[Host Club] The important thing

Feb 24, 2013 20:43

Titolo: The important thing
Fandom: Host Club
Pairing: Ootori Kyouya x Hitachiin Kaoru ; Hitachiin Hiakru x Hitachii Kaoru
Rating: NC17
Avvertenze: Slash, Incest
Disclaimer: I personaggi non sono miei, tutti i diritti riservati e i fatti narrati sono frutto della mia fantasia. La storia non è scritta con scopo di lucro.
Riassunto: La prima volta che Kyouya si era accorto di quanto Kaoru fosse cambiato era stato più o meno qualche mese prima.
Note: Scritta per la 500themes-ita con il prompt “265. Meglio che resti non detto”, per la Notte Bianca VIII di maridichallenge con il prompt “Giuro che questa è l’ultima volta” - “Tutte le volte è l’ultima volta” di flannery_flame e per il COW-T3 di maridichallenge con il prompt “L’essenziale”
WordCount: 2756 fiumidiparole

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La prima volta che Kyouya si era accorto di quanto Kaoru fosse cambiato era stato più o meno qualche mese prima. Lui e Tamaki si sarebbe diplomati da lì a qualche settimana ed era stato in quel periodo che aveva visto nel compagno di scuola qualcosa che non aveva mai visto prima.
Il gemello era triste e nulla di quello che Tamaki, il fratello o tutti gli altri membri del club, fan club di Renge incluso, facessero riusciva a farlo stare meglio. Prendendo il suo i-pad e facendo dei rapidi calcoli, di quel passo il loro rendimento e il loro guadagno sarebbe andato diminuendo, non perché le principesse non comprasse più la loro roba, ma perché sarebbero state troppo in pensiero e troppo preoccupate per Kaoru per sborsare migliaia di yen come facevano sempre.
Forse avrebbe potuto mettere in vendita qualche foto di Kaoru depresso o quelle foto veramente molto ambigue che aveva fatto scattare di nascosto qualche giorno prima, quando Hikaru aveva tentato in ogni modo di fargli passare quella depressione.
Kyouya prese le foto, osservandole con il sopracciglio alzato. Che fra i due gemelli ci fosse qualcosa di decisamente troppo morboso era palese ormai da tempo, ma di certo non si immaginava che arrivassero a fare sesso fra di loro. O meglio, forse sì, la sua mente che non smetteva mai di lavorare ci aveva pensato più e più volte, ma la parte analitica e razionale aveva catalogato quelle informazione come “Non pertinenti al guadagno” e quindi li aveva lasciato perdere.
Eppure negli ultimi tempi non faceva altro che guardare e riguardare quelle fotografie, che avrebbero dovuto essere finite nel trita documenti ormai da qualche settimana, ma non riusciva a farlo. Più le guardava e osservava la faccia di Kaoru mentre godeva, guardava Hikaru mentre lo toccava, più teneva fra le dita quelle foto, più sentiva che avrebbe voluto solo stracciarle eppure non ci riusciva.
C’erano cose che era meglio restassero non dette e forse avrebbe dovuto smettere anche di tenere quelle foto, giusto per evitare ripercussioni, cedimenti o chissà che altro. Si alzò in pied, irritato, afferrando in un mucchio tutte le foto, dirigendosi verso il trita documenti.
Le distrusse tutte e osservò l’ultima che gli era rimasta. Era concentrata solo su Kaoru, come se Hikaru non esistesse e non lo stesse toccando in quei precisi istanti. Osservò ancora e ancora il volto di Kaoru, poi serrò le dita intorno alla foto, tornando rabbiosamente verso la sua agenda, nascondendola dietro ad altri documenti, senza curarsi di piegarla.
Se c’era una cosa che Ootori Kyouya detestava, era avere delle debolezze e Kaoru lo era diventato fin troppo rapidamente.

