TITOLO: Assurdità e bellezza hanno stretti rapporti l'una con l'altra.
AUTORE: StoryGirl.
GENERE: Oneshot. (Triple Drabble). Fluff.
RATINGS: Pg13.
DISCLAIMERS: Nessun personaggio mi appartiene, purtroppo.
PAIRING: Choi Minho, Lee Jinki { MinEw } .
TABELLA:
Bingo.
PROMPT: Dipendenza, Rapimento, Forza, Rose rosse.
RIASSUNTO: Minho è stato letteralmente conquistato dall'anima di Jinki. E ancora non si spiega come.
THANKS: A
yuya_lovah che l'ha letta in anteprima, come sempre.
A
mauve_amethyst, perchè l'ha betata.
PAROLE: 1200, (300 per ogni mini-capitolo) con il conteggio di word.
Assurdità e bellezza hanno stretti rapporti l'una con l'altra
(Dipendenza)
Ormai era diventato chiaro come il sole: non poteva più fare a meno di lui. Gli aveva creato una sorta di dipendenza da cui non riusciva a liberarsi. Era pronto a scommettere che fosse più forte di qualsiasi droga in circolazione sul mercato e persino di quelle droghe non ancora scoperte.
Lee Jinki lo aveva conquistato: non era stato affatto semplice, questo era chiaro, ma l’aveva fatto.
L’aveva reso dipendente da lui. Choi Minho si era lasciato sottomettere da quel ragazzo. Lui, che non aveva mai perso in tutta la sua vita. Lui, che non ammetteva sconfitte, si era lasciato intrappolare come un verginello di fronte alla sua prima cotta.
Non aveva idea di come l’altro c’era riuscito, ma ce l’aveva fatta. L’aveva reso completamente suo, disposto a fare qualsiasi cosa per renderlo felice.
Minho sapeva che Jinki provava le stesse cose per lui, ma era comunque difficile accettare una cosa simile. Era difficile pensare che era comunque giusto.
Si era innamorato in un modo in cui non gli era mai successo prima. Si era innamorato di Jinki perdendo completamente la testa.
Jinki, che riusciva a farlo sorridere anche quando il mondo gli sembrava completamente nero. Jinki, che con la sua spensieratezza riusciva a farlo ridere in ogni momento ed in ogni luogo. Ed ancora, Jinki, che con la sua dolcezza gli aveva catturato il cuore.
Lo amava, e poteva affermarlo sicuro e determinato, serio come mai lo era stato prima. Lo amava perché qualsiasi cosa fosse successa lui sarebbe stato lì a rassicurarlo che tutto andava bene, perché questo era Lee Jinki. Un ragazzo di cui innamorarsi a prima vista.
Minho si era chiesto spesso cosa avesse fatto l’altro per irretirlo in quell’emozione così calda ed inebriante ed alla fine era riuscito a rispondersi da solo: niente. Proprio niente.
(Rapimento)
Jinki, semplicemente, gli aveva rapito il cuore.
Gliel’aveva strappato, quasi, dal petto per poi decidere di prendersene cura. Perché Jinki era fatto così, ti risucchiava in un caleidoscopio di colori finché, quasi ingenuamente, non ti rendevi conto di esserti innamorato follemente di lui.
E questo aveva fatto Minho.
Ancora riusciva a ricordarsi la prima volta in cui si erano incontrati. Jinki stava correndo come un pazzo per arrivare in tempo alla lezione e gli era franato addosso.
Si era scusato brevemente, inchinandosi davanti a lui, e poi era scomparso in un’aula senza accorgersi di aver dimenticato a terra un libro.
Minho l’aveva raccolto, aveva cercato i dati del ragazzo che era appena scomparso trovandoli: Lee Jinki, classe quinta.
Era così andato a riportargli il libro e Jinki si era promulgato in mille e più scuse offrendogli da bere per il disturbo. Ovviamente, Minho aveva accettato.
Una cosa tira l’altra e si erano ritrovati a vedersi ogni giorno.
Minho agognava quel momento per tutta la mattina, come se non aspettasse altro che quello per riuscire a sorridere.
Qualcuno gli aveva persino detto che sembrava un’altra persona e, forse, era davvero così, ma a lui non importava.
L’unica cosa che gli importava, in quel momento, era Lee Jinki.
E avevano parlato, avevano riso e sorriso insieme, finché Minho non si era reso perfettamente conto di essersi innamorato.
