TITOLO: Okuneve e i sette nani
AUTORE: Jinny
GENERE: favola XD
FANDOM: janiotaggine sparsa
PAIRINGS: Muhaha *è pazza, perdonatela*
RATING: ehm... (aiuto!!)
DISCLAIMERS: non sono miei. Non sono miei. non sono miei... *fugge piangendo*
NOTE: Barolo...
già postato:
community.livejournal.com/pasticci_fanfic/104333.htmlNemmeno da dire che non mi ricordo più come si cambiano i nomi ai link -_- fatica
Ryolo aprì il frigo
<< Fanculo, è sparito l’uovo!>> disse, con tutta la sua finezza
<< Qualcuno ha usato la mia sedia!>> si lamentò Yassulo
<< Hey, hai sbagliato favola, non siamo i tre orsi! Siamo i sette nani!>> gli fece presente Hinolo.
<< E’ sparito anche il riso…>> fece notare Yokolo, guardando da sopra la spalla di Ryolo
<< E qualcuno si è fatto fuori mezza bottiglia di sakè.>> ringhiò Barulo. Lanciò uno sguardo cattivo agli altri, che lo osservavano con molta poca convinzione
<< Non sono stato io! Non vado così in balla per mezza bottiglia da dimenticarmi di averne fatta fuori mezza!>> protestò. Gli altri annuirono, condiscendenti.
<< Ma è vero! Non sono stato io!>>
<< Questo bicchiere appena lavato ha ancora un vago sentore di sakè, in effetti… qualcuno è stato qui, ha mangiato e bevuto le nostre cose…>> disse Hinolo
<< E usato la mia sedia!>> piagnucolò Yassulo
<< Speriamo non mi abbia fregato il futon, che il divano è scomodo…>> disse Massulo, preso da momentaneo panico
<< Tranquillo, vedrai che andrà tutto bene.>> lo rassicurò Ryolo. Massulo gli sorrise, fiducioso.
<< Io ho sonno, vado su.>> disse Marulo, salendo le scale. Dopo poco un urlo li fece accorrere tutti nella stanza da letto dove Okuneve, dai sei letti uniti, li guardava, con aria intontita dal sonno
<< Ma che cavolo…>> borbottò la fanciulla, grattandosi il mento e pensando che forse doveva farsi la barba.
<< Una principessa! Una principessa!>> esultò Massulo, saltellando e battendo le mani
<< Dei nanetti! Dei nanetti!>> urlò Okuneve, leggermente schifata
<< Hey!>> protestò Yokolo
<< Ah… un nanetto gigante!>> urlò Okuneve
<< Dobbiamo andare avanti ancora per molto?>> si informò Ryolo. Tutti si zittirono, notando lo sguardo cattivo.
<< Ah, scusatemi… vi ho occupato i letti…>> disse Okuneve, alzandosi di scatto e tirando una zuccata sul soffitto. Sette paia di occhi rotearono
<< Di grazia, chi sareste voi?>> chiese Ryolo. Chiaramente era il capo. Okuneve gli diede una rapida occhiata
<< Scusatemi, piccolo messere…avete ragione… non mi sono presentato>>
<< Ehm! Ehm!>>
<< Presentata! Non mi sono presentata! Autrice rompipalle… come se la storia fosse tua…>>
<< Ma con chi parla?>> chiese Massulo a mezza voce. Marulo scosse la testa stringendosi nelle spalle. Non ne aveva la più pallida idea…
<< Dicevo, sono Okuneve, vengo dal regno qui vicino… quello a est, non quello ad ovest…beh… la mia matrigna, l’Uedigna, voleva farmi fuori, ma l’Akacacciatore, che sarebbe stato l’addetto al mio accoppaggio… accoppamento… accoppico…si è intenerito, vedendomi così carina ed indifesa, e mi ha lasciata andare…>> disse la fanciulla
<< Probabilmente ti avrà guardata dal basso e sarà fuggito…>> borbottò Ryolo, che conosceva bene l’Akacacciatore
<< Come, prego?>> chiese Okuneve, che non aveva sentito molto bene
<< Dicevo che probabilmente, accecato dal vostro fascino, si sarà sentito in dovere di preservarvi…>> disse Ryolo, ad alta voce
<< Non è vero, non ha detto così…>> iniziò Massulo
<< Ti rispedisco a scavare i sotterranei a News?>> minacciò Ryolo. Massulo scosse la testa, sull’orlo delle lacrime, mentre Yassulo e Barulo lo abbracciavano per simpatia
<< Come sei kawaii…>> disse Barulo
<< No, tu sei kawaii…>> ribatté Massulo
<< No, tu sei kawaii>>
<< No, tu…>>
<< Ragazzi, per cortesia, stiamo cercando di procedere con la storia!>> protestò Hinolo
<< Tu ti rendi conto che siamo inutili, noi tre?>> gli chiese Marulo
<< Siamo qui solo per far numero.>> sentenziò Yokolo
<< No, dai! Giuro che vi trovo qualcosa da fare!>> disse l’autrice, vedendo che i tre si stavano deprimendo
<< L’autrice non dovrebbe intervenire!>> protestò Ryolo
<< Solo perché parli più di tutti, non devi decidere anche per noi!>> si lamentò Yokolo