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Kaoru affondò i denti nella carne della spalla di Hikaru, mordendo e graffiandogli la schiena con le unghie. Sentiva l’erezione del fratello penetrare dentro lui senza alcuna gentilezza e poco gli importava che fosse una perversione del fratello o che glielo avesse chiesto lui.
Sapeva solo che quel dolore lo faceva stare bene e in quel momento era tutto ciò di cui aveva bisogno per andare avanti. Se sentiva le unghie, i denti e l’erezione dell’altro fargli male non riusciva a pensare, non aveva modo di farsi degli strani film in testa, immaginando Kyouya al posto di Hikaru.
Se sentiva dolore non poteva gemere il nome del compagno di scuola, ma doveva concentrarsi su quello del fratello. Sentiva le sue mani afferrarlo, spingerlo contro il materasso, allargargli le gambe e le natiche e spingere, spingere, spingere fino a farlo sanguinare e lui si eccitava lo stesso perché era più forte di lui.
Hikaru si fermò, insoddisfatto. Era stanco di essere un continuo sostituto, ma ormai non poteva più tirarsi indietro. Uscì dal corpo bollente di Kaoru strappandogli l’ennesimo gemito di dolore e poi lo afferrò per i capelli, trascinandolo con la bocca su di lui e mugolò quando Kaoru si aggrappò ai suoi fianchi e avvolse la punta della sua erezione con le labbra, facendolo gemere ancora e ancora.
Intrecciò le proprie dita fra i suoi capelli, tenendolo fermo e spingendosi sempre più a fondo dentro la sua bocca, sfiorandogli la gola, ignorando i suoi gemiti e poi lo guardò mentre si portava una mano all’erezione, cercando piacere da solo e si eccitò ancora di più.
Gli piaceva avere controllo su Kaoru e il fatto che qualcuno glielo stesse portando via lo irritava e basta. Socchiuse gli occhi quando sentì di essere vicino all’orgasmo e mosse i fianchi più velocemente, fino a che non venne e non lo guardò ingoiare il suo seme.
Accennò un ghigno, spingendolo di nuovo sul materasso, montando sopra di lui e sfiorandogli il volto, baciandolo lentamente, assaporando i loro sapori mischiati.
Avrebbe voluto dirgli milioni di cose, ma non riuscì a trovare la voce che uscisse dalla sua gola perciò preferì rimanere in silenzio. Si sdraiò nel letto nudo, sotto le coperte, dando le spalle al fratello e lo sentì avvicinarsi.
Le dita delicate di Kaoru gli accarezzarono le spalle, dolcemente e poi sentì le sue labbra baciarlo con altrettanta delicatezza.
« Giuro che questa è l’ultima che te lo chiedo Hikka. » mormorò piano, come se le parole faticassero ad uscire dalla sua bocca, nonostante sentisse il suo respiro contro il proprio orecchio.
« Tutte le volte è l’ultima volta Kaoru. » si limitò a dirgli, maledicendosi per il tono acido che aveva usato « Ora ho sonno Kao. Dormi su. »
Conosceva abbastanza bene il fratello da sapere che le sue belle labbra si erano piegate in un sorriso triste, quasi dolorante, anche se stava ridacchiando. Un sorriso spento che odiava Hikka, che aveva sempre fatto di tutto per proteggere il suo piccolo e fragile fratellino. In quel momento, sapere che stava soffrire e non riuscire a fare nulla per aiutarlo lo faceva sentire inutile, in colpa, come se fosse successo tutto a causa sua. La mano di Kaoru che aveva smesso per un secondo di accarezzarlo lo sfiorò per l’ultima volta.
« Buonanotte Hikka. » gli diede a sua volta le spalle e poi il silenzio li avvolse, schiacciandoli come un pesante masso che nessuno dei due sapeva come evitare.

