Cosa succede quando la libidine viene mischiata a del the alla fragola

Oct 13, 2009 16:53


TITOLO: Cosa succede quando la libidine viene mischiata a del the alla fragola.
AUTORE: StoryGirl.
GENERE: AU. Lemon, Pervert, Generale.
RATINGS: Nc17.
DISCLAIMERS: Nessun Johnny mi appartiene, purtroppo.
PAIRING: Tomohisa Yamashita, Ryo Nishikido { RyoPi } , con la presenza straordinaria di un Jun Matsumoto estremamente pervertito.
NOTE: Scritta durante lo sclero su questa coppia.
RIASSUNTO: Completamente AU.
Yamapi e Ryo non si conosco, ma si ritrovano in un negozio dei desideri, insieme ad un mago misterioso, interpretato da Jun Matsumoto.
Cosa succederà?
THANKS: A Lu che l'ha betata.
Ad Ally perché è grazie ad uno sclero con lei che è nata questa cosa.
Nata come una role ed uno sclero per divertirci, ho poi deciso di farne una fanfiction avendo il suo completo permesso.
La ringrazio per avermi fatto usare il copyright di Jun Matsumoto nelle vesti di mago altamente pervertito e frustrato.
Agli scleri che mi fanno scrivere di tutto.


Cosa succede quando la libidine viene mischiata a del the alla fragola

Era una giornata orribile, quelle in cui piove troppo e l’acqua non fa che scendere dal cielo lavando via tutti i buoni propositi, lasciando spazio solo ad una grigia tristezza che ben si addiceva a quel miserabile tempo.
In quelle uggiose giornate invernali, la voglia di fare qualcosa era sempre troppo poca e questo Ryo lo sapeva fin troppo bene, perché nonostante i temporali non gli dispiacessero, quando pioveva in quel modo, incessantemente, la voglia di sedersi davanti alla finestra per osservare il cielo passava sempre più velocemente.
Anche Tomohisa la pensava allo stesso modo, ed era per questo che entrambi i ragazzi stavano percorrendo le grigie strade di Tokyo senza pensare a niente che non fosse quella maledetta pioggia che continuava a cadere insistente e inesorabile dal cielo, ma se Ryo aveva con sé solo un ombrello grigio che ben s’intonava con il cielo della città, Tomohisa era coperto da un ombrello arcobaleno perché il ragazzo pensava che in quel modo che i suoi pensieri felici non sarebbero andati perduti insieme all'acqua, ma sembrava inutile perché la noia non faceva altro che opprimerlo, e tutti sapevano che un Yamapi annoiato era ancora più odioso di un Tegoshi sovra-eccitato.
E la noia era un sentimento che anche Ryo stava provando e seppur l’acqua iniziava a farsi strada nelle sue scarpe, ed i calzini umidi erano una delle cose più irritanti al mondo, non sarebbe mai tornato in quella casa.
Nessuno dei due, sebbene non si conoscessero, si fermò a pensare che forse era meglio rientrare.
I due ragazzi non potevano essere più diversi uno dall’altro: se Tomohisa saltellava nelle pozzanghere, divertito dal fatto che l’acqua rimbalzasse verso l’alto, senza preoccuparsi di potersi bagnare, Ryo lanciava occhiate storte ai bambini che scalpicciando gli bagnavano i jeans nuovi.
In ogni caso, il primo che si accorse di quella vetrina modestamente decorata per Hallowen fu Ryo che la guardò incuriosito visto che quel negozio non gli era famigliare come gli altri di quel distretto.
Non aveva né un’insegna né qualunque cosa in esposizione, era dunque impossibile perciò capire di che cosa si occupasse.
Il locale posto all’interno era completamente buio eccezion fatta per una luce fioca e lontana che si intravedeva appena.
Aveva un’atmosfera inquietante in un certo senso, ma l’ignoto lo aveva sempre attirato.
Fissò il vetro scuro ed opaco per un tempo indefinito fino a quando un rombo lontano non lo risvegliò facendogli decidere di entrarvi.
Cosa c’era di male dopotutto nell’entrare in un negozio, per quanto misterioso esso potesse essere?
Quando Yamapi vide quel ragazzo fermo davanti alla vetrina del negozio si chiese cosa stesse facendo lì, tutto solo, fradicio d’acqua.
Forse anche lui, non aveva voglia di starsene in casa con un tempo simile.
Gli sembrò famigliare il suo fisico, ma non ci dette molta importanza... insomma, incontrare qualcuno che si conosce gli sembrava alquanto strano in una giornata simile.
Il rombo di un tuono particolarmente forte lo fece scattare sull'attenti e si rese conto di essersi realmente spaventato quella volta ed era strano perché di solito non era il tipo che si lasciava spaventare così facilmente, o così almeno avrebbe voluto credere.
Quando si voltò nuovamente verso il ragazzo si rese conto che quest ultimo era già entrato nel negozio e senza neppure pensarci su, entrò anche lui.
Non controllò neppure se avesse o meno una targhetta che specificasse che tipo di negozio fosse... sperò solo non fosse un sexy shop.
Sarebbe stato quantomeno imbarazzante.
Dopotutto cosa c'era di male a cercare un riparo con un tempo simile?
Non pensò che forse era entrato anche per un altro motivo: il ragazzo che lo aveva preceduto all'interno era come se lo stesse chiamando.