<< Dai Yokolo, non essere triste… andiamo al baracchino all’angolo a prendere i takoyaki!>> disse Barulo. E così i sette nani si dileguarono. Okuneve sbuffò e, visto che ormai era sveglia, mise in sesto la camera. Raccolse la biancheria sporca, senza riuscire a reprimere dei versi di schifo ogni tanto, fece il bucato, aprì le finestre sul sole che stava sorgendo, cantò insieme agli uccellini, finchè uno strano passero fuxia le fece presente che loro sarebbero andati a cantare con Barulo, che aveva un timbro melodioso ed una tecnica efficace. Okuneve, un po’ abbattuta, si continuò a fare le pulizie. I nanetti, tornati dal rave a cui si erano imbucati dopo i takoyaki, passarono sotto le finestre cantando cose assurde tipo
<< Che palle sto lavoro del cavolo, ci facciamo il c… tutto il giorno e siamo sotto pagati, speriamo che il maledetto vecchio che ci sfrutta schiatti in fretta, ma tanto saremo fregati perché passerà tutto in mano a sua sorella, che è altrettanto vecchia eccetera eccetera…>>
Okuneve li salutò con la manina, mentre passavano, poi, sconcertata, si rimise a rassettare. Dopo aver girato i mobili del soggiorno per la quinta volta, decise che non c’era più altro da fare, finchè la lavatrice non avesse finito. Si sedette sul divano a leggere, finchè non sentì una voce fuori. Si affacciò alla finestra. Un simpatico vecchietto stava passeggiando fuori
<< Salve, fanciulla!>> la salutò allegramente
<< Salve simpatico vecchietto!>> rispose Okuneve, gioviale, maledicendo mentalmente l’autrice per l’ennesimo “fanciulla”.
<< Non avreste di grazia dell’acqua? Torno testè da un lungo viaggio e sono assetato…>>
Okuneve, sorridendo, fece entrare il vecchietto e gli offrì da bere.
<< Siete una giovane gentile e bella. Aspettate, voglio sdebitarmi… ho qui una cintura… di paillette…>>
Okuneve, come ogni principessa caduta in disgrazia che si rispetti, non poteva resistere alle paillettes. E così, piena di gioia, si fece allacciare la luminosa striscia fuxia attorno alla vita. Non si rese conto che il vecchietto si era trasformato nell’Uedigna, perché era già svenuta a causa della stretta troppo forte.
<< Tiè!>> disse l’Uedigna, che era una donna molto matura e per nulla competitiva. Quando lo specchio aveva risposto che la più bella del reame era ancora Okuneve, le era venuto su di tutto. Non si era arrabbiata con l’Akacacciatore, sapeva che in fondo, sotto tutta quell’aria di superiorità, forse batteva un cuore. Era solo furiosa con Okuneve per il fatto stesso che esistesse. Vedendo la fanciulla esanime ai suoi piedi, con un urlo d’esultanza, si dileguò, prima che i nanetti tornassero dal lavoro.
I sette nani tornarono dieci minuti dopo. Iniziarono a piangere, sconvolti, senza fare assolutamente nulla
<< Povera Okuneve!>> si disperavano.
<< E datevi una calmata!>> ordinò Ryolo
<< Ma…>> tentò Yokolo, venendo subito bloccato dallo sguardo assassino si Ryolo
<< Vado a prendere del sakè. Dobbiamo berci su…>> disse Marulo, accolto da un applauso di consenso di Barulo. Marulo si avviò verso il Sacro Pensile del Sakè, ma nel farlo, inciampò nella cintura stretta alla vita di Okuneve. Il nodo che la stringeva, resistentissimo e fatto con una maestria invidiabile, si sciolse. La fanciulla scattò a sedere, tossendo ed ansimando. Pian piano riprese un ritmo respiratorio normale ed il suo viso da viola passò ad un colorito rosato.
<< Mi hanno quasi ammazzata…>> boccheggiò
<< Abbiamo quasi sperato ci fossero riusciti…>> borbottò Ryolo, ma una scarpa lanciata ad arte da Okuneve nella sua bocca, lo zittì. La fanciulla gli sorrise, innocentemente
<< Festeggiamo! Okuneve è viva! Beviamo, orsù!>> disse Barulo, lanciando le braccia al cielo esultante
<< Mi salvatore, Marulo, prendi il sakè!>> disse Okuneve. Marulo si affrettò ad obbedire, felice del suo momento di gloria.
La mattina dopo, i sette nani, con dei postumi da paura, ripartirono per la miniera, barcollando. Okuneve li salutò uno ad uno con un bacio sulla guancia.
<< E stavolta, non aprire agli sconosciuti!>> si raccomandò Ryolo. Okuneve annuì
<< Ricorda, se luccica, non è per forza buono.>> disse Hinolo, saggio
<< Si, Hinolo.>> disse Okuneve
<< Mi fai qualcosa di buono stasera?>> chiese Massulo, supplichevole
<< Come resistere?>> replicò Okuneve, semi incosciente a causa di cotanta pucciosità.