemo itsumademo
Fandom: Hey!Say!ump
Pairing: Takaki Yuya x Chinen Yuri
Rating: G
Avvertenze: Slash
Disclaimer: I personaggi non sono miei, tutti i diritti riservati e i fatti narrati sono frutto della mia fantasia. La storia non è scritta con scopo di lucro.
Riassunto: Quando Yuri entrò in casa di Yuya quella sera, dopo le riprese dello “Shounen Club”, il padrone di casa era già sotto la doccia.
Note: Scritta per la
500themes-ita con il prompt “412. Compagno di vita” e per la
think-fluff con il prompt “Accappatoio”
WordCount: 1455
fiumidiparole **
Quando Yuri entrò in casa di Yuya quella sera, dopo le riprese dello “Shounen Club”, il padrone di casa era già sotto la doccia. Sentiva un buon profumo di carne provenire dalla cucina e il suo stomaco iniziò già a lamentarsi dato che era a digiuno dalla mattina.
Si tolse velocemente le scarpe, appendendo il giacchetto sopra quello di Yuya. Camminò lentamente lungo il corridoio, ascoltando ogni rumore che proveniva da quella casa, così incredibilmente familiare da farlo sentire subito a suo agio.
Saltò l’asse del parquet che scricchiolava perché non voleva che Yuya si accorgesse del suo arrivo. Entrò in camera da letto, stendendosi sul letto matrimoniale.
Sentì l’acqua smettere di scorrere e si immaginò Yuya che si tirava indietro i capelli, uscendo velocemente per infilarsi l’accappatoio e asciugarsi velocemente la test con un asciugamano, prima di uscire ed entrare nella stanza da letto.
Yuri era abbastanza emozionato per quell’invito inaspettato. Alla fine delle riprese il fidanzato lo aveva preso da parte, sussurrandogli che quella sera avrebbe cucinato qualcosa per lui e che aveva bisogno di parlargli.
Il più piccolo era rimasto sulle spine per tutto il resto del pomeriggio e in quel momento non vedeva l’ora di vedere Yuya e sentire di che cosa doveva parlargli di tanto urgente.
L’asse di legno davanti alla porta cigolò leggermente e subito Yuri si tirò a sedere, incrociando le gambe. Rise quando il più grande sussultò, chiudendo nuovamente la porta dietro di lui per lo stupore e lo spavento e rise ancora di più quando lo vide rientrare, rosso dall’imbarazzo. Yuri si lasciò cadere sui gomiti, senza riuscire a smettere di ridere.
« Scusami. » tentò di dire fra le risate « E’ che quando ho visto che eri sotto la doccia, non ho resistito. »
« Non mi sono spaventato. » mormorò Yuya diventando ancora più rosso « Non ti avevo riconosciuto e… pensavo che tu arrivassi fra un po’. »
« Ho finito presto a casa. Tu invece che hai fatto nel resto del pomeriggio? Sei tornato da poco credo, no? »
« Dovevo fare delle commissioni. » rispose sbrigativo l’altro, dandogli le spalle e cercando qualcosa da mettersi.
Yuri non fece altre domande, limitandosi a mordersi un labbro e distogliendo lo sguardo dalla schiena nuda dell’altro.
« Che hai cucinato per cena? » domandò ancora tentando di spezzare il silenzio.
« Ho preparato del katsudon, un po’ di zuppa di miso e infine ho comprato del mochi al negozio vicino casa. Avrei voluto prenderti la gyoza, ma non avrei avuto tempo per stargli dietro. » si scusò ancora un po’ rosso dall’imbarazzo, accennandogli un sorriso.
Yuri agitò la mano.
« Tranquillo Yuyan. Sono sicuro che tutto quello che hai preparato sia buonissimo. » sorrise a sua volta, alzandosi dal letto e dandogli un bacio.
Quasi subito il più grande lo afferrò per i fianchi, spingendolo con la schiena contro l’anta dell’armadio, ricambiando il bacio e sfiorandogli la pelle lattea e morbida sotto al maglione.
Yuri si lasciò andare alle sue carezze, mordendogli le labbra senza riuscire a trattenere un gemito, che parve risvegliare l’altro. Yuya si allontanò quasi con un gesto brusco, chinando gli occhi senza guardarlo.
« Scusa. » balbettò « Uhm… Puoi andare in cucina a controllare la carne? Non vorrei che si bruciasse. »
Yuri rimase immobile per qualche secondo, la schiena ancora contro l’anta dell’armadio e il respiro un po’ pesante, perplesso da quella reazione apparentemente senza un senso. Si morse ancora un labbro, annuendo e lasciandolo da solo.
Entrato in cucina Yuri non aveva poi molto da fare. Vagò un po’ vicino ai fornelli, girando il mestolo nella pentola di tanto in tanto, sistemò la tavola un po’ in disordine perché evidentemente Yuya l’aveva preparata di corsa prima di andare a farsi la doccia e a quel punto tutta l’allegria e l’eccitazione di Yuri iniziava a scemare.
Continuava a chiedersi che cosa avesse fatto il più grande fino al suo arrivo perché di sicuro non aveva impiegato tutto quel tempo solo per fare la spesa, né per sistemare casa, né tanto meno per sistemare la tavola.
