Fic: L'anniversario rovinato

Apr 05, 2011 21:29


Tempo di scadenza delle missioni settimanali del COW-T, ovvero tempo di fic, per me! Mi riduco sempre all'ultimo, lo so, sono una causa persa. XD
Va bene, ma questa volta non potevo evitare di usare questo prompt, era un'occasione troppo ghiotta: quei pazzi di maridichallenge ci hanno assegnato un prompt "switchgender" (che è una cosa che veramente io ho sempre sentito chiamare genderswap, ma il concetto è quello: un poveretto o più poveretti che cambiano sesso improvvisamente. XD), ed io è tipo un secolo che volevo scrivere una cosa del genere... anche se sono stata costretta a contenermi causa scadenza, la fic è lunghetta comunque, quindi siete avvisati.
Va bene, la pianto, la pianto!
Alle note, e forza Vampiri!!!

Fandom: HP
Rating: R
Personaggi: Remus/Sirius, James e Peter en passant
Avvisi: Slash, Het, Lemon non grafica, linguaggio e naturalmente Switchgender
Disclaimer: I personaggi sono di JKR, il prompt di maridichallenge , e le due cose, credetemi, si combinavano da sole.
Riassunto: Sirius è un idiota curioso, e Remus deve decisamente ampliare le sue vedute.

Un Assaggio: "Tra i Malandrini vigeva una regola ferrea: chi faceva arrabbiare Sirius poi lo doveva calmare, senza che ci andassero di mezzo gli altri due; Remus non aveva mai avuto timore di affrontare quel compito, nonostante Peter ne fosse terrorizzato e lo stesso James, più di una volta, avesse rimediato un occhio nero in situazioni simili."



L'anniversario rovinato

-Remus, non l'ho fatto apposta!-
Sirius afferrò per il gomito Remus che si stava allontanando, furioso. Lui dal canto suo non gli permise di costringerlo a girarsi, ma smise di correre via per nascondere la sua irritazione, e lasciò che prendesse il sopravvento.
-Tu non lo fai mai apposta, Sirius- ringhiò, impedendosi di pentirsi per quel colpo basso gratuito, troppo arrabbiato per frenarsi dal far pagare a Sirius la sua ultima bravata cretina con conseguenze impreviste.
Sirius gli lasciò il braccio come se si fosse scottato, e solo allora Remus si girò a guardarlo.
A guardarla. L'ennesima stupidaggine di Sirius si era trasformata in quel pasticcio assurdo; al posto del mento ruvido, del torace magro e delle spalle rigide di Sirius c'erano una mascella morbida, una figura esile e un discreto paio di seni che tendevano la stoffa della camicia della sua divisa.
Sirius aveva preso chissà quale stupida pozione, ed improvvisamente Remus si era ritrovato con una ragazza: molto bella, certo, e in qualche modo decisamente simile a Sirius, ma comunque una ragazza.
Remus l'aveva trascinato dalla McGranitt mentre lui ancora rideva della sua faccia sconvolta, prima ancora che capisse che Remus non la stava affatto prendendo come uno scherzo; sfortunatamente per entrambi, la professoressa aveva confermato che gli effetti della pozione sarebbero svaniti da soli, sì, ma in qualche giorno, sicuramente non per la serata successiva.
-Remus, ma era solo...-
-Uno scherzo?- chiese Remus, sempre più sleale, ma sempre più incazzato, anche. -Stavi per dire solo uno scherzo? L'ho già sentita, questa- sbottò.
Sirius impallidì un poco, poi le sue guance si colorarono di rosso, mentre, proprio come Remus, cominciava ad arrabbiarsi per quella situazione.
-Uno scherzo in cui nessuno si è fatto un bel nulla!- disse, alzando la voce. -Innocuo!-
-Sì, be', non hai pensato a domani sera, vero?- chiese Remus, arrivando al punto.
Sirius avrebbe dovuto capirlo che era quello ad infastidirlo; dopo tutto stavano insieme da un anno, no? Anzi, un anno preciso la sera successiva.
-Certo che ci ho pensato, ma credevo che l'effetto della pozione durasse poche ore! Sai che sono curioso, e poi...-
Sirius si interruppe, arrossendo furiosamente e guardandosi le scarpe.
-E poi volevi divertirti a vedere la mia faccia, no?- chiese Remus. L'espressione di Sirius lo spingeva a volersi controllare, ma così vicino alla Luna piena non era comunque facile, e poi Sirius aveva rovinato con la sua trovata un programma a cui Remus teneva.
-Io pensavo che avresti riso- sussurrò Sirius, e guardò Remus con l'espressione tradita e colpevole insieme che in genere bastava ad intenerirlo.
Ma la faccia di Sirius aveva inevitabilmente qualcosa di sbagliato, così.
-Non sto affatto ridendo,- rispose Remus, -perché non so se l'avevi notato, ma sono dieci giorni che mi porto avanti con i compiti e incastro tutti i turni da Prefetto che posso, in modo da poter trascorrere domani sera in pace con te e la Luna la sera dopo senza che una delle due cose salti. Invece adesso passerò la giornata a cercare qualcosa che ti faccia tornare Sirius, senza tette, in tempo per il nostro anniversario che non festeggeremo, visto che domani sera dovrò recuperare il compito di Incantesimi che contavo di fare oggi. E per quanto ci tenessi alla nostra serata, temo che la Luna piena non possa saltare. Gran bello scherzo, Sirius, davvero-.
-Ma Remus...- cominciò a ribattere Sirius, e Remus lo fulminò con un'occhiataccia che lo costrinse a chiudere la bocca.
-E a quanto pare non capisci nemmeno quando è il caso di lasciarmi sbollire dieci minuti in pace- concluse, girandosi ed allontanandosi davvero.
Non era la prima volta che litigavano in quel modo, generalmente in seguito ad una delle cazzate di Sirius o, più gravemente ma anche più di rado, in occasione di un attacco di autocommiserazione di Remus. Quel tipo di discussioni tra loro erano facili a scoppiare soprattutto a ridosso della Luna piena, nei due o tre giorni prima in cui Remus era veramente nervoso ed intrattabile, e Sirius lo sopportava tirando al massimo la sua di norma scarsa pazienza.
Tuttavia qualcosa cambiò quel giorno, rispetto alle altre volte.
