Kleenex Requested

Jun 10, 2008 23:26

TITOLO: La principessa della luna
AUTORE: Jinny
GENERE: Drammatico abbastanza (che è una specie di tempo musicale... nn sto bene...)
FANDOM: Arashi (giura!)
PAIRING: Eddai che si è capito!! (per ora... buahahahaha!!! ok, sono crudele)
RATINGS: pg-13, giusto per essere a posto
DISCLAIMERS: Johnny voleva regalarmi gli Arashi, ma loro si sono rifiutati categoricamente "Io voglio essere del vecchio" ha dichiarato Ohno in una recente intervista "Ti seguiremo ovunqui, Riidaa. Sei il nostro Riidaa, dopotuto." ha commentato Jun. Gli altri sono d'accordo con i due sopracitati
NOTE: A questo punto ho seimila idee, seimila "porte aperte"... abbiate pazienza, sarà uno dei miei polpettoni... -_-'

Masaki si stiracchiò, cercando di ignorare le fitte con cui il suo collo e la sua schiena stavano cercando di vendicarsi per la notte passata su una sedia, con le braccia incrociate sul letto di Shizuka. La bambina aveva avuto incubi, ma non era stata male. Niente tosse, niente sangue. Non voleva illudersi, ma non riusciva a non sperare… le scostò una ciocca di capelli dalla fronte. Niente febbre…

<< Meno male…>> mormorò. Poi ripensò a quello che era successo il giorno prima. Ripensò a Kazunari che piangeva. Ripensò a quello che gli aveva detto.

<< Il tuo papà è un po’ scemo, sai?>> sussurrò. Accarezzò ancora la fronte di Shizuka, che continuò a dormire imperterrita, si alzò ed uscì dalla stanza. La batteria del telefono gli fece notare di essere scarica, e lui si diresse verso i telefoni pubblici poco lontano. Compose il numero di Kazunari ed attese. Come sempre, Kazunari rispose al terzo squillo.

<< Sono io…>> disse Masaki. Sentì Kazunari sospirare.

<< Kazu, mi spiace… davvero… non volevo arrabbiarmi così… stai male, è ovvio, e… temo sia ovvio anche che tu volessi dichiararti… la amavi… >>

<< Non sforzarti. Se sei arrabbiato, va bene… >>

<< Non sono arrabbiato. Non voglio esserlo, e sinceramente non ho la forza per essere arrabbiato con te. Fa troppo male…>>

<< Buon anniversario, Fumio.>> disse Kazunari. Masaki rimase un attimo in silenzio, poi sospirò

<< Ok… io non voglio essere arrabbiato con te, ma… tu vuoi che io lo sia… perché?>> chiese

<< Perché il tuo comportamento non è normale. Io andavo a letto con tua moglie, e tu mi sei rimasto amico, ti dico, seppur non direttamente, che volevo portartela via nel giorno del vostro anniversario, e lei è appena morta, tu mi mandi via, ma mi chiami il giorno dopo per chiedermi scusa… non è normale!>>

<< Mia moglie si è ammazzata. Anche questo non è normale.>> replicò Masaki. Stava tentando con tutte le forze di mantenere la calma, ma a volte Kazunari riusciva a fargli perdere completamente le staffe, e sembrava che quella mattina ci si stesse mettendo d’impegno

<< Diciamo che il tuo comportamento non è umano, preferisci? >>

Masaki sospirò

<< Nino, per favore… io non voglio essere arrabbiato con te… io ho bisogno di te…>>

<< Non ce la faccio, Aiba. Sono andato a letto con tua moglie perché l’amavo. E la amo tutt’ora. Tu dici di avere bisogno di me, ma… io non riesco a sostenerti. Tu eri sposato con la donna che amo. Hai avuto una figlia da lei. Hai ancora un pezzo di lei, accanto. Mi dispiace, ma adesso non ce la faccio.>> detto questo, Kazunari riattaccò. Masaki attaccò a sua volta, tremando forte, cercando di non cedere. Inspirò e prese in mano il telefono. Ricompose il numero. Kazunari rispose al terzo squillo

<< Che vuoi adesso?>> chiese, secco. Masaki diede un pugno al muro

<< Voglio solo chiarirmi con te.>> disse Masaki, altrettanto secco

<< Non c’è nulla da chiarire…>>

<< Ah, no? Ti dirò una cosa. Il Nino che ho conosciuto in questi quindici anni non è così. Non si tira indietro quando gli altri hanno bisogno di lui. Non provoca apposta le persone quando sono più fragili. Non ho idea di che cazzo ti sia preso, ma io rivoglio il mio Nino-chan…>>

<< Non fare il bambino ritardato!>> urlò Kazunari << Io volevo tua moglie, porca puttana, e adesso che è morta… beh… scusami, ma ho appena perso la donna che amo, non sono dell’umore adatto a sostenere qualcuno. Tantomeno la persona che me l’ha portata via quando ancora era in questo mondo!>>

Masaki chiuse gli occhi

<< Ok.>> disse << Ve bene. Ho capito. Ce la farò anche senza di te. Siamo colleghi, nulla di più. Bene. Ci vediamo domani al lavoro.>> detto questo, riattaccò. Si accucciò sotto i telefoni, nascondendosi il viso tra le mani. Sentì un tocco sulla spalla e si girò. Si perse un attimo negli occhi di Jun, poi gli gettò le braccia al collo, serrando gli occhi.

