Rubato a
manubibi per vedere se riesco a cavarmi fuori dal blocco dello scrittore.
REGOLE
- Io vi fornisco una lista di fandom e pairing;
- Voi ne scegliete uno (o più) e mi richiedete una fic (o più ) sulla coppia scelta. Saranno drabble o flashfic perché è meglio che mi imponga dei limiti raggiungibili xD;
- le coppie dovrebbero essere quelle
(
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Le parole rimbombano per tutta casa Baggins, in un pomeriggio assolato e bollente. La Contea sembrava quasi presa d'assalto da un'ondata di calore mai registrata negli anni precedenti.
"Thorin, non ce la faccio proprio più!"
Segue una risata bassa, profonda, quasi rauca. Sicuramente di un nano.
La porta si spalanca di colpo, mostrando un Bilbo Baggins furibondo e accaldato. Ha un fazzoletto in testa per asciugare il sudore dalla fronte e un innaffiatoio in mano.
"Bilbo, guarda che se esci fuori farà ancora più caldo" ghigna Thorin, apparendo alle sue spalle e posandogli un umido bacio sul collo. "Rimani dentro con me, fa più fresco."
"Certo, come no" borbotta l'hobbit, che non ha proprio voglia di passare il pomeriggio di fronte ai fornelli per nutrire quel nano che farebbe prima a vestire che riempire e non in quel senso. "Hai esaurito la mia pazienza, Thorin ( ... )
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Mette la bustina nella tazza di acqua calda - e nemmeno l'infuso, santo cielo - e lo agita velocemente per far colorare l'acqua, dopo di che spruzza abbondante limone e ci infila letteralmente una zuccheriera dentro.
John lo fissa sconvolto, lui, che nemmeno nel più disperso accappamento in Afghanistan è in grado di rinunciare a un infuso fatto come si deve.
"Hai carenze di affetto?" domanda al suo superiore. Sono soli, possono darsi del tu. "No perché l'unica cosa che avranno bisogno di molte cure tra qualche anno saranno le tue arterie."
Sebastian Moran ringhia e sorbisce rumorosamente il suo tè, gettandogli un'occhiataccia. "Sei tu ad avere bisogno di affetto, capitano? Perché io e il mio tè stiamo benissimo."
Watson inarca un sopracciglio e borbotta qualcosa, elargendo eleganti ed educati modi per bere la propria bevanda, concludendo con qualcosa che suona pericolosamente come selvaggio.
PS: io il tè lo bevo come Sebba.
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Tra lui e quell'isola ci sono poche miglia, ma la verità è che per colpa di Jack c'è un oceano intero.
Sospira, pensando al suo capitano. Potrebbe sempre strangolarlo di notte, ma poi con chi passerebbe le lunghe serate a suonare? Di certo non con il cuoco.
"Splendida visuale, non è vero dottore?" esclama Jack alle sue spalle, un sorriso caldo e il volto bruciato dal sole. Maturin annuisce, senza nemmeno avere cura di nascondere la delusione. "Che avete, mio caro?"
"L'isola."
"Oh."
Un silenzio imbarazzato scende fra i due. Stephen si allontana, preferendo scendere nella propria cabina. Il dolore di non poter raggiungere quel posto così vicino eppur così lontano, è insostenibile.
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Nell'altro mondo si chiama Basilisk e l'unica cosa che Scott può fare è odiare. Da quando gli sono state tagliate le palpebre, per impedirgli di controllare il suo devastante potenziale, e rinchiuso in un sotterraneo con una maschera e legato a un muro, Scott odia.
Quando la lotta contro gli altri mutanti per difendere Utopia finisce, non rimane che con una manciata d'odio, una maschera che dovrà indossare per sempre e un Wolverine che lo tormenta con parole di conforto.
Se fossero nella loro realtà, quella vera, Scott sa che Logan lo prenderebbe a calci in culo per l'eternità. Invece sarà che il bastardo è senza poteri di rigenerazione, sarà che non c'è nessuna Jean Grey da ricordare, ma in quel mondo psicotico loro due sono davvero amici anche senza lacrime da piangere.
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