Eccoci arrivati anche qui al finale, per scrivere ci abbiamo messo... una cosa come 11 mesi ed è stato peggio di un parto; proprio per questo spero che questa storia sia piaciuta e che ne siate rimaste contente del finale.
Bando alle ciance, lascio leggere chi ancora non lo ha fatto e ringrazio tutti quelli che ci hanno seguito nei nostri lunghi post.
Grazie m(_ _)m
Titolo: Kurenai
Rating: R con parti NC-17
Autori: Vampiretta87 e Subaru87
Fandom: Arashi
Genere: AU e un tantino angst
Pairing: Sakumoto
Disclaimers: gli Arashi non ci appartengono ma ci sono apparsi in sogno chiedendoci di accoppiare Jun e Sho in una ff quindi li abbiamo accontentati XD
Post precedenti:
Capitolo 1,
Capitolo 2,
Capitolo 3,
Capitolo 4,
Capitolo 5,
Capitolo 6,
Capitolo 7,
Capitolo 8,
Capitolo 9,
Capitolo 10,
Capitolo 11,
Capitolo12,
Capitolo 13 parte I,
Capitolo 13 parte II,
Capitolo 14 CAPITOLO 15
POV/Sho
La notte era scesa già da un pò sulla città, e fra poco sarebbe uscito per vedere Jun. Anche se era solo un giorno che non lo andava a trovare al locale, sentiva terribilmente la sua mancanza. Si fermò a pensare a quello di cui avrebbero parlato quella sera e sorrise immaginando il volto felice di Jun che lo avrebbe accolto quando al suo arrivo…
Poi d’un tratto suonò il campanello, si voltò stupito verso la porta. Chi poteva essere? Possibile che fosse Jun? Eppure quella sera doveva lavorare.
Si avviò verso la porta aprendola piano, ritrovandosi davanti a una scena che lo paralizzò dal terrore.
“J..un..” disse con un filo di voce; il ragazzo davanti a lui era privo di sensi, il viso segnato da numerose contusioni e i vestiti sporchi di sangue. Accanto a lui Nino lo sorreggeva poggiandosi con una mano allo stipite della porta.
Era rimasto tanto scioccato che non si era mosso, ed era stato Nino ad avanzare entrando nell’appartamento, trascinando Jun con sé. Sho richiuse velocemente la porta e seguì Nino che stava portando Jun in camera da letto.
“Che cosa è successo??” gridò Sho sconvolto avvicinandosi a Jun che Nino aveva appena lasciato ricadere sul letto. Le escoriazioni sul volto non sembravano particolarmente gravi, ma poi notò la ferita profonda all’addome che continuava a perdere sangue.
Si voltò colmo di rabbia verso Nino che era rimasto in piedi immobile dietro di lui a fissare la scena, colpendolo violentemente con un pugno in faccia.
“Che cosa gli hai fatto, bastardo??” strillò Sho contro il ragazzo che era ricaduto indietro per via del colpo.
Vide Nino rialzarsi tranquillamente senza fretta, il punto in cui lo aveva colpito era rosso, ma stava già passando; Nino era più vecchio di lui e guariva più velocemente.
“Cosa gli hai fatto?” ripeté furioso trattenendosi dal colpirlo di nuovo.
“È stato picchiato da alcuni uomini e poi uno di loro lo ha accoltellato” rispose tranquillamente.
“Picchiato? Perché? Sei stato tu a…”
“Io ho solo visto la scena, se volevo eliminarlo lo avrei fatto di persona, senza abbassarmi a chiedere ad altri” disse interrompendo le sue accuse.
“E allora chi…”
“Con il lavoro che fa non mi meraviglio dell’accaduto” disse.
Sho lo guardò con rabbia e disse:
“Perché non li hai fermati? Perché non sei intervenuto?”
“Non erano affari miei. Non so neanche perché quando se ne sono andati non me ne sia andato anch’io, in fondo mi avevano fatto un favore. Invece no, mi sono avvicinato. Lui ha alzato lo sguardo credo sperando fossi tu, poi è svenuto; non ho avuto il coraggio di lasciarlo lì, allora sono venuto da te” spiegò.
“Perchè da me? Perchè non l’hai portato in ospedale?” disse arrabbiato, ma allo stesso tempo grato del fatto che non lo avesse lasciato dov’era.
“Voglio vedere se lo ami veramente come dici. Lui sta morendo e non può essere salvato da nessuno, solo tu puoi farlo!” disse alzando stavolta lui la voce.