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Mancavano un paio di giorni alla partenza. Kyouya era abbastanza sicuro di poter lasciare per qualche settimana Tamaki da solo e poi impegnato come era a seguire suo padre tutto il giorno, non successo niente di particolarmente grave per sé stesso e per il mondo circostante. Tutto questo a meno che non si fosse alleato con l’uomo. A quel punto probabilmente sarebbe scoppiata una guerra, ma lui si sarebbe premurato di essere abbastanza lontano da Tokyo e dai Giappone per non ritrovarsi in mezzo a qualche pasticcio.
Stava sistemando la valigia, dopotutto avrebbe vissuto in un altro stato per un po’. L’America era sì il luogo che voleva visitare più di tutti al mondo ma doveva comunque analizzare ogni risvolto di quel viaggio.
Doveva essere sicuro di aver organizzato tutto, di aver portato tutto, di aver preso tutti gli accordi possibili e di aver sistemato in maniera altrettanto dignitosa tutti i ragazzi della sua scorta personale. Non voleva tralasciare nulla, nemmeno il più piccolo dettaglio.
Lanciò un’occhiata alla sua agenda chiusa. Poteva sentire come l’essenza di Kaoru in quella foto riuscisse a turbarlo, poteva immaginarsi perfettamente come era stato immortalato ogni singolo muscolo del ragazzo, come se la foto fosse stata in bella vista e non nascosta nell’ultima pagina, sotto pile di documenti più o meno importanti.
Sospirò, scuotendo la testa. Non doveva pensarci. Era per quello che aveva deciso di distruggere tutte le altre foto, per non vacillare, per non farsi prendere dalle debolezze, eppure la prova della sua debolezza più grande era ben presente là, in quell’agenda.
Il fatto di non essere riuscito a buttarla lo irritava, eppure non poteva farci nulla di concreto. Avrebbe dovuto imparare a convivere con il fatto che non era perfetto e che c’erano delle cose che anche lui, come tutti gli altri esseri umani, non era in grado di fare.
Bussarono alla porta, distogliendolo così dai suoi pensieri e lasciò cadere la camicia che stava piegando nella valigia, in maniera scomposta. Avrebbe potuto incaricare chiunque delle sue cameriere per quello, ma c’erano delle cose che doveva fare da solo, così da avere qualunque cosa sotto controllo.
« Avanti. » esclamò senza prestargli più attenzione.
« Signorino Kyouya, il signorino Hitachiin è venuto a farle visita. » presentò con la testa chinata una delle sue cameriere più anziane.
« Quale dei gemelli? » domandò un po’ in ansia il padrone di casa infilandosi le ciabatte per scendere nell’atrio.
« Il signorino Kaoru. Lo faccio salire nella sua camera? »
« S-Sì! Certo. »
Il ragazzo si avventò sulla scrivania, afferrò la sua agenda e poi la schiaffò velocemente nel cassetto in basso, quello chiuso a chiave e si assicurò che tutto fosse al dovuto ordine, mettendo giù dal letto la valigia e andando ad aprire la porta.
Davanti a lui Kaoru si guardava intorno come se non fosse mai stato a casa sua e poi si chiuse la porta alle spalle.
« Kaoru, come mai sei qua? E’ successo qualcosa? » domandò un po’ preoccupato.
« No, no, tranquillo. » il più piccolo sospirò « Volevo salutarti prima degli altri. Domani vado con mamma ad una sfilata in Hokkaido e non ci sarò per la partenza. »
« Hikaru non viene con te? »
L’altro scosse la testa.
« Volevo stare un po’ da solo. Hikka poi si annoia a queste cose. Preferisce disegnarli i vestiti che sistemare le modelle. »
« Oh. Bene. Allora… » rimasero entrambi immobile, poi Kaoru si avvicinò, abbracciandolo.
Affondò il volto nella sua spalla, stringendo con forza e lentamente Kyouya ricambiò l’abbraccio, socchiudendo gli occhi e inspirando a fondo il profumo dei capelli di Kaoru, assaporando il calore della sua pelle, la sensazione del suo corpo premuto contro il suo.
E Kyouya dovette ammetterlo, violentando la sua stessa amata logica, che avere il più piccolo fra le proprie braccia era la cosa più bella e a appagante del mondo. Fece per lasciarlo, prima che il proprio corpo lo tradisse nel momento più cruciale di tutti, ma le mani di Kaoru si arpionarono alla sua camicia, continuando a nascondersi contro di lui.
« Non mi lasciare. Io lo so, lo vedo da come mi guardi che ti piaccio. Quindi ti prego… non mi lasciare. » mormorò.
« Non si parla di mia volontà. E’ un viaggio deciso già da molti mesi, anche volendo non potrei tirarmi indietro ormai. Parto fra tre giorni. »
Kaoru continuò a guardare il pavimento, mordendo un labbro con così tanta forza da sentire il sapore del sangue contro la lingua e quindi si alzò sulla punta dei piedi, baciandolo, circondandogli il collo con le braccia e tirandolo verso di sé.
Se avesse dovuto dire a voce alta che in quel momento non stava provando niente e che non aveva chiuso gli occhi nemmeno un istante per assaporarsi quel momento, Kyouya si sarebbe auto bollato come peggior bugiardo della Terra.
