Sono un pò giù quindi per tirarmi su vengo a postare tanto ho finito un altro capitolo proprio ieri sera.
Ora si scoprirà qualcosa sul padre di Jun e spero di riceve re qaulche commento al più presto così mi faccio più allegra e stasera forse mi metto all'opera iniziando un altro capitolo e più io mi sbrigo a scrivere prima posto il prossimo XD
Ok sto divagando, eccovi il capitolo.
Titolo: Innocence
Genere: angst, au
Fandom: Arashi
Raiting: R (almeno per il momento)
Pairing: Sakumoto (perchè sono ossesionata XD)
Desclaimers: loro due non sono miei e se lo fossero forse Jun non sarebbe molto daccordo su quello che gli faccio sempre capitare quindi forse è meglio così, per la mia sopravivenza XD
Note: esigo che non vediate Jun nella vera versione 17enne, perchè il Jun di questa fict è come quello dell'avatar
Post precedenti:
Capitolo 1 ,
Capitolo 2 ,
Capitolo 3 Capitolo 4
Aveva lasciato Jun a casa sua dicendogli di non preoccuparsi, che poteva rimanere senza problemi, quella mattina sarebbe andato a parlare con i suoi e poi sarebbe tornato a casa.
Durante la notte lo aveva sentito lamentarsi nel sonno, forse aveva avuto un incubo o forse li aveva regolarmente e data la situazione in casa sua non se ne sarebbe neanche meravigliato.
Suonò il campanello ed attese; fu la madre ad aprirgli e ne fu felice perché era proprio con lei che voleva parlare.
-Buongiorno signora, sono Sakurai-sensei, sono venuto per parlarle-
-Prego entri, mio marito non c’è e ho bisogno di parlarle anch’io-
Sho la seguì, in soggiorno e lei lo fece accomodare, poi si allontanò qualche minuto per tornare con due tazze di tè.
-Mi spiace per aver reagito in quel modo ieri sera- disse scusandosi.
-No, sono io che la devo ringraziare per averlo portato via- disse lei, triste.
-Suo figlio mi ha detto più o meno come stanno le cose, per questo volevo parlarle- spiegò lui.
-Non credo lui sappia esattamente come stanno le cose-
-Mi ha raccontato, quello che ha sentito una sera mentre litigavate-
-Vede io circa 18 anni fa ormai ho avuto una relazione con il miglior amico di mio marito; lo amavo e volevo divorziare, quando seppi che ero incinta ero sicura che fosse suo, quindi decidemmo che sarei andata a vivere da lui. Ma il giorno in cui avevo fatto domanda per avere le carte del divorzio lui doveva venirmi a prendere, ma ebbe un incidente, era in ritardo così corse come un pazzo; purtroppo si scomtrò contro un camion e morì sul colpo- lei aveva preso a singhiozzare mentre parlava, però Sho capì che era meglio rimanere in silenzio e farla finire.
-In seguito, non potei fare altro che rimanere in questa casa, io non avevo un lavoro e una donna sola con un bambino, non sarei mai riuscita ad andare avanti. Mio marito non sospettò mai nulla, poi però quando Jun cominciò a crescere, lui capì che non era suo figlio, gli assomigliava troppo per non capire chi era il suo vero padre, così cominciarono le liti; so che Jun vorrebbe che lo lasciassi, all’inizio me lo ripeteva sempre, poi con il tempo si è chiuso in se stesso. Io sto cercando in tutti i modi di trovare una soluzione, ma lui sta soffrendo tanto lo vedo- spiegò lei tra le lacrime.
-Non pensa che sia veramente meglio lasciarlo, nonostante possiate avere delle difficoltà all’inizio, Jun ora non è più un bambino- disse porgendogli un fazzoletto.
-Io sto tentando di trovare una soluzione e… posso chiederle un favore Sakurai-sensei?- chiese lei d’un tratto.
-Si… dica pure- rispose un po’ spiazzato.
-Lei è giovane e mi sembra tanto una brava persona, posso chiederle di far rimanere Jun da lei per qualche tempo?-
-Eh?- chiese sorpreso.
-Sò di chiederle molto, però vorrei evitare a Jun di sopportare ancora questa situazione; poi tra poco ci saranno anche gli esami-
-Io…-
-La prego- disse lei inchinandosi.
-Se pensa che Jun possa stare meglio… allora lo ospiterò volentieri- rispose infine.
-La ringrazio, la ringrazio tanto; preparo una borsa con qualche vestito-
Alla fine lo aveva convinto, da una parte non era una cosa molto buona ospitare un suo alunno in casa e lo sapeva, ma dall’altra sapeva pure che la situazione in quella casa doveva essere tremenda per lui, quindi decise che in fondo non gli avrebbe fatto male starne lontano per un pò di tempo.
-Tadaima- disse entrando in casa.
-O…okaeri- rispose incerto.
-Jun ti ho portato alcune delle tue cose, ho parlato con tua madre e abbiamo deciso che forse è meglio che resti qui per un po’- spiegò Sho posando la borsa e sedendosi di fronte a lui.
-Restare qui?- chiese confuso.
-Si rimarrai per un po’ qui da me se a te va bene. Io e tua madre pensiamo che sia meglio per te-
-Non voglio disturbare. E poi sono abituato alle loro liti, non importa- disse triste.
-Non disturbi, tranquillo. E penso anch’io che sia meglio che tu stia un po’ lontano da lì, vedrai ti farà bene. Tua madre vuole trovare una soluzione, vedrai che presto le cose si sistemeranno-
-Io non credo succederà, sono 3 anni che va avanti e lei non ha il coraggio di lasciarlo-
-Io invece penso che tua madre ce la farà, vedrai-
Jun alzò le spalle poco convinto, poi rimase in silenzio.
-Mentre tu sistemi la tua roba io esco a fare la spesa, stasera ceneremo un po’ meglio- disse, poi si infilò le scarpe e corse via.
Per Jun quella situazione era alquanto strana, ma da una parte si sentiva più leggero e più tranquillo, Sho era molto gentile e si sentiva quasi in colpa di averlo trattato male inizialmente; però era nel suo carattere, tendeva a non avvicinarsi troppo alle persone.
-Spero sia venuto buono- disse servendo in tavola.
L’aspetto di quelle pietanze non era il migliore, ma Jun prese coraggio ed assaggiò… il sapore non era cattivo, però non era nulla di speciale, diciamo che era per lo più commestibile.
-Senti Jun naturalmente a scuola meglio che non si sappia che tu stai da me- disse un po’ incerto.
-Si, si certo- rispose subito, pensando che se solo avessero scoperto che abitava con il professore avrebbe dovuto subirne ancora di più a scuola.
-Questa è la chiave di casa, così potrai tornare quando vuoi, senza dovermi aspettare- disse porgendogli la chiave.
Jun la prese e la guardò, poi la mise in tasca.
-Grazie- disse.
-Di nulla- rispose, poi continuarono la cena.