[Fanfic] Ulisse e Polifemo

Jan 30, 2012 23:35

Titolo: Ulisse e Polifemo
Genere: Commedia (?), sentimentale
Pairing: Ulisse!RDJ/Polifemo!Jude (e quindi crossover vita reale/Odissea)
Rating: Verde
Avvisi: Slash, one-shot, AU
Note: prompt per la challenge del
rdjudefic_ita: nessuno. Visto che solo io ho dei problemi con i prompt, a quanto pare, qua dentro, ne devo tirare fuori le idiozie più idiozie che si siano mai viste. E con 'nessuno' ormai dalla terza media e dal mio amore per la epica mi salta immediatamente il pallino di Ulisse. Auguri per voi che leggete.

Calpestò malamente la sabbia, arrivando quasi a calciarla dalla rabbia e trattenendosi tanto così dal pestare i piedi e fare i capricci, e tutto perché quell’idiota del suo vice aveva smagnetizzato la bussola Dio solo sapeva come ed aveva ruotato troppo il timone.
E giustamente toccava a lui scendere a terra in cerca di cibo ed acqua, che diamine. Sperava solo che in sua assenza nessuno decidesse improvvisamente di ammutinarsi, che altrimenti altro che a spasso sull’asse punto da una spada alla schiena, sarebbe stato Val a finire in mare. Diviso in piccole e comode porzioni per evitare l’indigestione agli squali e ringraziarli per quella volta che gli avevano risparmiato la mano. Anche quella volta era stata colpa di Val.
Avrebbe dovuto lasciarlo con la classica pistola ed il colpo in canna a marcire su un’isola come quella, dopo tutti gli anni di carognate che aveva combinato. Ma forse erano proprio quegli anni ad impedirglielo, dopotutto.
Avanzò spavaldamente verso l’interno dell’isola - tanto ormai aveva visto la morte in faccia tante di quelle volte che la prossima volta le avrebbe proposto una partita a dadi bugiardi -, sfiorando la spada legata malamente al fianco con la punta delle dita.
Stava ormai scendendo la sera ed era sempre più convinto di voler ritornare alla sua cabina, quando vide la grotta. Ed all’interno brillava una luce.
Azzardò qualche passo all’interno, spada alla mano, ma si rende conto di essere stato scoperto solamente quando alzando lo sguardo vide un enorme occhio azzurro alto sopra la sua testa, incastonato in un corpo dalle dimensioni gigantesche. Non ebbe il tempo per provare paura.
“Chi sei?” tuonò l’occhio.
“Il mio nome è Nessuno.” A parte che era il suo nome ufficiale quando scendeva a terra in luoghi pericolosi - l’ultima volta che aveva usato il suo vero nome una vecchiaccia malefica che si spacciava per una strega gli aveva lanciato un sortilegio ed aveva avuto male ad un piede per una settimana, tra le risate scroscianti di Val -, quel briciolo di neurone che continuava a viaggiare da solo all’interno del suo cervello gli suggerì che probabilmente era la soluzione migliore.
“Da dove vieni, Nessuno?”
“Molto lontano.”
“Capisco.” Si accorse della voce leggermente metallica solamente quando l’occhio del mostro sembrò spegnersi e perdere tutta la sua vita, e da una piccola porticina a lato usciva quello che sembrava sotto tutti gli aspetti un essere umano come lui.
Gli si avvicinò sorridendo, così diverso dal mostro tranne che per gli occhi azzurri. Fortunatamente presenti entrambi ed al giusto posto. Gli tese una mano, per poi stringere la sua con vigore.
“Io sono Jude, salve!”
“Robert.” Lasciò che parlasse a lungo, troppo impegnato a cercare dettagli riguardanti la sua persona ed il pericolo presente o meno se i suoi uomini fossero scesi a terra.
“Falli pure sbarcare, su quest’isola ci siamo solamente io ed i miei bambini. Loro non ho idea di dove siano, al momento, probabilmente in giro a cercare banane, io come vedi sono qui davanti a te. Completamente disarmato e pronto ad allestire un grande banchetto per la tua ciurma.”
“Come-?”
“Non era difficile. Falli sbarcare. E rimanete con me.”
Robert sapeva di dover essere intimorito da quell’ultima parte. Conosceva Jude da solo qualche minuto e per quanto ne sapeva poteva anche essere un pazzo che li avrebbe arrostiti per cena come bravi maialini e con tanto di mela in bocca, ma i suoi uomini erano preparati, non si sarebbero lasciati vincere da scherzi del genere.
Gli sorrise.
“Grazie.”
Jude si congedò con un mezzo inchino, fischiettando alla volta dell’altro lato della caverna.
Quell’ultima frase poteva essere molto probabilmente una minaccia, ma provava come una sorta di fiducia profonda nei confronti del selvaggio. Jude.
Uscì, spada alla mano, per raccogliere legna da ardere per i segnali alla ciurma. Sarebbe stata una bellissima notte, e le stelle brillavano sopra la sua testa.

!challenge1, avvertimento: au, genere: comico, rating: verde, autore: jadina94

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