Jan 15, 2008 01:32
Ancora...
La macchina. Si stava capovolgendo. Ancora. E ancora. Satoshi stava urlando…
<< O-chan!!!!>> urlò Masaki, scattando seduto sul letto. Ma non era in macchina…
Cercò di smettere di tremare. Non si era reso conto di essersi spaventato così tanto. Ormai era passato un mese. Nemmeno Satoshi faceva più incubi…
Li faceva su sua madre, che continuava a non riconoscerlo, ma non sull’incidente…
Si passò le mani sul viso e si alzò. Fece scorrere l’acqua. Poi, quando fu fredda, si sciacquò il volto. Sentì il telefono squillare. Guardò il display.
<< Sho-chan, daijobu?>> gli chiese.
<< Si. Però… sapevo che eri sveglio. >> disse. Masaki sospirò e si sedette.
<< E’ da quando ti hanno investito che sappiamo quando dormiamo, siamo svegli o c’è qualcosa che non va. Quindi dimmi che hai e facciamo in fretta. Proverei a riaddormentarmi.>> disse Masaki. Era irritabile. Di nuovo.
<< Nulla di che. Sai che adesso ho sviluppato tutta una serie di fobie… e mi è tornata la paura del buio… mio fratello si è offerto di dormire con me, ma mi sembrerebbe eccessivo… lui è quello che sarebbe ancora in un’età da paura del buio…>>
Masaki ridacchiò << In effetti sei un po’ grandicello per avere paura del buio, Sakurai-san.>> disse.
Sho rise.<< Sei pronto per la settimana di fuoco che sta per iniziare?>> chiese poi.
Masaki sospirò ancora << Prove per concerti… sistemare il concerto d’apertura del tour in una settimana… no, in effetti no… ma d’altronde abbiamo finito di registrare i pezzi con te ingessato, io ancora coi punti e O-chan tuttora in piena crisi con i suoi…>>
<< E continuano ad arrivare biglietti. Dovremmo trasferirci… io ho paura per i miei… e anche Jun…>>
Masaki guardò il buio intorno a lui
<< Io… beh, finchè minacciano me non mi importa molto. Sto attento, punto. Ma… ho paura per voi. Sono un egoista e vi voglio a portata di mano, ecco…>> disse. Sentì Sho sospirare << Che c’è Sho-chan?>>
<< Solo… ecco… se minacciano te, a me tanto bene non va.>> detto questo, riattaccò.
Masaki guardò il display, poi appoggiò il telefono e si rimise sotto le coperte. Sapeva che avrebbe sognato ancora. Soprattutto la prima parte… la persona che si era buttata “L’ho vista bene, perché non mi ricordo il viso?!” continuava a chiedersi da un mese.
Satoshi si svegliò di soprassalto. Era quasi sicuro di aver detto qualcosa… sentì dei passi. Kazunari era già nella stanza
<< Hey, O-chan…>>
<< Tranquillo. >> disse. Ma Kazunari gli rivolse uno sguardo severo
<< Stai tremando, scemo.>> gli disse. Satoshi fece una smorfia
<< Ancora tua madre?>> chiese Kazunari. Satoshi scosse la testa.
<< No. L’incidente. Il primo… la persona che si è buttata fuori… era la stessa.. ora ne ho la certezza…>> disse
<< Mi spaventi, O-chan…>> disse Kazunari.
Satoshi fece un mezzo sorriso << E’ tutto a posto. Vai a dormire. Domani inizia una settimana davvero dura.>> detto questo si sdraiò.
Kazunari si fermò a fissarlo. Avrebbe voluto rassicurarlo, avrebbe voluto stringerlo a sé. Avrebbe voluto…
“Voglio baciarlo… lo voglio così tanto che temo esploderò…” con questo pensiero, riuscì comunque a mantenere un’espressione neutra.
Uscì dalla stanza. Dormire? E chi ci riusciva?
Jun arrivò nella sala dove avrebbero provato le coreografie e si bloccò. Per la prima volta dopo mesi si era svegliato senza occhiaie… ma solo lui, chiaramente << Ragazzi, ma state bene?>> chiese.
Gli altri quattro gli sorrisero. Non parlavano. Satoshi, in piedi in un angolo, teneva gli occhi chiusi
<< Che, avete fatto un rave e non mi avete invitato?>> chiese.
<< Sei ancora piccolo per i rave.>> disse Kazunari. Jun ridacchiò. Poi però assunse un’espressione preoccupata. Si avvicinò a Sho. Gli mise una mano sulla fronte. Sho si scostò bruscamente, serrando leggermente la mandibola
<< Adesso sei tu quello di cui dobbiamo preoccuparci…>> disse Jun, alzando un sopracciglio.
<< Di a quello li che non faccia gli incubi! Che se li fa lui, mi sveglio io, non so perché!>> replicò Sho
<< Non lo faccio mica apposta! E poi quando ti dico che va tutto bene, tu ti metti a parlare al telefono, e non vai a dormire e poi ti viene la febbre perché dormi troppo poco! E mi fai parlare come uno di cinque anni!>> Masaki prese fiato. << E poi, scusa sai, ma sei strano! Metti giù all’improvviso… >> le parole finirono. Sho lo guardò. Era arrossito
<< Scusa… non voleva essere un’accusa la mia…>> disse, in tono contrito. Masaki abbassò lo sguardo << E io non volevo prendermela… solo che… tendo ad essere suscettibile e permaloso, soprattutto se non dormo… e poi quel viso…>>
<< Hai visto in faccia chi si è buttato?!>> se ne uscì Satoshi, improvvisamente sveglio, prendendo Masaki per le spalle.