Remus si aspettava che Sirius lo seguisse come al solito, un po' a distanza e in silenzio, lasciandolo sbollire e ridacchiando piano nel sentirlo sbuffare; poi, una volta passata la rabbia nervosa, Remus si sarebbe girato verso Sirius che gli avrebbe sorriso, e di lì sarebbe stato breve fare pace.
Invece quella mattina Sirius non lo seguì. Remus, già in fondo al corridoio, si voltò stupito udendo i suoi passi che correvano lontano.

Remus si decise ad andare a cercare Sirius solo un paio d'ore dopo, quando gli fu chiaro che la biblioteca di Hogwarts non forniva più indicazioni della professoressa McGranitt su eventuali rimedi alla pozione che Sirius aveva ingurgitato senza pensarci.
In effetti, si trattava di una pozione innocua, e per questo nessuno si era mai preoccupato di cercare un antidoto; gli effetti duravano da qualche giorno ad un paio di settimane, e per quanto la durata della trasformazione si potesse prevedere con un complesso calcolo aritmantico, per saperlo con certezza Remus avrebbe dovuto conoscere dati come il tempo atmosferico al momento della nascita di Sirius, l'esatta posizione di quattro pianeti del momento in cui aveva bevuto la pozione e il peso numerologico degli ingredienti usati; come se non bastasse, per poter anche solo azzardare una vaga stima Remus avrebbe dovuto, quattro anni prima, scegliere di studiare Aritmanzia invece che Antiche Rune.
Rinunciando in un colpo a trovare una soluzione e alla sua serata con Sirius, Remus chiuse i libri e si diresse verso il dormitorio. Se Sirius era ancora arrabbiato per il litigio di poco prima, forse era il caso di parlarne; ma più che altro Remus sospettava che il suo ragazzo, che purtroppo al momento era la sua ragazza, fosse in realtà in preda ad un capriccio à la Sirius Black, una situazione che conosceva bene e che aveva avuto diversi risvolti positivi, in passato.
Come volevasi dimostrare, pensò Remus con soddisfazione entrando in dormitorio, le tende del letto di Sirius erano chiuse e James e Peter stavano studiando seduti per terra in religioso silenzio, segno che come aveva previsto Sirius era di cattivo umore e tutti si stavano adeguando.
James alzò gli occhi dal suo libro di pozioni e lo salutò con un cenno della mano, seguito immediatamente da un esplicito gesto di silenzio da Peter, condito con un'occhiata significativa lanciata al letto incriminato.
Sembrava esserci una sorta di nuvola nera nel centro della stanza; ma Remus, che non si era mai lasciato impressionare dal caratteraccio di Sirius, sorrise nel ricambiare il saluto degli amici, e si diresse immediatamente verso il suo baldacchino.
Tra i Malandrini vigeva una regola ferrea: chi faceva arrabbiare Sirius poi lo doveva calmare, senza che ci andassero di mezzo gli altri due; Remus non aveva mai avuto timore di affrontare quel compito, nonostante Peter ne fosse terrorizzato e lo stesso James, più di una volta, avesse rimediato un occhio nero in situazioni simili.
Ma Remus, anche prima che tutto cominciasse, aveva sempre goduto di un trattamento speciale.
Con un gesto secco indicò agli amici il letto di Sirius, chiedendo come andassero le cose con un'occhiata che ormai chiunque in quella stanza conosceva; Peter si strinse nelle spalle e James si passò una mano sulla gola, poi fece il gesto di accarezzare due angurie sul proprio petto e si picchiettò la testa, ridacchiando in silenzio ed alzando gli occhi al cielo.
Il messaggio era chiaro: Sirius in versione ragazza era persino più pericoloso che di solito.
Con un sospiro finto ed esagerato, Remus posò la borsa e scivolò rapidamente tra le cortine.
Sirius era al buio, accoccolato sul letto, con le ginocchia strette verso il petto e gli occhi chiusi.
Remus vedeva poco più che una sagoma, in realtà; però conosceva bene quell'atteggiamento e di norma sapeva come prenderlo.
-Ho esagerato- ammise quietamente.
Sirius tirò su col naso. -Lo so- rispose, e Remus notò per la prima volta il deciso cambiamento di tono nella sua voce, che gli era sfuggito quando era arrabbiato. -Colpa della Luna- continuò Sirius, senza muoversi.
-Sei arrabbiato?- gli chiese Remus, anche se sembrava palese.
Sirius si tirò a sedere e lo guardò. -Non con te- disse. -Non avevo capito che tu stessi organizzando qualcosa per domani sera- ammise, -e sono stato un idiota-.
Remus rise; Sirius aveva ampiamente dimostrato di essere sempre e comunque un idiota, ma questa volta veramente non si era fatto male nessuno, e se evitava di provocarlo di nuovo fin dopo la Luna piena nessuno se ne sarebbe fatto.
Sirius accese la bacchetta con un incantesimo non verbale, e scrutò il viso di di Remus, mordendosi distrattamente un labbro. Evidentemente era chiaro che fosse più rilassato, perché anche il viso di Sirius si distese.
-E' proprio saltata la serata di domani?- chiese, un po' impacciato. -Posso farti copiare i compiti di incantesimi-.
Remus rise di nuovo. -Non li hai fatti, i compiti di incantesimi- gli fece notare.
Sirius scrollò le spalle. -Posso farli domani pomeriggio anche per te-.
Remus lo guardò.
-Vedremo- rispose, come Sirius si aspettava, per tenerlo un po' sulle spine. -Adesso esci di qui e di' qualcosa a James e Peter prima che pensino che ci siamo uccisi, dai- scherzò, e Sirius sorrise e si affrettò ad obbedire.
Remus rimase seduto nel suo letto ancora qualche minuto, riflettendo su come incastrare di nuovo le cose per riprogrammare la serata successiva, come se niente fosse.
Alla fine decise che per una volta poteva lasciare che Sirius facesse i compiti per lui, visto quante volte era accaduto il contrario; e per il momento non gli venne in mente nessun altro buon motivo per mandare a monte la serata del loro anniversario.

Sfortunatamente, scoprì un buon motivo già quella stessa sera.
Si era lavato i denti, si era messo il pigiama e aveva dato la buonanotte agli altri, prima di stendersi nel suo comodo letto, tirarsi le coperte fin sotto il mento e realizzare di colpo la stranezza.
Non aveva baciato Sirius per tutto il giorno, nemmeno una volta.