Ma non fu così difficile infine afferrarlo per i fianchi e ricambiare il bacio, infilando la lingua fra le sue labbra dischiuse, mischiare i propri respiri e le proprie anime in un solo bacio. Lo strinse con più forza, capendo come si dovesse sentire Hikaru in quei momenti dannati e maledetti quando poteva avere il fratello tutto per sé.
Lo spinse contro il materasso e Kaoru fu lesto nel tirarsi più indietro per evitare di cadere, senza però allontanarsi dalla sua bocca e il più grande fu altrettanto bravo, montando sopra di lui, scoprendo quanto in realtà Kaoru fosse piccolo e selvaggiamente eccitante.
Fece immediatamente passare le mani sotto la sua maglietta, tastando con i polpastrelli la pelle calda, scossa da leggeri brividi di piacere e si scostò dalla sua bocca, desiderando solo ascoltare la sua voce ansimante, quindi scivolò lungo il collo, baciando e mordendo la pelle fino alle clavicole, stimolandogli i capezzoli con le dita.
Kyouya non era mai stato uno che perde tempo. Il tempo è denaro, è sempre stato così e l’essenziale in tutta la sua vita era stato ottimizzare il tutto, ma in quel momento voleva fare le cose con calma, godersi quei momenti, sapere che c’era Kaoru sotto di lui, che era vivo e reale e che non fosse semplicemente una delle sue solite fantasie mentre si masturbava.
Gli sfilò i jeans insieme ai boxer, sfiorandogli l’erezione con le dita, ascoltandolo gemere come se non ci fosse stata una volta dopo e forse era proprio così. Fu a quel punto che il più piccolo decise di prendere l’iniziativa, spogliandolo rapidamente con mani sapienti e l’altro continuò ad immedesimarsi in Hikaru, nella visione del compagno in quelle foto che ormai era distrutte e comprendeva la sua faccia mentre godeva al solo tocco del fratello su di lui.
Kaoru si piegò sulla sua erezione dura, stringendo la basa con una mano, muovendola lentamente, circondando la punta solo con le labbra, deciso a torturarlo, a mandarlo ai pazzi solo con la lingua eppure Kyouya non era tipo da farsi sottomettere.
Strinse una mano sulla sua testa, attento a non fargli male, ma iniziando a guidare i movimenti e lo vide accennare un sorriso. Iniziò quindi a spingere dentro di lui, sempre più a fondo, prestando comunque attenzione ad ogni segno di rifiuto del più piccolo.
Eppure era difficile quando quella bocca e quelle labbra calda ti faceva impazzire, mentre si muovevano insieme a quelle dita, mentre sentiva che stava per raggiungere l’orgasmo. E fu Kaoru il primo a scostarsi, a stendersi sul letto e ad allargare le gambe, sorridendo maliziosamente. Kyouya, ormai caduto completamente nella trappola, si stese su di lui, preparandolo più frettolosamente di quello che avrebbe voluto, ma troppo eccitato per pensare a qualcosa che non fosse il suo corpo.
Si spinse lentamente dentro di lui, osservò ogni singolo movimento del corpo e del volto di Kaoru, trovandole uguali a quelle della foto e desiderò farlo godere più di quanto lo facesse godere il fratello. Si spinse dentro di lui, si beò del suo gemito strozzato ma continuò, spingendo sempre più forte e fu quando lo vide godere di più che allora strinse fra le dita la sua erezione, osservandolo venire, venendo dentro il suo corpo, marchiandolo, a sua volta.
Si lasciò cadere contro il materasso, accanto a lui, ascoltando il suo respiro pesante, tentando di stabilizzare il proprio, mentre non riusciva a fare altro che a guardarlo, a vedere come fosse belle, a sentire come l’amava.
Perché ormai era di amore che si parlava. Sì, Kaoru aveva ragione. Era stato più forte di lui negli ultimi mesi. Lo aveva guardato troppo, così tanto che il più grande si era chiesto come avesse fatto a non consumarlo.
Kaoru scivolò accanto a lui, baciandolo di nuovo, famelico, e lui ricambiò perché ormai in fondo non aveva più senso mentire, tanto meno a sé stesso.
« Questo fa più male a me che a te, posso assicurartelo. » sussurrò piano Kaoru, con un sorriso triste a cui non era abituato.
« E allora perché sei venuto? »
« Perché era giusto farlo. »
« Anche se starai male? »
« Il dolore non mi farà passare l’amore che provo per te. Per quello ho bisogno di tempo. » mormorò piano Kaoru alzandosi in piedi e vestendosi.
« Deve per forza finire? »
« Non mi prendere in giro Kyouya. Non sono in vena. »
Il più grande si alzò in piedi, incurante della propria nudità e afferrò un pezzo di carta e una penna, scrivendo qualcosa sul foglio che poi passò a Kaoru.
« E’ il mio indirizzo di New York. Starò a casa solo la sera ma… ecco, sai dove trovarmi. » mormorò imbarazzato.
Kaoru gli sorrise. Poi lo abbracciò e lo baciò ancora e ancora. Infilò il biglietto in tasca e senza dire nulla andò via.

