Titolo: My love is your violence
Fandom: Hey!Say!Jump
Pairing: Yaotome Hikaru x Chinen Yuri
Rating: NC17
Avvertenze: Slash
Disclaimer: I personaggi non sono miei, tutti i diritti riservati e i fatti narrati sono frutto della mia fantasia. La storia non è scritta con scopo di lucro.
Riassunto: Si era abituato a quella sensazione di vuoto quando rimaneva da solo a casa, si era abituato a quella voglia lacerante di averlo vicino, si era abituato a fingere di non esistere per lui quando erano tutti insieme.
Note: Scritta per la
500themes_ita con il prompt “85. Arrendersi alla disperazione”, per il COW-T3 di
maridichallenge con il prompt “Slash, NSFW”, per la
diecielode con il prompt “All you are is all I need to know” e per la
corte_miracoli con il prompt “Ogni piccola cosa uccide le grandi”
WordCount: 1118
fiumidiparole **
Chinen ormai c'era abituato. Si era abituato a quella sensazione di vuoto quando rimaneva da solo a casa, si era abituato a quella voglia lacerante di averlo vicino, si era abituato a fingere di non esistere per lui quando erano tutti insieme.
Si era abituato. Con fatica, certo. Rinunciando al proprio orgoglio, certo. Ma alla fine, se avesse voluto mantenere quel minimo di lucidità che ancora aveva, non aveva trovato altra scelta se non quella di adeguarsi alle regole di Hikaru.
Si era abituato alla fine, un po’ come se si fosse arreso a quella disperazione che lo lacerava dentro, un po’ come se avesse finalmente deciso che in fondo, la sua vita, non è che contasse così tanto.
Era molto semplice a dir la verità. Lui era l'amante. Era “l'altro”, quello da cui si rifugiava quando le cose con Yuya non andava, quello da cui andava quando era da solo, quello da cui andava quando aveva semplicemente voglia di fare sesso.
Un po' come in quel momento. Non ricordava quello che Hikaru gli aveva detto al suo arrivo, non ricordava quale patetica scusa avesse inventato con Yuya, non ricordava quello che aveva pensato il suo cervello nel vederlo e non ricordava in quanti pezzi di era rotto il suo cuore nel sentirgli pronunciare il nome di Yuya così alla leggera.
Hikaru lo aveva aggredito, come al solito, spingendolo con il muro e baciandolo avidamente, come se da quel bacio ne andasse della sua vita. O almeno, così piaceva pensare a Yuri. Probabilmente qualcuno di esterno avrebbe definito Hikaru semplicemente un uomo che aveva bisogno di fare sesso e aveva trovato Yuri sulla sua strada.
Le mani del più grande lo spogliarono quasi immediatamente, senza prestare attenzione a dove si trovavano o a quello che incontravano sulla loro strada. Yuri gemette contro la sua bocca, sentendo come ogni piccolo gemito uccidesse qualcosa di molto più grande di loro e negli ultimi tempi aveva paura perfino di godere in quei rapporti e violenti dove d'amore ci stava ben poco.
Si lasciò comunque trasportare, perché così più semplice. Si lasciò guidare in camera da letto e si nutrì dello sguardo pieno di voglia di Hikaru mentre lo guardava, già nudo sotto di lui.
E a Yuri andava bene così alla fine. Tutto che era Hikaru era tutto ciò di cui aveva bisogno, niente di più e niente di meno.
Hikaru si avventò di nuovo su di lui e Yuri agile allargò le gambe, permettendogli di sistemarcisi in mezzo, facendogli sentire già quanto era eccitato e diamine se a Yuri piaceva vederglielo duro. Lo tirò su di sé, facendogli avvicinare l'erezione al suo volto e il più piccolo lo fece spogliare dei boxer, accogliendo immediatamente la sua lunghezza nella propria bocca, fino in fondo alla gola, perché così piaceva a lui e così piaceva anche ad Hikaru.
Gli lasciò dettare il ritmo e Yuri si sentiva come soffocare ma amava quella sensazione, mentre l'erezione di Hikaru continuava a spingersi e a spingersi fino in fondo, fino a quando non sentì lo sperma caldo del più grande sulla sua faccia.