Sapeva che era da idioti pensare una cosa del genere, ma... sentiva come se tutto il suo destino si sarebbe deciso lì dentro.
Buffo, vero?
Il locale all’interno era più buio di quanto sembrasse da fuori e Ryo avanzò a tentoni, le mani poste in avanti, insicuro su cosa ci fosse all’interno, ma non sembravano esserci ostacoli che lo separassero dalla luce lontana.
Quest’ultima sembrava provenire da un’altra stanza, diversa da quella dove si trovava in quel momento e sembrava chiamarlo, invitandolo ad entrare.
Tutto ciò era sempre più assurdo.
Visto che la paura sembrava aumentare ed i brividi alla schiena intensificarsi, decise di avvicinarsi sempre di più alla luce, senza pensare a nient’altro.
Ad un certo punto sentì dei rumori alle sue spalle, come se qualcuno fosse entrato in quel momento nel negozio, ma non era possibile.
Era sicuramente frutto della sua immaginazione.
Quando entrò nel negozio, Yamapi fece fatica ad abituarsi a quel buio, ma i suoi occhi erano più veloci della sua mente e riuscirono ad individuare ben presto una specie di luce molto lontana da lui.
Non capì che cosa fosse, ma sapeva che doveva iniziare a camminare verso di essa se voleva capirci qualcosa di tutto ciò.
Sentì che c'era qualcuno all'interno del negozio e capì che era il ragazzo di prima, che sicuramente come lui si stava chiedendo dove caspita fosse finito.
Ghignò prima di riuscire ad avanzare, a fatica, nel negozio capendo ben presto che non c'era nessun ostacolo tra lui e la porta illuminata.
Si morse il labbro perché per colpa dei tuoni intensi all'esterno non faceva che tremare, ma non era la paura.
Assolutamente.
Lui non aveva paura... sì, come no, ma chi stava cercando di prendere in giro?
Sì che aveva paura, era tutto così misterioso... e il ragazzo entrato prima di lui poteva benissimo essere uno spietato assassino che stava solo aspettando il pretesto per tagliarlo a fettine.
Una voce maschile interruppe il flusso dei pensieri di Ryo e Tomohisa… era fredda, incolore e non sembrava quasi appartenere ad un umano.
“Finalmente siete arrivati. Vi stavo aspettando!”
I due ragazzi ebbero una reazione completamente distante l’uno dall’altro, se Ryo si fermò di scatto agitando l’ombrello in avanti come se fosse un’arma, Yamapi restò in silenzio, come se fosse curioso di sapere cosa sarebbe successo di lì a poco.
Non dovettero aspettare molto che con una risata sardonica una luce apparve abbagliandogli.
E se Yamapi in quel momento rievocò un ricordo del passato e non poté fare a meno di ripararsi con una mano prima di ridacchiare e muovendo la mano in avanti urlare “Alleluya Chance*”, Ryo non fece altro che gridare terrorizzato e fu per quel motivo che non sentì la voce di Yamapi e non capì di avere compagnia.
“Chi sei?! Fatti vedere!”
Era una reazione inaspettata da parte sua e quasi si sconvolse nel capire che era fin troppo spaventato da tutto ciò che stava accadendo.
“Perché vuoi sapere chi sono io? Questo non è importante per quello che succederà. La cosa importante è che voi siate qui”
Ryo rimase interdetto perché a differenza di Yamapi non aveva capito di non essere l’unico, oltre alla strana voce, nella stanza.
Strinse l’ombrello più forte che poteva prima di parlare ancora.
“Perché voi? Qui ci siamo solo io ed il mio ombrello, a meno che non abbia preso vita mentre non lo stavo guardando, ovviamente…”
La voce iniziò a ridere e Ryo non poté evitare di guardare in cagnesco quella luce.
“Ovviamente io sto parlando del ragazzo che si trova proprio dietro di te, non del tuo ombrello grigiastro”
disse prima di schioccare le dita, la luce che fino a quel momento li aveva abbagliati divenne distante, permettendo ad entrambi di guardarsi intorno.
Gli sguardi di Yamapi e Ryo si incrociarono ed il primo non poté non osservarlo ed avere un tremito perché dentro di se sentiva che quel ragazzo poteva trasportarlo da qualche parte insieme a lui.
Scosse la testa per cancellare quei pensieri, ma non ci riuscì del tutto e si ritrovò a pensare al fatto che era davvero un bel ragazzo.
“Salve” mormorò per rompere il silenzio che si era creato lì dentro e che gli metteva i brividi.
Dopo quel saluto si rese conto che insieme a loro non vi era la persona che aveva parlato prima.
Cercando di non apparire troppo sconvolto, Ryo rispose al saluto con un cenno della mano, prima di tornare a rivolgersi alla voce sentendosi vagamente uno stupido.
Come posso rivolgermi ad una voce? Dannazione.
“Perché ci stai facendo questo? Non è uno scherzo divertente”
Ma se pensava di ricevere una spiegazione a quello che stava accadendo, Ryo si sbagliava di grosso.
“Ma perché mi fai questa domanda? Io non sto facendo assolutamente nulla, anzi… raggiungetemi di modo che io possa offrivi una buona tazza di the”
Ryo decise di seguire quell’offerta, anche se la paura era incredibilmente aumentata e raggiunse l’altra stanza trovandola stranamente vuota.
Dove era il ragazzo che stava parlando con loro?