<< Credo di si, ma non riesco a ricordare il viso…>>
<< E’ la stessa persona di quella sera! Ne sono sicuro! Dimmi chi è! Descrivila!>> urlò Satoshi, scuotendo Masaki
<< Non lo so! Non mi ricordo nemmeno la faccia, come vuoi che sappia il nome?!>>
<< Dimmelo! Descrivi il viso!>> urlò Satoshi, più forte.
Kazunari lo staccò da Masaki, che cadde seduto a terra, tremando
<< O-chan… non riesco a ricordarmela… non ci riesco proprio… continuo a provarci, ma… scusami… non ci riesco…>> Masaki si prese la testa tra le mani. Sho gli si inginocchiò accanto << Ma-chan… ci sei?>>
Masaki scosse la testa. Poi inspirò profondamente << Ok. Adesso si, ci sono…>>
<< Koneko, scusami…>> disse Satoshi, con un filo di voce
<< Per favore, la piantiamo con queste scene?!>> tuonò Jun.
<< Bene, adesso che l’avete risvegliato?>> si informò Kazunari.
<< Dobbiamo provare tutte le coreografie, accertarci di sapere le canzoni a memoria, vedere i ritocchi per i costumi! E voi state li a piagnucolare?!>>
<< Io adesso ho paura.>> disse Satoshi << Possiamo scappare?>>
<< No! Dobbiamo provare! Sho, tu vedi di accennare soltanto, che devi tenerti le energie per i concerti. E magari evitare di farti male, che l’idea di Johnny di farti saltare la riabilitazione è geniale quasi quanto quella di scaccolarsi in pubblico!>>
<< Consaato taichou ga modotte kita! Yyaaayyy!!!>> esultò Masaki, saltellando.
<< Ok, allora iniziamo!>> disse Kazunari. Gli altri annuirono.
Avevano provato per tutto il giorno. Satoshi si sdraiò sul pavimento, ansimando. Riusciva a malapena a reggersi in piedi. Qualcuno si accasciò al suo fianco. Sentì un respiro vicino al suo viso, e si ritrovò la testa di Kazunari sul petto
<< Nino, che fai?>>
<< Mi riposo…>> rispose l’altro, semplicemente. << Mi riposo e mi faccio fare le coccole.>> disse poi, più piano.
Satoshi gli passò un braccio intorno alle spalle << Poi però non lamentarti se ti danno del dodicenne!>> disse. Kazunari rise.
Sho si sdraiò accanto a loro. Era esausto, ma sembrava stesse bene.
<< Sho-chan, tutto ok?>> chiese Kazunari. Sho sorrise, annuendo.
<< Aaaaaah!!! Credevo di morireee!!> disse Masaki, sdraiandosi accanto agli altri.
<< Sempre più atletico, eh, Aiba-chan?>> disse Kazunari, mettendosi a sedere. Masaki si stiracchiò
<< Stiamo invecchiando, è un dato di fatto.>> disse, tranquillissimo
<< Eeeeeh?! Tu sei fuori! Siamo idol! Non possiamo invecchiare!!!>> disse Kazunari.
Masaki lo guardò << Hey, il problema riguarda solo noi persone normali. Gli alieni-bambini non contano!>> disse lui. Kazunari gli fece una linguaccia. Satoshi fece il solletico a Kazunari e fu il degenero.
Quasi non videro Jun entrare. Si accorsero di lui solo quando annunciò che sarebbe ornato a casa. Masaki lo guardò bene
<< Chotto matte! Che hai Jun-Jun?>> gli chiese, fermandolo.
Jun tenne il viso basso. Si liberò e fece per uscire, ma Masaki lo fermò di nuovo.
<< Lasciami andare… adesso ho davvero bisogno di vedere Miwa e le bambine.>> disse, cercando di fermare le lacrime.
Satoshi si avvicinò << Che cavolo…>>
<< Niente, davvero…>> disse Jun, asciugandosi gli occhi alla meno peggio.
<< Non può non essere niente, Jun! Stai piangendo, piccolo scemo!>> disse Satoshi.
Jun abbassò il viso << Sempre il solito. Non becco una nota che sia una…>> bisbigliò.
<< Devi solo concentrarti. Ce l’hai fatta per dieci anni, continuerai a farcela, ok?>> disse Satoshi. Jun sorrise ed annuì
<< Adesso l’hai presa così perché sei stanco, altro motivo per cui non riesci a sostenere e quindi cali, o stecchi… succede a tutti, sai?>>
<< A te no…>> disse Jun
<< A volte si. Lo sai benissimo. Comunque domani dobbiamo provarle tutte. Ti starò appiccicato tutto il tempo, ok? Adesso corri da Miwa.>> disse Satoshi.
Jun annuì, sorridendo, e se ne andò.
Gli altri si guardarono << Siamo ridotti a questi livelli di stanchezza con il tour ancora da iniziare… andiamo bene…>> disse Kazunari.
Gli altri fecero strane smorfie.
<< Non è proprio colpa nostra… ci minacciano e tutto il resto… direi che i motivi per essere stressati ce li abbiamo, no?…>> disse Sho.
Kazunari lo guardò<< Ti hanno investito. E hanno tentato di soffocarti. Ce li hai si, i motivi…>> disse, abbracciandolo.
Sho gli si aggrappò << Taci va… adesso ho paura del buio… continuo a pensare che ci sia qualcuno… sono consapevole che non è vero, che sono solo mie paranoie, ma…>>
<< Sho. Puoi avere paura. E’ normale. Non farti patemi mentali. >> disse Kazunari
<< Ma non sono un po’ grande per avere paura del buio?…>> si informò Sho.
