TITOLO: Sympathy For the Devil.
AUTORE: StoryGirl.
GENERE: LongFiction.Au Angst. Romantica. Introspettiva.
RATINGS: NC17.
DISCLAIMERS: Nessun personaggio mi appartiene, purtroppo.
PAIRING: Choi Minho, Lee Jinki { MinEw } ; Kim Kibum, Kim Jonghyun { JjongKey } .
RIASSUNTO: Quando Lucifero era caduto "perdendo" le sei ali divine ed ottenendo in cambio dodici ali demoniache, Harziel si era chiesto a lungo cosa lo avesse portato a comportarsi in quel modo.
...
“Ieri Jinki ha trovato delle fotografie che sembrerebbero riprodurre il luogo della caduta di un paio di angeli.”
NOTE: Questa fanfiction è dedicata interamente alla mia Bummie
yuya_lovah). Spero che possa continuare a piacerti fino alla fine! Ti voglio davvero tanto bene <3! Spero di farti emozionare con questa fanfiction, sto cercando di scrivere al mio meglio per poterti dedicare qualcosa di veramente bello! *___* A te, che sei la mia migliore amica!
THANKS:
yuya_lovah che mi ha incoraggiata (e mi sta incoraggiando) durante la scrittura.
yuya_lovah, perchè l'ha betata.
yuya_lovah he ha creato anche il magnifico bannerino che questa fanfiction possiede!
PAROLE: 3035, con il conteggio di word.
CAPITOLI PRECEDENTI:Prologue
#01 #02 #03 #04 #05 #06 #07 #08 #09 #10 #11 #12 #13 #14 #15 #16 #ParadiseATTENZIONE: Questo non è un capitolo, si potrebbe considerare come una oneshot a parte che va ad approfondire maggiormente ciò che è avvenuto a Lucifero quando ha perso la Grazia ed è diventato per sempre Lee Taemin!
Combine your hearts in one
"Avresti mai creduto che sarei arrivato fin qui?"
Taemin aveva la voce rotta dall'emozione mentre Kibum, dietro di lui, scuoteva appena la testa. Poteva vedere lo sguardo del fratello grazie al riflesso dello specchio posto proprio di fronte a lui.
"Come ci si sente? Agitati? Nervosi?"
Fu la voce di Jonghyun quella ad arrivare alle orecchie di Taemin, che rise cercando di non mostrare tutta la sua tensione, le mani che tremavano.
"Mi sembra di essere sul punto di fare un terribile salto nel vuoto!"
Kibum ridacchiò posandogli le mani sulle spalle, massaggiandolo giusto quell'attimo per farlo rilassare. Quel giorno era importante: suo fratello, diventato un semplice essere umano, stava per sposarsi.
"Sono sicuro che saprà renderti felice per sempre!"
Taemin sorrise a Minho, che aveva preso la parola in quel momento.
Kibum, Jonghyun, Jinki e Minho erano i suoi testimoni di nozze. Aveva deciso di volerli tutti e quattro perché li sentiva vicini, perché erano stati proprio loro ad aiutarlo a tenersi stretto la sua anima gemella: Han Sunhwa, una maestra d'asilo.
Ricordava ancora alla perfezione il momento in cui si era scontrato con lei, con quella ragazza mingherlina. Poteva sembrare bisognosa di protezione al momento, ma in realtà possedeva una grande forza d'animo ed era stata proprio quella a permettergli di innamorarsi di lei.
Taemin stava correndo, era in ritardo per il suo appuntamento con Kibum che lo aspettava in un bar per aiutarlo ad organizzare il suo primo colloquio di lavoro. Non vide la ragazza uscire dall'edificio posto al lato della strada che stava percorrendo a gran velocità ed in un attimo le fu addosso spingendola a terra insieme a lui.
"S-Scusa! Non ti avevo vista! Sono in ritardo e... Ti sei fatta male?"
La ragazza aveva scosso la testa mentre Taemin rimaneva disteso sopra di lei, quasi non riuscisse più a muoversi, ad osservarle i grandi occhi marroni.
"Potresti alzarti? Non sembrerebbe visto quanto sei magro, ma pesi!"
Il tono della voce della ragazza fu parecchio aspro, non di certo quello di una persona impaurita o dolorante per la caduta, e Taemin si alzò da lei porgendole una mano che, ovviamente, la sconosciuta non accettò rialzandosi da sola spolverando con la mano la corta gonna che indossava.