Sho tornò verso il letto e si inginocchiò accanto a Jun prendendogli delicatamente una mano tra le sue.
“Non posso, non posso fargli questo…” disse tra i singhiozzi.
“Allora morirà” disse freddamente Nino guardandolo.
“Basta, sta zitto! Jun ce la può fare! Lui è forte, non morirà!” urlò, poi uscì dalla stanza diretto in cucina.
Pov/Nino
Era rimasto solo in quella stanza con lui, ancora non capiva bene cosa provasse Sho per lui, ma quando lo aveva visto così indifeso a terra in quel vicolo e aveva visto i suoi occhi così sofferenti ma così speranzosi, sicuramente se solo avesse potuto si sarebbe trascinato fino lì per poterlo rivedere un secondo ancora.
“Spero solo che tu riesca a resistere un altro pò” disse in un sussurrò.
Pov/Sho
Frugò frettolosamente nei cassetti alla ricerca di qualche straccio e disinfettante per poter fermare l’emorragia della ferita di Jun, ma purtroppo non aveva nessun tipo di medicina e dovette accontentarsi di qualche benda con cui poteva sperare di fermare la fuoriuscita di sangue.
Continuò a pensare alle parole di Nino di poco prima. Non gli avrebbe dato ascolto, non poteva farlo: proprio perché lui amava profondamente Jun, non lo avrebbe mai consegnato a un destino tanto terribile, e costretto a condividere la sua stessa angoscia.
Sbatté violentemente il cassetto che aveva aperto, mordendosi il labbro. Avrebbe salvato Jun a tutti i costi, ma non lo avrebbe trasformato.
Tornò in camera e trovò Nino dove lo aveva lasciato, col quel suo sguardo impassibile che in quella situazione gli dava completamente sui nervi. Cercò di ignorarlo e posò sul comodino le bende, per poi abbassarsi su Jun e iniziare delicatamente a togliergli la maglietta.
Il tessuto era lacerato, quindi continuò a strapparlo un pezzo alla volta per evitare di sfregarlo sulla ferita. Quando lo rimosse prese una prima benda e cominciò a tamponare più piano che poteva, ma Jun iniziò a lamentarsi e agitarsi, tanto che dopo poco Sho dovette fermarsi.
Lo guardò preoccupato non sapendo cosa fare, quindi si rivolse a Nino che stava ancora dietro di lui: “Vai a prendere dell’acqua”
Il ragazzo a pochi passi da lui non si mosse né rispose, e Sho allora si voltò furioso verso di lui. “Prendi dell’acqua!!”
Nino rimase a guardarlo, ancora impassibile e incurante delle sue urla, quindi si mosse piano verso la porta dicendo: “Quello che stai facendo è completamente inutile.”
Sho fece finta di non sentirlo e tornò a guardare Jun, dalla cui espressione poteva capire che soffriva molto. Prese uno straccio per asciugargli il sudore sul viso, poi lo accarezzò delicatamente. “Resisti, ti prego…” disse in un soffio.
Nino tornò poco dopo con una bacinella piena d’acqua che poggiò per terra vicino al letto. Sho prese subito un’altra benda per intingerla nell’acqua, quindi la poggiò delicatamente sulla ferita iniziando a pulirla. Sentì Jun ricominciare ad agitarsi, e il cuore gli si strinse in una morsa mentre vedeva delle lacrime scendergli lungo il viso. Perché non era riuscito a proteggerlo? Perché aveva permesso che quegli uomini gli facessero questo..?
Buttò da parte lo straccio ormai intriso di sangue, ricominciando a pulire la ferita con uno nuovo; il sangue però, per quanto lo asciugasse, continuava a uscire, e non dava segno di fermarsi. Se avesse continuato così non ce l’avrebbe mai fatta.
Si fermò a guardare Jun davanti a sé cercando di capire cosa fare per farlo star meglio. Forse avrebbe dovuto suturare lui stesso la ferita? Almeno avrebbe bloccato il sangue. Ma in casa non aveva aghi o nulla di simile, così come non aveva medicine o disinfettanti o null’altro che sarebbe stato utile in quel momento. Il sangue continuava a uscire, e lui non poteva far altro che restare lì davanti, impotente e arrabbiato nella sua impossibilità di fare qualunque cosa.
Sentì Nino sospirare dietro di sé, e fare qualche passo allontanandosi da lui raggiungendo la finestra. “Hai capito finalmente che non c’è nulla se non “quello” che tu possa fare per salvarlo?” disse osservando il cielo oltre il vetro sottile e trasparente.