<< La situazione ti da il diritto di avere paura di quello che vuoi, sappilo.>> disse. Sho sorrise. Guardò Satoshi, che si era allontanato per provare alcuni passi davanti allo specchio prima di buttarsi in doccia
<< Beh, con O-chan come procede? >> chiese.
Kazunari abbassò il viso. Poi lo rialzò. Aveva un sorriso tristissimo.
Masaki gli strinse una spalla << Nino-chan…>>
<< Non procede. Siamo amici, ma non so per quanto ancora questo mi potrà bastare…>> disse.
Sho lo abbracciò << Puoi sfogarti con me quando vuoi, lo sai.>> gli disse. Kazunari ridacchiò.
<< Bene, adesso che siete tranquilli, vado a farmi la doccia >> disse Masaki, allontanandosi
<< Ricordati almeno l’asciugamano!>> disse Sho. Masaki rise ed uscì.
Venne raggiunto dopo poco da Satoshi << Ma-chan… oh, scusa, sei già in doccia…>>
Masaki mise fuori la testa << Dimmi…>>
<< Mi informavo… posso venire da te? A casa mia non ho voglia di andarci… e… Nino è strano…>> disse.
Masaki abbassò lo sguardo << Vediamo. Dobbiamo avvertire Nino, no?>>
Satoshi annuì << Non so come potrebbe prenderla. E’ proprio strano in questo periodo…>>
<< E tu sei ripetitivo, Riidaa… e comunque, siamo tutti strani in questo periodo…>>
Kazunari guardò Masaki. Poi abbassò il viso
<< Nino…>>
<< No, è ok.>> disse Kazunari << Sono strano.. e non se la sente di stare li. Lo capisco… ma… non posso fare a meno di essere così… io…>>
<< Nino, lo so. Però… davvero, dovresti parlargli… >>
<< Ci rischiamo il gruppo, Ma-chan!>> disse Kazunari, infastidito
<< Anche se continui così!>> replicò Masaki.
Kazunari lo guardò negli occhi << Sei davvero così spaventato, Fumi?…>>
<< No! Faccio finta! Certo che sono spaventato! Che cavolo di domande!>> disse Masaki.
Kazunari rise << Sei buffissimo!!!>> disse
<< Uffa! Io sono serio, Nino!>> disse Masaki.
Kazunari smise di ridere << Ci penso, ok? Tu intanto portalo da te. Così mi schiarisco un po’ le idee.>> detto questo, Kazunari si allontanò.
Sho lo raggiunse ed i due si allontanarono insieme. Masaki guardò l’espressione di Satoshi. Sembrava..
<< Sei geloso, O-chan?>> chiese. Satoshi scosse la testa.
<< Ceeerto.>> disse Masaki, e salì in macchina. Satoshi gli si sedette accanto
<< Forse sono un po’ geloso. Kazu è il mio migliore amico, mi da fastidio che parli con un altro uomo.>>
Masaki si girò a guardarlo << Hai detto davvero “con un altro uomo”?!>> chiese, spalancando gli occhi
<< No!>> disse Satoshi.
<< Si, invece! Ti ho sentito benissimo!!>> disse Masaki, ridendo.
Sembrava decisamente contento, notò Satoshi << Che ti prende? Comunque, ok, l’ho detto, e allora?>>
<< Niente.>> disse Masaki.
Kazunari si rannicchiò sul divano. Era di nuovo da Sho.
La signora Sakurai l’aveva guardato in modo davvero strano, poi Sho era andato a fare la spesa, e l’aveva lasciato li da solo… in casa con lei… quella donna gli metteva un po’ paura, perché sembrava che leggesse nel pensiero…
La signora Sakurai entrò e si sedette accanto a lui << Sei di nuovo in crisi?>> gli chiese.
<< Un po’.>> disse Kazunari
<< Non puoi parlarne con i tuoi?>>Kazunari fece una smorfia
<< Non è una cosa che capirebbero.>> disse, stringendosi nelle spalle. La donna prese un’espressione preoccupata
<< Si tratta di Ohno, vero?>> gli chiese. Kazunari si girò a guardarla.
<< Stai calmo. Sho non mi ha voluto dire niente, ma ti ho osservato, nel periodo in cui sei stato qui… sei proprio innamorato, eh…>> disse lei.
Kazunari si morse le labbra
<< Forse dovresti parlarne con Ohno… giusto per risolvere la situazione in un modo o nell’altro…>>
<< Preferisco rimanere nell’ignoranza. Se non so cosa prova, posso ancora sperare, ma se poi non mi vuole?…>> Kazunari si asciugò gli occhi.
“Stupide lacrime, nessuno vi ha dato il permesso di uscire” pensò.
La signora Sakurai lo abbracciò stretto
<< Lo sto allontanando di nuovo…>> singhiozzò Kazunari
<< Che succede?>> chiese Sho, allarmato, rientrando in quel momento
<< Si sta solo sfogando un po’.>> disse la signora Sakurai.
Sho si sedette accanto a Kazunari, sull’altro lato << Nino-chan…>> lo chiamò. Kazunari si svincolò dalla signora Sakurai per rifugiarsi tra le braccia di Sho
<< Io lo amo… lo amo…>> singhiozzò.
Sho e sua madre si scambiarono un’occhiata
<< Preparo il bagno.>> disse lei, e si allontanò.
Sho strinse forte Kazunari. Come sembrava piccolo, in quel momento, tutto rannicchiato. << Kazu… coraggio…>> bisbigliò Sho.
Satoshi entrò nella stanza di Masaki
<< Non riesci a dormire O-chan?>> gli chiese.
