[Hey!Say!Jump] Un aiuto inaspettato

Jan 23, 2013 14:06

Titolo: Un aiuto inaspettato
Fandom: Hey!Say!Jump
Pairing: Yabu Kota x Nakajima Yuto x Chinen Yuri
Rating: G
Avvertenze: Slash
Disclaimer: I personaggi non sono miei, tutti i diritti riservati e i fatti narrati sono frutto della mia fantasia. La storia non è scritta con scopo di lucro.
Riassunto: Non era strano per Kota e Yuto bisticciare qualche volta, Yuri ne era perfettamente consapevole.
Note: Scritta per la 500themes_ita con il prompt “120. Non urlare”, per la diecielode con il prompt “Sete”, per la khorakhane_ita con il prompt “Salvate le sue labbra salvate il suo sorriso” e per il COW-T di maridichallenge con il prompt “Guerra”
WordCount: 2147 fiumidiparole

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Non era strano per Kota e Yuto bisticciare qualche volta, Yuri ne era perfettamente consapevole. Ogni tanto si guardavano in cagnesco, rimanevano a fissarsi l’uno con l’altro e a ringhiare e poi, in un modo o nell’altro, riuscivano a fare comunque pace.
C’era anche da dire che trattare con uno di loro due quando erano nella loro giornata “no” era molto difficile. Yabu tendeva a risponderti per monosillabi, Yuto invece parlava senza fermarsi, parlando con un tono pieno di rabbia che il più piccolo mal volentieri sopportava.
Eppure cercava sempre di fare qualcosa, perché lui e Kota erano come due facce della stessa medaglia, esattamente gli opposti, un po’ come il fuoco e l’acqua. Si rincorrono e si attaccano nella stessa identica maniera, sapendo alla fine che si amano e che non possono fare a meno l’uno dell’altro.
E Yuri non poteva evitare di fargli fare pace il prima possibile. Lui necessitava di loro, ne aveva bisogno come l’acqua, come se una sete indescrivibile e insaziabile lo colpisse fin da quando aveva capito di amarli.
In quel momento però Yuto non lo stava decisamente aiutando. Parlava e parlava senza sosta, elencando tutti i difetti del più grande.
« Non urlare. » sibilò massaggiandosi le tempie, sentendo il mal di testa farsi secondo dopo secondo strada dentro il suo cervello.
« Non sto urlando. Sono solo irritato da Kota e dalle sue stupide fisime. Non è normale che se la prenda appena parlo con qualcun altro! Insomma, se il suo ex fidanzato e il suo ex migliorare amico sono due stronzi, non è mica colpa mia. » si lamentò di nuovo, sempre a voce alta.
« Lo so Yuto. Hai ragione, credimi. Ma la sua storia con Kei durava da anni e avrebbe affidato la sua vita ad Hikaru. Devi dargli tempo di metabolizzare, ok? » mormorò con il tono di voce più basso, cercando di tranquillizzarlo.
« E quanto tempo vuole? Anni? Io non voglio rimanere chiuso in casa a causa delle sue paranoie. »
« Su, smettila di agitarti. » mormorò ancora Yuri alzandosi e avvicinandosi, accarezzandogli una guancia « Vorrei che tu e Kota faceste pace questa sera, ok? » lo baciò, delicatamente « Non mi piace quando te e Ko litigate. »
Yuto sospirò, passandogli poi le braccia intorno alla vita e tirandolo su di sé sul divano, continuando a baciarla e ad accarezzarlo.
« Va bene, va bene. » sospirò « Però vorrei che per una volta venisse lui da me a scusarsi. Questa mattina era lui nel torto e non mi è piaciuto il modo in cui mi ha risposto. »
« Perché invece non lasci correre? » tentò di dirgli il più piccolo, sapendo quanto fosse difficile per Yabu chiedere scusa.
« Mi sono stancato di lasciar perdere Yuri. » sbottò di nuovo prima di afferrare la propria borsa « Sono stanco di stare dietro al fantasma di Kei e di Hikaru. »
« Pensi che sia facile per lui, Yuto? » esclamò Yuri, alzando la voce a sua volta « Forse tu non ti ricordi come stava quando ha scoperto del tradimento di Kei. Forse tu non c’eri, eri in un’altra stanza. »
« No Yuri, c’ero e lo sai perfettamente. Solo che… »
« “Solo che” nulla Yuto. » lo interruppe « Noi non stiamo correndo dietro nessun fantasma, tanto meno quello di Kei o di Hikaru. Quello è il suo carattere e se non sei pronto per sopportarlo ti conviene lasciarlo subito perché non ho intenzione di vederlo soffrire di nuovo. »
Fu lui il primo a lasciare la stanza e a scontrarsi con Kei fuori dal camerino. Alzò velocemente la testa, fissandolo storto.
« Cosa vuoi tu? » ringhiò.
« Nulla, stavo solo entrando e ci siamo scontrati. » lanciò un’occhiata a Yuto dentro il camerino « Va tutto bene? » chiese poi.
Yuri serrò i denti e lo afferrò per la maglietta, voltandolo verso di lui.
« Sta’ fuori da cose che non ti riguardano. Io non sono Kota, va bene? » sibilò di nuovo.
« C-Certo. » mormorò il più grande.
Yuri lo lasciò e, con un lungo sospiro, diede le spalle a Kei e al fidanzato e si allontanò.