Possibile che ci fossero delle specie di altoparlanti che facevano arrivare la voce da un’altra direzione?
Ma qui non c’è assolutamente nulla.
Tomohisa sorrise al ragazzo che vagava con quello sguardo assolutamente nervoso nella stanza, dopodiché lo seguì immediatamente.
“Io gradirei del the alla fragola, grazie” disse sorridendo accattivante, era sicuro di sé quanto bastava per sapere che i suoi sorrisi avrebbero conquistato tutti.
Almeno fino a quel momento avevano sempre funzionato.
Strinse il suo ombrello multi-colore come se ne andasse della sua vita prima di individuare una sedia rossa nella stanza e sedersi sopra di essa, con un movimento elegante ed aggraziato, sempre se così poteva sembrare un elefante che si siede distruggendo tutto ciò che si trova sotto di sé.
Guardò il ragazzo con l'ombrello grigio che se ne stava ancora sull'uscio come se fosse realmente spaventato da tutto ciò.
“Suvvia, non avere paura... non c'è niente di cui...” ma non riuscì a terminare la frase perché un rombo particolarmente forte lo fece sobbalzare e gemere dallo spavento.
Si morsicò il labbro dandosi dello stupido, ma non l'aveva mica fatto apposta a spaventarsi in quel modo.
“Non dovresti parlare in questo modo se sei il primo a fartela addosso dalla paura per ogni minimo rumore” commentò Ryo ghignando divertito.
Dopodiché lo ignorò concentrandosi sulla stanza che era assolutamente vuota se non per delle sedie rosse poste davanti ad un lungo tavolo, del ragazzo misterioso neppure l’ombra.
Esisteva davvero quella voce? O era solo il frutto della mia immaginazione?
Ma non poteva essere così perché anche l’altro tizio l’aveva sentito.
Si chiese se anche quel ragazzo aveva notato che c'era ben più di una cosa che non andava in quel posto, perché sembrava tutto fuorché preoccupato.
Tomohisa si rivolse a quel ragazzo offrendogli un viso vagamente corrucciato, ma davvero molto buffo.
“Io non ho paura!” disse come farebbero i bambini di fronte ad un temporale per farsi belli davanti all'amichetta del cuore.
“Io sono Tomohisa Yamashita” dichiarò commentandolo quasi aspramente, guardando il ragazzo posto davanti a lui, arrabbiato perché non sembrava per niente volersi presentare.
“Tu sai dove ci troviamo, comunque? Non ho guardato l'iscrizione di questo negozio e non ho ben capito di cosa si occupi” lo disse sorridendo, come se non ci fosse niente di cui preoccuparsi nell'essere in un'abitazione di cui non si sapeva nulla, con un ragazzo misterioso... anzi, due ragazzi misteriosi di cui, nuovamente, non sapeva nulla.
Scosse la prima di dare un'occhiata al tavolo e guardarsi attorno.
“Dove è andato l'altro ragazzo? A prendere il the?” domandò insicuro.
Non gli sembrava di averlo visto uscire mentre loro entravano anzi, non gli sembrava proprio di averlo visto, come aveva fatto a sparire in quel modo?
Be’, sicuramente non era volato via, e non era neppure sparito nel nulla, per cui, sicuramente, lui doveva non essersi accorto della presenza dell'altro.
Sicuramente.
La magia a questo mondo non esistono, no?
Ryo cercò di ignorarlo, ritornando a guardarsi attorno.
Niente, di quella persona non vi era alcuna traccia.
“Ehi, voce misteriosa. Vieni fuori. Non mi piace essere preso per il culo” esclamò con la voce carica di rabbia malcelata.
“Io non sono un codardo, mi sono preso solo del tempo per potervi osservare meglio. Sapete, siete molto divertenti”
La voce questa volta proveniva da un ragazzo dai lineamenti fini e regolari, i capelli corti e mori, gli occhi divertiti.
Egli se ne stava a gambe incrociate sopra il tavolo indossando dei vestiti particolari: un cilindro ed un mantello.
Nella mano destra reggeva un calice contenente uno strano liquido rosso, che fosse vino?
“Piacere di conoscervi” mormorò a voce bassa, gli occhi socchiusi prima di bere un sorso dal calice che portava con sé.
Tomohisa si voltò verso il ragazzo appena apparso, ma non si chiedette come avesse fatto ad apparire a quel modo visto che pochi secondi prima non c'era.
No, la prima cosa che gli venne in mente fu che...
“Maledetto! Perché non hai portato i the che avevi promesso? Io volevo il the alla fragola!” gli abbaiò contro osservando il calice che l'altro teneva tra le mani con un gesto elegante.
Si allungò verso il tavolo cercando di toglierglielo di mano per poterlo annusare: magari anche quello era del the.
“Io voglio il the alla fragola” ripeté come per enfatizzare le parole, dopodiché si voltò verso l'altro ragazzo che non si era ancora presentato.
“E tu, tizio senza nome, dammi una mano! Io voglio il the alla fragola che ci aveva promesso!” ok, non era per niente importante il fatto che quello strano tipo non gli avesse promesso nessun the alla fragola, quello che era importante era che Yamapi in quel momento bramava quel liquido.
Voleva sentirlo scendere nella gola e rabbrividire per il suo sapore dolciastro ed acidulo allo stesso tempo.