Ma l'altro era ancora eccitato e, Yuri lo sapeva bene, ad Hikaru non bastava un semplice pompino e lui d'altro canto aveva bisogno di ben altro per poter sopportare di nuovo le assenze di giorni o anche settimane di Hikaru dalla sua casa.
Si voltò con la faccia contro il materasso e sentì immediatamente le dita di Hikaru penetrarlo, insieme alla sua lingua e Yuri affondò i gemiti nel cuscino tentanto di non urlare, tentando di non dirgli quanto in realtà lo stesse facendo godere, tentando di non muovere il proprio bacino contro quella lingua e quelle dita che di umano avevano ben poco.
Si sentì vuoto solo per una manciata di secondi, il tempo che Hikaru impiegò per spingersi del tutto dentro di lui, strappandogli un urlo di dolore. Il più grande ghignò, beandosi del suo dolore, della sua sofferenza, mentre continuava a spingere e a spingere sempre più a fondo dentro il suo corpo che, nonostante le lacrime di dolore, si apriva docilmente.
Hikaru lo afferrò per i capelli, costringendolo ad alzarsi sui gomiti e accostò la propria bocca al suo orecchio.
« Sei proprio una piccola puttana, Yuri, lo sai vero? » sussurrò.
« Non è vero. » ringhiò Yuri, con un tono misto a dolore e a godimento « Hikka, fai più piano, per favore. » lo implorò.
Ma l'altro non lo ascoltò e anzi, spinse con ancora più forte dentro di lui, strappandogli un nuovo gemito di sofferenza.
« Solo le puttanelle godono in questa maniera, lo sai Yuri? E tu sai bene come farmi godere, vero? » sibilò ancora.
Yuri rimase in silenzio, sentendo le ciocche di capelli che l'altro stringeva ancora fra le mani mentre venivano tirate ancora più forte e lui ancora fu costretto ad inarcare maggiormente la schiena, sentendo ancora più distintamente come l'erezione di Hikaru lo penetrasse fino in fondo.
Ansimò di piacere ed era quello che Hikaru in realtà aspettava. Ridacchiò, lasciandolo e lo afferrò per i fianchi, tirandolo a sedere sopra di sé e affondò le unghie nella sua carne bianca e tenera, spingendosi con sempre più forza, ignorando se lo faceva sanguinare, ignorando se gli facesse del male.
A Yuri piaceva quel tipo di sesso. Lo faceva sentire impotente, che era l'unico modo che aveva per tirare avanti. Si passò le mani sul volto, sporche da un misto di lacrime e di sperma e ansimò di nuovo, gemendo il suo nome a voce sempre più alta, portandosi una mano alla propria erezione perché tanto Hikaru non ci avrebbe mai pensato.
Lo chiamò a gran voce per un numero interminabile di volte, fino a che non venne nella propria mano e allora il più grande lo spinse in avanti, sulle ginocchia, gli graffiò la vita e i fianchi e finalmente, con un gemito animalesco, venne a sua volta dentro di lui, marchiandolo come ogni volta che raggiungeva un orgasmo.
Rimasero un attimo in silenzio per qualche minuto. Poi Hikaru si alzò e andò a mangiare qualcosa, come sempre. Yuri rimase immobile, cercando di riprendersi da quell'amplesso violento e veloce che lo faceva impazzire.
Hikaru, come ogni volta, sarebbe rimasto da lui e Yuri ambiva quei momenti, perché erano gli unici che aveva per poter stare con lui. Avrebbero fatto sesso nella stessa identica maniera per tutta la notte, Yuri avrebbe sanguinato di nuovo, avrebbe pianto e implorato di andare più piano, sarebbe stato legato al letto e avrebbe supplicato un orgasmo perché Hikaru era così.
Non aveva quello che desiderava di più al mondo così aveva deciso di piegare lui con una violenza costante alla quale lui aveva liberamente deciso di prestarsi.
Perché Hikaru non lo avrebbe mai amato e quella era la cosa più vicina ad un amore che Yuri avrebbe mai ricevuto.