Ai wa Moumoku no

Sep 23, 2010 21:07

Eccomi e da brava seguirò tutte le nuove regole U______U ed aggiungo pure subito una tag XD
Quindi veniamo a noi vediamo cosa è successo alla Junja ora che è rimasta sola e crede il suo amato ormai morto ç____ç

Titolo: Ai wa Moumoku no
Fandom: Arashi
Genere: AU, Storica
Capitoli: 5 di 20
Raiting: Dal PG-15 all' NC-17
Pair: Sakumoto
Desclaimers: non sono miei perchè loro si ammmano<3<3
Ringraziamenti: A harin e Jinny che hanno aspettato che mi passasse la crisi durata quasi 1 mese per poterla finire di leggere.
Post Precedenti: Intro, Cap.1, Cap,2, Cap.3, Cap.4

Capitolo 5
Era passato qualche mese e Jun continuava a sentirsi vuoto, sperava di morire anche lui, per lo meno non avrebbe più sofferto così.
Quando un giorno sentì dei passi seguirlo mentre usciva da un villaggio sperò che fosse arrivato il momento, continuò a camminare per la strada facendo finta di non essersi accorto dei 3 uomini che lo seguivano, quando fu abbastanza lontano sentì i tre affrettare il passo avvicinandosi, si lasciò accerchiare senza fare nulla, due di loro erano ai suoi fianchi mentre il terzo era davanti a lui.
-Che ci fa un cieco in giro da solo?- chiese l'uomo, ma Jun non rispose.
L'uomo si avvicinò e prese una ciocca dei suoi capelli attorcigliandola sul proprio dito, Jun percepì lievemente quel contatto ma gli fece ribrezzo e si ritirò indietro di un passo.
L'uomo rise a quella reazione e poi disse:
-Sei carino anche se cieco, che ne dici di venire con noi, potresti lavorare per me-
Perchè non lo uccidevano invece di essere lì ad offrigli un lavoro che non si sarebbe mai abbassato a fare?
-Non mi interessa- disse.
-Perchè ti rifiuti? Ti pagherò bene- disse l'uomo afferrandogli il mento con una mano e avvicinandosi cercando di infilare una mano tra le vesti di Jun.
Jun si sentì raggelare a quel contatto.
-Hai dei così bei capelli- disse l'uomo, lasciando il suo viso e passando le dita sporche sui capelli di Jun.
"Quella frase" pensò Jun, quante volte era stato a Sho a dirgliela, quante volte gli aveva detto quanto gli piacevano i suoi capelli, quante volte mentre facevano l'amore glieli aveva accarezzati in modo dolce, o quante volte lo aveva baciato affondandoci le dita.
Non si rese neanche conto di come stava per reaggire, voleva solo che quell'uomo si allontanasse da lui, che non lo toccasse, estrasse la spada e gli trafisse il petto, il rantolo dell'uomo gli fece capire quello che aveva appena fatto, mentre questo si accasciava a terra, sentiva le mani sporche di sangue, non aveva mai ucciso qualcuno e ora aveva paura.
-Capo, capo!!!- urlò uno dei due uomini.
-E' morto- disse l'altro.
Poi estrassero le spade, per attaccare, ma... Jun reagì di nuovo e uccise entrambi senza neanche muovere un passo da dove era, poi rindoferò la spada, e prese a camminare, le mani e le gambe che gli tremavano, si allontanò il più possibile, si abbentrò ne bosco seguendo il rumore dell'acqua finchè non arrivò a una sorgente, sulla riva cadde in ginocchio piangendo. Tirò fuori un coltello. Perchè nessuno lo aiutava a morire? Perchè? Continuava a pensare. Impugno il coltello con tutte le sue forse e con un solo colpo recise i capelli alla base del collo, poi continuò a tagliare tutte quelle ciocche ancora lunghe, non voleva più avere quei bei capelli, non voleva sentirsi dire quanto erano belli e morbidi, nessun altro doveva dirgli quelle parole.
Infine si spogliò lasciando cadere la veste a terra ed entrò nell'acqua anche se fredda, voleva lavar via ogni cosa, il sangue e il tocco di quell'uomo.

