Eccoci qui con il quinto capitolo (alla buon'ora!!)
TITOLO: Remember
AUTORE: Jinny
GENERE: Au, Angst (e chi l'avrebbe mai detto!)
FANDOM: Arashi (e chi l'avrebbe mai detto!!)
PAIRING: Sakumoto ^^
RATING: pg-17
DISCLAIMERS: Questi due non mi appartegono, ma, non smetterò mai di citarvi (varie lettrici/scrittrici) si appartengono!!
NOTE: non ho idea di come mi sia venuta in mente questa XD
GIA' "PUBBLICATE":
1 2 3 4 Jun aprì gli occhi e sospirò. Si sentiva debole, ed ancora triste. Sho era rannicchiato accanto a lui
<< Ti sei svegliato.>> gli disse, sorridendo debolmente. Jun gli si fece più vicino
<< Scusami se ti ho urlato contro… è vero che tu non hai idea del tuo passato… stai piangendo, Sho?…>>
<< Di nuovo, si…>> disse Sho, sorridendogli tra le lacrime che avevano ripreso a scendergli sul viso. Jun lo baciò e lo sentì tremare
<< Sho-chan?…>>
<< Prima… mi hai fatto spaventare… tutte quelle lacrime, e le urla… sembrava che stessi per esplodere, nel vero senso della parola… >>
Jun tentò di sorridere, ma senza molto successo. Sospirò e gli si rannicchiò contro.
<< Un giorno ti ricorderai tutto, lo so… e allora sarà davvero difficile…>>
<< Jun, io c’ho provato di nuovo mentre dormivi… ho provato a ripensare a quello che mi ha detto quella donna, ma… non riesco a ricordare nulla…>>
<< Perché ha detto che avresti dovuto rimanere lontano da qui?…>> chiese Jun. Sho lo guardò, vedendo un essere terrorizzato a cui bastava una parola per andare in frantumi.
<< non ne ho idea…>> mormorò Sho. Si passò una mano sul viso, sentendo che il mal di testa era tornato. Tornava in media tre volte al giorno, rimanendo comunque sempre sopito in un angolo. Jun gli prese le mani e lo guardò dritto negli occhi
<< Ho fame.>> disse, serissimo. Sho resistette circa mezzo secondo, poi scoppiò a ridere
<< L’hai detto come se fosse la cosa più importante del mondo… e io che mi aspettavo chissà quale dichiarazione…>>
Anche Jun rise
<< Posso affermare andandone fiero che questa mi sia riuscita piuttosto bene.>> disse, inorgogliendosi tutto. Sho lo abbracciò stretto, trovandolo carinissimo. Jun gli si aggrappò, ridendo.
Poi scesero a preparare la cena. Continuarono a ridere tutto il tempo. Si ritrovarono con i piatti vuoti in meno di un secondo. Poi, non seppero come, iniziarono la guerra delle salse. Jun scoppiò in una fragorosa risata vedendo il ketchup sulla punta del naso di Sho. Poi gli si avvicinò, e con un bacio dolcissimo, prese il ketchup
<< Ah? Era solo voglia di ketchup, non un attacco d’affettuosità!>> disse Sho
<< Ovvio!>> disse Jun, mentre cercava di capire come fare a togliersi la salsa per i takoyaki dalla guancia. Ci pensò Sho, posando le labbra sulla guancia.
<< Argh! Mi hai leccato la guancia!>> lo accusò Jun, facendo l’espressione scandalizzata.
<< No.>> disse Sho, cercando di negare l’evidenza. Jun lo prese per il davanti della maglia e lo baciò. Sho cadde seduto sul pavimento, mentre Jun continuava a baciarlo. Sho fu il primo a staccarsi. Aveva una strana sensazione di dejà vu che lo bloccava. Qualcosa non quadrava… la testa gli diede una fitta fortissima, ma la ignorò. Si sentiva come se si fosse già perso in quegli occhi prima dell’incidente… Scattò in piedi e corse fuori dalla cucina. Sentì Jun seguirlo, ma continuò a correre. Imboccò sicuro il corridoio che portava alla scala della soffitta. Jun non ce l’aveva mai portato… salì in fretta la scala ed aprì la porta. Sapeva esattamente dove guardare. Aprì un armadio, in fondo alla grande stanza. C’erano dei vestiti che ricordava. Cadde in ginocchio a terra. Il flash era passato. Era in una stanza che non conosceva e non sapeva come tornare indietro. Sentì la mano di Jun posarsi leggera sulla sua spalla, mentre scoppiava in singhiozzi.
<< Credo sia meglio se per oggi vai a dormire…>> disse Jun, in tono dolce, abbracciandolo.
<< Non ho capito cos’è successo, ma mi hai spaventato davvero…>> disse. Sho gli sorrise
<< Non lo so nemmeno io…>> disse.