**

Yuri avrebbe avuto voglia di urlare, fino a che non avrebbe finito tutto il fiato che aveva in gola. Ma non poteva e non solo perché si trovava in un bar e tentava di fare il possibile per non farsi riconoscere, ma anche perché non era nella sua indole comportarsi in quel modo. Non era abituato a vivere costantemente una guerra in una relazione e non comprendeva quale gusto malsano provassero Kota e Yuto nello scontrarsi quasi ogni giorno.
Non potevano fare come lui e chinare la testa di tanto in tanto? Si studiavano, si squadravano e poi esplodevano. E lui si trovava in mezzo alle due fazioni di lotta, tentando in ogni modo di fargli fare pace, firmare una qualche tregua in attesa della guerra successiva.
Chinò la testa sul suo cappuccino, girando mestamente il cucchiaio in mezzo alla schiuma e alla polvere di cioccolata. Era quasi tentato di non tornare nemmeno a casa quella sera, di chiedere asilo politico a Yuya e rimanerci fino a che tutto quello non fosse finito e i due fidanzati non avrebbero compreso quanto stesse soffrendo.
Stava ancora meditando sulla sua tattica di fuga quando qualcuno si sedette davanti a lui. Alzò la testa di scatto e si morse un labbro quando vide che davanti a lui c’era Kei, un cappello calato sul volto, la sciarpa di lana e un paio di occhiali da vista.
Un po’ gli mancava Kei. Gli mancavano le loro chiacchierate, gli mancava essere costretto a vedere film a casa sua o a fare shopping insieme, gli mancava quell’amicizia morbosa che c’era sempre stata fra di loro.
E un po’ si era sentito in colpa quando aveva scoperto di amare Kota, perché gli sembrava un po’ un tradimento. Osservava Kota, apparentemente felice con Kei e stava male perché aveva desiderato intensamente che si lasciassero, così da poterlo fare solo suo e quando era successo davvero si era sentito quasi male.
In quel momento invece, ricordando come Kota avesse sofferto, non provava nulla. Indifferenza forse, ma non odio. Yuri non era mai stato in grado di odiare seriamente qualcuno.
Aveva voluto guarire la sua anima, baciare quelle labbra e salvarle, salvando così il suo sorriso, il sorriso vero, quello di quando era veramente felice. Quel sorriso che amava così tanto da diventare quasi pazzo.
« Che ci fai qua? » mugolò distogliendo lo sguardo.
« Oggi sembravi abbastanza scosso e mi sono preoccupato. Non ci parliamo da… quando io e Kota ci siamo lasciati. »
« Sì io… mh… non me la sentivo. » scosse le spalle continuando a non guardarlo.
« Non vorrei che ti fossi fatto dei problemi solo perché adesso stai con lui. » commentò con tono leggero Kei.
Yuri si irrigidì sul posto,mordendosi più forte il labbro.
« Mh. Cosa… perché pensi che stiamo insieme? » domandò con voce roca.
« Perché è palese. Ogni volta che ti guarda Kota è felice. E tu sembri più a tuo agio con lui adesso. Prima quando venivi a casa nostra tentavi sempre di evitarlo, come se avesse la peste. »
« Io non rubo i fidanzati altrui. » si limitò a dire il più piccolo, piccato.
Kei ridacchiò debolmente.
« Beh, volevo solo sapere se stessi bene. Questo è il tuo bar preferito, quindi ero sicuro di trovarti qua. » intrecciò le mani davanti a lui « Mi chiedevo solo perché stessi litigando con Yuto a proposito di Kota. »
« Io… lui… ecco, mi stavo sfogando. Tutto qua, Yuto… sì, mi ascolta sempre quando Kota fa qualcosa che non dovrebbe. »
« Capisco. Pensavo che ci fosse, come dire, una specie di triangolo fra voi. Ero solo preoccupato per la felicità di Kota. »
« Strano considerando come l’hai lasciato. O come ti sei fatto lasciare. » rispose Yuri senza pensarci.
Arrossì e schioccò la lingua tra le labbra. Il sorriso di Kei, un po’ rattristito, non si mosse di un millimetro.
« I problemi fra me e Kota erano vecchi di mesi, forse anni. Non riuscivamo a deciderci a lasciarci, eravamo troppo abituati l’uno all’altro e quello era l’unico modo per troncare la relazione. Siamo dei vigliacchi, ma non posso scusarmi di come abbia deciso di trattare la mia relazione. »
« Di certo Hikaru vorrebbe. » sibilò l’altro sarcastico.
« Ma non sono qua per parlare di me e di Hikaru o di me e Kota. » chiuse il discorso il più grande « Volevo solo dirti che se vuoi parlare con qualcuno, magari puoi tenermi in considerazione. Io ti reputo in ottimo amico Yuri e mi dispiacerebbe smettere di frequentarti, considerando quanto tu sia stato onesto e leale nei miei confronti. »
« Va bene. Ci penserò, te lo prometto. » sussurrò Yuri senza guardarlo.
Kei si alzò di nuovo dal tavolo, dirigendosi verso l’uscito quando il più piccolo lo richiamò, con voce strozzata. L’altro si sedette e osservò Yuri massacrarsi le mani l’una con l’altra.
« Il problema non sono io e nemmeno Kota. » iniziò.
« E’ Yuto? » chiese piano Kei.
« Sì. Cioè. No. Non nel senso che intendi te. Sai, a Kota non piace discutere e a Yuto ogni tanto questo atteggiamento da fastidio. »
« In che senso, scusa? »
« Io, Kota e Yuto… stiamo insieme. Abitiamo in una appartamento più grande adesso perché i nostri erano troppo piccoli e… stiamo bene. Siamo felici insieme. Ci amiamo più o meno nella stessa maniera e non vorrei aver fatto un errore nel parlarti perché così si ci sarebbe un enorme problema e io… »
Kei afferrò le mani di Yuri, interrompendo il fiume di parole agitate che uscivano dalla bocca di Yuri e ridacchiò.
« Tranquillo. Non hai fatto male a parlarmene, mi hai solo dato una conferma. All’inizio ero un po’ spaventato per te, perché pensavo che ti tradisse e volevo parlartene, però poi oggi ho compreso come stavano le cose e mi sono sentito sollevato. Se ti avesse fatto soffrire, sarei stato costretto ad uccidere Kota. »
Yuri guardò il volto di Kei, si soffermò su quel sorriso che sembrava angelico, ma il più piccolo sapeva bene che non era mai una saggia decisione farlo arrabbiare. Dietro quel viso innocente si nascondeva in realtà un demonio e nessuno degli altri ragazzi era intenzionato a farlo irritare.
« Mh. Grazie. » mormorò Yuri imbarazzato.
« Comunque, per tornare al tuo problema, hai due galletti nello stesso pollaio. Lasciali scannare, vedrai che in serata andrà tutto meglio. Sono ragionevoli, se messi alle strette, fidati. »
« E’ che sono sempre così maledettamente irritanti che vorrei picchiarli con una padella in testa. » si lamentò Yuri e questo fece ridere Kei, una risata che non sentiva da mesi e un po’ si tirò su di morale a sua volta.
« Sono uomini e non usano il cervello per ragione. Fanno le gare a chi ce l’ha più lungo e al numero di tacche sulla cintura, vedrai che finita la gloria data dal testosterone torneranno quieti quieti dalla tua cenetta a lume di candela. »
Anche Yuri ridacchiò e finì finalmente di bere il suo cappuccino.
« Non è stato male sai? » ammise « Parlare con te è sempre liberatorio. »
« La mia mail è sempre quella, quando vuoi fare quattro chiacchiere dimmelo che arrivo. »
Si alzò di nuovo in piedi, agitando una mano per salutarlo e Yuri rimase da solo, rasserenato.
Effettivamente, tutte le volte che Kota e Yuto litigavano, finivano sempre per fare pace per i fatti loro, dimenticando in un secondo tutto quello che si erano detti durante la giornata e tornando a fare i fidanzatini dopo due minuti e l’unico che si faceva il sangue acido era solo Yuri.
Forse Kei aveva ragione, doveva solo lasciarli fare, scannare fra di loro e ignorarli.