"La prossima volta cerca di stare più attento!"
Con quelle ultime parole gli porse la schiena e se ne andò camminando velocemente, una cartella colorata in mano.
"Il vostro primo incontro non è andato nel migliore dei modi. Ricordo che quando mi hai raggiunto al bar, dove ti stavo aspettando, eri ancora nervoso!"
Taemin annuì all'affermazione di Kibum e tornò con la mente a quel giorno. Poteva quasi sentire sulla pelle la sensazione del sole caldo e sulla punta della lingua il sapore del the fresco che si era preso una volta entrato nel locale e seduto di fronte al fratello.
"Sono tutte così le ragazze umane?" la sua voce era fuoriuscita più aspra di quanto avesse voluto, ma era ancora sconcertato dallo scontro appena avuto.
"Che intendi dire?" Kibum sollevò un sopracciglio guardandolo stranito. Non solo ritardava al loro importante appuntamento, ma ora si metteva persino a blaterare di chissà quali ragazze?
"Stavo correndo, essendo in ritardo, e per caso mi sono scontrato con una ragazza che stava uscendo da un edificio. Non l'ho fatto a posta a buttarla a terra e le ho persino chiesto scusa, ma non ha voluto il mio aiuto per rialzarsi in piedi e se ne è andata borbottandomi contro di stare più attento la prossima volta!"
Taemin sapeva che era nel torto e che, per quanto la ragazza avrebbe potuto rivolgersi a lui con altri toni, lei aveva ragione. Quello che non sapeva era che la sua rabbia fosse dovuta a ciò che gli occhi di quella sconosciuta gli avevano fatto provare.
Era stato come sprofondare in quel marrone, come ritrovarsi in un bosco e notare che dovunque guardasse vi erano solo tronchi di alberi enormi che salivano verso il cielo.
"Tae, l'hai sbattuta a terra, cosa ti aspettavi che facesse? Che ti ringraziasse con un inchino? Ora cerca di concentrarti sul motivo per il quale ti ho chiamato qui. Domani avrai il tuo primo colloquio e, sebbene non sia così sicuro che tu possa fare il maestro di asilo, ti voglio aiutare ad ottenerlo ed a capire un po' di più cosa sia l'umanità ed il duro lavoro!"
Taemin annuì sorseggiando la bibita fresca che aveva appena ordinato. Kibum poteva anche non comprendere il suo desiderio di diventare maestro d'asilo, ma lui aveva ponderato bene la scelta del lavoro.
Visto che non riusciva a capire come la vita umana potesse essere così incredibile e piena di emozioni sconosciute agli angeli, era sicuro che crescere dei bambini gli avrebbe dato le informazioni che ancora non possedeva.
"Per prima cosa quando ti presenterai alla direttrice dovrai mostrarti sicuro di te stesso e molto volenteroso. Devi dirle che quel lavoro lo desideri sul serio, devi mostrarti serio nelle tue intenzioni!"
Taemin sospirò, Kibum gli stava dando consigli pressoché inutili visto che li conosceva già a menadito.
"Ma questo lo so già! Voglio sapere se c'è qualcosa di specifico che mi farebbe ottenere il lavoro anche ad occhi chiusi!"
Taemin era impaurito di poter fare un disastro. Non riusciva ancora a esprimere la sua umanità, ma guardando Kibum scuotere la testa si sentì solo male. Non c'era un vero e proprio consiglio che l'altro potesse dargli, eh? Doveva contare solo sulle sue forze.
"Mi ricordo che quando sei riuscito a superare il colloquio sei corso fino a casa nostra tutto emozionato. Non vedevi l'ora di mostrare a Kibum quello che avevi appena ottenuto!"
Jonghyun aveva un sorriso sul volto. Lui e Taemin erano diventati amici ed erano riusciti a superare le terribili incomprensioni avute all'inizio del loro rapporto. Jonghyun era stato in grado di perdonare l'altro angelo solo grazie a Kibum. Lui gli aveva spiegato il punto di vista di Taemin e con un grande sforzo Jonghyun aveva capito.
"Già... In quel periodo però non andavamo ancora così d'accordo e tu non eri felice di vedermi a casa vostra. Ricordi anche questo?"
Jonghyun annuì alla domanda di Taemin sospirando lievemente. Ricordava ancora il sorriso di scherno che gli aveva rivolto credendo che Taemin non sarebbe mai riuscito a superare il colloquio. Lo credeva incapace di mescolarsi così bene agli umani, soprattutto perché secondo lui l'angelo non aveva abbastanza dimestichezza con quella vita per potersi prendere cura di bambini nel pieno momento di apprendimento.