Solo quando il bicchiere che tremava nelle mani del ragazzo rischiò di rovesciarsi sulla sua tunica, Tomohisa fece caso a come l'altro era vestito.
“Ma che c'è? Una riunione di cosplay?” domandò.
“Ovvio che no. Ti sembro in cosplay io?” domandò retoricamente.
“Il tuo amico ha ragione a porti questa domanda Ryo, secondo te, che posto è questo?” domandò il ragazzo misterioso.
Ryo non si chiese come facesse a sapere il suo nome, si chiese che cosa intendesse dire con quelle parole.
“Ovviamente non lo so. Fuori non c’era nessuna insegna che potesse indicare che tipo di negozio fosse, e niente esposto in vetrina che potesse dare degli indizi. Come potrei saperlo? Come potrei rispondere?” chiese leggermente infastidito.
“Capisco… e così tu non lo sai. Secondo te, Tomohisa Yamashita, dove siamo?” domandò spostando il suo sguardo verso quello di Yamapi.
Quest’ ultimo guardò di nuovo il ragazzo con un'espressione insoddisfatta sul volto.
Era così dannatamente tenero che chiunque, vedendolo, gli avrebbe dato tutto ciò che avesse chiesto.
“Prima mi dai il the alla fragola, e prima io ti risponderò” disse sibilando le parole.
Il ragazzo misterioso a quelle parole non poté che ridacchiare.
“Vedi Ryo? Il tuo amico è molto più divertente di te, non trovi?” chiese retoricamente prima di far apparire dal nulla delle tazze.
“Lì dentro c'è quello che desiderate” concluse prima che Tomohisa potesse gridare, letteralmente dalla gioia.
“Fantastico!” urlò prima di catapultarsi a prendere una tazza.
Guardò la bevanda rossa apparire come per magia appena la prese in mano e sorrise nel berne un sorso.
Oh... finalmente poteva sentire il liquido cadere nella sua gola, accarezzandola lievemente, riscaldandola.
Gemette quasi come se fosse in preda di un orgasmo prima di guardare Ryo.
“Ryo, giusto? Vieni, prendine anche tu... è... la cosa più buona che potresti mai assaggiare nella tua vita” ovviamente Tomohisa non si era chiesto da dove fossero venute le tazze ed il the che vi era contenuto all'interno della sua.
Perché impazzire su queste domande senza risposta?
Meglio bere il the che era magicamente apparso davanti a lui.
Fu allora che il ragazzo davanti a loro parlò per l'ennesima volta.
“Quello che troverebbe Ryo non sarebbe the alla fragola, ma ciò che desidera in questo momento e ora dimmi, Pi... secondo te, dove ci troviamo?”
Yamapi alzò il volto e a quella domanda sorrise, innocentemente, proprio come un bambino.
“Siamo in un bar magico” rispose divertito.
Ryo non riuscì credere ai propri occhi quando vide l’altro ragazzo bere quel liquido, che non sapeva neppure da dove provenisse, senza neppure battere ciglio.
Dove diavolo sono finito?
Arrossì ai lievi gemiti di Yamapi, ma cercò di concentrare la sua attenzione da quello che ormai sembrava in tutto e per tutto una specie di mago.
“Siamo… in… una specie di negozio dei desideri?” domandò incredulo.
Il mago annuì, sorridendo beffardo.
“Sì. Questo è proprio ciò che voi umani chiamate negozio dei desideri” dichiarò.
“Il mio compito, fino a quando qualcuno non riuscirà a liberarmi, è quello di soddisfare i desideri più intimi e reconditi delle persone che entrano qui dentro” continuò spiegandosi meglio.
“Vuol dire che… è come se fossi un genio della lampada?” chiese Ryo, curioso.
“Ovviamente no, Ryo. Qua dentro niente è gratis” rispose prontamente, ghignando.
“Ecco la fregatura. E quanto ti fai pagare per questi servigi non richiesti?” Ryo esitò perché sapeva che il pagamento non sarebbe stato ordinario, proprio come niente era normale in quel posto.
“Tutto ciò che potrà coprire il valore del desiderio richiesto” rispose.
Yamapi prese un'altra tazza di the bevendola con gusto mentre osservava i due parlare tra di loro di discorsi fin troppo seri per i suoi gusti.
Nuovamente sentì il calore del the alla fragola e nuovamente si lasciò andare, facendo cascare il collo all'indietro, gemendo per quel liquido che gli umettava le labbra.
Guardò Ryo e mentre beveva la sua bevanda preferita non poté che venirgli alla mente una cosa scioccante.
Gli sarebbe piaciuto bere il the alla fragola dalle sue labbra.
Scosse la testa a quel pensiero e ridacchiò, ma cosa gli stava venendo in mente in un momento come quello?
Era sicuramente l'aria di quel posto, intrisa ormai del profumo di quel the che, come ogni volta, sapeva mandarlo letteralmente in Paradiso.
“Pi, lo sai vero che dovrai pagarmi per ciò che stai bevendo?” Yamashita sorrise annuendo e ridacchiando fragorosamente.
“Chiedimi il prezzo che vuoi, non sono mica uno straccione, ho portato con me i soldi” mormorò prima di infilare una mano in tasca e trovarla... vuota?
“Ma... Ehy! Ryo!! Mi hai per caso rubato il portafoglio?” chiese assottigliando lo sguardo.
Il mago non fece altro che ridere divertito.