Per quanto James e Peter insistessero nel prenderli in giro, sostenendo che da quando stavano insieme ci davano dentro come conigli, in realtà la vita della scuola e del dormitorio non lasciava mai loro tantissimo tempo per starsene in pace; tuttavia, da quando si erano baciati per la prima volta, gli unici giorni in cui non si erano ritagliati un po' di tempo erano stati quelli immediatamente successivi all'incidente del Platano Picchiatore, quando Remus era furioso e Sirius abbattuto e miserabile. E adesso, in una situazione molto diversa, quel giorno così strano.
La cosa incredibile era che, adesso che Remus ci pensava, le occasioni c'erano state, eccome: non solo quando avevano parlato nel letto di Sirius e avevano fatto pace, ma anche prima di cena, dopo cena e se non altro appena dieci minuti prima, quando Remus aveva dato la buonanotte a Sirius che giocava a scacchi con James, dall'altra parte della stanza, facendogli segno di stare seduto e continuare la partita quando lui aveva accennato ad alzarsi per salutarlo.
L'aveva fatto inconsciamente, ma era comunque preoccupante.
Remus si rigirò nel letto, riflettendo su quella stranezza; possibile che fosse così arrabbiato dalla cretinata di Sirius da non aver nemmeno voglia di baciarlo? Avevano fatto pace, e anche se Remus era una di quelle persone che tendevano a rimuginare sui vecchi errori anche dopo aver messo il punto ai litigi, non era da lui prendersela fino a quel punto per una cosa così piccola.
Allora cosa?
A dispetto del fatto che in genere si riteneva mediamente intelligente, Remus dovette rigirarsi altre tre o quattro volte nel letto prima di arrivarci.
Continuava a pensare a Sirius, a lui, figurandosi il solito ragazzo bellissimo e strampalato nella mente; qualcosa gli impediva però di alzarsi ed andare a dare un bacio alla ragazza che Sirius era diventato. Non lo attirava l'idea; la mente e la personalità di Sirius erano sempre le stesse, ma fisicamente non era lui.
Era una ragazza, e se Remus aveva sempre avuto chiaro qualcosa di se stesso, era che le ragazze non lo avevano mai attratto, al di là della normale curiosità e voglia di essere come i suoi coetanei, quando era più piccolo e non aveva ancora capito che preferiva decisamente i ragazzi.
Sarebbe stato molto maturo e romantico pensare che Sirius fosse Sirius, indipendentemente dal suo sesso; purtroppo, si rese conto Remus con orrore, non funzionava così: aveva parlato e scherzato con Sirius tutto il giorno, aveva litigato con lui e si era preoccupato di gestire il suo malumore, ma non aveva provato la minima attrazione, neanche vaga, per la sua forma attuale.
Il che era decisamente poco promettente, alla vigilia della serata organizzata per il loro anniversario.
Incapace di dormire con quel pensiero, Remus rimase immobile nel letto, ascoltando distrattamente le voci degli altri che si preparavano per coricarsi e chiedendosi se Sirius se ne fosse accorto, se lo avesse ferito senza volerlo, e domandandosi incessantemente come avrebbe affrontato la giornata successiva.
Quasi non aveva voglia di dormire, pensò nella stanza ormai silenziosa ad eccezione del russare di James, all'idea di affrontare l'indomani quel problema in maniera diretta; ma la giornata era stata lunga, la Luna piena era vicina e il sonno ebbe la meglio.

Si svegliò che ancora non era mattina, e a destarlo non fu il suono ormai familiare di Peter e Sirius, i più mattinieri tra loro, che si litigavano il bagno, né la sveglia di James che cantava a squarciagola l'inno della sua squadra di Quidditch. In realtà a strapparlo dal sonno che era ancora buio non fu un rumore, ma una presenza tra le cortine del suo letto e il materasso che si abbassava sotto il peso di qualcuno.
-Sirius?- chiese, prima ancora di aprire gli occhi, per abitudine più che altro.
-Shh, non volevo svegliarti Moony, torna a dormire- sussurrò una voce che poteva sembrare quella di Sirius, se fosse stata un paio di ottave più bassa.
Oh, pensò Remus, improvvisamente, nella confusione del risveglio brusco, Sirius-ragazza era appena entrato nel suo letto; bastò che l'idea gli passasse per la mente a svegliarlo completamente.
-Che stai facendo?- chiese, come se non fosse ovvio dal fatto che Sirius si stava mettendo comodo di fianco a lui sotto le coperte.
Quando qualcosa lo turbava o semplicemente si sentiva solo, Sirius si infilava sempre nel suo letto; non era nemmeno una cosa che aveva a che fare con il sesso, dal momento che lo faceva dal primo anno e che generalmente capitava dopo un incubo o una giornata particolarmente stressante. Oppure, di recente, dopo un litigio, quando Sirius, Remus lo sapeva bene, si ritrovava a sentirsi un po' vulnerabile e aveva bisogno di rassicurazione come Padfoot aveva bisogno di farsi grattare dietro le orecchie, ogni tanto.
-Non è ovvio?- aveva risposto nel frattempo Sirius, ridacchiando. -Volevo dormire con te; volevo lasciarti riposare, ma visto che ormai sei sveglio...- disse poi, accarezzandogli piano una gamba, per la prima volta negli ultimi anni senza provocargli nessuna piacevole reazione.
Remus non sapeva cosa dire; voleva spiegare a Sirius il problema che gli creava l'idea di fare qualcosa con lui in quelle condizioni, ma era assolutamente una cosa da dire con tatto e delicatezza, avendo a che fare con un ego come quello di Sirius, enorme e fragile. Purtroppo, se c'erano due cose capaci di inibire il tatto e la delicatezza di Remus erano i giorni prima della Luna piena e i risvegli bruschi ed inaspettati.
Con un po' troppa forza, Remus bloccò la mano di Sirius che stava risalendo la sua gamba, senza molti dubbi sulla meta finale; Sirius, che non si aspettava di essere fermato e che non lo aveva visto muoversi, al buio, diede un gridolino, che ricordò a Remus la terza cosa con cui non sapeva proprio avere tatto: le ragazze.
-Sono stanco, Padfoot- tentò di dire, ma anche alle sue orecchie sembrò una scusa fragile, più che un'affermazione.
Sirius rimase un attimo immobile, pensieroso.
-Certo- disse alla fine, insolitamente tranquillo, -scusami, dovevo lasciarti dormire-.
