Titolo: Un luogo di pericolose verità
Fandom: Hey!Say!Jump
Pairing: Arioka Daiki ; Inoo Kei
Rating: G
Avvertenze: Slash
Disclaimer: I personaggi non sono miei, tutti i diritti riservati e i fatti narrati sono frutto della mia fantasia. La storia non è scritta con scopo di lucro.
Riassunto: Daiki aveva sempre considerato il supermercato un posto abbastanza pericoloso.
Note: Scritta per la
think_fluff con il prompt “Pasta alla carbonata” e per il COW-T3 di
maridichallenge con il prompt “Maglietta”
WordCount: 576
fiumidiparole **
Daiki aveva sempre considerato il supermercato un posto abbastanza pericoloso. Ogni volta che ci andava con il fidanzato, Ryosuke, riuscivano puntualmente ad ignorare la loro lista della spesa per tornare a casa con buste di cibo assolutamente inutile, per ritrovarsi poi senza nulla di sano e concreto per i pasti.
Sapeva per altre esperienze che Kei non era da meno, anche se quando si trattava della spesa generale e c’erano di mezzo i pranzi e le cene di Kota, tendeva a tenere la testa sulle spalle.
Purtroppo per lui, quel pomeriggio non era una di quelle situazioni. In quel momento stavano girando senza meta per il supermercato, Kei appoggiato al carrello mentre si guardava intorno e ogni tanto lanciava occhiate perplesse alla sua lista della spesa.
« Secondo te dovrei variare un po’ su quello che cucino per Kota? » domandò il più grande alzandosi sulle punte dei piedi per raggiungere lo scaffale più alto.
Daiki osservò l’amico intento a scegliere gli ingredienti per la sua ennesima cena italiana a base di pasta alla carbonara. Il più grande gli aveva chiesto compagnia poco prima, quando era stato invitato a casa sua e “costretto” a mangiare quell’orribile torna al cioccolato con le patatine tritate nell’impasto.
« Perché pensi questo? Yabu ti ha detto qualcosa? » domandò tentando di rimanere sul vago.
Riferire a Kei dei continui mal di stomaco del fidanzato a causa della sua cucina eccessivamente pesante, forse non sarebbe stato carino.
« No, nulla. Solo che il fine settimana scorso siamo andati a Yokohama a trovare i suoi genitori e non lo vedevo mangiare così di gusto da un bel pezzo. »
« Prova a cucinare qualche piatto tradizionale. Sai che la cucina semplice giapponese lo fa impazzire. »
« Sì, è vero ma… » allungò il braccio nel banco frigo, afferrando un pacchetto di pancetta formato famiglia « La pasta alla carbonara è un po’ il mio cavallo di battaglia e lui non si è mai lamentato, anzi, sembra felice quando la cucino. »
Si fermò nel reparto abbigliamento, saltando improvvisamente su un altro discorso.
« Ehi, ti piace questa maglietta? » chiese prendendone una dove era disegnato lo scheletro del torace di un uomo « A Kota forse gli piacerebbe. »
Daiki alzò un sopracciglio. No, probabilmente non gli sarebbe piaciuta. Ogni volta che Kei indossava quei tipi di magliette, non faceva altro che lamentarsi dicendogli che erano inquietanti.
« Non credo che ci sia la sua taglia. » tentò di dire, gettando una veloce occhiata al cesto.
Kei controllò, più per scrupolo che altro e poi sbuffò.
« Hai ragione Dai-chan. Forse dovrei mettere Kota all’ingrasso. » si voltò verso di lui, gli occhi che brillavano di una luce pericolosa « Insomma, stavamo parlando della mia pasta alla carbonara. E’ così tremenda? Kota dice che gli piace tanto. »
« Non lo metto in dubbio. » si limitò a dirgli il più piccolo, cercando di non sbilanciarsi troppo « Perché non gli prepari anche una zuppa di miso? E’ legga, calda e aiuta a digerire. »
Kei si voltò verso di lui, sul viso un’espressione sconvolta come se gli avesse appena ordinato di uccidere sua madre.
« Insieme? Ma è un accostamento orribile! Dai-chan, ma che riviste di cucina leggi? »
Daiki rimase in silenzio, osservandolo continuare a camminare per la corsia del supermercato e non ebbe cuore di dirgli che non aveva mai letto una di quelle riviste di cucina che comprava sempre Ryosuke e che uno che mischiava cioccolata e patatine non avrebbe dovuto lamentarsi dei gusti altrui.