“Non è stata colpa sua. Qua dentro non potete pagarmi con i vostri miseri mezzi da mortali, io
voglio in cambio qualcosa d'altro”
Tomohisa lo guardò confuso.
“Non ho nient'altro con me” gli disse rivelando tutti i suoi dubbi.
Anche Ryo controllò la tasca dei propri jeans e niente… anche lui la trovò miseramente vuota.
“Dove cazzo hai messo i nostri portafogli?” chiese letteralmente infuriato, scagliandosi contro di lui.
Il mago ridacchiò prendendo a scomparire e ricomparire davanti a Ryo senza farsi acciuffare nemmeno una volta.
“I vostri mezzi mortali a me non servono. Dovrai fare ben altro se vuoi battermi” dichiarò con una calma surreale dipinta sul volto.
“Ovviamente io non tratto cose da due soldi. Il the che il tuo amico sta bevendo è un the magico, non si trova nel vostro mondo. Proviene da un paese molto lontano, ed è raro e pregiato” sorrise.
Ryo guardò Yamapi estremamente arrabbiato.
“Si può sapere perché lo stai bevendo? Non ti rendi conto che siamo finiti in una specie di altro mondo?” domandò incredulo.
Yamashita guardò il ragazzo con un broncio infantile in viso.
“Io volevo solo il mio the alla fragola!” gli disse prima di berne un altro sorso e solo per poterlo vedere ancora più arrabbiato.
Voleva provocarlo perché sembrava che la colpa fosse tutta sua, ma invece era anche colpa di Ryo.
Se quel ragazzo non fosse entrato in quel negozio, lui non l'avrebbe seguito!
E che cavolo!
Mentre sorseggiava la seconda tazza di the alla fragola seppe che quello che diceva il signore strano era vero.
Non era un the alla fragola come tutti gli altri, era ancora più buono e suadente di tutti quelli che avesse bevuto fino in quel momento e gli provocava brividi lungo tutta la spina dorsale.
Gemette di nuovo, questa volta più insistentemente prima di guardare seriamente davanti a sé.
“Ehi... ma... ogni cosa che desideriamo si avvererà? Cioè... se in questo momento io desiderassi che... che ne so... un'altra persona comparisse qui, si avvererebbe?” domandò a bruciapelo.
“Non ho il potere di portare delle altre persone qui dentro, ma se quello che desiderate comprende degli oggetti o voi stessi, allora sì, si avvererebbe” proclamò.
Yamapi lo guardò e sorrise prima di finire il the e guardare Ryo.
“Sembra divertente, non trovi?” chiese senza capire il risentimento dell'altro ragazzo e senza assolutamente comprendere quanto fosse in collera con lui.
“Un calcio nei coglioni in questo momento mi divertirebbe di più che vedere te avere un orgasmo mentre bevi quel fottuto the alla fragola. Non capisci proprio niente? Sei un idiota o cosa? Non sai nemmeno da dove provenga quella bevanda e te la sei scolata in fretta e furia e per di più, non sai neppure quanto ti verrà a costare” gli ringhiò tutto d’un fiato.
Non sapeva neppure lui perché si stava preoccupando in quel modo per l’altro.
Perché non prendo e me ne vado come sarebbe giusto che io facessi?
“E tu Ryo, cosa desideri?” chiese il mago interrompendo il flusso dei suoi pensieri.
“Ovviamente niente. Non da te, almeno. I miei desideri sono capace di soddisfarlo da solo, ma grazie del pensiero” soffiò.
Guardò Yamapi che stava ancora bevendo quell’insulso the e sembrava non averlo nemmeno ascoltato e fece per andarsene.
“E’ stato davvero bello vedere una pornostar venire grazie ad uno strano the ed un mago in erba fare discorsi filosofici, ma ora per me è diventato tardi. A mai più rivederci” disse intenzionato ad uscire da quell’assurdo gioco che non lo faceva per niente divertire.
“Io non avrò un orgasmo mentre bevo la mia tazza di the alla fragola” gli ringhiò contro Yamapi offeso, anche se in effetti tutti i suoi gemiti non potevano che lasciar trasparire l'eccitazione che sentiva crescere nei pantaloni, ma non era colpa sua.
Amava bere quel the e questa volta era ancora più buono per colpa di quella strana magia.
E poi... poi c'era qualcos'altro che ancora gli sfuggiva, ma che il mago aveva già compreso da tempo.
Tomohisa era eccitato anche perché vi era Ryo con loro... ed in qualche modo il suo corpo non faceva che accaldare quello del più giovane.
“E così non desideri niente? Non dovresti dire bugie Ryo, lo sai? Almeno Pi è stato abbastanza leale con me, anche se non ha ancora ammesso a se stesso ciò a cui più brama” gli disse il mago prima di bloccargli la via.
“In ogni caso non posso lasciarti andare, non mi hai ancora ripagato per ciò che ha bevuto il tuo amico”
Yamapi guardò il ragazzo misterioso e sorrise.
Ben gli stava a quel Ryo, così imparava ad essere così scontroso con lui.
Prese un'altra tazza di the intenzionato a berle tutte pur di fargli un dispetto e di fargli pagare una cifra astronomica.
Ghignò mentre guardava la tazza di riempirsi di liquido.
Vedrai, vedrai Ryo.
“Perché dovrei pagare io per qualcosa che ha desiderato lui? E poi manco lo conosco! E’ solamente entrato in questo negozio dopo di me. Sei tu che a quanto pare ci conosci” esclamò agitando il suo ombrello.
