Jan 15, 2008 01:45
Penultima, attenzione...
Dopo l’episodio del primo concerto, non c’erano stati altri problemi. Il tour era finito senza altri imprevisti.
La madre di Satoshi l’aveva chiamato per scusarsi. Aveva deciso di rimanere nell’istituto, perché sapeva di non essere ancora guarita. Satoshi aveva pianto al telefono. Aveva parlato anche con suo padre, che gli aveva detto di stare tranquillo. Che ce l’avrebbero fatta. Che quello che gli avevano detto in quei mesi non l’avevano mai pensato
<< Sei nostro figlio. Ti vogliamo bene. E ci rimani solo tu. Da quello che ha detto la polizia, e quello che sta succedendo adesso, sono sicuro che non sia stato un incidente. Qualcuno vuole isolarti, Toshi. Stai attento…>> gli aveva detto. Satoshi aveva ridacchiato al telefono. Poi, una volta messo giù, ne aveva parlato con gli altri.
Sapevano cos’era successo. Sapevano cosa stava succedendo. Ma avevano altre cose a cui pensare. Il dorama, per esempio, per tutti. Jun aveva i primi problemi con i denti delle gemelline, che erano diventate intrattabili. Kazunari stava girando anche un film, nel frattempo. Sho si stava riprendendo, anche se continuava a tenere Masaki leggermente a distanza. Masaki, dal canto suo, cercava di dribblare le telefonate insistenti di Mariko.
Satoshi aveva accettato di parlare alla stampa di quello che era successo ormai sei mesi prima, previo consenso della JE.
Aveva avuto serie difficoltà a mantenere un’espressione normale mentre raccontava quello che era successo…
Quando la conferenza stampa fu finita, corse fuori. Kazunari era li ad aspettarlo. L’abbracciò. Satoshi lo guardò << Grazie, Kazu… >> bisbigliò
<< E di che? Sono solo stato seduto, mica ho fatto nulla…>>
<< Sei sempre qui quando ne ho bisogno… oddio, è stato terribile…>> disse Satoshi. Kazunari vide le lacrime formarsi negli occhi di Satoshi.
<< Toshi… riesci a resistere fino in macchina?>> gli chiese.
Satoshi si morse le labbra ed annuì. Kazunari lo prese per mano e lo trascinò. Appena seduto in macchina, Satoshi si nascose il viso tra le mani. Kazunari gli prese le mani, dolcemente. Lo guardò. Satoshi piangeva in silenzio. Tremava leggermente.
Kazunari non riuscì a trattenersi. Gli diede un bacio sulla guancia, per fermare una lacrima che stava scendendo. Poi l’altra guancia. Satoshi chiuse gli occhi. Kazunari gli baciò la fronte, le sopracciglia, gli occhi, asciugando quelle lacrime. Gli zigomi. Di nuovo le guance. Sentì le braccia di Satoshi stringerglisi attorno alla vita. Sentì le sue labbra, così vicine. Il suo respiro sul viso.
<< Che sta succedendo, Nino?>> chiese Satoshi, con un filo di voce. Kazunari non rispose. Si limitò a baciarlo. Un lungo, dolcissimo bacio.
Satoshi si staccò e lo guardò. Kazunari arrossì e si allontanò, guardando fuori dal finestrino. Sentì Satoshi sospirare.
<< Scusami.>> gli disse << Non so bene che mi sia preso…>>
<< Tranquillo…>> sospirò Satoshi.
Kazunari si girò a guardarlo << Non prenderla male. E’ stato… un momento… non… se ti da fastidio, non succederà più…>> disse.
Satoshi fece un mezzo sorriso, e con quello chiuse l’argomento.
<> urlò Jun, quasi strozzandosi col ramen.
Satoshi abbassò leggermente il viso << Ti dirò che… beh, non mi ha dato fastidio…>> disse.
<< Quello si sapeva. Ma… non pensavo che Nino sarebbe stato tanto audace…>>
<< Che intendi dire con “si sapeva”?>> chiese Satoshi
<< Eddai, O-chan! Il modo in cui lo guardi. Il fatto che noti l’esistenza del resto del mondo solo quando litighi con lui… sono stanco perché le gemelline non mi lasciano dormire, ma non sono rincoglionito fino a questo punto!>> disse Jun.
Satoshi arrossì violentemente << E’ il mio migliore amico…>> disse.
<< E hai detto a Masaki “mi da fastidio che parli con un altro uomo”. O-chan, certi lapsus sono emblematici, sai? E Aiba-chan è pettegolo, quando parla con me. >>
Satoshi abbassò il viso << Non è proprio il momento, però. Con il dorama, il film, la registrazione del disco nuovo…>>
<< E’ un periodo incasinato per tutti. Dovresti parlarne con Nino, sai? E’ una buona idea. Fidati di Jun…>>
<< Guarda che la tua vita sentimentale funziona solo perché Johnny ha paura di Miwako e non ha osato impedirti di sposarla…>> disse Satoshi.
