MTV
Il giorno dopo aprii gli occhi poco prima della sveglia, incredibilmente fresco già di prima mattina; saltai giù dal letto per andare in bagno e una volta presentabile scesi giù a fare colazione.
Mi aspettavo Julien imbronciato sul divano a guardare la TV - ed effettivamente lo trovai lì - ma non appena lanciai un’occhiata alla sala da sopra le scale m’immobilizzai.
Non era solo.
Mi accucciai piano e mi avvicinai alla ringhiera come avevo già fatto per spiare lui e Chris.
Spiare è un brutto verbo ma dopotutto era quello che stavo facendo, no?
Era in compagnia di un altro uomo, seduto sul divano vicino a lui.
Tutto quello che potevo vedere erano dei corti capelli ricci ed un accenno di barba sulla guancia.
Chi poteva mai essere?
La cosa più strana era Julien: era appoggiato alla sua spalla e sembrava stringersi a lui - Julien!
Quello doveva essere David, allora.
«Mi dispiace non essere venuto.» Aveva una voce bassa, diversa da quella di Chris.
«Fa nulla.» Vidi Julien sfregare appena la testa contro la sua spalla e mi chiesi il perché di quel cambiamento così radicale.
Aveva trattato Chris in modo così freddo e ora si metteva ad abbracciare l’altro senza nemmeno sbuffare per l’eccesso di zucchero?
«Era il compleanno di Beth, sai, mi somiglia sempre di più.» Dave si girò per guardarlo e finalmente intravidi il suo profilo.
Dimostrava una trentina d’anni e sembrava il tipico, rispettabile padre di famiglia, con la barba curata, un sorriso tranquillo e gli occhi socchiusi.
Era completamente diverso da quanto mi aspettassi. Era… vecchio.
Intuii che Beth dovesse essere la figlia, ma non capii cosa centrasse, mi ero perso un pezzo importante di discorso.
«Lo so» mormorò Julien così piano che feci fatica a sentirlo.
«Oliver, non scendi?» domandò poi a voce alta e mi alzai in piedi di scatto.
Come faceva a sapere che fossi lì, non si era nemmeno girato!
«‘Giorno» li salutai scendendo le scale e notai subito lo sguardo piuttosto ostile di David.
«Tranquillo, è un mio vecchio amico» lo rassicurò Julien chinandosi indietro per lasciargli un bacio sul collo.
Era inquietante.
Vedere Julien così era qualcosa che mi faceva accapponare la pelle, davvero, così cercai di rimanere in cucina il più possibile, cercando di fare una buona - e lenta - colazione.
Quando tornai in sala vidi l’uomo in piedi, intento a sistemarsi la maglia.
«Devi andare?» chiesi notando la borsa ai suoi piedi e lui si girò, lo sguardo di prima mutato in un sorriso gentile.
«Già, devo tornare al lavoro.» Mosse un paio di passi verso di me e mi pose la mano, che accettai un po’ imbarazzato.
«Comunque sono David, piacere.» Aveva una stretta piuttosto molle nonostante l’altezza e la voce sicura, ricambiai senza guardarlo, concentrandomi su Julien.
«Oliver, ma lo sai già.»
Quando uscì di casa dandogli un bacio leggero tornai a fissare quest’ultimo come fosse un alieno.
Qualcuno doveva averlo posseduto, non era normale.
«Beh?» chiese guardandomi di sottecchi e tornando a sdraiarsi, il telecomando già pronto in mano.
«E’ vecchio!» esclamai subito e lui arricciò il naso.
«Ha solo sette anni più di me.»
Lo fissai sconvolto. Solo?
«Però è carino con te» gli concessi. «Beth è…?» Mi accomodai sulla solita poltroncina, non potevo farlo scappare, mi doveva dire tutto.
«Sua figlia.»
«Figlia?» mi sporsi per vedere la sua espressione ma il suo viso era diventata una maschera neutra, la faccia scocciata del solito Julien.
Sapevo che David fosse sposato, ma che avesse addirittura figli… non doveva essere facile per Julien. E nemmeno per la moglie di lui, poveretta, che razza di situazione.
«Ti piace molto.» Per accettare tutto quello Julien doveva…
«Lo amo» rispose semplicemente e questo mi spiazzò.
L’aveva detto come se fosse una delle cose più naturali del mondo, lo amo.
Non era come nei film, drammatico, enfatico, l’aveva detto con il suo solito tono e le labbra appena increspate in un sorriso.
Non sapevo davvero cosa dire così rimasi in silenzio a guardarlo.
Accese la TV e per un po’ ci concentrammo sul TG, almeno finché durante la pubblicità non gli chiesi:
«E Chris allora?»
Lo ammetto, mi stava molto a cuore la questione. Non riuscivo a capire e volevo farlo, anche a costo di sembrare un impiccione.
Julien sbuffò, sistemandosi meglio sul divano.
«E’ stata un’idea di Dave.» Stirò le braccia sbadigliando - stava diventando molto pigro.
«Un’idea di David?» ripetei senza convinzione.
«Sua moglie iniziava a sospettare qualcosa così mi sono trovato un ragazzo, semplice no?»
Anche quello fu detto con il suo solito tono, ma se il ti amo era incredibilmente bello, quell’ultima frase era terribilmente crudele.
Come poteva una persona che sembrava così matura e tranquilla proporre una cosa del genere? Aveva quasi trent’anni e aveva proposto di condividere Julien, una cosa… orribile.
Ora però capivo la sua freddezza nei confronti di Chris.
Capivo e mi sentivo male per lui.
La signora Marlene ed il signor Adams erano tornati il pomeriggio per portare Julien all’ospedale, un controllo per verificare le sue condizioni, così ero rimasto a casa da solo dato che mi sembrava invadente accompagnarli.