Remus si sentì qualcosa come una merda di ippogrifo; Sirius non poteva esserci cascato, e probabilmente si sentiva comunque ferito, e Remus l'aveva scampata per il momento, ma l'indomani si sarebbe ritrovato davanti allo stesso problema e l'avrebbe dovuto affrontare, volente o nolente, ferendo di nuovo Sirius. Che schifo di situazione, e non era nemmeno una consolazione il fatto che fosse stato lo stesso Sirius a cacciarcisi.
-Posso dormire comunque qui?- gli chiese Sirius a voce bassa.
Remus annuì, e Sirius si stese di fianco a lui, appoggiando la testa sulla sua spalla e sospirando soddisfatto come se quello fosse il posto più comodo del mondo; cosa che non era, pensò Remus, era solo una spalla ossuta. La comodità era tutta nella testa di Sirius, ma che ci fosse gli faceva un piacere immenso ancora dopo un anno, e proprio per questo riuscì piuttosto bene a soffocare il disagio di sentirsi pesare addosso un corpo estraneo e morbido in tutti i punti sbagliati, abbastanza da riuscire a rilassarsi di nuovo, e cominciare a sperare di riprendere sonno in fretta.
-Sei ancora così arrabbiato con me?- chiese Sirius, pianissimo, proprio quando Remus cominciava a credere che si sarebbe riaddormentato a breve; la domanda lo fece sobbalzare.
-No- rispose sinceramente, -hai fatto una stupidaggine, ma se mi dovessi arrabbiare per più di cinque minuti tutte le volte che ti comporti da idiota non farei altro. Perché?- chiese, prima di pensarci.
-Perché ti avrò svegliato mille volte nel cuore della notte, e non eri mai troppo stanco per me, nemmeno due giorni dopo la Luna. E perché non mi hai nemmeno dato il bacio della buona notte, stasera- spiegò Sirius piano, sforzandosi evidentemente di mantenere un tono di voce casuale, e non riuscendo davvero a nascondere l'amarezza.
Il cuore di Remus fece qualcosa di strano e finì da qualche parte nel suo stomaco. Alla faccia del dover affrontare il problema l'indomani, quello gli si era letteralmente infilato nel letto.
-Non sono arrabbiato, Sirius- rispose, seriamente, cercando di trovare un senso nella sua testa a quel che provava, prima di affrontare l'ingrato compito di spiegarlo al suo ragazzo... ragazza. Quello era il problema, di lì partiva tutto.
-No? Allora perché, Remus?- chiese Sirius, tirandosi a sedere un po' goffamente, il che fece improvvisamente pensare a Remus che non dovesse essere a suo agio come voleva far sembrare, in quel corpo nuovo.
Remus prese un gran respiro, e poi sparò: -Ti sei accorto che sei una ragazza, vero?- chiese.
Con un'espressione confusa nella stanza che si stava già schiarendo prima dell'alba, Sirius annuì.
Remus si fece forza. -Non mi piacciono le ragazze, Sirius, lo sai- disse.
Gli occhi di Sirius si spalancarono mentre di colpo capiva il problema.
-Tu sei uscito con delle ragazze- cercò di obiettare. Remus annuì.
-Prima di capire che non mi piacevano in quel senso, sì. Ma poi te l'ho detto, no? Poi ho capito che non mi interessavano-.
-Mi ricordo quando me lo hai detto- rispose Sirius, con l'espressione incredula di chi non si aspettava quella conversazione. -Però non era proprio così: "Non mi piacciono le ragazze, Sirius" mi hai detto, "mi piaci tu". Era così, no?-
Remus arrossì; all'epoca gli era sembrato un modo carino per confermare a Sirius che i precedenti due giorni di baci rubati tra loro non erano un gioco, per Remus; invece in quel momento gli si ritorceva contro, quella spiegazione semplicistica.
-Tu non sei una ragazza- gli fece notare debolmente Remus, già vedendo l'ovvia risposta di Sirius in arrivo.
-Adesso sì, però. Ma sono sempre io- rispose Sirius, arrossendo.
-Anche Padfoot sei sempre tu, ma non mi pare che nessuno pretenda io mi metta a pomiciare con un cane!- sbottò Remus, a metà nervoso, a metà cercando di fare una battuta. Sirius si rabbuiò.
-Non è la stessa cosa, lo sai vero?- rispose. -Faccio così schifo?- aggiunse, senza nascondere la serietà della domanda.
Remus scosse la testa, frustrato, giocherellando distrattamente con le maniche del pigiama. Alla fine alzò gli occhi e guardò Sirius che si mangiava le unghie, aspettando la sua risposta.
-Sirius, io sono gay- rispose. Non lo aveva mai detto e gli andava benissimo evitare di etichettarsi in quel modo, ma era urgente chiarire la situazione il prima possibile. -Non sono attratto dalle ragazze-.
Sirius tirò forte con i denti una pellicina sul suo pollice, scrollò la testa per allontanare i capelli dagli occhi, nervoso.
-Vuoi dire che non possiamo stare insieme perché sono una ragazza, in questo momento?- chiese. -Non ti piaccio più, così?-
Remus ci stava pensando: certe cose non erano cambiate, e quel che sembrava veramente impossibile in quel momento era l'idea del sesso, non tutto il resto. E Sirius lo guardava con un'espressione sconvolta e ferita, quella che Remus provava sempre l'istinto di far scomparire dal suo viso in qualsiasi modo. Alla fine decise per il compromesso più accettabile che gli venisse in mente.
-Non sono attratto dalle donne- disse a Sirius, cercando di suonare deciso abbastanza perché almeno quel punto fosse chiaro e non fraintendibile. -Ma tutto il resto non cambia. Ti voglio sempre bene, lo sai- rispose.
Sirius abbassò la testa e lasciò che i capelli, che erano lunghi come prima della pozione, gli nascondessero il viso.
-Quindi finché sono così possiamo essere solo amici- disse.
Remus scosse il capo, frustrato. Non era quello che intendeva.
-Sirius- cominciò, mandando all'aria ogni riserva nel tentativo di spiegarsi e di riportare una relativa tranquillità ad entrambi, -non ho intenzione di fare sesso con te così, ma questo non significa che non ti ami- disse.
E con quell'affermazione mandò a farsi benedire la sorpresa che aveva preparato per la serata successiva. Aveva organizzato tutto pensando di dire in quel momento a Sirius che lo amava; lo progettava da quando, circa un mese prima, Sirius si era lasciato sfuggire all'incirca la stessa frase senza pensarci, arrossendo e cambiando argomento subito dopo, cercando di far finta di nulla. Remus ci aveva messo un po' a venire a patti con l'idea di dare quel nome a quanto c'era tra di loro, e Sirius, vergognandosi come al solito dei suoi sentimenti, non ne aveva più parlato; ma da qualche tempo Remus si sentiva più sicuro e sapeva bene che il modo migliore per togliere Sirius da quell'imbarazzo era fargli sapere che era ricambiato.
