Jun 17, 2008 08:33
Data la richiesta e dato che mi divertendo tantissimo a vedere cosa ne pensate posto la seconda parte.
Adesso si scoprirà qualcosina un pò di più su Jun...
La sera seguente uscito dall’ufficio dopo qualche straordinario, si diresse verso il locale, non si ricordava benissimo il posto ma fortunatamente lo trovò in fretta.
Si sedette al tavolo del giorno predente e cominciò a scrutare la sala alla sua ricerca, sembrava non esserci; guardò l’orologio era ancora presto forse sarebbe arrivato più tardi o forse non sarebbe venuto affatto.
Era incerto sul da farsi in realtà pensava che era meglio se se ne andava subito, ma dentro di se aveva voglia di rivederlo.
Attese tutta la sera e quando si fecero quasi le 2 decise che era inutile rimanere che era stato stupido a credere che lo avrebbe riincontrato; prese il cappotto poggiato alla spalliera del divanetto e si diresse verso l’uscita, camminava a sguardo basso incurante di chi gli stava intorno quando aprendo la porta per uscire all’esterno andò a sbattere contro qualcuno facendolo cadere.
-Scusi mi dispia... Jun?- chiese vedendo il ragazzo a terra.
Lui alzò lo sguardo un pò incredulo, poi Sho allungò una mano per aiutarlo ad rialzarsi e quando Jun l’afferrò senti una strana sensazione come una piccola scossa elettrica attraversargli il corpo.
Jun si alzò e poi gli lasciò la mano spolverandosi i pantaloni, sembrava diverso dalla sera precedente era come un pò triste.
-Volevo scusarmi per ieri, ho reagito male, tu volevi solo aiutarmi; scusami- disse per poi inchinarsi.
-No scusami tu avevi ragione, in fondo io non ti conosco, avrei dovuto farmi gli affari miei, solo che...- Sho alzò di nuovo la testa e vide che Jun teneva gli occhi bassi e il suo viso era triste.
-...la tua situazione mi era sembrata molto simile alla mia, solo che inversa quindi... pensavo che potevo aiutarti- spiegò.
-Simile? Che intendi?- chiese Sho guardandolo confuso.
-Possiamo parlarne da un altra parte? Qui è un pò affollato- chiese.
Sho si guardò intorno e vide che la gente lo guardava in modo strano; che avesse urlato senza accorgersene? Decise quindi che forse era meglio se andavano a parlare da un altra parte.
Poco lontano da lì c’era un piccolo parco, era deserto; trovarono una panchina illuminata da un lampione e si sederono.
Rimasero per un pò in silenzio, Sho stava aspettando che Jun cominciasse a parlare...
-Circa un anno fa- cominciò, -stavo insieme a un ragazzo, ero innamorato di lui, lo ero veramente tanto, pensavo che anche lui mi amasse perchè era gentile con me, avevamo anche i nostri alti e bassi, ma di solito si sistemava tutto. Poi un giorno cominciò a cambiare, divento irruento, irrascibile; io pensavo che fosse a causa del lavoro, in quel periodo non andava molto bene quindi credevo che fosse solo lo stress. Una sera venne da me all’improvviso, andammo a letto insieme poi mi disse improvvisamente che era finita, che si era scocciato di me, che ero bello ma che non mi aveva mai amato in realtà. Io avevo già passato parecchie delusioni, ma questa volta pensavo che fosse quella giusta, lo avevo amato con tutto me stesso e quell’amore mi aveva consumato fino a prosciugarmi-
Sho stette in silenzio per tutto il tempo, anche quando le lacrime cominciarono a scorrere incontrollate sul viso di Jun, rimase ad ascoltarlo e quando ebbe finito si senti quasi in colpa, come se fosse stato lui ad averlo fatto soffrire.
Prese un fazzoletto dalla tasca e glielo porse, Jun alzò lo sguardo incontrando i suoi occhi e prese il fazzoletto dalle sue mani.
-Perchè cerchi di aiutarmi allora? Dovresti odiarmi, io sono come lui, sono stato con tante persone ma non le ho mai amate- disse prima calmo poi alzando la voce, arrabbiandosi con se stesso.
-Forse è proprio per questo che ti voglio aiutare. Tu non riesci ad amare, mentre io non sono mai stato amato. Voglio solo che tu impari a farlo, perchè tu a differenza di lui puoi amare- gli spiegò guardandolo dritto negl’occhi.
Sho rimase quasi ipnotizzato, aveva un sguardo così intenso e i suoi occhi erano così scuri e profondi che sembrava di perdersi al loro interno, dovette scuotere leggermente la testa per tornare un pochino lucido, poi disse senza neanche pensarci:
-Possiamo rivederci?-
Jun gli sorrise, uno di quei sorrisi che il solo vederlo ti fa sentire allegro; poi annui.
