*risata malefica per cominciare*
Sono qui! Sono il vostro peggior incubo! *O*
Beh, ve l'aveva fatto intendere Jinny, ve l'avevo semi-preannunciato io... ecco il seguito di ESP.
Che non è una collaborazione a 4 zampe (o 6, contando che con me e Jinny solitamente agisce sempre anche NURONE, che colgo l'occasione per salutare *sventola zampina pucciosa*), ma una robaccia tutta mia U__U
DOUZO!
Titolo: Esp 2 (il fu "Capitolo Extra" -___-)
Gruppi: Arashi, un NewS, un Kattuno, un Tokio, un HSJ, gente a caso... altri gruppi a seguire xD
Rating: manteniamoci sul PG-13 con picchi di NC-17 *ebbene sì... cough*
Pairing: Sakumoto, Aimiya... altri a seguire *coooouuugh*
Consigli per gli acquisti: Se non avete letto Esp 1... che aspettate a farlo? *minacc minacc*
Disclaimers: L'ultima volta che ho controllato tutti 'sti bei fioli non erano miei, ecco... >__> Però so di per certo che la storia originale è di Jinny, quindi tutti i credit a lei! *e se non vi piace, è pure colpa sua xD*
Note: tutto è iniziato quando ho letto Esp e mi è venuta la malsana idea di scrivere un capitolo extra per soddisfare la mia anima sakumoto... poi ci ho preso la mano, le mie due aguzzine mi hanno costretta ed eccomi qui con una intera seconda serie çOç *chi è causa del suo mal, pianga se stesso*
Special thanks: alle mie due amate aguzzine Vampiretta e Jinny, l'una perché è mia moglie e l'altra perché... sì *coccol coccol*
-Partirò per un viaggio, domani-
-Un… viaggio? Così all’improvviso? E dove andrai?-
-Non lo so ancora. Deve decidere Nagase sensei… saremo io e Jin-
-Quando tornerete?-
-…Mai?-
Sho fu l’unico a non parlare.
Non c’era quasi nessuno nel corridoio e la cosa gli fece rallentare il passo.
Odiava arrivare in ritardo alle lezioni, soprattutto da quando andava all’università.
Ma non era colpa sua.
Infatti quella mattina Masaki…
-Tornano!!! L’ha detto il preside!- aveva gridato, agitando le braccia e facendolo alzare di scatto dal letto. Osservò l’autore del turbine di caos che era entrato nella stanza ed il suo ragazzo Kazunari appoggiato allo stipite della porta d’ingresso, con ancora addosso il pigiama. Satoshi sbirciava dal corridoio del dormitorio con un bel sorriso sulle labbra.
-Lasciatemi dormire…- aveva borbottato, tentando invano di rimettersi a letto e tirando le coperte fin sopra le orecchie. Masaki l’aveva costretto ad alzarsi farneticando sul fatto che doveva essere presentabile, che comunque aveva lezione, che era già tardi…
Avevano passato una buona mezz’ora a discutere, in mensa, senza che avesse potuto obbiettare di essere seriamente in ritardo.
-Jun si è messo in contatto con il preside e ha annunciato il loro ritorno… pare siano in tre- aveva spiegato Satoshi, che si era chiaramente fatto un giretto nello studio del preside, quella mattina, grazie al suo potere di passare attraverso i muri.
-Non sei contento??? Non vi vedete da quasi 7 anni!- aveva pigolato Masaki, mentre al suo fianco Nino si scaldava il latte fra le mani, borbottando qualcosa sul servizio scadente della mensa.
-Mah… non saprei dire…- aveva risposto lui, guardando ancora una volta l’orologio.
-Chissà com’è diventata, la nostra Hime…- aveva detto sospirando Satoshi.
-Non vi eravate lasciati, vero?- aveva chiesto subito Masaki, guardandolo dritto negli occhi.
Nino aveva dato una gomitata al proprio ragazzo, ma Sho si era già alzato facendo cadere con un forte tonfo la sedia e li aveva lasciati, camminando a grosse falcate verso l’uscita.
Tutti e tre erano rimasti in silenzio e Masa era stato consolato dalla mano calda del suo ragazzo nella sua, per prevenire qualche lacrimone.
-Ascolta, non… non era meglio se prima ne parlavamo?-
-Io voglio partire assieme a loro, voglio fare seriamente qualcosa. E poi… è da quando abbiamo sconfitto la St. James che sei distante. Credevo non ti importasse più…-
-Come puoi dire una cosa del genere?-
-Se non ci siamo già lasciati l’avremmo fatto, prima o poi-
-Jun!-
-Scusami, ma ho già deciso. Ora lasciami andare-.
Non riuscì a concentrarsi per tutta la durata della lezione.