Gli seccava che di nuovo il suo piano fosse andato a monte grazie ad una delle idee geniali di Sirius, ma il modo in cui il suo viso si illuminò a quelle parole lo ripagava ampiamente, di quell'anticipazione e un po' anche del fatto che quel viso fosse così assurdamente strano e femminile.
-Questo è il punto in cui ti salto al collo e ti bacio- lo avvisò Sirius, con un mezzo sorriso e le guance rosse.
Remus rise. -Non finché non ti sarà ricresciuta la barba, temo- scherzò a metà. Poi si fece serio. -Quanto è un problema per te, esattamente?- chiese, cauto.
-Posso sopportarlo, credo- rispose Sirius, valutando attentamente la questione. -Però non mi piace molto- disse.
-Sarà solo qualche giorno, Padfoot- cercò di consolarlo Remus.
-E mi ci sono cacciato con le mie mani, quindi non è che posso lamentarmi- rispose amaramente Sirius. -Posso comunque dormire qui?- chiese.
Remus annuì. Avevano dormito insieme ben prima che ci andasse di mezzo il sesso, dopo tutto, e non lo impensieriva più di tanto l'idea; la tenerezza e l'affetto che aveva sempre provato per Sirius erano ancora lì, e quando Sirius si stese di fianco a lui, abbracciandolo con la sua solita mancanza di grazia invadente ed affettuosa, non provò nemmeno il fastidio del corpo sconosciuto al suo fianco, pensando solo agli occhi grigi spalancati che avevano accolto la sua dichiarazione, mentre si addormentava lentamente.

Il giorno successivo Sirius in versione femminile attirava tutti gli sguardi della scuola. Remus all'inizio lo trovò divertente: nonostante fosse una ragazza oggettivamente molto attraente, Sirius aveva qualche difficoltà a coordinarsi bene con quel corpo diverso, e continuava ad inciampare eni suoi piedi o a dimenticarsi che, essendo improvvisamente dotato di un discreto seno, non poteva sgusciare come suo solito nei passaggi segreti senza per lo meno sbattere dolorosamente da qualche parte.
Per l'ora di pranzo, però, il divertimento di Remus era stato talmente soffocato dagli sguardi poco innocenti di quasi tutti i ragazzi della scuola, che i due Malandrini arraffarono dei panini dal tavolo e sgattaiolarono verso la Foresta Proibita con il mantello di James, per un picnic improvvisato.
Remus adorava andare nella Foresta a ridosso della Luna piena; con i sensi che cominciavano ad acutizzarsi nell'attesa del risveglio del lupo, la piccola radura in cui si erano nascosti per mangiare era un tripudio di profumi e colori incredibili, e il sole tiepido che filtrava tra gli alberi lo faceva sembrare un piccolo ritaglio di paradiso. A rovinare l'idillio c'era, naturalmente, l'immagine di Sirius seduto davanti a lui in quella nuova forma a cui Remus non sapeva abituarsi. Ma finché passavano la giornata a chiacchierare era comunque una compagnia piacevole.
Dopo pranzo Sirius, come sempre sonnolento, si stese sull'erba, posando la testa sulle gambe di Remus e giocherellando con l'erba al suo fianco, con un'espressione rilassata e soddisfatta sul viso. Remus gli accarezzò i capelli, un po' stupito che gli venisse naturale anche in quel momento, come se la sua mente riconoscesse Sirius al di là del suo aspetto, nonostante il suo corpo sembrasse incapace di reagire come al solito alla sua presenza.
-Lo sai- disse Sirius, dopo qualche minuto di silenziosa contemplazione, -un po' ho preso quella pozione anche per questo- confessò, arrossendo un pochino.
-Per venire nella Foresta Proibita?- chiese Remus, perplesso.
Sirius scosse la testa. -Ero curioso di sapere cosa si prova ad essere una ragazza- disse.
Remus poteva capire la curiosità, davvero. -E' molto diverso?- chiese.
-Non quanto pensavo- rispose Sirius, con un'espressione concentrata sul viso. -Credevo che avrei voluto fare cose diverse, invece non è così. Sono sempre il solito, e mi piace farmi coccolare da te, no? Però, quando sono un ragazzo, una parte di me pensa sempre per un istante che sia sbagliato, farlo- mormorò, quasi in tono di scusa.
Remus annuì, perché capiva. -Credo che dipenda dal fatto che siamo cresciuti immaginandoci in un certo ruolo- rispose, saggiamente. -Invece adesso non lo pensi?- domandò, curioso.
Sirius scosse la testa. -L' ho pensato lo stesso, anche se so che è assurdo. Però poi ho pensato che sono una ragazza- continuò, indicando il proprio seno, -e che quindi va bene-.
-Va bene comunque, Sirius- gli fece notare Remus.
Sirius annuì. -Per me e te, sì- disse, -ma così va bene anche per il resto del mondo, no?-
Remus si incupì. -Quindi normalmente pensi che per il resto del mondo non vada bene?- chiese.
Sirius fece un gran sorriso solo un po' triste. -Normalmente penso che il resto del mondo possa andare a farsi fottere- rispose, facendo ridere Remus, come sempre, nonostante la questione fosse seria.
Rimasero in silenzio per un po', prima che Sirius parlasse di nuovo.
-Cosa avevi in mente per stasera?- chiese. -Cosa ho rovinato con la mia geniale trovata?-
Remus gli sorrise; il pomeriggio era splendido e rispetto al giorno precedente gli sembrava tutto meno un problema e più una seccatura, un effetto collaterale della personalità stessa di Sirius. Avrebbero sempre potuto festeggiare quando lui fosse tornato normale, no? Se si fossero messi insieme un giorno dopo soltanto avrebbero comunque dovuto aspettare, con la Luna piena di mezzo.
-Pensavo che potessimo andare alla Stamberga- confessò, un po' imbarazzato. -So che fa schifo, ma almeno nessuno sarebbe venuto a romperci le scatole, no? Avevo convinto un elfo domestico in cucina a portarci la cena lì, e poi pensavo... be', lo puoi immaginare- ammise, sorridendogli.