Era stato come un fulmine a ciel sereno: non aveva mai creduto possibile di potersi innamorare in un modo così ridicolo ed ingenuo: l’altro nemmeno l’aveva corteggiato. Si era limitato ad essere sé stesso e, forse, era proprio questo ciò che più gli piaceva di lui.
Tutte le ragazze, ed anche i pochi ragazzi, che ci avevano provato con lui erano sempre andati dritti al punto senza vergognarsi di dichiararsi in modo vistoso ed appariscente.
(Forza)
Jinki non l’aveva fatto.
La sua forza consisteva nel suo sguardo: ingenuo ed innocente al punto giusto. Nel suo sorriso, così perfetto da abbagliarti persino quando la luce del sole non ti lasciava un attimo di tregua.
Con i suoi atteggiamenti si era conquistato l’amicizia di Minho prima, ed il suo amore dopo, senza faticare nemmeno per un istante.
E lui, Minho, si era ritrovato ad essere lì, davanti a lui, cercando di racimolare la sua di forza per potersi dichiarare.
Quando l’aveva fatto non era minimamente sicuro che Jinki potesse ricambiarlo in un certo qual modo. Jinki viveva spesso in un mondo tutto suo dove nessuno poteva entrare, perciò a volte risultava difficile comprenderlo.
In più lui, Minho, non era un gran chiacchierone: preferiva osservare le parole, ascoltarle, piuttosto che inondarle di parole che, per loro, potevano anche essere senza significato.
Per questo non era stato facile trovare il coraggio per confessarsi ad uno come lui.
A volte si chiedeva se Jinki lo facesse apposta, o se invece davvero non si rendesse conto di come le persone lo guardavano, quasi febbrilmente.
Minho aveva i suoi ammiratori: era una promessa del calcio di quella scuola, già alcune squadre professioniste lo avevano contattato per assicurarselo. Insomma, era popolare.
Jinki, d’altro canto, era qualcuno che a prima vista poteva anche passare inosservato, in più non faceva niente per riuscire a conquistarsi le simpatie degli altri ragazzi. Eppure, anche lui, aveva la sua schiera di fans ed era realmente ampia.
Jinki, però, non se ne curava e Minho aveva paura di poter essere catalogato anche lui in quell’archivio di persone.
Quelle che lo adoravano in silenzio, perché capivano che Jinki non avrebbe mai potuto ricambiarli visto che, a malapena, si accorgeva dei loro sentimenti.
Ma Minho non era un perdente: lui avrebbe vinto.
(Rosa rossa)
Avrebbe vinto il suo cuore come Jinki gli aveva rubato il suo: inaspettatamente, come un ciclone che arriva ed incasina qualsiasi cosa trova sul suo cammino.
Si era presentato, difatti, da lui: aveva portato con sé un mazzo di rose rosse credendo che in quel modo Jinki sarebbe riuscito a comprendere meglio ciò che stava per fare.
Ovviamente, si sbagliava.
Jinki aveva dato un’occhiata alle rose rosse nascoste dietro alla schiena del suo amico Minho e poi aveva commentato: ”Adoro i fiori, sai? Sono sicuro che la ragazza a cui li stai portando sarà davvero felice di poter ricevere un mazzo del genere. E’ meraviglioso”.
Lì Minho capì che Jinki non aveva compreso nulla dei suoi sentimenti, certo, ma che quel mazzo di rose rosse era stata un’idea grandiosa.
Gliel’aveva dato tra le mani, sorridendogli. Dicendogli quanto fosse pazzo di lui, quanto fosse riuscito a farlo innamorare di lui e Jinki lo aveva ascoltato.
Aveva la bocca leggermente aperta, e gli occhi colmi di stupore.
Alla fine Minho aveva avuto la sua conferma: anche Jinki provava le stesse cose per lui. Anche i suoi sentimenti si ergevano alti come le fiamme di un fuoco che non si può spegnere, mai.
Anche lui lo amava, anche lui.
Da quel giorno la loro vita era decisamente cambiata: Minho non attendeva più quell’incontro perché una volta fuori dall’aula di scuola poteva vedere Jinki quando e come voleva.
E Jinki, semplicemente, aveva iniziato ad accorgersi dei suoi fans, ed aveva dato a tutti quanti un bel due di picche.
Non gli erano mai interessati, non gli interessavano e mai gli sarebbero interessati. Non gli importava di piacere a chiunque, non gli importava che gli altri lo trovassero o meno simpatico.
A lui importava solamente di una persona.
Si amavano, di quell’amore raro ed immortale.