Era già da parecchi giorni che si sentiva strano, ed ora capiva il perché. I suoi genitori gli avevano sempre detto che era naturale, nella loro famiglia, presagire l’avvicinarsi di una persona cara anche a distanza di parecchi giorni, soprattutto con uno sviluppo della capacità eccezionali fino al livello a cui era giunto, con gli addestramenti alla scuola degli esp.
Anche l’università era esclusiva per esp, ma era di più recente formazione.
Tornò nella sua stanza rifiutando il pranzo al suo stesso stomaco, si fece una doccia e si impose di studiare. Ma la sua mente era altrove.
-Scusa se te lo dico, ma mi è sempre sembrato che… ecco… tu non abbia del tutto superato questo fatto- gli disse una voce.
Quella voce era di Kazunari, appena entrato nella sua stanza.
-Si bussa- fece notare, ma lo faceva sempre.
Nino si sedette sulla scrivania e gli appoggiò sul tavolo un piatto che aveva sicuramente preso dalla mensa. Gli disse che l’aveva tenuto caldo e che doveva approfittarne.
-Non ho fame- sbuffò.
-Non farmi ridere, da quando ti conosco non hai mai saltato un pasto! E ti conviene sfruttare il fatto di conoscermi: ormai faccio da microonde a tutti- fece Nino.
Fu costretto a mettere qualcosa in pancia prima che questa si ribellasse e desse definitivamente ragione al piccoletto.
Sì, Nino non era cresciuto molto in 7 anni… era rimasto più o meno identico di aspetto, mentre lui e Masaki si erano alzati ancora e, insieme a Satoshi, sembravano un po’ più grandi. Lui poi… dimostrava i 24 anni che aveva.
Ma Nino… -Sei rimasto il bimbetto di sempre- sospirò, senza accorgersene.
-Ma grazie- sbottò quello, infastidito.
Sho abbassò il viso sul piatto.
-Ci stai pensando costantemente, vero? A come può essere cambiato…- chiese poi Kazunari.
-Io non…-
-Oh, avanti! Non so leggere nel pensiero come fa proprio Jun, ma certe cose le capisco! Per esempio quando un mio amico è follemente innamorato-.
Sho si alzò e scosse la testa.
-E’ passato troppo tempo e io… io rifiuto di credere che Jun sia ancora qualcosa di importante, per me…- mormorò.
Nino annuì e si avviò verso la porta, dicendo: -Chissà, forse hai ragione…- ma lasciando la frase in sospeso.
Come la porta si chiuse, Sho sentì l’immediato bisogno di buttarsi a letto e dormire.
La sera fu costretto a scendere a cena con gli altri.
Per farsi perdonare offrì il suo dolce a Masaki e tutti insieme uscirono in giardino, dove l’estate permetteva loro di starsene tranquilli a parlare. Nino aveva anche imparato a suonare la chitarra.
-Saranno già arrivati, secondo voi?- chiese Satoshi, mentre il cielo si faceva ormai completamente scuro.
-Rientriamo- disse Masaki, ansioso.
Li accompagnò, sentendosi dentro un’ansia mai provata prima.
Sperò con tutto se stesso che non fosse un’altra delle conseguenze di cui gli avevano parlato i suoi genitori.
Stavano percorrendo il corridoio del piano terra per salire verso le loro stanze quando, dal fondo di esso, sentirono gli allievi più piccoli vociare. Si girarono di scatto e videro due ragazzi avvicinarsi, zaino in spalla. Uno dei due non fu difficile da riconoscere.
-Akanishi?- chiese Masaki, incredulo.
-E non altri- rispose quello, con il suo solito sorriso altezzoso. Non era cambiato poi molto: più alto e bello, con i capelli lunghi che prendevano strane pieghe attorno al viso ovale.
L’altro ragazzo fece un inchino e si presentò: -Nishikido Ryo- disse, con un debole sorriso.
Aveva degli splendidi occhi neri, sottili e incurvati verso il basso.
-Jun?- chiese Satoshi, non vedendo nessun’altro assieme ai due.
-E’ con Takizawa e Nagase- spiegò Jin, indicando alle loro spalle. Subito dalla porta principale entrarono i due nominati con un… uomo.
Come rivolse lo sguardo in avanti e li vide, sorrise e corse loro incontro.
Non riuscì ad aprire bocca che già Masaki gli era saltato al collo, festoso.
Nino aveva trattenuto la gelosia e si era fatto avanti assieme a Satoshi, salutandolo.
Era quasi irriconoscibile, a parte per il sorriso radioso da eterno bambino e gli enormi occhi neri che da sempre lo contraddistinguevano. Era più altro, magrissimo, aveva un viso ed un collo perfetti e lunghi capelli neri. Era davvero bellissimo.