“Ora hai un desiderio Ryo. Desideri non pagare. Anche questo è un desiderio” disse sottolineando alcune parole.
“Io non ho ordinato quel the, per cui non vedo il motivo per il quale dovrei pagarlo io” sbuffò raggelando con lo sguardo Yamapi.
“Se vuoi posso esaudire questo tuo desiderio” riprese il mago con un ghigno beffardo sul volto.
“Ma non ci provare neanche. Io non ho desiderato niente. Non puoi rigirarti le cose a tuo piacimento” ringhiò sentendosi completamente senza forze.
“Volendo potresti pagare tu per lui visto che i vostri desideri più intimi combaciano da quando siete entrati” dichiarò.
“Mi spiace, ma io non ho tempo” ribatté prontamente Ryo.
Yamapi si trovò a ridacchiare sempre più forte mentre vedeva i due battibeccare.
“Oh, che cosa divertente il fatto che dovresti pagare tu. E ancora più divertente è il fatto che io non devo fare altro che bere il the che più mi piace” disse bevendo in un sol sorso un'altra tazza.
Non fece però i conti con quel sapore nuovo e dovette strabuzzare gli occhi mentre un gemito abbastanza prolungato fuoriusciva dalle sue labbra rosse.
Dovette inarcarsi per riuscire a resistere ai brividi che scuotevano il suo corpo... questa volta era stata anche più intensa delle altre.
“Vedi, Pi... questo è perché ormai i vostri desideri più intimi si stanno incatenando tra di loro, per questo senti queste cose mentre bevi quel the... è bello, vero? Ma anche fastidioso perché non riesci a controllarti” Yamapi annuì, questa volta particolarmente spaventato dalle reazioni del suo corpo.
“Cosa... devo fare?” chiese, cercando una soluzione.
“Ma naturalmente solo lasciarti andare e fare in modo che il tuo desiderio fuoriesca allo scoperto” purtroppo Tomohisa non era così dannatamente sveglio come invece avrebbe voluto dimostrare e non aveva capito le parole del ragazzo misterioso.
Così credette di dover semplicemente finire tutte le tazze di the, perciò ne prese un'altra tra le mani iniziando a sorseggiarla lentamente, mentre sentiva la sua erezione risvegliarsi.
Come poteva risvegliarsi bevendo del the?
Oh... si vedeva che non faceva abbastanza sesso, ma non era colpa sua se tutte le ragazze di questo mondo gli sembravano monotone e tutte uguali e si doveva accontentare della sua fidata mano destra.
Ryo invece aveva capito benissimo cosa intendesse dire il mago e se da una parte avrebbe voluto accontentarlo, dall’altra proprio non ce la faceva.
Yamapi non era in sé, non poteva approfittarsi in quel modo di lui, per quanto il suo corpo accaldato gli facesse venire l’acquolina in bocca.
“Non ho nessuna intenzione di pagare per lui. E per quanto mi riguarda ti sei divertito abbastanza premendo sull’idiozia di quel ragazzo. Ora, se non ti dispiace noi ce ne andiamo” dichiarò assottigliando lo sguardo, fulminandolo.
In quel momento, se Ryo avesse avuto dei poteri magici, persino Harry Potter sarebbe caduto a terra, stecchito.
Si avvicinò all’altro e seppur con fatica lo prese per le spalle, tirandolo su, avvolgendogli un braccio intorno alla vita.
Cazzo, sembrava più leggerlo a guardarlo da lontano.
Notò con amarezza come la differenza di altezza si fece più pressante in quel momento, ma cercò di non pensarci iniziando a camminare verso l’uscita con un Pi chiaramente poco cooperativo.
Yamapi sentì il corpo del ragazzo stretto al suo e non poté che gemere un poco per quel contatto.
“Io... voglio ancora il the alla fragola” gemette cercando di scostarsi da lui, divincolandosi per poter arrivare a prendere un'altra tazza.
Il ragazzo col mantello ridacchiò divertito da quella situazione.
“Ryo, non puoi andartene con Pi in quelle condizioni. Non riuscirà a fare nemmeno pochi metri che cadrà per terra svenuto. Ora come ora ha bisogno di quel the, è come se fosse diventato una droga per lui, mi capisci? Siete per forza costretti a rimanere qui. Se non tu, comunque Tomohisa sì. E' obbligato a rimanere qui, almeno finché non troverà il modo di ripagarmi” disse.
Ma Yamapi non lo ascoltava, nella sua mente vi era solo il the alla fragola ed il corpo caldo del ragazzo accanto a lui.
Non poté evitarsi di strusciare la sua erezione sulla gamba di Ryo gemendo appena, trovando un poco di sollievo da quel gesto.
Quasi non si rendeva conto di ciò che stava facendo, ma era comunque imbarazzato perché il suo corpo si muovevano senza più seguire la testa, ma il puro istinto.
“Scusa... Ryo... io... the alla fragola” gemette di nuovo, sonoramente, allungando le mani nella direzione delle tazze, che come per magia, si catapultarono all'interno delle sue dita.
Si portò nuovamente la tazza alle labbra, rosso involto e completamente estasiato.
Ryo appena lo vide assestò un colpo alla tazza che cadde per terra spargendo il suo contento sul pavimento.