Satoshi scosse la testa. Masaki gli fece spazio, e Satoshi si infilò sotto le coperte
<< Se faccio degli incubi, puoi anche scalciare, così mi sveglio, ok?>> disse Masaki.
Satoshi annuì. Masaki gli sorrise
<< Ho ancora paura… mi sono arrivate altre lettere.. sembra proprio sia una donna… ma… è ossessionata… devo cambiare casa… adesso ho venduto l’appartamento per quello… sanno in troppi dov’è… e poi…>> Satoshi si fermò. Guardò Masaki, profondamente addormentato
<< E adesso posso dirlo senza rischi. Temo di essermi innamorato di Nino, sai koneko? Però anche se te l’ho detto, è rimasto un segreto… per fortuna ti sei già addormentato… però mi servirebbe un consiglio… cosa devo fare?…>> dicendo così, Satoshi si strinse contro l’amico.
Possibile che continuassero a non capire? Perché gli stavano tutti intorno?! Satoshi era suo, e suo soltanto! Perché quell’Aiba non lo lasciava stare? Ma soprattutto…
“Ninomiya. Sei tu il vero problema” pensò Harumi.
Controllò la ferita sulla gamba. La cicatrice si vedeva benissimo, e si sarebbe vista per molto tempo. A testimonianza di quello che poteva fare per avere il suo uomo.
Jun guardò i quattro che aveva di fronte. Kazunari era di umore decisamente nero. Lo stesso valeva per Sho. Masaki sembrava alquanto infastidito. Satoshi aveva l’aria assente, che poteva dire tutto in effetti. Satoshi aveva sempre l’espressione assente
<< Che succede? Sono l’unico che ha dormito stanotte?>> chiese
<< Ah, lui ha dormito benissimo.>> disse Kazunari, indicando Masaki, che roteò gli occhi
<< Finché qualcuno non è entrato!>> sibilò poi.
<< Non rispondevate al telefono ed era tardi!>> disse Sho, in tono abbastanza stizzito << Che dovevamo fare?!>>
<< Tipo, hai presente il bottone che c’è fuori dalla porta? Schiacciarlo!>> disse Masaki, infastidito. << Quantomeno per educazione!>>
<< Quindi, quando ti fa comodo posso usare la chiave, ma se dormi con O-chan no?>> chiese Kazunari, con le sopracciglia alzate.
Masaki alzò le sopracciglia a sua volta << Hai la chiave?>> si informò << Io ero rimasto che l’avesse lui!>> disse, indicando Sho.
<< Eeeeh? Hai la chiave dell’appartamento di Masaki?>> chiese Jun
<< Ehm… l’ho fregata a Akanishi… e Aiba-chan mi ha detto “tienila pure, chissene frega”…>> disse Sho.
<< Akanishi aveva una copia della chiave di casa tua?>> chiese Jun a Masaki.
<< Ti prego, Jun, non mettertici anche tu!>> disse Masaki, alquanto infastidito
<< Ah, era per Ma…>> cominciò Jun, ma lo sguardo di Masaki lo bloccò << Scusa… adesso ammazzo la portinaia pettegola che è in me…>> disse, con aria contrita
<< Non prendertela, Jun … >> disse Masaki << solo… non è un bell’argomento, ecco…>>
<< Comunque rimane il fatto che quando ti riporto a casa che nemmeno ti reggi in piedi tanto hai bevuto, allora tutto bene se entro, ma se sono semplicemente preoccupato, allora no!>> disse Kazunari.
Masaki lo guardò << Non è quello il punto. E non è per quello che sei arrabbiato. Ma è lo stesso. Dai, che dobbiamo provare.>> disse.
<< Ma-chan…>> tentò di chiamarlo Jun, ma troppo tardi.
Kazunari l’aveva già atterrato << Non fare il superiore con me, Aiba!>> urlò con tutto il fiato che aveva in corpo.
Masaki lo guardò dritto negli occhi << E tu non attaccarti a cose inconsistenti per sfogare la tua frustrazione! E soprattutto, non costringermi a parlare come un libro!>> sibilò di rimando.
Kazunari alzò un pugno. Masaki continuò a guardarlo. Era dannatamente serio. Kazunari si rese conto che aveva capito esattamente cose gli passava per la testa, senza bisogno che lo dicesse. Abbassò la mano.
<< Nino… no, dai… non fare così…>> disse Masaki, riuscendo a mettersi seduto. Kazunari si prese il viso tra le mani. Tremava forte.
Jun trascinò fuori Sho e Satoshi.
Masaki abbracciò Kazunari << Nino… scusami… non volevo farti piangere…>> disse Masaki.
<< Non fare così, sembri un cagnolino!>> disse Kazunari, sorridendo tra le lacrime. Masaki gli sorrise, ma era ancora preoccupatissimo.
<< Stavo per picchiarti…>> disse Kazunari. Masaki scoppiò a ridere
<< Secondo te non ti avrei fermato? Per chi mi hai preso? Scherzi a parte… ti prego, parlane con O-chan. Ti scongiuro… non vi si può vedere così! Davvero! E’ una delle situazioni più angoscianti che abbia mai vissuto, e non la sto vivendo in prima persona!>>
<< Più angosciante del divorzio di cui non riesci a parlare?>> chiese Kazunari
<< Si. Se non ne parlo è perché… beh, ci sono argomenti più interessanti ed allegri di cui parlare. E poi è risolta. Ma voi due… sai, O-chan ha capito che c’è qualcosa. E… questo non gli fa bene! Vede che ti allontani… e prima o poi ti allontanerà lui… io… porca vacca, ragazzi, vi voglio bene, e una situazione di allontanamento, implicherebbe il dover parteggiare… e… non ne ho la minima voglia ne la minima intenzione! E credo che Jun e Sho la pensino esattamente come me.>>
<< Sho di sicuro.>> disse Kazunari.
