Un altro amabile quadretto familiare

Jul 26, 2008 23:26

Altra storia scritta per la Pannolini!Challenge.

Titolo: Un altro amabile quadretto familiare
Autore: eru_elysha
Rating: TT
Serie: Comica


L'Angelo Inciampato e, momentaneamente, disperato, osservò ancora la confezione, cercando le istruzioni.
La facevano semplice, quelli della ditta! Li avrebbe denunciati tutti quanti, oh sì che lo avrebbe fatto: avrebbe chiesto loro una somma indefinibile per i danni morali e psichici che le stavano causando i loro abominevoli prodotti.
Mai far arrabbiare Shanael, l'Angelo laureato. Mai.
Inoltre aveva appuntamento dall'estetista e dalla parrucchiera entro breve, non aveva tempo materiale per continuare a provare.
Urgeva trovare una soluzione.

Il telefono squillò con prepotenza esasperante.
Kurogane borbottò qualcosa d'incomprensibile e si voltò dall'altro lato, affondando la testa tra il cuscino e le coperte per smorzare il rumore prodotto da quell'aggeggio infernale che Fay aveva voluto in casa.
“Sì?”
Fu Fay, infatti, a raggiungere la cornetta e a rispondere, la voce ancora impastata di sonno ma pur sempre allegra.
“AIUTATEMI!”
Il Mago assunse un'espressione perplessa per un istante, poi fece un sorriso assonnato.
“Scusa un secondo.” Disse alla persona dall'altro lato della cornetta, andando poi dal lato del letto di Kurogane e tirandogli via con forza le coperte per porgergli il telefono. “È per te, Kuro-tan.”
Il Ninja bofonchiò una trafila di bestemmie in direzione del Mago e della persona che aveva chiamato, poi prese la cornetta.
“Pronto.” Rispose bruscamente, guardando la sveglia e notando che erano soltanto le dieci del mattino.
Fosse dannato chiunque avesse osato svegliarlo all'alba.
“Aiuto!”
Riconobbe all'istante la voce del suo sadico interlocutore, poiché l'aveva sentita infinite volte, alla fine di ogni mese, che gli ricordava di pagare la rata di questo o di quell'oggetto appartenente a Samuele Liutprando.
Suo figlio.
“NO!” Esclamò quasi gridando, tendendo la cornetta del telefono a Fay; il Mago lo guardò con un cipiglio di disapprovazione.
“Kuro-wanko, non puoi trattare così l'avvocato di tuo figlio. - Disse, puntandogli l'indice all'altezza degli occhi - Se poi ti fa causa per maltrattamenti lo sai che ci lascia in mutande.”
Il Ninja, ormai completamente sveglio, si alzò a sedere sul letto e iniziò a rigirarsi la cornetta tra le mani con aria pensierosa. Dopo alcuni istanti, istanti in cui l'Angelo Disperato aveva continuato a implorare il suo aiuto, si appoggiò di nuovo il ricevitore all'orecchio.
“Che c'è?” Domandò con il tono della voce palesemente irritato.
“Aiuto!” Esclamò Shanael, quasi in preda alle lacrime.
“Sì, questo l'ho capito, razza di sottoprodotto angelico. - Sbottò con rabbia - Ma in che cosa?”
L'Angelo Inciampato divenne l'Angelo rinvigorito. “Sono a casa tua tra... - fece una breve pausa - circa cinque secondi.” E riattaccò la cornetta.
Cinque secondi dopo il campanello della dimora del Ninja e di sua moglie, il Mago, suonò con prepotenza e arroganza.
Fay si diresse ad aprire la porta e l'Angelo Disperato, ma Rincuorato, entrò in casa scostandolo da una parte, dirigendosi a passi svelti verso la camera da letto, dove, ancora inconsapevole, Kurogane stava indossando un paio di pantaloni.
I loro occhi si incrociarono, disperazione contro rabbia più pura, poi...
“Nghè!”
Il Nero Primogenito palesò la sua presenza richiamando l'attenzione del padre con l'unica cosa che sapeva dire - e che in realtà non aveva molto senso.
“Ah.” Rispose il Ninja, finendo di infilarsi i pantaloni e tornando ad osservare Shanael con una sorta di sguardo omicida che avrebbe dovuto essere d'effetto, se colei che lo riceveva non fosse stata immortale.
“Ecco. - Disse poco dopo l'Angelo Rinfrancato, passando il bambino al Ninja come se fosse un pallone da hockey - Io torno tra qualche ora, tempo di manicure, pedicure e parrucchiera.”
Fece per andarsene, ma una mano grande il doppio della sua l'afferrò per un lembo del mantello. “Cosa dovrei farci io con questo... questo coso?” Domandò Kurogane furente.
Shanael fece spallucce. “Quello che vuoi, suppongo. Basta che quando torno a prenderlo sia ancora vivo.”
“Ma... - non sapeva neanche cosa dirle per dissuaderla dal lasciargli quell'ingombrante fardello - Dov'è sua madre?”
L'Angelo tornato Disperato sospirò. “Ha una crisi d'identità. - Rispose - In questo momento credo che stia correndo a cavallo di un cervo con delle foglie di fico addosso, facendosi chiamare Fonty. Mi raccomando: niente rutti, niente parolacce, niente giochi pericolosi e niente cibi ipercalorici.” E così dicendo fece per andarsene, dirigendosi verso la porta; quando vide Fay in cucina che preparava il caffè, ebbe improvvisamente l'illuminazione.
“Ah!”
Il Mago biondo di voltò di scatto, sobbalzando per la paura.
“Eh?” Chiese.
Shanny schioccò le dita e sul tavolo della cucina apparve tutto il set d'asporto del Nero Primogenito: borsone con biberon, pannolini, salviette, cremine, asciugamani... anche il ciuccio, che era assolutamente indispensabile per la vita di Samuele Liutprando.
“Ecco, - disse a Fay - così avete tutto il necessario. Ah, Fay?”
“Sì?” Rispose lui, timoroso.
“Deve essere cambiato”
E poi se ne andò.

