TITOLO: Forse, hai ragione.
AUTORE: StoryGirl.
GENERE: Oneshot. (Triple Drabble). Angst.
RATINGS: Pg13.
DISCLAIMERS: Nessun personaggio mi appartiene, purtroppo.
PAIRING: Dean Winchester, Sam Winchester { DeanSam ; Winchest }.
TABELLA:
Bingo.
PROMPT: Sbagliato, Rinnegato, Depressione.
RIASSUNTO: Sam crede che tra di loro ci sia stato qualcosa, Dean lo riporta alla realtà. Ambientata nella quarta stagione.
THANKS: A
yuya_lovah che l'ha letta in anteprima, come sempre.
A
mauve_amethyst, perchè l'ha betata.
PAROLE: 900, (300 per ogni mini-capitolo) con il conteggio di word.
Forse, hai ragione
(Sbagliato)
Dean lo guardò scuotendo la testa: non era arrabbiato, era semplicemente deluso dal comportamento di suo fratello minore.
Quello che aveva davanti agli occhi non era Sammie, no, lui si rifiutava di crederlo.
Sammie, il suo Sammie non si sarebbe mai comportato in quello spregevolo modo.
Quello che stava facendo era demoniaco, perverso e semplicemente, sbagliato.
Sam non l'avrebbe mai fatto.
"Ti rendi conto di ciò che stai facendo, vero?"
Dean lo aveva guardato con la mascella contratta ed i denti conficcati nel labbro superiore da cui fuoriuscivano già alcune gocce di sangue, denso e scuro.
"Sei tu che non capisci, Dean! Noi ne abbiamo bisogno e tu lo sai!"
Dean scosse la testa: perché suo fratello cercava di usare il resto del mondo come scusa?
Sembrava quasi che ci provasse gusto a commettere gli errori uno dopo l'altro, come se la sua unica ragione di vita fosse percorrere una strada maledettamente sbagliata.
Diamine! Loro padre era morto cercando di salvare l'anima di Sam, e lui ora non mostrava neppure un po' di riconoscimento per ciò che lui aveva fatto.
Certo, Ruby gli aveva fatto il lavaggio del cervello e ora Sam si era trasformato nel suo cagnolino obbediente, era più che evidente!
Bene, se avesse dovuto, l'avrebbe fatta fuori senza nessuna esitazione, conficcandogli lo stesso coltello che gli aveva donato nelle budella, torcendolo fino a quando non avrebbe esalato il suo ultimo respiro.
Una scena che Dean trovava quasi poetica.
"Noi non abbiamo bisogno di questo, Sam. Non hai sentito gli Angeli? Se non ti fermo io, saranno loro a farlo. Sono io che devo salvare questo fottuto mondo, Sam! Io! Io, non tu! Io sconfiggerò Lily, e per farlo non macchierò l'anima di mio fratello! E' semplicemente sbagliato!"
(Rinnegato)
Sam lo guardò abbozzando un sorriso malizioso prima di avvicinarsi a lui.
"Sei solamente geloso di Ruby, non è così?"
Dean digrignò i denti guardandolo: odiava quando si comportava in quel modo, facendo di tutto per fargli ricordare quello.
"Sai benissimo che non sono geloso di lei. Sono felice se ti scopi qualcuno, Sammie"
Ne era felice come lo sarebbe stato un fratello maggiore e, comunque, non era quello il punto della questione.
Sam stava solamente cercando di distrarlo da ciò che più gli premeva in quel momento: l'incolumità dell'anima di Sam, che egli stesso sembrava cercare di fare a brandelli.
"Oh, smettila, Dean. Sappiamo benissimo entrambi che vorresti essere tu a scopare a me. Mi sbaglio, forse?"
Dean fremette flettendo il corpo: come se fosse stato pronto a compiere un balzo sull'altro.
Per Dean quello che era successo tra loro non aveva significato nulla, ma fu in quel momento che capì che, per il fratello, non era stato affatto così.
"Per me non è significato nulla, Sam. Niente di niente, capisci?! Erano anni che mi trovavo all'Inferno e quando sono tornato avevo solo bisogno di farlo. Solo questo, Sam. Solo questo è stato per me: un puro atto fisico"
Dean vide lampeggiare negli occhi di Sam qualcosa di indefinito di un colore simile al rosso, ma molto più denso, più scuro, come se fosse stato sangue.
"Perciò vuoi rinnegare ciò che c'è stato tra di noi, eh?"
Guardò suo fratello minore tremare, scosso da qualcosa che non aveva mai visto in lui: disperazione mista ad una rabbia cieca e profonda, ma non poteva farci nulla.
Loro erano fratelli e se Dean cercava di immaginare un qualcosa tra di loro non ci riusciva.
“Mi spiace, fratellino. Non credevo che per te potesse significare qualcosa. Per me non è stato nulla”
(Depressione)
Il suo sguardo colpì Dean come se fosse stata una frusta: Sam non sembrava essere in sé in quel momento. E faceva paura.
“Sam, calmati, va bene? Parliamone”
Sam colpì con uno scatto la lampada posta sul ripiano accanto a lui facendola cadere in terra, ormai in frantumi.
“Calmarmi?! Hai appena detto di avermi scopato tanto per passare la giornata e dovrei calmarmi?!”
Dean annuì e poi vide Sam fare qualcosa che non avrebbe mai immaginato, neppure nei suoi più fervidi sogni. Sam cadde a terra tenendosi il volto tra le mani, sconvolto.
Iniziò a piangere sotto lo sguardo attonito di Dean che non aveva idea di cosa fare. Restava solamente lì, a guardarlo, sulla lingua il sapore di bile che gli risaliva dallo stomaco.
“Sammie?”
I suoi singhiozzi erano come colpi di una lama acuminata che risaliva nel suo stomaco, facendo a pezzi qualsiasi cosa incontrasse. Dean non si era mai sentito in quel modo, ma sapeva da tempo che l’unico in grado di farlo sentire un morto che cammina era proprio suo fratello.
Sospirò chiedendosi cosa potesse fare in un momento simile ed, ovviamente, non trovò soluzione. Non era lui il cervellone della famiglia.
“Per favore… Sammie”
Ma Sam non lo ascoltava continuando a tremare sul lurido pavimento su cui si era inginocchiato senza neppure cercare di trattenere le lacrime che, copiose, gli ricadevano sulle guance scorrendo fino a terra.
“Perché Dean? Io… Io credo di amarti”
Dean indietreggiò, colpito da quelle parole: sentiva un conato di vomito che premeva sulle sue labbra per fuoriuscire, ma non gliel’avrebbe certamente data vinta.
“Diamine! Siamo fratelli! Non puoi veramente amarmi!”
E fu lì che successe qualcosa che Dean non aveva previsto: Sam smise di piangere in un istante, si alzò, lo guardò negli occhi e poi parlò.
“Forse, hai ragione”