"Kibum! Kibum! Hyung!" Taemin aveva corso fin lì, il fiato pesante e il corpo che tremava dall'emozione, ma colui che gli aveva aperto era stato Jonghyun. Un Jonghyun irritato per giunta.
"Kibum in questo momento non c'è. Tornerà tra poco, è andato a prendere qualcosa da mangiare."
Taemin annuì osservando il corpo di Jonghyun coperto unicamente da un asciugamano bianco, che gli nascondeva le parti intime lasciando però scoperto il petto marmoreo, ed i capelli erano ancora bagnati, segno che Taemin l'aveva disturbato durante la doccia.
"Posso... entrare ad aspettarlo?"
Jonghyun quasi ringhiò prima di aprirgli del tutto la porta per farlo entrare in casa. Taemin non gli era simpatico, non riusciva ancora a mettere da parte la rabbia che provava per le azioni che l’angelo aveva compiuto. Poteva anche aver messo a repentaglio la sua vita per salvarlo, ma non ce ne sarebbe stato bisogno se non avesse combinato un disastro dopo l'altro già dall'inizio!
Era stata tutta colpa sua e lui, nonostante la buona volontà di mostrarsi cordiale almeno di fronte a Kibum, non l'aveva ancora perdonato.
"Accomodati pure dove vuoi, io torno a finire la doccia."
Taemin aveva annuito guardandolo andare via e rimase fermo ed immobile sul divano mentre attendeva il ritorno di Kibum che, fortunatamente, non ci mise molto a tornare a casa.
"Ehi, cosa ci fai qui? Come è andato il colloquio?"
Taemin aveva sorriso prima di alzarsi per andare ad aiutare l'altro con le borse. Non gli rispose subito, attese un po' pregustandosi quegli istanti di pura suspance. Voleva che Kibum iniziasse a tremare dalla curiosità!
"L'ho superato! L'ho superato!"
Lo aveva praticamente gridato e mentre Kibum lo abbracciava contento, Jonghyun li guardava dall'ingresso della stanza con gli occhi socchiusi chiedendosi perché quell'asilo non avesse capito in quali guai si stava cacciando ad assumere qualcuno come Taemin.
"Hai sentito Jonghyunnie?! Ha superato il colloquio, è stato assunto! Dobbiamo festeggiare! Chiama Jinki-hyung e Minho, avanti!"
Jonghyun non era proprio dell'idea che un festeggiamento fosse quello che ci voleva, ma non poteva rifiutarsi. Kibum amava Taemin dal profondo del cuore.
Certo, era un amore totalmente diverso da quello che provava per lui, ma lo amava e Jonghyun non avrebbe fatto niente che potesse in qualche modo danneggiarlo! Kibum era prezioso per lui.
"Ok, ok, li chiamo!"
"Una volta ottenuto il lavoro sono rimasto stupito dal ritrovarmela davanti! E' stato difficile farmi accettare da lei all'inizio... Non è una ragazza facile da conquistare."
Jinki ridacchiò avvicinandosi a Taemin per mettergli una mano sulla spalla, come a dirgli quanto fosse fiero di lui per dove era arrivato.
"Se lo fosse stata non ti sarebbe piaciuta così tanto, Taeminnie!"
"Cosa ci fai qui?!"
Taemin si voltò trasalendo al suono di quella voce e ,quando si ritrovò di fronte la ragazza che aveva fatto volare faccia a terra contro l'asfalto, cercò di sorriderle. Non sapeva perché, ma lo metteva a disagio molto più dei sorrisi stentati di Jonghyun.
"Sono... il nuovo maestro. Mi hanno appena assunto!"
Sunhwa aveva scosso la testa facendo ondeggiare i lunghi capelli rossi dietro la schiena.
"Non ci posso credere, e così sei tu il nuovo ragazzino che hanno assunto, eh? Spero per te che tu sappia che qui non abbiamo bisogno di perditempo e che se vorrai rimanere, dovrai rimboccarti le mani e darti da fare!"
Taemin annuì guardandola negli occhi prima di risponderle cercando di mantenere un tono serio ed autoritario, proprio come quello della ragazza.
"Non so quale idea ti sia fatta su di me, ma è completamente errata. Desideravo sul serio questo posto di lavoro ed ora che l'ho ottenuto stai pur certa che non me lo lascerò sfuggire. In più non sono un ragazzino, da quanto posso vedere abbiamo praticamente la stessa età! Mi chiamo Taemin, comunque!"
