Writing Day 3 - Ci ritroveremo in qualche angolo di mondo lontano

Nov 16, 2013 03:20

Fandom: The Witcher
Note: Ho letto solo Il guardiano degli innocenti, la storia è idealmente ambientata post finale)

«NON LE VOGLIO!»
Yennefer gettò le pietre sul pavimento con tutta la furia che aveva in corpo. Uno dei diamanti finì sotto il tavolo e il rubino lo seguì; l’agata invece scomparve, mentre il secondo diamante cadeva ai piedi di Nenneke.
«Fa’ come ti pare, ma non alzare più la voce nel mio tempio!» La sacerdotessa sfidò Yennefer con lo sguardo, intimandole così di calmarsi; infine, la maga fu costretta a cedere, crollando a sedere sulla prima sedia vuota.
«Oh, Nenneke…» mormorò, il viso che affondava tra le mani e i capelli neri. «Perché lo fa?»
«Perché cerca di ricordarti che esiste? Ama essere al centro dell’attenzione, lo sai. Non lo ammetterà mai, ma dimmi, Yennefer, quando mai ha cercato di non esserlo?»
Si lasciò sfuggire un sorriso triste, liberando il volto dalla lunga chioma. «Non ho… non ho reagito così per lui.»
«Lo so.»
«La cura non ha funzionato.»
«Per quanto ancora hai intenzione di provare?»
Nenneke sapeva essere piuttosto diretta; d’altro canto, Yennefer non si aspettava da lei parole di dispiacere: la sacerdotessa era stata chiara fin dal principio, ma fortunatamente non era nemmeno il tipo da rinfacciarle che continuava ad avere ragione.
«Fin quando potrò. Tenterò tutto, qualsiasi cosa.»
«Geralt le ha lasciate per questo. Le pietre, intendo. Ha detto di essere in debito con te.»
«Prima o dopo aver mugolato che non potevamo stare insieme?»
«Non venite a piangere da me: siete adulti, potete vedervela da soli.»
«Peccato che lui sia troppo occupato a salvare il mondo.» Yennefer prese il diamante che era ancora vicino ai piedi di Nenneke e lo osservò, rigirandoselo tra le dita.
«E ogni volta torna da me pieno di lividi, sperando che possa sistemarlo in fretta.»
«Troppo coraggioso per tenersi lontano dal pericolo… e troppo codardo per darmi lui stesso queste pietre.» Strinse il diamante nel pugno. «Ho sentito parlare di una cura. Due giorni di cammino.»
Nenneke la studiò con serietà, ma non disse niente. Yennefer le fu grato per questo.

«Cos’ha detto delle pietre?»
«Come sai che è stata qui?»
«Ho trovato l’agata sotto la credenza.»
«Perché stavi guardando sotto la credenza? Comunque hai ragione, è stata qui.»
«E non ha apprezzato il regalo, se lo ha trattato così.»
«No, per niente. Si è messa a sbraitare e le ha lanciate via, ma poi ha preso i diamanti e il rubino.»
«Non ha detto niente su di me?»
«Che sei un codardo. E io aggiungo irresponsabile, per esserti ficcato in un pasticcio del genere.»
«È solo una donna…»
«Mi riferivo alla ferita che ti sei fatto alla testa. In quanti erano, in trenta?»
«Trentasette. Uno però è fuggito a chiamare i pezzi grossi.»
«Yennefer non è solo una donna.»
«No, non lo è. Non è neanche una donna. Non finché…»
«Dice che a due giorni di cammino da qui avrebbe trovato un’altra cura. Sei ancora in tempo per raggiungerla.»
Geralt rifletté per un minuto, tamburellando con le dita sul medaglione a forma di testa di lupo. «Forse ci farò un salto. Per consegnarle l’ambra, certo.»
«Certo. Promettimi di tenerti lontano dai guai.»
«Non posso promettertelo.»
«Lo sapevo già.»

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