<< Che succede?>> chiese Jun, in tono dolce.

<< Nino… >> disse semplicemente. Poi sospirò e si staccò da Jun. Si alzò e lo aiutò ad alzarsi

<< Grazie Jun-Jun…>> disse, sorridendo dolcemente << Anche se mi sa che ti ho fatto qualcosa… ma pare che ultimamente io faccia solo danni…>>

<< Non mi hai fatto niente. Ero solo… beh… un po’ geloso… >> disse, arrossendo. Masaki lo guardò, Poi spalancò occhi e bocca

<< Ah? >> chiese, a voce altissima. Jun gli mise una mano sulla bocca, per zittirlo

<< Non urlare… è entrato da Shizu, potrebbe sentire…>> sibilò. Masaki annuì e Jun gli tolse la mano dalla bocca

<< Ma da quando?>> chiese. Jun arrossì violentemente

<< Da più o meno un anno… ma… beh, ho paura che fugga… ho paura di fargli schifo… beh, già che tu non fugga urlando…>>

<< E ci sei arrivato solo un anno fa?… solo, ecco, non pensavo Sho… pensavo ti piacessero di più tipi, che so, come Oguri kun…>>

<< Beh, in effetti… no…>> disse Jun, ridacchiando. Masaki sorrise e gli scompigliò i capelli

<< Faccio il tifo per te, Jun-Jun.>> disse, sorridendo. Jun sorrise a sua volta, poi tornò serio e fermò Masaki, prendendogli la mano

<< Mi dispiace davvero, per ieri…>> disse. Masaki si girò a guardarlo e gli sorrise

<> disse

<< Ma… sei esploso in quel modo… io… non ti avevo mai visto in quello stato… urlavi, e piangevi forte… scusami…>>

Masaki sospirò

<< Non mi avevi mai visto in quel modo, ma… non sono mai rimasto vedovo, prima…>> disse, stringendosi nelle spalle. Jun sorrise

<< Baka…>> mormorò, abbracciandolo stretto. Masaki gli si aggrappò

<< Yacchan mi manca da morire, ho paura per Shizu, ho litigato con Nino… sta andando tutto male, Jun-Jun…>> mormorò, poi alzò il viso e si staccò leggermente da Jun

<< Scusa, mi sto sfogando con te…>> disse, sorridendo, e si allontanò. Jun lo guardò entrare nella stanza di Shizuka, ma rimase dov’era. Aveva davvero paura che Masaki crollasse. Non era più bloccato o spento, ma era comunque fragile. Molto più fragile di quanto l’avessero mai visto…

<< Per favore, reggi…>> mormorò.

Sho guardò Masaki che svegliava dolcemente Shizuka per darle la colazione. Non l’aveva mai visto all’opera come padre. L’aveva già visto alle prese con i bambini, nelle varie trasmissioni, ma in tre anni non aveva mai visto com’era il Masaki padre nel privato. Shizuka aprì gli occhi, poi li richiuse

<< E’ presto…>> protestò

<< Amore, dai… devi fare colazione… sennò poi viene tardi e non ti fanno più mangiare fin dopo la visita…>> disse Masaki, cercando di convincerla con baci e carezze. Shizuka si stropicciò il viso, impigliandosi nell’ossigeno. Masaki le sistemò immediatamente i tubicini, dandole un altro bacio sulla fronte ed aiutandola a mettersi seduta. Lei gli si aggrappò, e rimase ferma per un tempo che a Sho sembrò interminabile

<< Mi manca la mamma…>> disse la bambina, poi, staccandosi e mettendo il broncio. Masaki sospirò e le si sedette accanto

<< Lo so, piccina… manca tanto anche a me, ma… non possiamo fare niente… andando avanti ci sentiremo un po’ meglio… e poi… noi due sappiamo un segreto che non sa nessun altro…>> disse, con aria cospiratoria. La bambina rise, poi si fece seria

<< Possiamo dirlo a zio Sho?>> chiese

<< Dipende. Se fa il bravo, puoi raccontarglielo, sennò no…>> disse Masaki. Shizuka annuì, convinta, mentre Masaki e Sho ridevano.

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