Porgendole la mano, sperò che la ragazza mettesse da parte le sue ostilità e l'accettasse. Voleva diventare suo amico, voleva esserle più vicino anche se non riusciva a capire quale fosse il sentimento che smuoveva certi desideri dentro di lui.
"Sunhwa. Mi chiamo Sunhwa."
Non ci misero molto a scoprire che la ragazza aveva due anni in più di Taemin, ma a quel punto Sunhwa aveva abbandonato il suo lato arrogante per lasciar posto alla sua innata gentilezza.
"Ti ricordi quando mi hai chiesto consigli su dove portarla a cena la prima volta? C'era Jonghyun che friggeva di rabbia! Avevate fatto pace, ma a te non è passato proprio per la testa di chiedere a lui! Ricordate la sua faccia? Come erano dilatate le sue narici per la rabbia di non essere stato il prescelto per quei consigli?!"
Tutti si misero a ridere alle parole di Minho. O meglio, tutti tranne il diretto interessato: Jonghyun.
"YAH! Non ero arrabbiato! Ero solo a conoscenza del fatto che se avesse chiesto a me sarebbe stato meglio! Sono io il migliore in queste cose, non di certo tu!"
Sembravano due bambini troppo cresciuti, ma alla fine la loro amicizia si basava anche su quello, sulla competizione e sulla forza dei loro caratteri.
"Alla fine i tuoi consigli hanno funzionato! Lei si è trovata benissimo!"
"Oh, per fortuna che hai scelto un posto come questo! Credo che ti avrei picchiato se mi avessi portato in un ristorante di gran classe dove il cibo più sostanzioso che ti portano sono i grissini! Se sei fortunato anche del pane, ma non contarci troppo, di solito vanno di salsine e disgustosi antipasti!"
Taemin aveva ridacchiato osservando la ragazza come se l'avesse vista la prima volta. Sunhwa indossava un corto vestitino nero ed un paio di leggins, i capelli erano lasciati liberi di ricadere sulla schiena per metà scoperta, ed i suoi occhi sembravano brillare.
L'aveva portata in un ristorante semplice, uno di quelli accoglienti e caldi dove i tavoli sono disposti in un'unica grande sala. Non vi erano camerieri vestiti da pinguini e l'aria era informale.
Doveva ammettere che il consiglio di Minho di puntare sulla semplicità era stato ben apprezzato.
"Sono felice che tu abbia accettato di uscire con me..."
Taemin si sentiva ridicolo in quel momento, tutto timido ed irrigidito dall'imbarazzo. Avvertiva le guance andare a fuoco mentre Sunhwa gli sorrideva con dolcezza.
Kibum gli aveva spiegato che certe emozioni si provavano quando l'altra persona ti piaceva in un modo completamente diverso dall'affetto fraterno. Taemin aveva finalmente trovato qualcuno da amare.
"Perché non avrei dovuto? Sei divertente, carino, gentile... Il ragazzo perfetto, si potrebbe dire. Spero solo tu non abbia segreti oscuri da tenere nascosti!"
Taemin si era rabbuiato a quella frase. In realtà ne aveva di segreti oscuri, anche troppi, ma non poteva di certo andare a dirlo all'altra, non al loro primo appuntamento!
"Ehi, ehi, scherzavo! Non c'è bisogno di fare così!"
Sunhwa aveva compreso di aver detto qualcosa di sbagliato, ma di certo non poteva sapere che non era uno spinello fumato di nascosto quando era adolescente il grande segreto oscuro di Taemin.
La cena proseguì senza altri intoppi, almeno finché Taemin non la riaccompagnò a casa e Sunhwa si sporse per baciarlo delicatamente sulle labbra. Bacio che Taemin cercò di ricambiare impacciato senza sapere nemmeno cosa stesse facendo.
"Ehi... non agitarti. Non sarà di certo il primo bacio che ti da una ragazza, no?"
Sunhwa notò le gote rosse di Taemin e comprese. Un sorrisino le arricciò le labbra mentre accarezzava una spalla del più piccolo.
"Non ti preoccupare, posso insegnarti tutto io!"
"Lei è stata davvero fantastica nello spiegarmi certe cose, ma devo dire che parlarne con voi mi ha facilitato le cose!"