Si videro tutti i giorni da quella sera, sempre in quel locale, a quel tavolo; non parlarono più del loro passato, parlarono solo del presente, del più e del meno, partendo da discussioni banali, magari sul fatto che quella sera facesse freddo e poi non smettevano più. Quegli incontri lo facevano sentire bene, Jun era un ragazzo molto simpatico e dolce e anche... molto bello, doveva ammetterlo.
Pian piano Sho si rese conto che aspettava la sera sempre con più impazienza, sperando che arrivasse presto, moriva sempre di più dalla voglia di vederlo, di parlargli e lentamente cominciò a capire che forse Jun gli stava veramente insegnando ad amare, perchè aveva cominciato a sentirsi bene solo quando era con lui, come se si sentisse completato; quella era una sensazione strana per lui e non sapeva bene se doveva essere interpretata come amore, però lui pensava che lo fosse.
Una sera dopo una lunga conversazione e tante risate, Sho prese tutto il coraggio che aveva e chiese a Jun quello che in tutta la sua vita non aveva mai avuto paura a chiedere.
-Ti va di venire da me?-
Jun lo guardava senza dire nulla, la sua espressione non lasciava trapelare nessuna emozione, tanto che Sho cominciò a preoccuparsi di aver rovinato tutto, a pensare che forse Jun ora lo vedesse come uno che ci voleva provare e basta, tanto che cercò subito di fare marcia indietro:
-Scusa, dimentica quel...-
-Si- rispose poi Jun interrompendolo.
Sho lo guardò sorpreso e Jun gli sorrise rassicurandolo, poi vedendo che rimaneva ancora imbambolato senza dire nulla, lo prese per mano e lo fece alzare per poi trascinarselo dietro verso la porta; quando vi furono davanti disse:
-Aspettami qui un attimo, torno subito- e si allontanò correndo a zigzag tra la folla di clienti.
Sho sentì il cuore cominciare a battergli forte e si portò una mano al petto, quel batticuore era così irreale, si era veramente innamorato per la prima volta?
Quando vide Jun tornare fece un respiro profondo cercando di calmarsi, poi uscirono insieme dal locale dirigendosi verso casa sua.
Una volta davanti alla porta del suo appartamento, Sho aprì ed entrarono; per tutto il tragitto non si erano detti una parola, anche se Jun sembrava tranquillo e allegro, Sho sentiva un peso sullo stomaco, aveva paura di sbagliare, di rovinare tutto.
Decise allora di prendere tutto con calma, senza precipitare le cose...
-Ti va un thè?- chiese per rompere il ghiaccio.
-Volentieri- rispose.
-Accomodati pure torno tra un minuto- disse per poi sparire in cucina.
Mise su l’acqua per il thè, mentre il suo cervello cercava di raggionare sul da farsi, di cosa potevano parlare, era talmente aggitato ed emozionato che quasi gli dava fastidio quella sensazione, perchè si sentiva vulnerabile.
Quando tornò in soggiorno con le tazze fumanti in mano, trovò Jun intento a guardare le foto che aveva su un mobile accanto alla finestra; raffiguravano lui e i suoi genitori.
-Eri carino da piccolo- disse Jun prendendo la tazza che Sho gli porgeva.
-Vorresti forse dire che adesso non lo sono più?- chiese scherzando.
-Quando eri piccolo eri più kawaii- rispose Jun ridacchiando.
Con quelle piccole battute Sho riusci a rilassarsi e poterono continuare una conversazione tranquilla e non impegnata, era più che altro Jun che parlava e Sho pian piano ne stava rimanendo affascinato, lo trovava così bello, così dolce che stava avendo una voglia irrefrenabile di baciarlo, si trattenne più che potè finche il suo corpo si mose d’istinto e lo baciò sul serio.
Jun rimase immobile in quel bacio e quando Sho scostò le labbra dalle sue credette immediatamente di aver sbagliato, di aver affrettato i tempi; ma quando Jun si mosse verso di lui baciandolo di nuovo ne rimase sorpreso, ma felice.
-Jun io non sò... mi sento strano... non mi ero mai sentito così in vita mia, in parte sono confuso, il mio corpo e la mia mente reagiscono in modo strano; e mi sento in imbarazzo, cosa che forse non sono mai stato con nessuno... io credo di esseremi...-
-Innamorato?- chiese Jun con un sorriso.
-Si- rispose.
-Anch’io- disse, poi lo prese per mano e come se conoscesse perfettamente la casa si diresse verso la stanza da letto.
Passarono quella che forse fu la più bella notte della loro vita; le carezze, i baci il sussurrarsi parole dolci all’orecchio, il dirsi ti amo in modo così dolce, così naturale che sembrava quasi che aveva aspettato tutta la vita per dirlo.
Purtroppo adesso non ho molto tempo di leggere, ma spero ne avrò stasera, così potrò commentare tutti i nuovi post e ho visto che ce ne sono parecchi yeeeeeeeeeeee.
Fatemi sapere le vostre nuove teorie XD
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