<< Te l’ha detto anche lui, allora?!>> chiese Masaki
<< Quanto sei ingenuo…>> sospirò Kazunari.
<< Eh?>>
Kazunari guardò Masaki. << Non hai notato che con te si comporta in modo strano, ultimamente?>> chiese, serio.
Masaki ci pensò su << In effetti… sarà stressato…>> disse poi
<< Certo. Come no. Come sei ingenuo…>> sospirò Kazunari
<> chiese Masaki, ma non ricevette risposta.
<< So che non mi dirai perché sei arrabbiato con me, ma… >> disse Satoshi, guardando Sho
<< In effetti non lo dirò. Non posso. Cretino io ad essere così trasparente… >>
Satoshi abbassò il viso << Perché non mi dite niente?>> chiese, in tono lamentoso
<< Non possiamo…>> disse Sho, stringendosi nelle spalle
<< Si, ma così è più difficile anche per me.. perché… credo che… che… ecco… io… mi sa che…>>
<< Allora, proviamo?>> chiese Masaki, facendo capolino.
Satoshi lo ringraziò mentalmente. Gli aveva evitato di sputtanarsi.
<< O-chan, che è quello sguardo?>> chiese Masaki
<< Nulla, koneko. Proviamo!>>
Il coreografo li guardò << Non siete in sintonia, ma stranamente, dopo secoli di gambe e braccia lanciate a caso, siete sincronizzati… non vi capisco, ragazzi, davvero… Sho, se sei stanco, se senti male da qualche parte o cose del genere, dillo ok?>>
<< Va bene… ma anche O-chan e Aiba-chan non sono stati proprio benissimo…>> disse
<< Erano solo graffi, Sho!>> esclamarono i due in coro
<< Non volevo sentirmi in minoranza, tutto li…>> si difese Sho. Gli altri risero. Masaki poi lo guardò << Sei sicuro che vada tutto bene?>> gli chiese.
<< Non guardarmi con quell’espressione, Masaki. Davvero.>> disse Sho, in tono infastidito.
Masaki rimase bloccato dov’era. Sentì una mano sulla spalla<< Fumi… non…>> iniziò Kazunari. Masaki si morse le labbra ed uscì.
<< Non preoccupatevi. Vado io.>> disse Kazunari, in tono ostentato, guardando Sho.
Recuperò Masaki in bagno.
<< Che gli ho fatto?>> chiese Masaki, tirando su col naso. Kazunari sospirò
<< Vieni qui, baka. >> disse Kazunari. Masaki scosse la testa
<< Adesso mi passa…>> disse << Ogni tanto mi prende il magone estemporaneo… sono un po’ fuori fase anch’io… ma come siamo messi?>>
<< Male, temo.>> disse Kazunari. << Certo che trovarvi che dormivate insieme… è stato un po’ un colpo… però… so di essermi arrabbiato per nulla…>>
Sho mise la testa dentro
<< Ma-chan… scusami… >>
Masaki lo guardò. Kazunari li guardò, ed uscì. Era il momento di dileguarsi.
<< Forte… uno sberlone di Jun… >> disse Masaki, seguendo con un dito i segni sulla guancia di Sho. Quello si spostò.
Masaki lo guardò. << Ok. Che t’ho fatto?>> chiese con un filo di voce.
Sho abbassò lo sguardo << Non piangere…>> gli disse << Non lo sopporterei…>>
<< E allora non farmi piangere!>> protestò Masaki. Tirò su col naso. Si nascose il viso tra le mani
<< Ma-chan… io… tu… non riesco a dirlo… è troppo difficile… ma.. temo sia arrivato il momento. Tu sei ancora innamorato di Mariko, e anche se non lo fossi, comunque io sono un uomo, quindi sono leggermente fuori dai tuoi standard. Ma mi piaci. Ecco, l’ho detto…>>
Masaki guardava fisso il pavimento. Gli ci volle un po’ per recepire. Poi alzò il viso, gli occhi ora asciutti << Sho, mi dispiace… io… non…>>
<< Lo so. Per questo… mi scuso in partenza, ma per un po’ non potrai fare affidamento su di me…>>
<< Sho… io ho bisogno di te…>> disse Masaki, mentre gli occhi gli si riempivano di lacrime di nuovo
<< Non nel modo in cui io ho bisogno di te.>> disse Sho.
Masaki uscì. Sho lo seguì. Lo vide raccogliere le sue cose, sotto gli sguardi sbalorditi degli altri.
<< Non abbiamo finito…>> tentò di protestare Jun.
Masaki lo ignorò ed uscì, sbattendo la porta. Sho rimase fermo, il viso basso. Kazunari capì al volo << Bella mossa tigre.>> disse a Sho, e si lanciò all’inseguimento di Masaki.
<< Che è successo?>> chiese Jun.
<< Mi piace. E glie l’ho detto… gli ho detto anche che in questo periodo non può fare affidamento su di me… e lui ha detto che ha bisogno di me. E io “non nel modo in cui io ne ho di te” e lui se l’è presa…>>
<< Sho, la tua battuta successiva sarebbe stata “è meglio se per un po’ ci limitiamo ad essere colleghi” lo sai?>> disse Satoshi << Fidati di zio Toshi. Eri presente anche tu quando l’ho detto a Nino, e da quello che mi hai detto, l’ho praticamente ammazzato con quella…>>
<< In effetti… però… tu l’hai allontanato per paura di essere allontanato. Io so direttamente che non ci sarà mai nulla… è un po’ differente…>> disse Sho
<< Non così tanto…>> mormorò Satoshi
<< Che?!>> dissero in coro Jun e Sho.