Jonghyun aveva annuito con fare da saggio, mentre si accarezzava una barba inesistente.
"Eh lo so, io sono il più saggio quando si arriva a parlare di certe cose, ma non c'è bisogno che vi accalchiate tutti quanti attorno a me, posso dare consigli a chiunque, sono molto bravo in questo!"
Kibum aveva scosso la testa, ma non sembrava troppo scocciato dal comportamento di Jonghyun, ormai c'era abituato.
"Ehi, di sicuro non è stato merito tuo se la mia prima volta è stata indimenticabile! E' stato tutto merito di Sunhwa!"
Jinki annuì sorridendo alle parole di Taemin.
"Sai, sono davvero felice che tu abbia trovato qualcuno. Sunhwa è per te quello che per me è Minho!"
Minho arrossì battendo un pugno sulla spalla di Jinki per farlo smettere.
Jonghyun guardò verso Kibum, come se attendesse qualcosa, ma quando passarono diversi attimi di silenzio, sbottò frustrato.
"Yahh! Tu non dici niente su di me?!"
Kibum rise andando ad avvolgergli la vita con le braccia.
"Ahh, stavo aspettando. Volevo vedere quanto ci mettevi a dimostrarti geloso. Uhm, tu sei ancora meglio della sua Sunhwa e del suo Minho. Tu sei il mio Jonghyunnie... sei felice ora?"
Jonghyun annuì e per dimostrare quanto fosse soddisfatto, si voltò per baciarlo con passione proprio lì, di fronte a tutti.
"Credo che sia ora."
Kibum annuì all'affermazione di Jinki e dopo aver osservato Taemin alzarsi vestito nel suo meraviglioso completo nero, gli sorrise con affetto.
"Andiamo, non vorrai mica far aspettare la tua sposa, eh?"
Taemin proseguì rigido ed impettito durante il tragitto lungo la navata. Ancora non ci credeva di essere in una chiesa a festeggiare il suo matrimonio. Avrebbe preferito farlo in un giardino all'esterno, ma Kibum l'aveva convinto che Dio non avrebbe mai intralciato quel momento speciale perché c'erano degli angeli in Paradiso che avrebbero lottato per loro adesso.
Taemin aveva infatti paura di poter diventare un giocattolo di Dio entrando in Chiesa, ma si sbagliava e fortunatamente aveva seguito il consiglio di Kibum.
Sunhwa ci teneva davvero a celebrarlo in quella chiesa.
Quando partì la musica Taemin si fece, se possibile, ancora più rigido e Kibum dovette appoggiargli una mano sulla spalla per riuscire a calmarlo in qualche modo.
"Andrà tutto bene. Ora lei salirà... oohh..."
Da ogni parte si levarono cori di sospiri stupiti. Sunhwa stava percorrendo la navata fasciata nel suo stupendo abito bianco, accompagnata dalle sue tre migliori amiche che le facevano da damigella d'onore. Tutta l'attenzione però era sulla sposa.
L'abito era corto e metteva in mostra le sue gambe lunghe e slanciate, dietro aveva uno strascico che veniva portato dalle altre tre ragazze di modo che non si sporcasse e Sunhwa non ci inciampasse sopra. In ogni caso era uno strascico che si poteva togliere una volta conclusa la cerimonia così, durante il banchetto di festeggiamento che ci sarebbe stato dopo, avrebbe potuto ballare senza problemi.
Taemin la guardava a bocca aperta, completamente fuso a causa della sua bellezza.
Non sentì neppure il prete che iniziava la cerimonia, tutta la sua attenzione era su Sunhwa, sul suo collo niveo messo in mostra grazie ai capelli raccolti in una laboriosa treccia, sul suo volto perfetto, sui suoi occhi brillanti e sulle sue labbra che lo invitavano a baciarle ancora ed ancora, fino a che non si fossero gonfiate a causa sua.
"Sì, lo voglio!"
Le mise l'anello al dito come se si trovasse in una specie di trance, troppo sconvolto da tutta quella felicità per riuscire a rendersi conto degli invitati o del prete e di quello che stava facendo.
Quando furono dichiarati marito e moglie quasi svenne. Baciò Sunhwa stringendola a sé come se avesse paura di poterla vedere svanire da un momento all'altro dalle sue mani.
Stringendosi per mano, si misero a camminare fuori dalla chiesa per permettere così alla sposa di lanciare il bouquet.
Tutto quello a cui riusciva a pensare Taemin però era: ”Anche io ho trovato l'amore.”