“Devi smetterla! Non vedi che effetto ti fa? Non vedi che sta diventando una droga per te?” chiese con voce insicura.
Lo sguardo libidinoso e privo di ragione di Yamapi lo fece rabbrividire.
Cosa stava succedendo lì dentro, perché quel mago da quattro soldi si divertiva a vederli in quello stato?
“Cosa posso fare?” chiese proprio a lui, anche se era l’ultima persona al mondo al quale avrebbe voluto rivolgersi.
L’altro lo guardò con un ghigno e ridacchiò divertito.
“Sai che proprio non lo so? Questo è un bel problema… non credi? Chissà cosa dice il mio manuale riguardo ad un problema così evidentemente grosso…” mormorò puntando gli occhi sull’erezione di Yamapi, che era effettivamente molto grande.
“So benissimo che tu sai cosa fare” disse ringhiando il ragazzo, ma il mago lo ignorò sorridendo ironico.
Yamapi guardò la tazza cadere a terra, infrangendosi e spargendo il liquido da tutte le parti.
Fece un broncio risentito prima di sentire il profumo di quella bevanda come chiamarlo.
Si divincolò da Ryo strattonandolo così forte da riuscire a cadere a terra e portò le dita al liquido rosso che faceva bella mostra di sé per poi portarsele alla bocca leccandole con voglia.
Era così dannatamente erotico e neppure se ne rendeva conto, come se tutte le sue barriere, tutta la sua sanità mentale fosse andata allegramente a quel paese.
In effetti era così, era come se Yamapi si fosse ubriacato, ma il bello era che non l'aveva fatto!
In quel the non c'era neppure un millilitro di alcool, ma era farcito da qualcosa di molto più pericoloso: l'eccitazione.
Il mago ridacchiò nel vedere Tomohisa in quello stato e si rivolse a Ryo, quello che sembrava più stabile al momento.
“Fai qualcosa per il tuo amico se non vuoi che si uccida per i tremiti che sta sentendo nel suo corpo” ed era sicuro che potesse veramente venire un infarto a Yamapi per come stava tremando, incontrollabilmente lì, sul pavimento succhiare le sue dita intrise di the rosso.
Lo sapeva che non doveva guardarlo, ma Ryo non dava mai ragione al suo istinto, come invece faceva Yamapi.
Senza neppure rendersene conto si ritrovò per terra, a succhiare il dito di Yamapi guardandolo negli occhi, stringendo con fermezza la sua mano.
Passò la lingua dal dito al palmo della sua mano, ripulendolo da ogni traccia di the e quel sapore invase il suo palato con forza facendogli desiderare di averne ancora.
Non solo di quel liquido, ma anche di Yamapi, di quel ragazzo che gli stava facendo andare letteralmente il sangue al cervello.
Non devo farmi prendere da tutto ciò. Devo restare calmo. Calmo.
Ma era impossibile con un ragazzo che ti guardava libidinoso, desideroso di avere sempre di più.
Avanzò con cautela fino a raggiungere le labbra di Yamapi e baciarle, mordicchiandole sensualmente, sentendosi in colpa perché si stava approfittando di qualcuno che era palesemente fuori di sé.
“Scusami…” mormorò piano prima di lasciarsi andare a quella passione, ai gemiti dell’altro che non faceva che far aumentare la sua erezione.
Yamapi era preda di quel the magico e lui si stava approfittando di lui, ma non poteva farne a meno, non più almeno.
Yamapi ricambiò il bacio portando le mani intorno al collo dell'altro, avvicinandolo maggiormente a sé, gemendo appena sopra le sue labbra.
“Non... scusarti... ancora... ancora...” mormorò incontrollabile prima di spingere Ryo per terra e sdraiarsi sopra di lui accarezzando piano il suo petto, slacciandogli la camicia.
“Ancora, ancora...” mormorò indecentemente iniziando a strusciare la sua erezione tra le gambe dell'altro, trovando conforto in quel contatto seppur poco accennato.
“Di... più...” ed i suoi occhi non erano lucidi, ma piacevolmente offuscati dal liquido che ancora scorreva nelle sue vene.
E il mago?
Be’, semplicemente lui si godeva tutta la situazione divertito.
Sì, era decisamente fin troppo facile far fare cose del genere a dei piccoli umani.
Avevano così tanti complessi che erano così divertente prenderli in giro.
Sorrise mentre Yamapi chiedeva sempre di più.
“Ryo, dovresti accontentarlo, non credi?” domandò retoricamente.
Tomohisa era offuscato dal desiderio di avere Ryo solo per sé.
“Ryo... di... di più” gemette incontrollato mentre il suo corpo tremava, squassato da quell'eccitazione che non era normale, non era umana.
Era qualcosa che andava oltre all'inimmaginabile.
Ryo non si rese quasi conto di aver attirato Yamapi ancora di più contro di sé iniziando a leccargli il collo finché non trovò un punto particolarmente sensibile, anche se non sapeva neppure lui come avesse capito che fosse quello il punto.
Iniziò a succhiarlo e morderlo con decisione e mentre sentiva il ragazzo gemere e contorcersi per il piacere che sentiva nel suo corpo, Ryo portò una mano alla sua erezione, accarezzandola piano da sopra la stoffa dei jeans, trovandola incredibilmente dura.
Gli piaceva avere Yamapi sotto il suo controllo, sentire che avrebbe fatto qualunque cosa pur di approfondire quel contatto, pur di ricevere sempre più piacere.
