Titolo: Di missioni e di ribellioni
Fandom: Axis Powers Hetalia
Personaggi: Ivan Braginskij (Russia), Natalia Arlovskaya (Bielorussia)
Parte: 1/1
Rating: verde
Riassunto: Natalia non sorrideva quasi mai. Quasi, però.
Note: Scritta su richiesta di
belial_84 sperando che le piaccia ^^
- nessun fondamento storico.
Di missioni e di ribellioni
Le sudano i palmi delle mani e lei ne è discretamente stupita: non le era mai capitato. Ne porta una davanti al viso e la osserva, con lo stesso sguardo che solitamente usa con i piccoli animaletti che pascolano per la casa di suo fratello, cercando di capire il motivo di una tale indisciplina da parte dei suoi muscoli - il suo braccio sta stupidamente tremando - e delle sue ghiandole sudorifere di cui, grazie alle ottime scuole di suo fratello, conosce perfettamente nome e funzioni; lei non è ignorante come gli altri paesi - paesi capitalisti - perché lui pensa sempre al bene altrui, ma gli altri sono troppo stupidi per comprendere le sue scelte.
Decide di ignorare quella ribellione da parte del suo corpo - suo fratello le ha insegnato che esiste un solo modo di fermare una rivolta, ma sporcare di sangue l’intero corridoio non le sembra una buona idea - e di continuare nella sua missione.
Apre la porta che ha davanti, scivolando silenziosamente dentro la stanza - ben attenta che i pugnali inguainati all’altezza della coscia non tintinnino ai suoi movimenti - e la richiude dietro di sé facendo cadere tutto nel buio più assoluto.
Non ha bisogno di vedere per muoversi in quella camera, conosce a memoria la disposizione di ogni mobile e di ogni oggetto che vi si trova dentro: ha trascorso moltissime ore seduta su quel pavimento gelido nel tentativo di capire come lui veda il mondo e tutto quello che lo circonda - forse se riuscirà a comprenderlo un po’ di più, lui accetterà la sua proposta - per questo motivo raggiungere il suo obiettivo è per lei una sciocchezza.
Appoggia ciò che ha portato nel posto che aveva stabilito e, sperando che l’acqua non rovini il legno della mensola, si gira per andarsene in silenzio come è entrata, ma non le riesce: la gonna si impiglia ed un fragore rompe il velo del silenzio.
La luce viene accesa e lei si trova ad essere fissata da dei un paio di occhi ametista - belli, così belli che vorrebbe esserne guardata per sempre.
“Natalia? Cosa ci fai nella mia camera?”
“Niente.”
Anche se i ribelli nel suo corpo si stanno moltiplicando - sente le gambe tremare, la lingua impastarsi e la mente spegnersi - li ignora ed esce dalla stanza senza che la sua espressione cambi da quella maschera apatica che indossa solitamente. Quando sente la porta sbattere dietro di sé, però, è libera di crollare e, anche se solo per un attimo, di sorridere stringendosi al petto la foglia che le è rimasta impigliata nel grembiule.
Ivan si alza, stando ben attento a non ferirsi con il bicchiere di vodka - fortunatamente vuoto - che è caduto a terra e raggiunge la mensola.
Il profumo nella stanza è così forte che può vedere una distesa di girasoli intorno a sé, mentre si chiede se la bellezza di quell’unico fiore sia da attribuire al fiocco blu che delicatamente ne stringe il gambo.