**

Tornato a casa decisamente più sereno Yuri si tolse le scarpe sentendo un buon profumo di carne cotta alla griglia.
Si diresse velocemente in cucina, vedendo come Kota e Yuto stavano cucinando insieme, baciandosi di tanto in tanto come se fossero fidanzati solo da una settimana e a Yuri piacque quella scena, quell’amore che riuscivano a provare l’uno con l’altro che resisteva a tutto, anche a loro due messi insieme.
Si avvicinò, intrufolandosi fra di loro e si fece baciare.
« Siete due stupidi. » esordì « Ma da adesso basta, non mi intrometterò più, anche perché alla fine l’unico che sta male sul serio sono io. » diede una pacca sul sedere ad entrambi e gli diede la schiena « E per farvi perdonare stasera farete tutto voi, accontentando ogni mio capriccio. »
Si stese sul divano, sentendoli ridacchiare e si accese una sigaretta, guardando poco interessato la televisione, con sottofondo i loro battibecchi e il rumore di chi sta cucinando.
Stava bene. Kei aveva ragione, in fondo, conosceva Kota come le sue tasche e la cosa non lo infastidiva più come i primi tempi.
Magari sarebbero tornati alleati, appena al più grande quella ferita si fosse chiuse, diventando lentamente cicatrice.
Era solo felice e desiderava provare quella felicità ancora per molti e molti anni.

challenge: cow-t3, challenge: 500themes ita, challenge: diecielode {celes. sunshine}, pairing: yabu x nakajima x chinen, fandom: hey!say!jump, challenge: khorakanè (album)

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