Satoshi arrossì. << Nulla. >>
Kazunari prese Masaki per un braccio << Ti vuoi fermare, accidenti a te! Meno male che sulla resistenza sei una schiappa, perché a me per ogni tuo passo mi ce ne vuole uno e mezzo…>>
<< Lasciami andare, Nino, ti prego…>> mormorò Masaki.
Kazunari lo costrinse a girarsi << Fumi! Che ti piglia?>>
Masaki abbassò il viso, in maniera da nascondersi dietro il ciuffo.<< Io… non… l’espressione di Sho era così triste… mi sono sentito davvero malissimo… ma non posso fare niente… però… però ho bisogno di lui… ma… >>
<< Respira normalmente, ti prego…>> disse Kazunari, preoccupato, facendolo sedere.
Masaki scosse la testa << Anche lui ha bisogno di me, ma non nel modo in cui ne ho bisogno io… è… >>
Kazunari lo abbracciò << Calmati. Sennò qui mi vai in carenza d’ossigeno >>
<< Ho solo bisogno di andare a casa e riposare un po’… voi provate tutto. Domani mi fermerò di più per capire meglio le coreografie… ma al momento sono troppo… beh, triste…>>
Kazunari lo guardò mentre cerava di fermare le lacrime << Rinuncia. Quando è così, scendono lo stesso…>> disse Kazunari.
Masaki ridacchiò. Poi tornò serio << Però tu dovresti parlare con O-chan… tanto… peggio di così dubito possa andare…>>
<< Io direi che per oggi di tragedie ne abbiamo avute abbastanza. Vai a casa…>>
<< Koneko! Come stai? Sho ci ha detto quello che è successo…>> disse Satoshi, arrivando di corsa.
<< Dovreste essere da lui! E’ lui quello che è appena stato scaricato!>> disse Masaki.
<< C’è Jun con lui.>> disse Satoshi << Io sono preoccupato per te. >> disse. Masaki si soffiò il naso << Io sto bene. Solo un po’ confuso, ma ce la faccio. Andate da Sho, tutti due.>>
<< Almeno non ti ha detto rimaniamo solo colleghi.>> disse Kazunari. Satoshi abbassò il viso, sentendosi in colpa.
<< Kazu! Questo era un colpo basso. Avete già fatto pace per quell’episodio… Vado. Mi sento stordito. Ciao.>> detto questo, Masaki se ne andò.
Satoshi e Kazunari si guardarono
<< Speriamo che non succeda altro… io… sono abbastanza saturo…>> disse Satoshi.
Kazunari lo strinse a sé << Cerchiamo di rimanere tranquilli, ok? Beh, tu puoi anche dare di matto, ne hai il diritto. Ma io cercherò di rimanere tranquillo. Ok?>>
Satoshi gli si aggrappò << Ok…>> disse in un soffio. << Grazie Nino-chan… il mio Nino-chan…>>
Kazunari lo guardò << O-chan? Daijobu?>>
<< Più o meno. >> disse Satoshi, sorridendo.
Masaki entrò in casa. Sentì subito che c’era. Sentiva il suo profumo. Seguì quel profumo fino in camera. Si appoggiò allo stipite della porta, guardandola mentre prendeva le ultime cose e le metteva in una sacca.
<< Ciao.>> disse, dopo un po’.
Lei si girò. Non l’aveva sentito entrare.
<< Ciao.>> rispose, secca.
Masaki sospirò << Come ti va’?>> le chiese.
<< Ho trovato un appartamento. Sono venuta a prendere le ultime cose. Tu come stai?>> chiese lei.
Le uscì un tono preoccupato. Non voleva farlo sentire! Dannata voce…
<< Normale.>> rispose lui.
<< L’attacco dei leoni?>> chiese lei, in tono beffardo
<< Me ne vanterò per sempre.>> disse lui, ridacchiando.
Mariko rise. Poi si girò a guardarlo. << Mi manchi… ma… più che altro come amico… le chiacchierate che facevamo… tutto quanto…>>
Masaki abbassò il viso << Lo sospettavo. Ho… ho saputo del bambino…>> disse.
<< Yu-chan non sa proprio star zitto, con te, eh?!>> disse lei. Poi sospirò << Il figlio di quella mezza sega non lo volevo. Non ce l’avrei fatta. Non gli avrei voluto bene. Ho preferito evitare di farlo soffrire. Ho già fatto abbastanza danni, mi sembra…>>
Masaki fece una smorfia.
Lei lo guardò da vicino << Che ti succede? Non è da te essere così giù…>> gli disse.
Masaki fece un mezzo sorriso << Sono successe un po’ di cose… continuano a minacciarci…. Un maniaco fissato con O-chan… hanno investito Sho, cercato di strangolare Jun, si, insomma… non è stato un periodo tranquillo…>> disse lui. Mariko sorrise. Poi gli passò un dito su una sottilissima cicatrice sulla guancia << Questa non si vede nelle foto, e nemmeno in tv… >> gli disse. Masaki sorrise << Sta andando anche via, se è per questo. Un graffietto. L’incidente con O-chan… >>
<< Qualcosa mi dice che non sia stato un incidente… stai attento… mi hanno detto anche che ti avevano tagliato i freni…>>
Masaki alzò un sopracciglio << Yu-chan non sa proprio tenere la bocca chiusa, no…>> disse.
Mariko rise. Masaki si morse le labbra
<< Forse è meglio che tu vada. Non è sicuro stare qui. >> disse, allontanandosi da lei.
<< Per il maniaco?>> chiese lei.