-Ah, grazie… anche se mi sarebbe bastato un “bentornato”- sorrise Jun imbarazzato, guardando verso Sho. Quello sprofondò nella vergogna.
-Sarà che non sei stato attento, ma qui un po’ tutti hanno pensato che sei bellissimo, leader- gli fece notare Jin, ridacchiando.
Masaki guardò verso Sho e sorrise.
-Bentornato- mormorò quello, tenendo lo sguardo fisso sul pavimento e tentando di non pensare a niente di altrettanto compromettente.
-Grazie- sorrise Jun, senza capire l’atteggiamento.
-Cos’è tutta questa confidenza? Vi siete dimenticati di raccontarmi qualcosa?- domandò Ryo, ridendo. Jun fece una smorfia e si scusò con i suoi amici per non avere molto tempo da dedicare a loro.
-Ryo, Jin: prendete le vostre cose e seguite Takky. Io vi raggiungo subito dopo aver parlato con il signor preside- ordinò. A quanto pareva era lui il leader.
Tutti e tre si avviarono e Sho si dileguò il più in fretta possibile.
Si fece una doccia e si sedette sul letto, a riflettere.
Il senso di nostalgia era sparito, ma ancora qualcosa continuava a non lasciarlo tranquillo.
Cercò di dormire, ma non ci riuscì per niente.
-Hai delle borse sotto gli occhi veramente pazzesche- osservò Satoshi a colazione.
-Nella sua situazione…- accennò Akanishi, come per giustificarlo.
Era chiaro che l’avesse letto nuovamente.
Sho ringhiò sul suo piatto di cereali.
-Tu e leader eravate molto rabu-rabu? O eravate una coppia molto casual?- domandò Ryo all’improvviso, come se Jin avesse passato la serata a raccontargli dei loro passati da sedicenni.
-Ryo, ho come l’impressione che ti sia dimenticato il succo di frutta… e il tatto- disse Jun, arrivando e fulminandolo… ma solo con lo sguardo.
Quello sobbalzò e chiese scusa, facendo sedere il leader fra lui e Jin e correndo a prendere effettivamente il succo di frutta al buffet.
-Che poteri ha il nuovo acquisto?- chiese Nino, per cambiare discorso.
Jun sorrise e disse: -Lasciate che ve le mostri… ha molto talento-.
Poi guardò negli occhi Sho e distolse immediatamente lo sguardo, rosso in viso.
Sho sentì all’improvviso una voce, la voce di Jun nella sua mente dire “Non avresti dovuto stare sveglio fino a tardi per una scemata del genere!” con aria di rimprovero.
Sbalordito, pensò fino a che punto fosse migliorato Jun nella capacità di leggere nel pensiero.
“Sono diventato bravo a tal punto da parlare alla mente degli altri” chiarì lui.
“Potresti anche smetterla, adesso” sbottò.
“Scusami” fu la timida risposta.
Come Ryo prese nuovamente posto, Nino gli chiese senza mezzi termini di mostrare loro quali fossero i suoi poteri.
-Beh…- fece quello, come se non ci desse molto peso.
Puntò un dito verso il bicchiere di Ohno, pieno d’acqua, e quella uscì, levandosi nell’aria come in assenza di gravità e spostandosi a seconda dei movimenti decisi dal dito di Ryo.
-Acqua…- mormorò Ohno -Devo aver capito il perché viaggiate insieme, voi tre-.
-Perché?- domandò Masaki, stupito e curioso.
-Perché Jun e Akanishi comunicano istantaneamente fra loro con il pensiero, e l’acqua di Ryo conduce l’elettricità di Jun- spiegò Nino al suo ragazzo.
Jun annuì.
-Leader, sei strano…- disse all’improvviso Ryo.
-E’ vero, sei strano! Hai dei pensieri strani!- aggiunse subito Akanishi, e Jun lo guardò male, arrossendo.
-Non fai che sorridere e sospirare, invece quando eravamo in viaggio di prima mattina ringhiavi e graffiavi- chiarì Nishikido, aggiungendo: -“Non ho alcuna voglia di alzarmi!”- con la voce identica a quella di Jun.
Tutti ci rimasero di stucco.
-So mutare la voce nelle tonalità che preferisco- spiegò quello con un sorriso, cambiando dalla voce di Jin a quella di Satoshi, fino a terminare la frase con il tono calmo di Sho.
-Ma scusate, giusto per sapere… il viaggio cosa comportava? Perché sembrate un terzetto approntato al servizio di spionaggio!- fece Nino, incredulo.
I tre si guardarono, poi risero.
-Come hai fatto a indovinare?- chiese Jun, sorridendo.
-EEEEEEHH???-.
Un primo capitolo iper-lungo O__O
Ed ora festeggiamo tutti il mio ritorno all'ovile con un'altra tazza di té! *un buon non-compleanno!*