Sho rimase in silenzio per qualche istante, poi disse:
“Non ce la faccio, non ci riesco”
“Sho sta soffrendo, se non vuoi allora è meglio che lo uccidi tu stesso, tanto morirà comunque”
“No, non voglio ucciderlo!” urlò; “ma… non voglio neanche trasformarlo, non voglio essere io a portarlo a questa vita, non me lo perdonerei mai; io lo amo troppo per fargli questo, morirei al posto suo se potessi”
“Vuoi davvero che finisca così?” chiese Nino.
Sho guardò quel viso tanto bello e così sofferente in quel momento, pensò a come poteva essere la sua vita se adesso lo avesse lasciato morire; ma quello che vide fu solo un dolore immenso che lo avrebbe accompagnato per l’eternità.
“No! Perché non voglio che muoia sapendo che mi sarebbe difficile trovare un modo per raggiungerlo; quindi… Nino… ti prego…”
“No!” rispose secco Nino anticipando la fine della frase; “Non lo farò mai!” disse irritato.
“Ti prego” disse ancora Sho quasi alle lacrime e con un profondo inchino.
“Perché dovrei? Io non capisco ancora perché te l’ho portato qui. Tu te ne sei andato dicendo che ti avevo costretto a una vita che non volevi e che mi odiavi per questo, e ora proprio tu vuoi che sia io a trasformalo? No! Se veramente vuoi che viva dovrai essere tu a farlo!” disse con rabbia.
“S..ho” si sentì sibilare un secondo dopo.
Jun aveva ripreso i sensi e portandosi una mano alla ferita stava tentando di muoversi; Sho corse subito al suo fianco e lo fermò.
“Non ti muovere ti prego, cerca di resistere, non ti sforzare”
“S..ho” ripeté di nuovo.
“Sono qui tranquillo” disse stringendogli la mano.
Jun gli sorrise, poi disse:
“Volevo tanto vederti”
“Jun…” stava per piangere, non riusciva più a trattenere le lacrime.
“Non piangere… sono felice… qualsiasi cosa accada non importa, ho passato un periodo stupendo con te e… ti amo; però non voglio farti fare una cosa che non vuoi… e non voglio che costringi Nino a farlo”
Poi Jun girò la testa verso Nino e disse:
“Grazie per avermi portato qui e dato la possibilità di rivederlo”
“Jun…” disse tra le lacrime, cadendo in ginocchio e nascondendo il viso poggiandolo sulle loro mani che ancora si stringevano.
“Sho va tutto bene, ti prego non piangere” disse lievemente Jun facendo fatica a parlare.
“Tu vorresti vivere così? Diventare un mostro pur di stare con me?” chiese Sho alzando il viso e tornando a guardarlo.
“Io ti amo” disse soltanto Jun continuando a guardarlo.
“Vivresti uccidendo? Vincolato all’oscurità in eterno, solo per rimanere con me?” continuò a chiedere.
“Io ti amo” ripeté di nuovo; “e poi hai detto con non si è costretti ad uccidere” aggiunse.
“Non lo si è, ma lo sarai all’inizio” intervenne Nino; “la bramosia del sangue per i primi tempi sarà così forte che non riuscirai a controllarti e… ucciderai”
Sho non sapeva che dire, sapeva solo che era impossibile che al suo primo pasto Jun riuscisse a trattenersi dall’uccidere, era impossibile ed era quasi necessario era come se portasse a termine la trasformazione.
“Non importa… imparerò” disse poi Jun.
“Jun… ne sei sicuro?” chiese Sho.
“Sho io voglio che sia tu a scegliere. Devi essere tu ad esserne sicuro, perché voglio che sia tu a farlo; sennò preferisco morire”
Sho rimase in silenzio stringendo con più forza la sua mano. Jun era certo di volerlo seguire in quella vita, ma lui era pronto a realizzare il suo desiderio? E se un giorno Jun avesse odiato ciò che era diventato come lo aveva odiato lui, come avrebbe potuto perdonarsi?
Jun mosse leggermente le dita della mano che Sho stringeva a sé, facendogli alzare lo sguardo che aveva abbassato, e come interpretando i suoi pensieri gli disse dolcemente “Insieme possiamo farcela…”
Sho fece un respiro profondo, “Si…” disse semplicemente. Jun gli sorrise e chiuse piano gli occhi, stanco per via dello sforzo che aveva fatto per parlare nonostante la ferita.
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cosa succede vi starete chiedendo? Beh lj disdegna 10 pagine tutte insieme quindi ho dovuto dividere, leggete sopra casa succederà XD