Masaki la guardò << Mariko. Tra due secondi ti salto addosso, quindi cerca di fuggire in fretta.>> disse lui, ed uscì dalla stanza
<< Certo che sei lunatico, eh.>> disse lei.
Finì di mettere via le sue cose e prese la sacca. Si fermò in soggiorno. Masaki era sul divano. Era pallido.
<< Sai… temo di non averti mai amato.>> disse lei.
Masaki non rispose. Si limitò a guardarla. Lo sapeva già
<< Scusami.>> disse lei, e se ne andò.
Masaki la guardò uscire. Sentì la porta chiudersi. La sentì iniziare a scendere le scale. Si prese il viso tra le mani. Poi si alzò. Riprese le sue cose ed uscì. Quaranta minuti dopo stava provando.
Kazunari gli si avvicinò << Hey, pausa.>> gli disse. Masaki si fermò.
<< Che è successo? Sei tornato, non hai detto niente a nessuno, ti sei messo a ballare come se ne andasse della tua vita…>> continuò Kazunari
<< Meglio qui che a casa da solo.>> disse Masaki, sorridendo.
Kazunari annuì, ma quel sorriso non lo convinceva.
Jun si avvicinò. Annusò Masaki.
<< E’ da prima che lo sento… il profumo che usa Mariko…>> disse.
Masaki sbuffò << Tu e il tuo dannato naso!>> disse a Jun
<< Hai visto Mariko?!>> chiese Satoshi
<< E’ venuta a prendere le ultime cose… e a dirmi che in realtà crede di non avermi mai amato. Proprio quello che serve sentirsi dire, insomma.>> disse Masaki.
<< Poteva tenerselo per sé. Sarebbe stata una cosa carina.>> commentò Sho. Masaki gli sorrise << Mariko non tiene nulla per sé. Quello che pensa, dice… ma allora possiamo ancora parlare?… Io e te, intendo…>>
<< Se non voglio che Jun mi ammazzi di botte, mi sa che mi conviene.>> disse Sho, con un mezzo sorriso.
Masaki si sentì male. Che era quel sorriso triste? << Sho… non sforzarti.>> gli disse.
Jun lo guardò, era la preoccupazione fatta persona << Sei troppo giù, non va bene…>> disse.
Sho lo guardò. Poi abbassò il volto << Dobbiamo comunque lavorare insieme.. e ti vedo tutti i giorni… l’unica cosa che ti chiedo… per un po’ non essere troppo gentile e non confidarti… non ce la faccio proprio, adesso. Lo so, è un discorso orribile, ma…>>
<< Tranquillo. Capisco. Non ti preoccupare, Sho-chan…>> disse Masaki
<< Ti ho appena chiesto di non essere troppo gentile!>> protestò Sho
<< Ma… non è che posso cambiare carattere così, all’improvviso!>> disse Masaki, per difendersi
<< Lo so, ma… così è troppo difficile…>>
<< Ma non riesco a non essere gentile… soprattutto se fai quella faccetta, Sho…>>
Sho lo prese per le spalle. Masaki si ritrovò con la schiena contro il muro, il viso sconvolto di Sho a pochi millimetri dal suo.
<< Sho-chan?…>>
Sho si girò ed uscì dalla stanza. Masaki deglutì.
<< Ma-chan, tutto a posto?>> chiese Jun. Masaki lo guardò
<< Non c’è niente che sia a posto, Jun.>> disse, cupo.
Si sedette, cercando di smettere di tremare. Jun gli si inginocchiò di fronte e cercò il suo sguardo
<< Ma-chan…>>
Masaki lo guardò. Gli sorrise << Adesso mi ripiglio…>>
Sentirono un vetro che si rompeva e Kazunari lanciare un grido. Si girarono. Un enorme sasso era atterrato accanto a Kazunari, dopo essere rimbalzato sul muro, a pochi millimetri dalla sua testa. Kazunari era immobile, in piedi, guardando nel vuoto.
<< Kazu! Stai bene?>> chiese Satoshi, rientrando di corsa insieme a Sho.
Kazunari annuì, nonostante tremasse forte. Satoshi lo abbracciò stretto. Kazunari si staccò. Si chinò. Sul sasso c’era scritto qualcosa
<< “Attento a te, Ninomiya”… che carini…>> disse, cercando di scherzare, ma gli tremava anche la voce.
Sho lo sostenne .<< Ti cedono le ginocchia, Nino?>>
<< Parrebbe di si…>> disse lui. Poi scoppiò in singhiozzi, senza preavviso.
Sho lo fece sedere. << Ho paura…>> singhiozzò Kazunari
<< Ti sei visto morto, direi che è abbastanza normale…>> disse Masaki. Kazunari annuì.
Sho lo abbracciò << Nino, quando ci sei, avverti, ok? Intanto sfogati.>> disse. Poi guardò Masaki << Ma non avevano smesso?>> chiese.
<< Sembrava di si.>> disse Masaki. Poi guardò Kazunari, che tremava come una foglia.
<< Se trovo chi è stato, lo ammazzo.>> disse Satoshi.
Poi si girarono tutti verso Jun, che stava guardando dalla finestra. Masaki sentì un brivido corrergli lungo la schiena. Satoshi si irrigidì
<< O-chan… è lei… è lei che ho visto la notte dell’incidente…>> disse in un soffio.
Satoshi si morse le labbra. << Lo so.>> disse poi << Lo so da quando l’ho vista in metro…>> la sua voce era così cupa…
Kazunari, che intanto si era calmato, gli pese una mano
<< Toshi…>>
<< Ora preoccupiamoci del tour.>> disse.