Dopo aver fatto un giro del quartiere decisi di fare un po’ di zapping e scoprii MTV.
Cioè, ore e ore di musica a ripetizione, con i video! E c’erano dei cantanti davvero carini, dopo un paio di clip avevo iniziato a memorizzare le canzoni, era… wow!
Dovevo farmi dire da Julien un modo per averle anche sul cellulare.
Quando quella sera tornarono sua madre si era tinta i capelli ed adesso erano di un bel color caramello, dovevo abituarmi ma non le stavano affatto male.
«Tesoro…» mi chiamò passandomi il sale. «Stavo pensando che avresti bisogno di andare dal parrucchiere.»
Mi toccai per riflesso i capelli: avevano superato le spalle di un paio di centimetri.
In effetti era vero ed ora che non c’era più padre Krismond a rimproverarmi potevo tagliarli - era la mia forma pacifica di protesta, non poteva continuare a dirmi di tornare normale.
Annuii in risposta e la signora Marlene si sfregò soddisfatta le mani.
«Giovedì mattina allora, ho già fissato l’appuntamento.»
«Vuole trattarti da bambolotto solo perché con me non l’ha potuto fare» disse Julien a mezza voce prima di sorseggiare tranquillo il suo bicchiere d’acqua.
«Ma sentilo!» ribatté sua madre con tono falsamente offeso prima che il signor Adams desse ragione al figlio.
Avevo voglia di sentire Chris, o meglio, di vederlo.
Non abitava molto lontano ma non conoscevo ancora bene San Francisco da poter andare da lui e tornare senza cartina, contando anche il traffico folle ed il fatto che non mi aveva più chiamato.
Ok, era passato appena un giorno, ma volevo convincerlo a fare un giro assieme, qualsiasi cosa.
Mi rinchiusi in bagno e mi sedetti sul bordo della vasca. Dopo aver selezionato il suo numero mi preparai ad aspettare..
«Chris, hai risposto!» esclamai contento, non ci potevo credere, dopo un solo squillo!
«Sera anche a te» mi salutò e sentii il telefono muoversi come se stesse camminando.
«Come va?»
«Bene» rispose prima di aggiungere: «Senti, ma non ti costano troppo queste chiamate?»
«Sono gratis» gli rivelai contento.
Avevo comprato quel numero con la carta di mio padre nel primo Verizon Store che avevo trovato e avevo un piano telefonico che mi permetteva di avere le chiamate gratis verso un paio di numeri.
Quello di Chris e quello di Julien per la precisione, mi ero ricordato quello stesso pomeriggio di attivare l’offerta.
«Non mi chiedi come sto?» gli domandai un po’ nervoso.
«Come stai?»
Iniziai a raccontargli la mia giornata. Volevo essere sincero con lui, non come Julien, non volevo dirgli bugie.
Forse esagerai un po’ perché finii a parlare dei college, ma Chris mi aveva ascoltato e ogni tanto faceva qualche domanda.
Gli interessavo. Gli interessavo!
«Parlami un po' di te.»
Avevo dato un’occhiata al tempo di chiamata - quasi mezz’ora! - e mi ero reso conto che lui non aveva detto molto. Lo volevo conoscere meglio, Julien non mi aveva detto molto di lui.
«Sono praticamente fuggito da una festa, ma devo tornarci, devo controllare che un'amica non abbia già compiuto una carneficina.»
Wow, una festa. Lo sapevo, era un uomo richiesto. Perché carneficina?
«Una festa tipo American Pie?» Conoscevo quel film di nome e dalle descrizioni dei miei vecchi compagni che lo ritenevano fighissimo, ma dalla trama non sembrava nulla di speciale.
«L'azione è da migliore scena di Gerry» rispose.
Gerry? Non l’avevo mai sentito, doveva essere una cosa da esperti. Julien mi aveva detto che Chris insisteva sempre nel portarlo al cinema e alla fine ci andava da solo.
«Ti piacciono i film» osservai contento alzandomi dalla vasca e accendendo la luce del bagno.
Iniziava a farsi buio fuori e mi venne un’idea fenomenale scorgendo dalla finestra parte dell’isolato illuminato e sullo sfondo le luci brillanti della città.
«Ti andrebbe di venire al cinema con me?» Non pensare e parlare velocemente, l’unico modo per non bloccarmi a metà frase.
Ero convinto che mi avrebbe detto di no, dopotutto non ci conoscevamo ancora bene, era appena stato mollato, era ad una festa dove poteva conoscere molta altra gente e vederla…
«Va bene.»
Inspirai, espirai. Aveva accettato. Inspirai ed espirai.
Mi sentii incredibilmente leggero, come se il venticello che entrava dalla finestra potesse sollevarmi e farmi volar via.
Aveva accettato.
…però io non conoscevo cinema della zona.
Lui sì invece: mi diede appuntamento al Red Vic il giorno dopo, ero sicuro che il signor Adams lo conoscesse così confermai.
«Notte, ci vediamo» mi salutò con tono dolce.
«Notte.» Non riuscii a resistere, gli schioccai un bacio attraverso il telefono prima di chiudere la chiamata.
L’idea di poterlo vedere e di potergli stare vicino mi elettrizzava.
Chris, seduto vicino a me.
Ciao! E’ venuto un capitolo più lungo del solito :D ho introdotto Dave finalmente. Quello che posso dire è “povero Julien”, ecco. Verizon è una compagnia telefonica e Julien ha acquistato il numero con la carta del padre per il maggiore Credit Score. Mi serviva ficcarci dentro MTV per il prossimo capitolo