Jun gli fece una linguaccia.
<< Veramente ha tentato di convincere me, una volta, a mollare lui. Mi ha dato dei soldi. Io li ho presi, mi sono comprata un vestito e sono andata all’appuntamento con Jun… >> disse Miwako.
<< La risposerei cento volte..>> disse Jun, con aria sognante
<< Miwa, sei un genio del male…>> disse Satoshi, ridendo.
Sho aprì gli occhi. Si sentiva fiacco. Aveva freddo. Che diavolo succedeva? Ricordava vagamente le riprese in esterna. Ricordava di essere tornato a casa. E poi? Perché era in bagno? Da quanto tempo era li? Almeno era vestito… e non doveva essere passato troppo tempo. L’acqua nella vasca fumava ancora… fece per alzarsi, ma le gambe non lo reggevano. Aveva paura…
Sentì una voce… dell’acqua fredda sul viso… sentì qualcuno che lo sollevava. Non capì bene come, ma si ritrovò a letto, sotto le coperte
<< Meno male che ti sei dimenticato la porta aperta…>> disse Masaki, sorridendogli debolmente.
Sho lo guardò. Perché Masaki era li? Si erano salutati finite le riprese quella sera. O meglio. Masaki l’aveva salutato, lui si era limitato a fuggire per non scoppiare a piangere…
<< Stai fermo qui. Torno tra poco.>> disse Masaki. Sho gli prese la mano. Masaki lo guardò << Stai calmo, Sho-chan. Ci metto poco. Promesso.>> disse. Si liberò, dolcemente.
Sho chiuse gli occhi. Allora non era un sogno…
Nel dormiveglia intravide movimenti. Sentì qualcosa di freddo sulla fronte. Sentì una mano tenere saldamente la sua. Coperte sistemate alla perfezione. Uno sciroppo dal gusto orribile…
<< Lo so, fa schifo. Ma funziona. E’ più efficace di qualsiasi medicina Jun possa mai tirare fuori dalla sua scorta personale. Poi mangia qualcosa, ti va? Te la senti? Se non altro per far passare il gusto…>>
Sho guardò Masaki, che gli sosteneva la testa con una mano, sistemando i cuscini con l’altra.
<< Da bravo, un po’ di brodo me lo mandi giù, ne?>> fece Masaki.
Sho annuì, nonostante il fatto che il brodo in questione l’avesse preparato Masaki lo spaventasse un pochino.
Masaki lo imboccò con la prima cucchiaiata. Era buono
<< Così ti scaldi bene…>> disse Masaki. << Hai preso super freddo stasera, durante le riprese… le esterne di sera in inverno senza giacca dovrebbero vietarle… tremavi, accidenti a loro… e poi… ho avuto davvero una sensazione bruttissima, allora sono venuto qui. Ho suonato, ma non hi risposto. Quindi ho provato ad entrare, e la porta era aperta… e tu eri svenuto in bagno… ho avuto tantissima paura…>> mentre parlava, Masaki continuò ad imboccare Sho. Finito il brodo, appoggiò tutto su un vassoio e fece per alzarsi. Sho gli prese un polso, guardandolo dritto negli occhi. Masaki arrossì. Si liberò
<< Dormi. Mi sono piazzato nella stanza dei tuoi. Tra un’ora passo a vedere come va la febbre. Tu riposati.>> disse.
<< Com’è che sei così pratico per queste cose?>> chiese Sho, cercando un argomento. Voleva che Masaki rimanesse in quella stanza con lui…
<< Non sono mai brillato per salute di ferro, eh…>> disse Masaki, sorridendo << Più o meno ho capito come funzionano i raffreddori e le influenze… se conti che ancora adesso me ne faccio un paio all’anno…>>
Sho lo guardò. Sorrise.
Masaki sorrise a sua volta. Gli rimboccò ancora le coperte ed uscì.
Come promesso, un’ora dopo tornò. Misurò la febbre a Sho. Era più alta. Prese una sedia e si sedette accanto al letto.
Sho si addormentò ascoltando il suo respiro. Si svegliò dopo tre ore. Masaki era sveglio e gli stava misurando di nuovo la febbre.
<< Scusami… ti ho svegliato…>> disse in un soffio.
Sho gli prese una mano e se la portò al viso. Masaki non si spostò. Si chinò e gli diede un leggero bacio sulla fronte.
<< Dormi. La febbre sta scendendo.>> disse.
Sho gli prese la nuca, affondando le mani nei capelli, e lo attirò a sé. Gli baciò le labbra.
Masaki chiuse gli occhi. Riuscì a liberarsi. Prese le mani di Sho. Lo guardò dritto negli occhi
<< Non andare così in fretta, Sho-chan..>> bisbigliò.