“Lo sapevo che era una truffa!”
Kurogane arrivò sbraitando in cucina, facendo prendere un secondo spavento a Fay nell'arco di dieci minuti.
“Che succede, Kuro-pii?” Domandò il Mago sinceramente perplesso.
“Quest'essere disgusto è pieno di me...”
Fay aveva cambiato espressione, da perplessa a furente.
“Non chiamare tuo figlio in quel modo, Kuropipì. E se ha fatto cacchina vagli a cambiare il pannolino prima che il Pulcino inizi a strillare.”
Kurogane guardò il bambino puzzolente che aveva tra le braccia, poi guardò il Mago; di nuovo il bambino puzzolente e poi la moglie. Di nuovo il figlio e Fay. Il frutto dei suoi lombi ricattati e l'amore della sua vita.
“Perché non lo cambi tu?” Domandò, porgendo il bambino all'altro.
Nei suoi occhi, una luce che implorava Fay di prenderlo e pulirlo dalla massa di mer... Oddio, non ce la faceva neanche più a pensare parolacce quando aveva quel bambino tra la braccia.
Fay fissò entrambi per alcuni istanti, poi si avvicinò al bambino.
“Che ne dici Samuele? Esoneriamo papà Kuropupù dal compito di cambiarti il pannolino almeno per quest'oggi?” Domandò sorridendo al bambino.
“Nghè!” Esclamò il Nero Primogenito e il Mago lo prese per un sì.
Prese il bambino dalle braccia muscolose del Ninja, decisamente troppo grosse per tenere in braccio comodamente qualcuno di piccolo, poi si diresse in bagno per cambiarlo più comodamente.
Kurogane lo seguì, portando il borsone che l'Angelo seriamente nei guai aveva lasciato a casa loro e osservò la moglie cambiare Samuele Liutprando con abilità, come se cambiasse dei bambini tutti i giorni.
Quando ebbe finito, Fay gli porse il pannolino sporco, chiedendogli di andare a buttarlo fuori e di portare via la spazzatura.
Kurogane sospirò e si allontanò col sacchetto che odorava in maniera indecente di mer... No, era ancora troppo vicino al bambino per poter pensare parolacce. Sospirò di nuovo, gettando il sacchetto nel bidone davanti al vialetto di casa: alla fine, il pannolino sporco gli era toccato ugualmente.

Shanael, l'Angelo con la french manicure alle unghie delle mani e dei piedi, tornò quattro ore dopo.
“Be', grazie dell'aiuto.” Disse, mentre faceva sparire il borsone e prendeva tra le braccia Samuele Liutprando.
“Non ringraziarci, - le disse Fay - dopotutto Kuro-myu è suo padre.”
Kurogane, che stava borbottando imprecazioni e maledizioni sottovoce, fissò l'Avvocato del Nero Primogenito con rabbia. “Non è che abbiamo potuto scegliere.” Disse.
Shanael si voltò e guardò il Ninja con uno sguardo che avrebbe gelato l'Inferno.
“Se fossi in te starei attento. - Disse - Morty... cioè, Fonty, vuole crescere SamuLiut come un figlio dei fiori.” E così dicendo uscì dalla porta per tornare nel Mondo Riflesso, lasciando i due coniugi a pregare per la salvezza di quella piccola e sventurata creatura.

fay, nero primogenito, kurogane, shanny

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