-La seconda parte l'ho boicottata, vero?- chiese Sirius. -Ma la cena possiamo farla lo stesso, no?- Remus annuì. -E poi sei vuoi possiamo fare i compiti, così non sei costretto a recuperarli dopo la Luna- aggiunse, a malincuore.
Remus sorrise. -Non c'è bisogno, Padfoot- concesse. -Possiamo cenare e chiacchierare, e basta-.
-Va bene- disse Sirius, con un gran sorriso. -Mi piace questo piano, anche se non quanto l'originale-.
-Deciso, allora- disse Remus, spingendo piano la testa di Sirius giù dalle sue ginocchia, per indicargli di alzarsi. -A meno che non arriviamo tardi a Trasfigurazione, nel qual caso sono sicuro che la McGranitt ci troverà qualcosa da fare di meno piacevole, stasera-.
Ridendo, si affrettarono insieme verso il castello e le lezioni del pomeriggio, e Remus pensò che di tutte le cazzate di Sirius, magari quella era veramente una delle meno gravi.

-Sei riuscito a convincere un elfo domestico a portarci del vino?- chiese Sirius ammirato, sgranando gli occhi ed osservando la tavola apparecchiata elegantemente nella Stamberga squallida come sempre.
Remus scrollò le spalle. -Lo sai che hanno un debole per me- rispose.
-Lo so, perché dici "per favore" e "grazie" come un bravo lupo mannaro educato- scherzò Sirius. -Ma non ci hanno mai dato niente di più forte della burrobirra, prima- aggiunse.
Remus sorrise più malandrinamente possibile. -Mi dispiace essere di disturbo- cominciò, sperticandosi in un'esagerata imitazione di se stesso, -e capisco se non potete, ma domani c'è la Luna piena, sono molto teso, e...-
Incapace di contenersi oltre, scoppiarono entrambi a ridere. Remus era particolarmente bravo con le caricature. E quella volta aveva dato veramente il meglio di sé nel convincere gli elfi domestici a fare due strappi alla regola così grossi nella stessa serata; si sentiva molto fiero, nonostante fosse poi andato tutto leggermente in malora.
Si sedettero e cominciarono a mangiare, parlando poco, forse un po' intimiditi dalla situazione così inusuale; sembrava una cosa scioccamente romantica, cenare a lume di candela ad una tavola apparecchiata per due; ma anche qualcosa di più adulto delle abitudini di due studenti di Hogwarts appena diciassettenni.
-Questo era il punto in cui avrei dovuto dirti che ti amo- disse Remus, mentre, finita la cena, bevevano il secondo bicchiere di vino elfico. -Che non mi è sfuggito il tuo lapsus dopo la Luna piena del mese scorso, e che è stato molto utile a farmi riflettere, e diverse altre cose molto romantiche che mi ero preparato-. Il vino forte gli aveva sciolto la lingua, e Remus si sentiva molto incline a scherzare un pochino con Sirius, persino su quell'argomento.
-Un'altra cosa che ho rovinato del tuo piano- borbottò Sirius, abbassando un po' lo sguardo.
Remus scosse la testa. -Non era poi un piano così buono- ammise per la prima volta. -Un mucchio di stupidaggini come nei film che mi costringe a guardare mia madre d'estate-.
Sirius ridacchiò: la prima volta che era stato a casa di Remus in vacanza aveva trovato fortissimo che Mrs. Lupin guardasse la televisione babbana abitualmente, pur essendo una strega; ma poi, dopo qualche minuto di soap opera, si era ampiamente ricreduto.
-Però le cose importanti c'erano- rispose Sirius. -Io e te soli- disse, arrossendo un po'.
-E il vino, Sirius, non dimenticarti del vino, con tutta la fatica che ho fatto per ottenerlo!- rise Remus, e l'atmosfera di leggero imbarazzo se ne andò come era venuta, mentre i ragazzi ridevano delle rocambolesche avventure di Remus impegnato nella conquista di una bottiglia di buon vino elfico.
Al terzo bicchiere, poco più tardi, la conversazione tornò ad un tono più sobrio.
-Cosa doveva esserci in questa parte?- chiese Sirius, facendo roteare il suo bicchiere come un esperto bevitore e rovinando l'effetto versandosi un po' di vino sulla camicia.
Remus scosse la testa. -Questa è la parte destinata a saltare- ammise, con una smorfia.
Sirius alzò gli occhi e lo guardò in faccia.
-Lo sai- ammise piano, -l'avevo fatto anche per questo-. Remus non capì subito di cosa parlasse, e la confusione sulla sua faccia doveva essere evidente, perché Sirius si sentì in dovere di spiegarsi. -Sono solo un idiota curioso- disse, -ma volevo provare cosa significasse avere un corpo da ragazza a letto. Con un uomo- disse. -Con te- aggiunse, inutilmente.
Remus spalancò gli occhi; non aveva intuito che Sirius avesse in mente una cosa del genere, ma a giudicare dalla sua continua voglia di provare cose nuove tra le coperte, avrebbe dovuto capirlo subito.
-Quindi sono io che ho rovinato il tuo piano- disse. -E tu non saprai mai cosa prova una ragazza quando fa sesso per colpa mia- aggiunse, con un mezzo sorriso.
Sorprendentemente Sirius diventò scarlatto, abbassò gli occhi e deglutì rumorosamente. -Un'idea me la sono fatta- pigolò piano, e Remus scosse la testa un paio di volte prima di capire. -Oh- disse, semplicemente, arrossendo furiosamente a sua volta all'idea di un Sirius-ragazza che si toccava.
-Ma credo che mi manchino dati sulla parte più interessante- aggiunse poi con un sorriso lascivo, nonostante il viso ancora rosso come una mela matura.
Remus rise, suo malgrado. La curiosità verso tutto quello che era strano era generalmente una delle qualità più divertenti di Sirius, sebbene fosse anche una di quelle più pericolose.
-Com'è?- chiese Remus, senza pensarci e probabilmente un po' incoraggiato dal quarto bicchiere di vino che sorseggiava.
Sirius soppesò la questione. -Umido- rispose alla fine, -e più imbarazzante di quando sono un ragazzo, ma mi sa che questo è solo perché non ci sono abituato. Piacevole, però. Molto più... lungo, anche- ammise, ridacchiando e arrossendo ulteriormente.
Remus sollevò un sopracciglio in un'espressione perplessa. -Lungo? Tu? Questo è davvero incredibile- scherzò.
-Andiamo Moony, è stata solo una volta e ancora me lo rinfacci?- sbottò Sirius, con la faccia sofferente in maniera troppo teatrale per essere sincera.