Sho vide un’espressione nuova su quel volto che conosceva così bene. Un’espressione fragile. Spaventata.
<< Ora dormi. >> detto questo, Masaki si girò ed uscì.
Sho si prese il viso tra le mani. Sentì le lacrime. Le ignorò, e si costrinse a dormire, ma quelle bagnarono comunque il cuscino.
Nella stanza accanto, Masaki guardava il soffitto, un dito appoggiato alle labbra senza nemmeno rendersene conto…
Kazunari e Sho si guardarono
<< Bella faccia Sho…>> disse Kazunari
<< Grazie, altrettanto..>> disse Sho.
<< Io ho baciato Aiba. Tu che hai combinato?>>
<< Io ho baciato O-chan.>> disse Kazunari, stringendosi nelle spalle.
Jun guardò Masaki e Satoshi << Adesso vi prendo le teste e le sbatto tra di loro… O-chan, tu devi parlare con Nino al più presto. Aiba-chan, tu… devi riuscire a capire che cos’hai sentito… andiamo, siete pure telepatici!>>
Masaki arrossì ed abbassò il viso << Non so… io… non… è così difficile… e poi Mariko… e…>>
<< Mariko è solo l’ultima di una serie di storie di copertura. Ci sarà un motivo se riesci a resistere dei mesi senza toccarle, ste benedette ragazze?! E le altre volte non c’era O-chan in ospedale! Quando tutte le tue storie vanno a finire nello stesso modo, allora devi iniziare a rivedere un po’ le cose…>> disse Jun. Masaki arrossì di più << Argomento interessante..>> disse << Ma non è così semplice, accidenti!>>
<< Beh, non arrabbiarti, ne!>> disse Jun
<< Non sono arrabbiato… sono solo confuso… gli ho detto di non correre, ma anche andando piano o che… non so che cosa succederà… non so cosa fare, non so cosa provo… >>
Jun e Satoshi si guardarono << Koneko…>> lo chiamò Satoshi.
Masaki gli fece un mezzo sorriso << Ci sono, Riidaa.>> disse.
Finite le riprese, Masaki si avvicinò a Sho. Aveva l’espressione preoccupata, e leggermente severa. Gli mise una mano sulla fronte, scostando leggermente il ciuffo. Poi prese un’espressione sollevata
<< Meno male… la febbre non è tornata… però stasera mi raccomando, stai al caldo…>> non riuscì a finire la frase. Sho, velocissimo, l’aveva abbracciato stretto. Masaki non riuscì a trovare la forza per liberarsi. In effetti non era sicuro di volersi liberare…
Sho lo sentì tremare << Lo so, sto correndo troppo, tu vuoi avere le idee chiare eccetera eccetera… ma io non reggo più, Ma-chan… davvero… ci sono dei giorni in cui non riesco nemmeno a guardarti, perché se lo facessi… mi viene da piangere, Ma-chan… quando ti vedo… io…>>
Masaki lo guardò negli occhi << Sho… io non sto capendo più niente…>> disse in un soffio. Gli nascose il viso nell’incavo del collo.
Sho sentì le lacrime di Masaki sul proprio collo << Ma-chan…>>
Masaki sospirò. Si staccò, si asciugò gli occhi. Fece per allontanarsi, ma Sho non lo lasciò andare
<< Sono io che ti ho fatto piangere, Ma-chan?>> chiese. Masaki scosse la testa << No… faccio tutto da solo… faccio piangere te, faccio piangere anche me… non capisco… non so cosa devo fare… non so nemmeno cosa provo…>>
Sho inspirò profondamente << Ok… cercherò di darti un po’ di tempo… se ci riesco… Masa…>> Sho aveva le lacrime agli occhi.
Masaki si morse le labbra << Ti prego, Sho… reggi…>> singhiozzò.
Ma Sho stava già piangendo. Masaki non poté far a meno di abbracciarlo stretto << Se fai così, bari!>> singhiozzò << Così non vale!>>
Sho gli si aggrappò. Masaki tremava di nuovo.
Sho si staccò e lo guardò << Che scemo… piangi e tremi…>> gli disse, sorridendo. Masaki gli fece una linguaccia. Poi iniziarono a ridere.
Satoshi li guardò dalla porta << Beh?>> chiese, alzando un sopracciglio.
I due smisero di ridere, rendendosi conto di avere ancora le braccia uno intorno alla vita dell’altro. Arrossirono e si staccarono
<< Non volevo staccarvi… è solo che dovremmo liberare la sala… >> disse. Masaki abbassò il viso ed uscì.
Sho rimase indietro. Si fermò vicino a Satoshi << E’ tanto confuso…>> disse. Satoshi annuì.