**

Kaoru tornò a casa esausto. Aveva studiato molto quella giornata e non desiderava altro che una doccia e gettarsi nel letto, per addormentarsi.
Dalla credenza tirò fuori un pacchetto di ramen precotto, poso desideroso di affidarsi alla cuoca per qualcosa di più elaborato. Odiava il cibo plebeo, ma doveva ammettere che in casa di estrema emergenza, sapeva rivelarsi molto utili.
Stava per prendere il primo boccone quando suonarono alla porta. Irritato e nervoso con le sue guardie per aver fatto passare qualcuno nonostante avesse espressamente ordinato di non farlo, si avvicinò alla porta, aprendo bruscamente.
Era pronto per urlare contro chiunque, eppure rimase senza parole quando davanti a lui vide Kaoru con uno zaino sulle spalle.
Il più piccolo si tolse gli occhiali da sole, sorridendogli timidamente.
« Ci ho pensato in queste settimane. Effettivamente, non deve per forza finire se anche tu lo vuoi. »
Kyouya lo afferrò per un polso, tirandolo dentro casa, spingendolo contro la porta e baciandolo. Adesso che non era più da solo, sentiva che le sole sarebbe potute andare solo in meglio.

pairing: hitachiin x hitachiin, pairing: ootori x hitachiin, fandom: host club, challenge: cow-t3, challenge: 500themes ita, challenge: notte bianca viii

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