Il giorno della partenza arrivò. Durante i preparativi ci furono un paio di discussioni animate tra Sho e Jun per quello che riguardava Masaki, ma si risolsero non appena Masaki minacciò di picchiarli con la scopa
<< Se dovete discutere di me come se non ci fossi, fatelo da un’altra parte!>> aveva detto. Loro avevano smesso immediatamente.
Erano arrivati un paio di biglietti minatori a casa di Kazunari, che però ormai era troppo arrabbiato per aver paura.
<< Non possiamo denunciarla… non abbiamo prove.>> aveva detto Sho, in tono amaro. Gli altri si erano rassegnati.
Il momento peggiore fu quando Satoshi andò a trovare i genitori, qualche ora prima della partenza. Suo padre non gli volle parlare. Sua madre lo guardò. Lo riconobbe. Satoshi si illuminò << Mamma…>>
<< Tu. Hai ammazzato mia figlia!>> gli disse lei.
Satoshi rimase bloccato, senza sapere che dire o che fare.
<< Io ti ho dato la vita, ti ho cresciuto, ti ho voluto bene, e tu mi hai portato via la mia bambina!>> urlò lei.
Kazunari trascinò via Satoshi, che era ancora bloccato. Si fermò solo davanti alla propria auto << Toshi…>>
<< Pensiamo al tour. Cinque pazzi in giro per il Giappone. Posso concentrarmi su questo?>> chiese. Kazunari sorrise ed annuì. Satoshi sorrise a sua volta.
Quando raggiunsero gli altri, pronti per partire, Jun notò subito che c’era qualcosa che non andava << Toshi…>>
<< Tranquillo Jun. Sto bene.>> disse lui << Almeno mi ha riconosciuto.>>
<< Si, e ti ha urlato dietro “hai ammazzato mia figlia”>> disse Kazunari, in tono tagliente.
Satoshi abbassò il viso << Avevo detto che non volevo pensarci…>> disse.
Jun lo abbracciò stretto
<< Che aspettiamo? Partiamo!>> disse Satoshi, staccandosi.
<< Ehm, magari aspettiamo Aiba, che sta litigando con sua madre al telefono… credo siamo già alla parte “mettiti la maglia di lana” “Mamma, piantala! Sono un adulto ormai”>> disse Sho
<< No, finito. Stavolta ci siamo fermati semplicemente a “mangia come si deve, che sei sciupato”.>> disse Masaki, arrivando. Abbracciò Satoshi
<< Mi soffochi, Aiba-chan!>> disse Satoshi, ridendo. Masaki si staccò
<< Gomen.. >> disse.
Satoshi sorrise << Ok, tour! Tour!>> esclamò, tutto pimpante.
Gli altri si guardarono << Ok, Riidaa!! Partiamo!>> disse Masaki, dandogli una pacca sulla spalla.
Il primo concerto iniziò. Senza intoppi. Perfino Masaki non ebbe particolari problemi a ricordarsi le coreografie.
Il solo di Satoshi andò bene fino a metà. Poi lui si bloccò. Non era mai successa una cosa simile. Satoshi si fermò sul palco, incapace di muoversi.
Jun prese in mano la situazione. Parlò coi fonici, per far partire il proprio solo. Uscì insieme agli altri, che tornarono nel backstage trascinandosi appresso Satoshi. Kazunari lo fece sedere, Masaki gli portò dell’acqua, Sho gli prese una mano
<< Riidaa, che ti succede?>> chiese Masaki. Satoshi aprì la bocca, ma non rispose. Riprovò, ma non uscì un suono.
<< Ok, bevi, intanto. >> disse Masaki. Satoshi prese il bicchiere, ma non riuscì a stringere e gli cadde. Masaki lo raccolse. Sorrise a Satoshi
<< Calmati un pochino. Non succede niente, ok?>> gli disse, in tono dolce. Satoshi lo guardò. Guardò Sho, che ormai lo abbracciava. Guardò Kazunari, che aveva l’espressione più preoccupata del mondo. Sentì Jun annunciare una piccolissima pausa e lo vide rientrare.
<< O-chan..>> disse Jun.
Satoshi si alzò. Lo prese per le spalle e lo guardò negli occhi. Non funzionava. Perché non funzionava? Iniziò a girare tutto. Jun lo fece sedere di nuovo. Satoshi iniziò a singhiozzare. Kazunari lo strinse forte. Le fans iniziarono a chiamare “O-chan! O-chan!” a gran voce
<< Toshi… lo sanno. Sanno tutto. I giornali hanno trovato i tuoi… quelle ragazze, la fuori, sanno tutto. E ti vogliono bene, a modo loro. Le senti? Ti stanno chiamando. >> aveva un tono dolcissimo, notò Satoshi. E non poté fare a meno di calmarsi. Si asciugò gli occhi. Sorrise
<< Ci sono… non vorrei mai deluderle… le ragazze possono essere molto pericolose, e lo sappiamo bene.>> disse.
Guardò i fonici, che fecero partire la base giusta, ed uscì sul palco.
Nessun intoppo questa volta.
Quando tornò nel backstage, era raggiante << Stavolta ho cantato proprio bene!>> disse, orgoglioso
<< E’ proprio vero.>> disse Jun, sorridendogli.
Kazunari lo abbracciò stretto << Bravo il mio Toshi!>> disse, poi corse sul palco
<< Vai, Nino-chan. Falle secche.>> disse Satoshi, sorridendo.
Gli altri notarono quanto affetto c’era in quello sguardo
<< Non ce la faranno mai.>> sospirò Masaki
<< No. Mai.>> sentenziò Jun
<< Eh? Cosa? Chi?>> chiese Satoshi
<< Nulla, Toshi, non preoccuparti.>> disse Sho