<< Però… forse una speranza c’è…>> continuò Sho
<< Non mettergli fretta. Rischi che fugga. O che crolli… è ancora abbastanza scombinato, non sfidare la sorte…>>
<< Stai parlando di lui o di te, O-chan?>> chiese Sho, alzando un sopracciglio. Satoshi si strinse nelle spalle ed uscì.
Kazunari si sdraiò. Aveva baciato Satoshi. Non riusciva a smettere di pensare a quel momento. Si era sentito così… << Strano.>> disse tra sé e sé.
<< Strano cosa?>> chiese Sho, chiudendo il libro. Si chiedeva perché Kazunari fosse di nuovo da lui, gli sfuggiva. Ma meglio che essere soli…
<< Quando ho baciato O-chan… mi sono sentito benissimo, ma allo stesso tempo stavo morendo di paura… beh, tu e Aiba che avete combinato? >>
<< Ci siamo abbracciati, abbiamo parlato, abbiamo pianto, ci siamo abbracciati ancora e abbiamo riso. Due idioti, insomma.>>
Kazunari ridacchiò. Poi si fece serio << Non so… vi vedrei bene… cavolo, siete pure telepatici… >>
<< Non è proprio così. E’ lui che sa sempre quando mi serve aiuto…>> disse Sho.
<< Beh, si avvicina parecchio al concetto di telepatia, direi.>>
Sho rise.
Masaki guardò Mariko. Si passò una mano sul viso. Proprio quello che gli serviva << Che ci fai qui?>> le chiese, in tono piuttosto tagliente
<< Se avessi risposto al telefono, qualche volta, sapresti che mi hanno sfrattata, o meglio, il mio attuale compagno mi ha sbattuta fuori…>>
<< Non credo sia un mio problema. Scusa se lo dico con questo tono, ma è così.>> disse Masaki
<< Mi serve un posto dove stare…>> singhiozzò lei
<< Dai tuoi sarebbe un’ottima idea.>> disse lui << O in albergo.>>
<< Non ho nemmeno i soldi per arrivare dai miei, figurati per andare in albergo…>> disse lei.
Masaki serrò la mandibola. Guardò bene la donna con cui era stato sposato. Nulla. Nessun effetto. Solo un leggero fastidio, dovuto al fatto che si rivolgesse ancora a lui, proprio ora che lui non ne aveva più bisogno, anzi, aveva bisogno di pensare a tutt’altro…
Entrò in casa, lasciandola entrare dopo di lui. Prese il cane di peluche, dei vestiti di ricambio ed uscì << Domani mattina ti voglio fuori di qui.>> disse, lasciando dei soldi in entrata.
Si chiuse la porta alle spalle e si infilò in metropolitana, incurante degli sguardi delle persone che lo riconoscevano. Scese. Camminò cinque minuti. Si fermò davanti ad una porta e suonò il campanello.
Satoshi guardò Masaki << Beh?>>
<< C’è Mariko da me. No ho voglia di vederla. Ne di parlarci. E’ stata scaricata, è senza casa e senza lavoro. E io non posso esserle di nessun conforto, adesso.>>
<< Mmm…>> commentò Satoshi, facendolo entrare
<< Il cane di peluche, Ma-chan? Crisi così nera?>>
<< No. Solo non voglio che sia nelle grinfie della strega…>>
Satoshi rise. << Ormai a lei non ci pensi più. Non con molto affetto, almeno…>> disse.
Masaki sospirò << No… a lei non ci penso più… non in maniera molto benevola… ci ho riflettuto molto, sai, e… beh, ci sono rimasto male, per come mi ha trattato… e quindi… non so, sono arrabbiato, mi da fastidio che mi cerchi. Non voglio più avere niente a che fare con lei. E soprattutto, non è lei la persona di cui ho bisogno…>>
<< Cerca di non correre troppo tu. Onde evitare che vi facciate male in due…>> disse Satoshi.
Masaki sorrise << Peggio di così non possiamo farci.>> disse. Arrossì violentemente << Argh! Nemmeno fossi una liceale!!! Arrossisco solo a pensarci…>> disse, con un sorriso da un orecchio all’altro.
Satoshi scoppiò a ridere e gli scompigliò i capelli << Sei kawaii in maniera letale, ti dirò. Sfido che Sho si sia preso questa sbandata colossale.. è troppo sensibile a tutto ciò che è carino…>> disse. Masaki sorrise. Sembrava giù, però
<< Koneko, che c’è?>>
<< Non so… vorrei… vorrei andare da lui, ma non sono sicuro del perché… non mi capisco più…>> disse. Poi si strinse nelle spalle e sorrise << Vabbè. Con calma ci arriverò.>>
Harumi guardò Satoshi che rideva con Masaki. Poi mise via il binocolo. C’era una sola cosa da fare, ed ora sapeva quale.
Si allontanò, con un sorriso stampato sul viso.