Si lasciò cadere su uno sgabello in cucina, accanto ai fornelli, continuando a girare la carne nella pentola.
Il phon di Yuya era ormai acceso da qualche minuto e poco propenso ad andare a disturbarlo, Yuri spense il fuoco e iniziò a preparare le porzioni per la cena. Sbuffò, lasciandosi ricadere sulla sedia in salotto e incrociò le braccia al petto.
Odiava Yuya quando era di cattivo umore e lo odiava ancora di più in occasioni del genere.
Quando finalmente il più grande entrò in salotto, a Yuri parve a disagio, quasi nervoso nello stare da solo nella stessa stanza e quindi decise di distogliere lo sguardo.
Mangiarono in silenzio, quasi senza dirsi una sola parola, guardando un po’ i programmi televisivi dell’ora di cena e alternando con il telegiornale.
Ogni boccone a Yuri sembrava fatto di cemento armato per quando dovesse ammettere che era tutto buono, ma non riusciva a godersi nulla.
Nemmeno il mochi, di cui era solitamente abbastanza goloso, gli sembrava buono come le altre sere che passava a casa del più grande. Di solito era sempre impaziente di stare con lui, di muoversi in quella cosa come se fosse la propria, desiderare di viverci per sempre, stare al fianco di Yuya come il compagno di tutta una vita, così come sognava da quando era piccolo.
Quella era probabilmente la prima volta che sperava in tutto il contrario. Avrebbe voluto avere la forza di fingere un mal di pancia per potersene andare perché tutta quella tensione, quello sguardo nervoso di Yuya lo faceva solo stare male.
Era arrabbiato con lui, semplicemente arrabbiato.
« Vogliamo stenderci un po’ sul divano, Yu? » sussurrò Yuya distogliendolo di nuovo dai suoi pensieri, riportandolo bruscamente alla realtà.
Yuri accennò un sorriso.
« Mh. Sì. Potremo… che so, guardare qualcosa, che ne dici? »
« S-Sì. Oppure potremo chiacchierare. E’ un po’ che non abbiamo tempo per stare da soli, parlare un pò, no? »
Il sorriso di Yuri si gelò sulle sue labbra. Inghiottì rumorosamente e senza aggiungere altro di sedette al suo solito posto, incrociando di nuovo le braccia al petto. Yuya si sedette al suo fianco, stringendo le proprie mani intorno a quelle di Yuri, che non trovò il coraggio di ritrarsi.
« Di che cosa mi devi parlare? » domandò gelido, solo per spezzare il silenzio.
« E’ una cosa importante. Io è un po’ che ci penso Yuri. Penso a me, penso a te, penso al noi che abbiamo costruito e che è in continua crescita e credo di non riuscire più a sopportare la situazione che si è creata. »
« Bene. » lo interruppe Yuri « Una cena galante per dirmi che mi vuoi lasciare? » sibilò il più piccolo, irritato, confuso e frustrato allo stesso tempo.
Avrebbe voluto urlare, scoppiare a piangere e poi correre via, calpestando furiosamente tutti i sogni che Yuya aveva strappato di fronte ai suoi occhi e la perplessità che leggeva negli occhi del più grande lo fece innervosire ancora di più.
« C’era bisogno di tutto questo teatrino per lasciarmi? » ripeté ancora, il tono di voce più alto rispetto al solito, lievemente incrinato, tipico di chi è prossimo al pianto e Yuri si odiò ancora di più.
Odiava essere debole. Odiava risultare debole di fronte agli occhi di Yuya, anche se ormai non c’era più niente da salvare.
Yuya lo fissò attonito ancora per qualche altro secondo, poi scoppiò sonoramente a ridere, tenendosi la pancia, faticando a respirare.
« Lasciarti? » riuscì a mormorare fra le lacrime delle risate « E perché dovrei farlo? Yuri, io ti amo. »
Si frugò in tasca, poi gli prese una mano e gli fece aprire il palmo, poggiandovi sopra il doppione di due chiavi e Yuri riconobbe immediatamente le chiavi del portone del condominio e di casa del fidanzato.
« Io volevo chiederti se vuoi venire a vivere con me e ti ho fatto il doppione così non sei più costretto ad usare il mio mazzo di chiavi di riserva, ma ne avrai uno tuo. Mi dispiace per come è andata la serata, è stato un fiasco totale. Mi sono innervosito perché è un passo importante, perché non so tu che cosa vuoi fare e quindi… »
Il più piccolo lo zittì gettandosi fra le sue braccia e baciandolo con foga.
« Sì che lo voglio. Sì che lo voglio e mi dispiace per prima. E’ che ho così tanta paura di perderti che salto sempre alle conclusioni sbagliate. »
« Tranquillo piccolo. » sussurrò Yuya al suo orecchio « Io e te staremo insieme per sempre. Questa è una promessa. »
« Ed è l’unica promessa che ha importanza Yuyan. L’unica. » sussurrò di rimando il più piccolo baciandolo ancora.
E quella era davvero l’unica cosa che avrebbe voluto fare. Baciarlo e amarlo per tutto il resto della sua vita, come degno compagno della sua vita.