“Lo so che ti piace Yamapi… ne vorresti…” mormorò aumentando la pressione sul suo membro “… di più vero? Vorresti che io continuassi, vero? Dimmelo, Pi”
Yamapi non poté fare a meno che incitarlo senza pensare alle conseguenze, non gli importava di niente, solo della mano che Ryo aveva premuto sopra la sua eccitazione che chiedeva sempre di più.
“Sì… lo… voglio…” mormorò in preda al piacere, ansiamo e contorcendosi senza poter far niente per fermarsi, non che volesse farlo.
“Ancora… succhia…” ansimò riportando il viso Ryo dove vi era già un bel succhiotto rosso: non sapeva perché, ma quel particolare punto lo faceva gemere come mai in vita sua, ancora ed ancora, sempre di più.
“Ryo…” ansimò senza più capire nulla, gli occhi socchiusi e languidi.
Ryo accontentò l’altro ragazzo lambendo con le labbra quel punto della pelle così sensibile, giocandoci in circolo con la lingua e mordicchiandolo piano.
Yamapi si lasciò andare a gemiti sempre più sonori fino a quando il moro non decise di ribaltare le posizioni trovandosi sopra a lui.
Gli sorrise, ma più che un sorriso era un ghigno e gli tolse i pantaloni, guardandolo negli occhi come se in quel modo lo rendesse completamente suo.
Rabbrividì nel vedere l’erezione pulsante di Yamapi, ma non si fece intimidire e senza neppure rendersi conto di ciò che stava facendo si abbassò prendendola in bocca, succhiando da sopra la stoffa.
“Oh… Ryo… uhmm…” quelle parole, tutto di quel ragazzo lo stava facendo letteralmente andare a su di giri e non se lo fece ripetere due volte.
Tolse anche l’ultimo indumento che lo separava dalla pelle profumata di Yamapi e lo prese lentamente in bocca, giocando lentamente con la punta.
Il mago li guardava estasiato… sì, aveva fatto bene a scegliere proprio loro come suoi giocattoli, si stava rivelando tutto molto divertente.
“Ryo… Ryo… Ryo…” ormai Yamapi stava impazzendo, sentiva di aver bisogno sempre di più, ancora di più, ma non capiva cosa stesse succedendo.
Non capiva a cosa si riferisse il di più a cui tanto bramava.
“Ryo, sappiamo bene entrambi cosa vuole il tuo amico, no?” chiese il mago con un ghigno beffardo sul volto a cui Ryo proprio non seppe resistere.
“Non dirmi cosa devo o non devo fare” sbottò, però sapeva bene anche lui che ciò che l’altro aveva detto era solo la pura realtà ed era per questo che con un gesto fluido entrò nell’altro, preoccupato di potergli fare del male, ma Yamapi non sentiva dolore, era come se fosse già stato preparato in precedenza.
Tutto merito del liquido magico ovviamente.
Fu così che il mago si potette godere il lento ondeggiare dei corpi dei due ragazzi, il lento scorrere del sudore sulle loro pelli.
Ryo dentro Yamapi, Yamapi allargato per Ryo.
Niente di più sensuale ed erotico esisteva al mondo.
Ci volle poco per farli gemere indecentemente e venire, con il più fragoroso dei loro orgasmi, davvero davvero poco.

“Ma cosa?!” urlò Ryo appena si svegliò nel suo letto, guardandosi attentamente attorno.
Cosa era successo? Chi era quel ragazzo? Perché stava facendo sesso con un ragazzo?!
Cercò di calmarsi visto che dopotutto quello era e sarebbe stato per sempre solo un sogno, ma qualcosa dietro di lui lo fece agitare.
Posò la mano sul materasso dietro di lui e quello che trovò lo lasciò sconvolto.
Dei boxer, e certamente quei boxer non erano suoi.

Quando Yamapi si svegliò non realizzò appieno cosa fosse successo, cosa avesse sognato.
Solamente quando si guardò allo specchio, nel suo bagno, e vide quei dannati succhiotti ricordò tutto.
“Cosa…?!” soffiò al suo riflesso nel vetro, evidentemente sconvolto.

“Sì, ho fatto proprio bene a scegliere quei due” mormorò il mago una volta chiuso il negozio e tornato nella sua saletta.
Sorrise portando una mano alla sua erezione, lasciando scorrere il pensiero sulle immagini dei due innamorati stretti ed uniti insieme, uno dentro l’altro.

* Immagine e citazione prese da Proposal Daisuken.

Con questo scritto non voglio rendere veritiera l'immagine dei due cantanti innamorati.
Il fatto che Yamapi si ecciti con il the alla fragola è tutto merito della mia mente bakata.
Essendo io una teinomane nata, ho iniziato a fantasticare su Yamapi che beveva il the e questo è ciò che ne è uscito.
Ovviamente non è la verità, anche se sarebbe alquanto divertente.
Jun Matsumoto ovviamente non è un mago pervertito, se no tutte le fan degli Arashi l’avrebbero già rapito da un bel pezzo.
Ringrazio ancora Ally senza la quale oggi non ci sarebbe questa fanfiction, grazie senseii.

p: nishikido ryo/yamashita tomohisa, fanwork: fanfiction, rp: nishikido ryo, rp: yamashita tomohisa, rp: jun matsumoto

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