Risero entrambi al ricordo di un Sirius troppo su di giri e di un incidente imbarazzante, qualche tempo prima. Era bello, pensò Remus, che lui e Sirius si conoscessero così bene da poter ridere di quelle cose; e la serata in generale si stava rivelando divertente, e piacevole, nonostante Sirius fosse una ragazza e Remus si trovasse ancora un po' a disagio all'idea.
Il vino era forte e, in perfetto stile elfi domestici di Hogwarts, particolarmente buono. Le candele si erano quasi consumate, e l'atmosfera era rilassata, tra loro, condita di chiacchiere, scherzi e la confidenza che c'era sempre stata.
Forse fu per quello, e perché Remus era effettivamente un po' ubriaco, che poco dopo gli scappò detto qualcosa che non aveva previsto.
-Mi chiedo se potrei riuscire a fare l'amore con una donna- disse, senza pensare.
Sirius lo guardò in modo strano, ma Remus non ci badò particolarmente, perso nelle sue riflessioni. -Ieri avrei detto di no- continuò, nemmeno del tutto consapevole di parlare ad alta voce. -Ieri ho detto di no, ma è vero che sei sempre tu-.
Alzò gli occhi, rendendosi conto di cosa stava dicendo, e vide Sirius che lo fissava, concentrato e pensieroso; non aveva dubbi che fosse Sirius, nessuno l'avrebbe potuto prendere per un'altra persona. Era sempre lo stesso, solo un po' più delicato e meno affilato nei lineamenti, un po' più morbido sotto i vestiti; diverso, ma forse non in tutto quello che contava davvero. Lui sembrava considerare seriamente la questione.
-Possiamo provare- disse, senza smettere di guardarlo. -Io ne ho voglia. Ma se non te la senti, e non ci riesci, possiamo sempre metterci a ridere di quanto siamo stupidi e fermarci, no?-
Stupito dal suo stesso comportamento, Remus annuì. Trovava logico il ragionamento di Sirius, il che in genere finiva in catastrofe, ma il piacevole effetto del vino e la curiosità ebbero la meglio, e non si mosse quando Sirius si alzò dalla sedia, traballando un pochino, e gli si avvicinò.
-Cominciamo dalla parte facile?- disse, e lo fece alzare prendendolo per la mano e tirandoselo contro.
Remus percepì vagamente la presenza morbida del seno di Sirius dove avrebbe dovuto esserci solo aria, ma prima che questo lo inquietasse al punto di farlo fermare, si stavano baciando, e con grande sollievo si accorse che il sapore di Sirius era sempre lo stesso, e che se chiudeva gli occhi, tutto era solo un pochino più morbido di come era abituato di solito.
Continuava a ripetere il nome di Sirius nella sua mente mentre lo baciava, e questo aiutò in qualche modo a fargli percepire meno estraneo il corpo che aveva davanti; dopo qualche momento di iniziale sconcerto, annodò le dita nei capelli di Sirius come gli piaceva, e cominciò a spingerlo dolcemente verso il letto poco distante. Sirius non fece nessuna resistenza, e qualche minuto dopo, quando Remus riemerse dal bacio per guardarlo, Sirius era una bellissima ragazza stesa sotto di lui sul letto, con i capelli in disordine e le labbra rosse e umide per i baci, gli occhi spalancati puntati nei suoi e mani morbide attorno al suo collo.
E Remus si stava eccitando; non l'esplosione di desiderio a cui era abituato con Sirius-ragazzo, ma un languore più lento e dolce che gli scaldava piano il sangue e che lo spinse a chinarsi di nuovo sulla bocca di Sirius e a riprendere a baciarlo.
Sirius gli slacciò la camicia e Remus lo aiutò a toglierla; poi lasciò che il suo ragazzo-ragazza lo privasse anche dei pantaloni e della biancheria. Fino a questo punto, pensò Remus vagamente, tutto era uguale al solito; quel che lo spaventava era che improvvisamente il corpo sotto il suo sembrasse troppo alieno per permettergli di andare avanti.
Esitò brevemente, con le dita sul colletto della camicia di Sirius. Lui sembrò cogliere quel dubbio, perché gli rivolse un sorriso deciso e un po' amaro insieme.
-Posso restare vestito, se preferisci- disse.
Remus scosse la testa: a quel punto, barare su quelle piccole cose non aveva molto senso. Se voleva fare sesso con Sirius versione ragazza, e al momento pareva decisamente che il suo corpo lo volesse, doveva accettarlo per quello che era in quella forma, senza compromessi. Perché in fondo Sirius aveva ragione la sera prima: era sempre lui negli aspetti che contavano; e magari non sarebbero stati fuochi d'artificio, ma Remus sentiva di poter provare ad amarlo anche in quella forma diversa, semplicemente.
Deciso a non far vedere a Sirius tutti i suoi dubbi, Remus lo spogliò rapidamente, e solo quando finalmente anche lui fu nudo si fermò un istante, prendendo un grosso respiro e guardandolo, guardandola, per la prima volta.
Sirius era una bellissima ragazza, naturalmente, con il corpo snello e morbido, la pelle liscia e tutta la perfezione dei Black che faceva comunque parte del pacchetto, a quanto pareva.
La semplice vista del corpo davanti a lui lasciava Remus indifferente, e lui se ne accorse subito; ma poi Sirius si tolse una ciocca di capelli dagli occhi con un suo gesto tipico, gli sorrise e gli afferrò una spalla per tirarsi a sedere, come faceva sempre. In quei gesti, quella sconosciuta sul letto della stamberga tornò ad essere Sirius, improvvisamente, e Remus cominciò a pensare che poteva farcela.
-Cosa vuoi che faccia?- gli chiese, sentendosi stupido ad avere, dopo tanto tempo, dei dubbi su cosa fare a letto con il suo ragazzo.
-Qualsiasi cosa- rispose Sirius, -quello che ti senti. Io voglio provare tutto- disse Sirius, chiudendo gli occhi mentre Remus, sperimentalmente, provava ad accarezzarle un seno.
-Mi devi dire se va bene o no, però- rispose Remus. -Perché non ho idea di cosa stiamo facendo- ammise.
Sirius rise, mentre la mano di Remus gli accarezzava l'interno della coscia, leggermente.
-Te la stai cavando alla grande. Rilassati, te lo dico se qualcosa non va. Basta andiamo piano, questa volta-.