Da quel giorno passarono anni e Jun non si fece mai più crescere i capelli, mai più nessuno era riuscito ad avvicinarlo come quella volta, se lo attaccavano si difendeva uccidendo, ormai non aveva più paura di farlo, e anche se non cercava altro che la morte, lui stesso non riusciva a lasciarsi uccidere senza reagire, ma lui era più veloce e più abile di briganti o ladri.
Così erano passati ormai 3 anni, Jun aveva 19 anni ormai, era considerato un uomo, era un uomo cieco che per vivere suonava per le strade o nelle case dei nobili che lo accoglievano per ascoltare la sua musica. Sembrava però attirare l'attenzione di molti uomini oltre che donne, le donne generalmente lo guardavano ma siccome cieco si limitavano a questo, non gli interessava un uomo che non poteva adularle per la loro bellezza, ma a Jun non dava fastidio che lo evitassero; invece gli uomini prestavano molto più interesse e più di una volta gli era capitato che qualcuno aveva tentato di avvicinarlo più del dovuto, ma lui sapeva diferdersi e far anche semplicemente vedere la lama dei un coltello era un avvertimento abbastanza chiaro di non avvicinarsi. Ora era in viaggio per arrivare in un villaggio a ovest, era una strada lunga da percorrere, ma sapeva che il capo del paese amava molto la musica ed era un tipo ospitale e Jun aveva bisogno di qualche soldo in più, il viaggio era durato già due giorni ma ormai non mancava molto in serata sarebbe arrivato.
D'un tratto però del vociare di gente che percorreva la strada nel senso opposto, erano in 5 e chiacchieravano facendo parecchio casino.
-Guardate, guardate!!!!- gridò uno di loro, Jun sapeva benissimo che ce l'avevano con lui, ma continuò ad andargli incontro camminando per la sua strada.
Quando arrivarono di fronte a lui, si schierarono bloccando il sentiero.
-Ehi cieco dove stai andando?- chiese uno degli uomini ridendo.
-Al vilaggio più a ovest- rispose Jun cercando di fare un passo di lato ma il suo bastone incontrò subito i piedi degli uomini.
-Quanti soldi hai con te?- chiese un altro.
-Non ho nulla, sto andando in cerca di un lavoro- rispose.
-Che lavoro potrebbe fare un cieco!- rise un altro.
-Sono un musicista- rispose Jun.
Qualcuno gli girò intorno ma Jun rimase fermo senza muoversi.
-Più che fare il musicista potrebbe lavorare in qualche casa di piacere- disse poi rivolgendosi ai compagni che annuirono ridendo.
-Che ne dici, se tu ci fai divertire e ti paghiamo noi?- propose poi l'uomo prendendolo per un polso, Jun fu velocissimo, neanche il tempo che il suo bastone toccasse terra che sfoderando la spada aveva reciso il braccio dell'uomo.
-Il mio braccio!!!!!!!!- urlò questo facendo un passo indietro, un istante dopo, gli altri due sfoderarono le spade.
In quel momento qualcuno uscì fuori dalla radura accanto alla strada mettendosi tra gli uomini e Jun.
-Perchè non lo lasciate in pace? Mi sembra che non voglia- sentì dire Jun dalla persona che aveva preso le sue difese.
-Quel bastardo mi ha tagliato il braccio- urlò l'uomo a terra, -Io... io lo uccido!- gridò mettendosi in piedi e con la mano rimasta lanciarsi contro Jun, ma il ragazzo che si era intromesso si mise in mezzo colpendo l'uomo che cadde a terra senza vita un istante dopo.
-Pensate di andarvene o volete fare la stessa fine?- disse poi rivolgendosi ai 4 rimasti che si guardarono un secondo e poi corsero via sorpassandoli, quando ormai si furono allontanati rifoderò la spada.
-Stai bene?- chiese poi rivolgendosi a Jun.
Jun ripose anche lui la sua spada, poi raccolse il bastone e senza rispondere superò il ragazzo riprendendo la sua strada.
-Ehi aspetta!- disse questo e lo seguì.
-Io sono Masaki e tu?-
Nessuna risposta.
-Che sia sordo anche?!- si chiese tra se.
-Ci sento benissimo- rispose Jun irritato.
-E allora come ti chiami?- chiese di nuovo insistendo.
-Jun- rispose ormai già stufo di quella compagnia.
-E' pericoloso per un cieco andare in giro da solo, perchè non ti fai accompagnare da qualcuno?- chiese ancora il ragazzo.
-Non voglio compagnia e poi non sono affari tuoi!- rispose Jun acido, quell'invadenza lo irritava.
-Potevano ucciderti prima- disse l'altro con una sorta di rimprovero.
-So difendermi non c'era bisogno che intervenissi!- protestò Jun.
-Ti accompagno fino al paese- disse poi il ragazzo ingnorando la sua protesta.
-Non ne ho bisogno!- disse Jun accellerando il passo, ma Masaki continuò a seguirlo ingnorandolo.
Dopo circa mezz'ora Jun si fermò furioso e si girò di colpo.
-Smettila di seguirmi!!!!- urlò contro il ragazzo.
-Non ti sto seguendo, stiamo solo facendo la stessa strada- rispose questo.
Jun sbuffò poi proseguì in silenzio, mentre 4 passi dietro di lui Masaki continuava a seguirlo.
In serata arrivarono al villaggio, Jun voleva subito andare dal capo per presentarsi e chiedergli accoglienza.
-Siamo arrivati finalmente! Sono distrutto!- disse il ragazzo che ora lo aveva affiancato.
-Dove dormiamo stasera?- chiese poi.
-Dove dormi non mi interessa, sei arrivato dove volevi, ora non seguirmi più, addio- disse Jun avviandosi verso un gruppetto di persone che sentiva parlare per chiedere di spiegargli la strada per il palazzo del capo villaggio.
-Ti ho detto di non seguirmi!- urlò di nuovo dopo aver fatto qualche passo.
Questa volta Masaki rimase fermò e non lo seguì più, ma intanto pensava: "Che fico, come ha fatto a capire che ero sempre io?!"

Tanto per rispondere alla domanda di Masa... se ne accorge si! Strusci i piedi! Se ne accorgerebbe chiunque XD

g: arashi, r: pg-15, r: nc-17, p: sakumoto, gnr: au, gnr: storica

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