La notte fu la più lunga ed inquieta che avesse passato da quando era arrivato. Il mal di testa lo teneva sveglio, nonostante gli analgesici, e continuava ad avere degli strani sprazzi. Ora sapeva di avere davvero delle figlie. Due. Jun rimase seduto accanto al suo letto tutta la notte, ascoltandolo parlare delle due bambine, due gemelline di quasi cinque anni, Mikage e Sachiko. Non aveva idea da quanto non le vedesse e non ricordava di essere sposato. Sapeva solo delle bambine. Jun pianse, mentre Sho ne parlava, ma le loro mani non si staccarono un secondo.
<< E’ il secondo flash di oggi. Fai progressi.>> disse Jun, sorridendo. Sho guardò quel sorriso
<< Jun… sembri così triste…>> gli disse in un soffio. La testa gli pulsava forte, non riusciva a parlare.
<< E un po’ lo sono… adesso però ti porterei a far vedere… tutto questo mal di testa non è normale…>> disse, ed aveva l’aria preoccupata. Sho sospirò
<< Provo a dormire un po’, prima…>> disse. Jun annuì. Rimase seduto a guardarlo tutto il tempo. Finchè, tre ore dopo, Sho si svegliò sudato, con le lacrime agli occhi. Jun chiamò un taxi, cercando nel frattempo di calmare Sho.
Quando arrivarono in ospedale, Sho dovette lasciare la mano di Jun, e si sentì perso
<< Io sarò qui ad aspettarti.>> disse Jun. Sho annuì.
Jun si sedette su una panca, le mani strette in grembo. Avrebbe dovuto chiamare quella donna, lo sapeva. Ma non se la sentiva. Prese un enorme respiro e si diresse verso i telefoni. Compose il numero che la donna gli aveva dato. Lei rispose subito
<< Salve… sono Matsumoto… Sho è stato male questa notte… ora siamo in ospedale e stanno cercando di capire cos’abbia…>>
<< Cerchi di stare tranquillo. Adesso arrivo… devo portare anche le bambine, ma dovrebbero reggere… devo avvertire anche Kyosuke… poi le spiego… lei non sa proprio nulla, vero?…>> chiese Mika
<< Di cosa?>>
<< Del motivo che ha spinto suo fratello a fare quello che ha fatto…>> disse lei.
<< In effetti non ho idea di cosa gli passasse per la testa. Non l’ho mai avuta.>> disse, in tono rassegnato. Mika sospirò.
<< Un quarto d’ora e siamo li.>> disse lei. Jun si sedette sul pavimento, sotto ai telefoni. Si sentiva strano. Gli stava sfuggendo tutto di nuovo. Sho ricordava le sue figlie, e avrebbe ricordato anche il resto. Avrebbe ricordato di aver letto articoli sui Matsumoto,sulla casa, su tutta la faccenda e se ne sarebbe andato. Senza tornare mai più… sentì le lacrime rigargli il volto. Si portò le mani al viso. Si sentiva debole, indifeso. Non sapeva come sarebbe stato il suo futuro. Per un attimo aveva intravisto qualcosa di bello. Ma l’istante era già passato. Una mano gentile si posò sulla sua testa. Jun alzò il viso, incontrando gli occhi gentili di Mika.
<< Chi è questo signore, mamma?>> chiesero in coro due bambine identiche tra di loro.
<< Il signore che si è preso cura di vostro padre.>> disse Mika
<< Gli assomigliano così tanto…>> mormorò Jun. Mika annuì.
<< Vorrei parlarle, Matsumoto san.>> disse la donna << Ci sono delle cose che è giusto che lei sappia. Sho le ha cancellate, quindi mi sembra inutile parlargliene finchè non ricorderà qualcosa… vorrei evitare di confonderlo ancora di più… mi creda, vorrei anche evitare di farla soffrire ancora di più… ma è un suo diritto sapere la verità.>>
<< Mamma, è lo zio Kyosuke!>> disse una delle due bambine.
<< Brave, andate da lui. >> disse la donna, sorridendo. Le bambine corsero verso un uomo alto, dall’aspetto misterioso, e molto affascinante. Jun si sentì gelare.
<< E’ il mio attuale marito… io e Sho abbiamo divorziato poco dopo la nascita delle gemelle. Lui è stato comunque un padre molto presente… Kyosuke è, o forse era se Sho non recupera la memoria, il migliore amico di Sho… hanno fatto tutte le scuole insieme… durante il divorzio, e durante quello che c’è stato prima, ci è stato molto vicino, ed è finta che ci siamo innamorati… ci siamo sposati due mesi fa, poi siamo andati in viaggio di nozze, e lui viaggia molto per lavoro… a volte è fuori dal Giappone per mesi, e tendiamo a seguirlo… finchè le bambine non pretenderanno stabilità… ma quello che deve sapere lei, è quello che è successo prima…>> disse la donna. Jun sentì che la sua gola si stava chiudendo. L’angoscia l’avrebbe soffocato in poco tempo, se quella non parlava più che in fretta…