Remus ridacchiò, nonostante la tensione. -Non come la nostra prima volta?- chiese, ironicamente, ricordando il loro primo disastroso esperimento, che all'epoca li aveva quasi portati a pensare che potevano, forse, vivere anche senza sesso. Da allora, però, ne era passata di acqua sotto i ponti.
-No, direi di no. Facciamo con calma, va bene?-
E fecero con calma.
Remus si sentiva stranamente attratto e spaventato insieme da quello che stavano facendo. Sirius rispondeva al suo tocco come sempre, eppure in modo molto diverso: gli stessi gemiti e persino le solite imprecazioni soffocate, ma diversi i punti del suo corpo che le scatenavano e la pressione che gli faceva stringere più forte le mani attorno alle braccia di Remus. Anche il modo in cui Remus reagiva ai movimenti di Sirius era diverso, meno eclatante, più lento e tranquillo, persino più circospetto, anche se non avrebbe saputo spiegare bene come e perché.
Tuttavia funzionò, alla fine; non ci furono fuochi d'artificio, come previsto, e tutto rimase tra il tenero e il goffo, ma ad un certo punto Remus si ritrovò dentro Sirius, con le sue gambe attorno ai fianchi, e stava facendo l'amore con una donna per la prima volta nella sua vita. E quella donna era Sirius, incredibilmente; essere un mago, pensò confusamente Remus mentre spingeva lentamente e a fondo dentro di lei, rendeva decisamente le cose interessanti e strane insieme.
Sirius, pienamente nel suo stile nonostante la differenza fisica, venne per primo, affondando le dita con le unghie mangiucchiate nella schiena di Remus e gemendo piano contro il suo orecchio. La sua voce, così più alta da quando aveva preso la pozione, era arrochita dall'orgasmo e suonava molto più simile a quella a cui Remus era abituato; scivolando dentro e furori da quella strana donna che comunque era Sirius, Remus si rilassò nel sentire quel suono familiare, e poco dopo appoggiò la fronte contro la spalla di Sirius, tendendosi mentre veniva a sua volta.
Rimasero fermi ed abbracciati a respirare la stessa aria per qualche minuto ancora; poi Sirius si riscosse e scivolò su un fianco, recuperando la vecchia coperta lisa del letto e stendendola su entrambi.
-E' stato orribile?- chiese, guardando Remus.
-Assolutamente no- lo rassicurò lui, e lo vide sorridere apertamente. -Strano, ma bello, direi- commentò. L'avrebbe detto anche se fosse stata l'esperienza più brutta della sua vita, per non ferire Sirius, ma scoprì che era sincero.
Sirius si sollevò su un gomito a guardarlo, posandogli una mano sul collo e giocherellando con i suoi capelli sudati, come faceva spesso quando era nervoso.
-Quindi adesso mi devo preoccupare del doppio della concorrenza?- chiese.
Remus scoppiò a ridere di gusto. -Non credo tu abbia mai avuto molta concorrenza, Padfoot- ammise, senza rancore. Non aveva mai pensato di essere particolarmente attraente, ma ormai da un pezzo gli interessava solo esserlo abbastanza per Sirius. -Comunque no, non credo di essere interessato a fare qualcosa del genere con una donna che non ti assomigli, dentro e fuori- disse, -e decisamente ti preferisco come uomo, comunque-.
Sirius rise, e si portò una mano al petto, fingendosi oltraggiato. -Significa che ti piaccio solo per la mia virile bellezza?- chiese.
Remus gli afferrò una ciocca di capelli e li tirò piano, guidando la sua testa verso il basso per poterlo baciare. -Idiota- gli disse sulla bocca, -abbiamo appena dimostrato contro ogni logica che mi piace tutto il pacchetto, no?-
-Ottimo- rispose Sirius, -perché la McGranitt ha chiesto al professore di Aritmanzia, e pare che mi dovrai tenere così ancora quattro giorni, sai? Spero che potremo ripetere l'esperienza- disse, ammiccando.
Remus sospirò. Quattro giorni non erano poi molti, con la Luna piena di mezzo, e sarebbero potuti essere dieci, il che significava che gli era andata bene.
-Remus?- chiese Sirius. -Scherzavo. Non sei obbligato, se non ti va-.
-Ne riparliamo dopo la Luna- concluse Remus. Davvero, era stata un'esperienza interessante, ma continuava a preferire Sirius con tutt'altro equipaggiamento. -Dormiamo un po', adesso?- chiese poi, soffocando uno sbadiglio. Magari era un luogo comune che gli uomini tendessero ad addormentarsi dopo il sesso, e le donne a chiacchierare, ma in quel momento Sirius sembrava avere molta più voglia di parlare di lui, mentre di solito era il primo a crollare.
Sirius si accomodò di buon grado sulla sta spalla, come sempre. Rimasero in silenzio quel tanto che bastava ad arrivare ad un passo dal prendere sonno, quando Sirius parlò di nuovo.
-Hai detto che potresti fare qualcosa del genere con una donna che mi somiglia?- chiese.
Aprendo un occhio un po' controvoglia, Remus annuì. -Se non ti avessi visto in ogni gesto che facevi, non credo avrei concluso molto- ammise, sentendosi un po' sciocco.
-Ti sembra stupido che la trovi una cosa molto romantica?- chiese Sirius, e Remus rise.
-Non più stupido che bersi una pozione senza conoscerne l'effetto, ad esempio-.
Sirius fece un gran sorriso soddisfatto. -Bene, quindi mi basterà tenerti lontano da tutte le mie parenti, e ti avrò in esclusiva molto a lungo- disse, scherzando solo a metà.
Solo Sirius riusciva a scherzare in quel modo, pensò Remus, solo lui riusciva a trascinarlo in qualsiasi follia gli venisse in mente, a farlo ridere di gusto alla vigilia della Luna piena, a fargli fare cose che pensava non avrebbe mai tentato nella vita. Chiunque altro avrebbe trovato molte difficoltà ad essere all'altezza, parente o meno.
-Non preoccuparti,- gli rispose a tono, poco prima di cedere al sonno, -non ho intenzione di cercare altrove finché ho te a portata di mano, in qualunque modo. Comunque, se tu dovessi fuggire con un altro lupo mannaro, saprò che posso andare a consolarmi con una delle tue cugine- scherzò.
Sentì Sirius ridere dell'assurdità della cosa; poi si addormentò, abbracciato a quello che sapeva essere l'amore della sua vita, uomo o donna che fosse.

remus/sirius, forza vampiri, my fic, rating: r, my otp

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